elgatoloco
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venerdì 18 marzo 2022
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buon spy game con molta action, à la tony scott
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"SPy Game"(TOny Scottt, scritto da Michael Frost Beckner e David Arata, 2001).UN agente della CIA alle soglie delle pensione(ultimo giornio di serivizio, invero)si trova a dover ricostruire la verità sul suo rapporto con un sottoposto, che lui stesso ha fatto entrare all'"Agency", dopo averlo seguito fin dai tempi in cui era soldato in Vietnam(volontario, peraltro), dopo averne saggiate le qualità. Lui stesso ha consefnato l'amata del suo giovane amico e sottoposto-collaboratore, una rivoluzionaria irlandese non amata a Londra e responsabile in Cina , di un attentato in cui ha perso la vita, tra l'altro, il figlio di un gerarca del regime, alle autorità cinesi, ma ora, pentito e vicino alla pernsione-.
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"SPy Game"(TOny Scottt, scritto da Michael Frost Beckner e David Arata, 2001).UN agente della CIA alle soglie delle pensione(ultimo giornio di serivizio, invero)si trova a dover ricostruire la verità sul suo rapporto con un sottoposto, che lui stesso ha fatto entrare all'"Agency", dopo averlo seguito fin dai tempi in cui era soldato in Vietnam(volontario, peraltro), dopo averne saggiate le qualità. Lui stesso ha consefnato l'amata del suo giovane amico e sottoposto-collaboratore, una rivoluzionaria irlandese non amata a Londra e responsabile in Cina , di un attentato in cui ha perso la vita, tra l'altro, il figlio di un gerarca del regime, alle autorità cinesi, ma ora, pentito e vicino alla pernsione-.uscita dall'"Agenzia", decide di investire i suoi risparmi per far evadere il suo collega imprudente. Bedderà i dirigenti della CIA, anche se prima verrà sottoposto a una sorta di interrogatorio quasi fosse un "novellino". Film in qualche modo"triste", che mostra un Robert Redfonrd ormai anziano(ma recita ancora, a distanza di più di vent'anni da quel film()e un Brad Pitti ancorda decisamente giovane, oltre a Catherine Mc Cormack(David Hemings, vecchia gloria britannica come Scott è da vedere, ma non molto a lungo), "Spy Game"e film d'azione, dal montaggio alternato, fondamentale nell'economai del film, che mostra in genere dei flashbacks successivi ai racconti durante l'interrogatorio da parte di Redford, che qui, da"liberal"convinto ha la soddisfazione di burlarsi(ma troppo poco, per esneisilità come quelle di chi scrive questa nota)di burlarsi un po'della CIA, senza riuscire a ferire realmente il sistema, manteenendosi insomma aderente alla fedeltà ai valori dei"Fathers"fondatori degli States. IN complesso l'operazione riesce bene e Tony Scott(di cui rimane la memoria della tragica fine)è un maestro anche nelle scene prettamente d'azione. IN ckmplesso si puà vedere, con noteovle soddifsazione, anche se non è precisamente quello che si potrebbe definire un"grande fiilm". El Gato
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in77in77
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giovedì 25 marzo 2021
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grandissimo roberd redford. da vedere e rivedere
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Ottimo film di un grande (purtroppo sottovalutato) Tony Scott.
La trama la conoscete già, il film ha quasi 20 anni, ma con il tempo ha se possibile guadagnato fascino, come un grandissimo Robert Redforf.
Il gioco dei ricordi alternato alla narrazione dell'utlima giornata di lavoro è eccellente, il ritmo non manca ma per fortuna non parliamo di un action movie, di un film adrenalinico ma vuoto. I personaggi hanno spessore, le ambientazioni sono credibili. Il protagonista assoluto è Redford, che con la sua ironia tiene in scacco tutti i papaveri della Cia e riesce a mettere a segno una missione davvero impossibile.
Da vedere e rivedere!
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gustibus
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giovedì 7 settembre 2017
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cena fuori compiuta!
