maurizio biondo
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giovedì 1 aprile 2021
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giannini batte hopkins
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Giannini si conferma attore di caratura mondiale. Inarrivabile.
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x__jolie
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martedì 22 ottobre 2019
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un film che stona su tutta la linea
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Non è possibile valutare questa pellicola come film a sé stante, in quanto sequel del famoso capolavoro di Demme “Il Silenzio degli Innocenti”.
Non c’era assolutamente bisogno di questo sequel e non perché non ci fosse bisogno di un sequel in generale, quanto piuttosto per la sua indiscutibile mediocrità.
Questa pellicola si merita di esser definita “commerciale” perché ha dato agli amanti di Hannibal the Cannibal e non Hannibal Lecter tutto quello che ricercavano in un film.
Il sangue, l’assoluta esigenza di Lecter di