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Quattro stelle saranno esagerate,ma questo e'uno dei tanti film che guardo e riguardo quando non ho di meglio da vedere.Forse il miglior film dello scomparso Tony Scott,questo SPY GAME.La fortuna di Scott e'di avere come protagonisti R.Redford, che come Nathan Muir agente CIA all'ultimo giorno prima della pensione che per senso di colpa verso il suo allievo Tom Bishop(Brad Pitt)rinchiuso in una prigione cinese per spionaggio(voleva liberare la donna conosciuta a Beirut della quale si era innamorato.Il colpevole era il suo maestro/amico Muir che sentendosi in colpa nel pieno della fortezza CIA a Langley organizza con la sua pensione e risparmi l'operazione "Cena fuori"che portera'in salvo Pitt e la sua donna (C.
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Quattro stelle saranno esagerate,ma questo e'uno dei tanti film che guardo e riguardo quando non ho di meglio da vedere.Forse il miglior film dello scomparso Tony Scott,questo SPY GAME.La fortuna di Scott e'di avere come protagonisti R.Redford, che come Nathan Muir agente CIA all'ultimo giorno prima della pensione che per senso di colpa verso il suo allievo Tom Bishop(Brad Pitt)rinchiuso in una prigione cinese per spionaggio(voleva liberare la donna conosciuta a Beirut della quale si era innamorato.Il colpevole era il suo maestro/amico Muir che sentendosi in colpa nel pieno della fortezza CIA a Langley organizza con la sua pensione e risparmi l'operazione "Cena fuori"che portera'in salvo Pitt e la sua donna (C.Mc Cormak..bravissima!).Film di due ore serrato e con REDFORD in stato di grazia recitativo tipo..I TRE GIORNI DEL CONDOR.La musica che accompagna il film e'bello..addirittura con "Le stagioni di Vivaldi"Non un capolavoro,un buon film che entra nell'animo di vederlo molte volte.Questo si chiama semplicemente "buon cinema!"..merce rara di questi tempi.Da vedere sempre.
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[+] "auguri" ha compiuto ieri 82 anni
(di enotar56)
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andrejuve
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martedì 5 aprile 2016
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il confronto tra due generazioni di agenti segreti
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“Spy Game” è un film del 2001 diretto da Tony Scott. L’agente segreto Tom Bishop riesce ad infiltrarsi assieme ad altri agenti all’interno di un carcere di massima sicurezza vicino ad Hong Kong sotto le false vesti di un medico che deve vaccinare i detenuti a causa del rischio di un’epidemia di colera all’interno dell’istituto carcerario. Bishop, fingendo di essere stato folgorato dalla corrente elettrica, riesce ad insinuarsi nei meandri del carcere e libera una misteriosa donna all’interno di una cella. Quando la liberazione della donna sembra ormai giunta a termine Bishop viene smascherato e anche lui, assieme alla donna, viene imprigionato ed interrogato dalle autorità cinesi, le quali vogliono comprendere se l’identità dell’uomo corrisponda a quella di una spia americana.
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“Spy Game” è un film del 2001 diretto da Tony Scott. L’agente segreto Tom Bishop riesce ad infiltrarsi assieme ad altri agenti all’interno di un carcere di massima sicurezza vicino ad Hong Kong sotto le false vesti di un medico che deve vaccinare i detenuti a causa del rischio di un’epidemia di colera all’interno dell’istituto carcerario. Bishop, fingendo di essere stato folgorato dalla corrente elettrica, riesce ad insinuarsi nei meandri del carcere e libera una misteriosa donna all’interno di una cella. Quando la liberazione della donna sembra ormai giunta a termine Bishop viene smascherato e anche lui, assieme alla donna, viene imprigionato ed interrogato dalle autorità cinesi, le quali vogliono comprendere se l’identità dell’uomo corrisponda a quella di una spia americana. Nel frattempo Nathan Muir, agente operativo della CIA all’ultimo giorno di lavoro prima della pensione, riceve dall’ambasciata americana ad Hong Kong questa notizia. Giunto presso la sede operativa della CIA nota che i più alti dirigenti dell’intelligence statunitense sono riuniti e convocano Muir. Bishop rischia di essere giustiziato a morte dal governo cinese. Se entro 24 ore dalla cattura di Bishop la CIA non riuscisse ad intervenire il Presidente degli Stati Uniti d’America dovrebbe dichiarare che Bishop sia un agente segreto americano che ha effettuato un’operazione di spionaggio. Laddove accadesse ciò inevitabilmente si creerebbe un incidente diplomatico che sarebbe ancora di più accentuato se si pensa che gli Stati Uniti hanno intrattenuto negoziati commerciali proprio con la Cina. Quindi le alternative sono o quelle di tentare di salvare Bishop o di sacrificarlo affinché non emerga la vera identità di quest’ultimo. Il comitato operativo della CIA vuole chiedere spiegazioni a Muir relativamente al suo rapporto con Bishop in quanto quest’ultimo ha agito non in funzione di una missione ufficiale ma autonomamente al fine di liberare questa detenuta. Si cerca di capire quali siano state le reali intenzioni di Bishop e se Muir, data la sua grande conoscenza di Bishop, avesse ricevuto informazioni relative a questa azione sconsiderata. Miur allora inizia a raccontare il suo legame con Bishop, partendo dal loro primo incontro in Vietnam, passando per il periodo di addestramento presso la CIA sino ad arrivare alle ultime missioni di spionaggio. Nel frattempo Miur, data l’ostilità dei vertici della CIA nei suoi confronti e la loro volontà di insabbiare la vicenda sacrificando la vita di Bishop, grazie anche all’aiuto della sua segretaria cerca di contattare persone che sotto traccia possano aiutarlo a liberare Bishop, la cui vita è appesa ad un filo.
La pellicola, attraverso il racconto di questa storia di spionaggio, descrive due personaggi dalle personalità e dai caratteri completamente agli antipodi. Nathan Muir è un uomo ligio al dovere e ha dedicato l’intera esistenza alla sua attività lavorativa, trascurando completamente qualsiasi tipo di rapporto sentimentale o affettivo. E’ emblematico in tal senso il fatto che nel corso della vita abbia avuto almeno quattro mogli differenti. Non concepisce alcun tipo di legame stretto con un’altra persona in quanto potrebbe condizionarlo nell’esercizio corretto del suo lavoro che richiede dedizione, precisione e freddezza. E’ un uomo apatico ed insensibile e agisce esclusivamente per perseguire gli obiettivi prefissati all’interno delle sue missioni segrete. Le persone accanto a lui rappresentano solo dei numeri pronti a sacrificarsi in qualsiasi momento per la propria patria. L’egoismo prende il sopravvento e non c’è spazio per facili sentimentalismi o per la commozione. La sua attività lavorativa si mescola con la sua vita privata, quasi del tutto inesistente, creando un essere che non riesce a scindere la realtà quotidiana da quella rischiosa ed estrema legata alla sua professione. Si assiste ad una sorta di crisi di identità in quanto non si riescono a delineare i contorni di una personalità tanto complessa e sfaccettata quanto misteriosa. Risulta difficile comprendere il momento in cui assume le vesti dell’agente segreto e quello in cui invece esterna la sua spontaneità. Conduce un’esistenza basata sulla falsità e sulla menzogna a causa del costante sentimento di sospetto e di diffidenza che nutre all’interno di ogni contesto in cui si cala. Il suo cinismo e la sua fermezza lo portano ad assumere una posizione autoritaria, che viene rispettata e stimata, e allo stesso tempo a crearsi dei nemici.
Tom Bishop invece è un ragazzo brillante, intuitivo ed intelligente. Riesce immediatamente a calarsi in una realtà cosi complessa ed imprevedibile, acquisendo la capacità di gestire la tensione e la paura e adattandosi alle situazioni più delicate e difficoltose. Tom però esterna costantemente le sue emozioni e agisce sempre genuinamente e sinceramente, dimostrando il suo altruismo e la sua solidarietà. La sua vulnerabilità e le sue umane debolezze sembrano stonare con l’imperturbabilità ed il disinteresse che caratterizzano il profilo del classico agente segreto. Non riesce a concepire il fatto che in ogni missione sia irrilevante il numero di persone decedute perché l’unico vero interesse è quello legato all’obiettivo da perseguire a qualsiasi costo. La tentazione di abbandonare tutto quanto si scontra con la passione nei confronti di un lavoro che lo gratifica e che lo ha coinvolto sin dal primo istante. Il rapporto tra Nathan e Tom è particolare ed indecifrabile in quanto il primo sembra rappresentare una sorta di figura paterna che però non prova alcun sentimento di affetto nei confronti del figlio. Tom invece vede in Nathan un punto di riferimento importante con il quale però non è possibile intrattenere un legame di amicizia fondato sulla spontaneità e sulla lealtà reciproca. Sullo sfondo della descrizione dei due protagonisti viene ripercorsa parte della politica militare ed economica statunitense, ponendo qualche interessante spunto di riflessione. Infatti, pur se attraverso qualche accenno, viene effettuata una sorta di autocritica e di autoaccusa da parte dell’America in relazione alle sue azioni disdicevoli e immorali. Nell’ambito della maggior parte dei conflitti gli Stati Uniti d’America sono stati protagonisti spesso indesiderati e non necessari. Questa volontà di assumere un ruolo di primaria importanza è frutto del desiderio di ottenere guadagni e benefici economici, confermando la forza della potenza statunitense all’interno dello scacchiere del mondo. Uno scacchiere in cui la popolazione è paragonata a delle pedine che possono essere mosse a proprio piacimento, sfruttandole, utilizzandone e gettandole nel momento in cui risultino superflue. Questo comportamento viene assunto anche nei confronti di coloro che hanno agito per il proprio paese al fine di perseguire scopi apparentemente elevati, frutto in realtà di interessi egoistici appartenenti alle più alte cariche governative, ma che improvvisamente diventano un fardello di cui liberarsi nel più breve tempo possibile. E’ questo quello che accade proprio nei confronti di Tom Bishop il quale al primo errore rischia di essere abbandonato a sé stesso e di essere totalmente emarginato. Il cinismo e la spietatezza prevalgono a discapito della vita di un uomo, considerato un semplice oggetto inanimato. E’ meglio sacrificare la vita di un essere umano piuttosto che rischiare di vedere scalfita l’immagine di una nazione che vuole sempre essere portatrice di nobili valori e che vuole rappresentare un esempio di perfezione e di efficienza. Quindi è inevitabile che si debba ricorrere ad una manipolazione, ad un mutamento o ancor peggio ad un insabbiamento della realtà la quale, attraverso l’utilizzo dei mass media, viene raccontata non nella sua obiettività ma solamente in relazione agli scopi che devono essere raggiunti. La sceneggiatura del film è buona in quanto il regista dedica più spazio ai dialoghi e alle dinamiche prettamente diplomatiche e politiche piuttosto che a sequenze d’azione che avrebbero potuto rivelarsi noiose, monotone e ripetitive. L’utilizzo di continui flashback è convincente ed efficace, rendendo la narrazione coinvolgente e generando nello spettatore un senso di tensione e di suspence. E’ interessante inoltre l’utilizzo di inquadrature spesso volutamente frenetiche ed accelerate, utili per sottolineare lo stato di concitazione, di ansia e di confusione dei protagonisti della vicenda. Il film a mio avviso è carino ma presenta dei difetti. Innanzitutto ad una prima parte del film scorrevole, brillante e lineare si assiste ad una seconda in cui prevalgono sequenze inverosimili, poco credibili e spesso superficiali. Il tutto viene eccessivamente semplificato stonando rispetto alla prima parte del film molto accurata e attenta ai dettagli. Nathan Muir viene gradualmente elevato ad una figura eroica ed invincibile, come è tipico dei film americani, grazie alla sua abilità nell’ingannare con estrema facilità i servizi segreti per cui lavora, eludendo i controlli sin troppo blandi. La critica nei confronti degli Usa, costruttiva e realistica ma allo stesso tempo breve e quasi occasionale, si disperde nel prosieguo della narrazione, sfociando in una sorta di autoesaltazione finale che sottolinea la supremazia statunitense nei confronti del governo cinese che viene leggermente ridicolizzato nella parte conclusiva. Non siamo assolutamente di fronte al solito film patriottico e nazionalista però avrebbe potuto essere approfondita maggiormente la politica estera degli Stati Uniti e la sua finalità legata al guadagno economico e al predominio territoriale a discapito del benessere collettivo. Inoltre il regista avrebbe potuto concentrare maggiormente l’attenzione nei confronti dell’introspezione psicologica dell’enigmatico e misterioso Nathan Muir, il quale viene sempre descritto con una sorta di distacco, forse per sottolineare la sua freddezza e la sua impassibilità, a tal punto da assumere le sembianze di un robot che è colto da un improvviso umano senso di altruismo e di solidarietà. Infine è da sottolineare che alcune sequenze narrate sono caratterizzate da un certo grado di confusione ed incomprensione, rendendo a tratti affannosa e pesante la narrazione. Ottima la prova di Brad Pitt, nei panni di Tom Bishop, e buona l’interpretazione di Robert Redford, nella parte di Nathan Muir. Un buon film che mescola il genere dello spionaggio al thriller e che consiglio di vedere.
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ashtray_bliss
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mercoledì 30 luglio 2014
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spy-game molto prevedibile e poco coinvolgente.
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Devo ammettere che sono sempre stata molto sospettosa nei confronti del regista Tony Scott, che a differenza del fratello Ridley che ha firmato autentici capolavori del cinema odierno, Tony non ha mai brillato di luce propria ma riflessa, producendo film commerciali ma di poco spessore e confezionando quasi sempre la stessa identica storia riciclata qua' e la', cambiandole solo le vesti. Poca originalita' e fantasia e molta mediocrita' caraterizzano le sue pellicole.
E anche con Spy-Game non alza la posta in gioco, sotto ogni punto di vista: originalita', qualita', capacita' registiche etc. Ma riesce solo a confezionare un prodotto assai discreto ed a dirigere scialbamente due grandi firme del panorama americano: Pitt e Redford.
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Devo ammettere che sono sempre stata molto sospettosa nei confronti del regista Tony Scott, che a differenza del fratello Ridley che ha firmato autentici capolavori del cinema odierno, Tony non ha mai brillato di luce propria ma riflessa, producendo film commerciali ma di poco spessore e confezionando quasi sempre la stessa identica storia riciclata qua' e la', cambiandole solo le vesti. Poca originalita' e fantasia e molta mediocrita' caraterizzano le sue pellicole.
E anche con Spy-Game non alza la posta in gioco, sotto ogni punto di vista: originalita', qualita', capacita' registiche etc. Ma riesce solo a confezionare un prodotto assai discreto ed a dirigere scialbamente due grandi firme del panorama americano: Pitt e Redford.
La storia infatti appare sin da subito abbastanza piatta e sempliciotta: un ex agente della Cia, ormai pronto ad andare in pensione tra poco meno di 24h, e' chiamato in un meeting degli alti ufficiali dell'Intelligence per un agente finito nei guai in Cina dove rischia la pena capitale. Il compito di Nathan e' quello di aiutare gli agenti a tracciare un profilo psicologico e lavorativo del agente in questione, Tom Bishop (Pitt), non avendo quest'ultimi pieno accesso ai file e documentazione della recluta. Niente intrighe, niente sotto-trame, solo la messa in azione di un piano di salvataggio di un agente in pericolo.
Dunque il film si basa una buona dose di dialoghi, intelligenti, ben scritti e recitati e da numerosi flash-back che aiutano spettatori (all'esterno) e agenti CIA (all'interno della pellicola) a capire meglio che fosse Bishop, perche' fosse stato messo sotto la protezione di Nathan e in quali operazioni partecipo'. Il tutto dovrebbe servire ad unire i tasseli tra loro, tracciando un profilo e capendo le motivazioni che stanno dietro il suo arresto in un carcere della Cina, dove sotto copertura cerco' di mettere in salvo un detenuto. L'agente non era in nessuna missione ufficiale ma il polverone sta creando un caso diplomatico con la Cina e ovviamente l'America da parte sua cerca di mettere toppe su tutti i buchi. Ed il tempo a disposizione stringe.
L'esperto e scaltrissimo Nathan racconta cosi la sua storia, facendo un lungo tuffo nel passato, durante la guerra del Vietnam, raccontando per filo e per segno come scelse un marine come tanti altri per addestralo a diventare una spia e arruolarlo nella Cia fino ad arrivare ai giorni nostri. Il tutto mentre cerca di capire da solo in quali guai si e' cacciato il suo protetto e cercando di mettere a puntino un piano per salvarlo. Ovviamente in meno di 24h e tenendo i suoi colleghi rigorosamente all'oscuro del piano di salvataggio.
Pochi i presupposti perche' ne uscisse una pellicola davvero valida, iniziando ovviamente dal regista stesso. Pitt come al solito ancora poco impegnato nel ruolo della spia, piu' convincente Redford anche se la sua parte riguarda piu' gli scambi di battute e monologhi piuttosto che una vera azione.
Prevedibile anche il risvolto della trama, l'agente incorrombibile che mette a repentaglio la sua stessa vita per salvare la donna che ama. Un cliche' che onestamente inizia a puzzare di muffa e penalizza intere pellicole. Non che ecceda mai nel sentimentalismo o nel melò, ma il legame sentimentale e' un soggetto sin troppo sfruttato in pellicole di questo stampo.
L'azione non viene mai a mancare, e comunque bisogna amettere che son ben bilanciate le parti piu' tecniche e noise del film, con quelle piu' attive rappresentate dai vari flashback temporali che ci fanno conoscere le vere faccie delle spie americane, Nathan e Tom.
Risoluzione finale del film ovviamente a favore del protagonista, con una fine buonista che concilia entrambe le parti (Tom-Nathan) e rientra perfettamente nelle aspettative dello spettatore.
Valida regia, scenografia e fotografia ma il tutto non decolla e purtroppo ci sono dei passaggi lenti e assai noiosi da seguire. Il film infatti non riesce mai a travolgerti e coinvolgerti pienamente, risultando piu' che un vero spy-movie un film d'azione mediocremente riuscito. In giro c'e' indubbiamente di peggio e a onor del vero, Spy Game di Tony Scott si accoda a testa alta al filone thriller-spionistico; pur essendo consapevole che avrebbe potuto ottenere un risultato finale nettamente piu' elevato. Davvero brillanti e mai banali i dialoghi e scambi di battute tra i protagonisti vari.
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albydrummer
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giovedì 14 novembre 2013
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grande film
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Molto bello..anche rivedendolo...molto avvicente..!!
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paride86
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venerdì 2 novembre 2012
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carino
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Buon spy movie con un bel duo di attori, ma un po' troppo macchinoso da seguire, oltreché penalizzato da una regia con orribili stacchi da telefilm.
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greg2
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venerdì 6 gennaio 2012
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ottimo film
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Ottimo film, non delude. Buone interpretazioni trama scorrevole e ben costrutita
D vedere
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filippo catani
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mercoledì 18 maggio 2011
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una spy story nella media
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Un agente della CIA all'ultimo giorno di lavoro (Redford) viene a sapere che il suo pupillo nonchè spia addestrata da lui (Pitt) è stato arrestato in Cina per aver tentato di organizzare una evasione da un carcere. Il vecchio agente avrà solo 24 ore di tempo per cercare di fare qualcosa andando contro le intenzioni dei suoi capi intenzionati a sacrificare l'agente.
Come sappiamo Robert Redford non disprezza film impegnati o comunque di denuncia. In questo caso, attraverso l'apprendistato de4l giovane agente, ci porta attraverso gli scenari in cui la CIA si è sicuramente sempre mossa; dal Vietnam a Beirut passando per la Germania Est. Naturalmente viene mostrato come queste missioni non potevano certo rispettare i criteri dell'eticità e della legge (ottimo il momento in cui un attuale capetto della CIA domanda a Redford se aveva l'ordine presidenziale per eliminare i capi vietcong).
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Un agente della CIA all'ultimo giorno di lavoro (Redford) viene a sapere che il suo pupillo nonchè spia addestrata da lui (Pitt) è stato arrestato in Cina per aver tentato di organizzare una evasione da un carcere. Il vecchio agente avrà solo 24 ore di tempo per cercare di fare qualcosa andando contro le intenzioni dei suoi capi intenzionati a sacrificare l'agente.
Come sappiamo Robert Redford non disprezza film impegnati o comunque di denuncia. In questo caso, attraverso l'apprendistato de4l giovane agente, ci porta attraverso gli scenari in cui la CIA si è sicuramente sempre mossa; dal Vietnam a Beirut passando per la Germania Est. Naturalmente viene mostrato come queste missioni non potevano certo rispettare i criteri dell'eticità e della legge (ottimo il momento in cui un attuale capetto della CIA domanda a Redford se aveva l'ordine presidenziale per eliminare i capi vietcong).
Per il resto comunque niente che non si fosse già visto in tanti altri film e forse si poteva indugiare un po' meno sul passato dei due protagonisti e un po' da rivedere anche la "solita" relazione sentimentale.
Resta il fatto che Spy Game resta comunque un film di spionaggio più che accettabile e piuttosto coinvolgente.
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kjlkkkkkkkk
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domenica 8 febbraio 2009
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pavel il meglio
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un buon film abb ...............
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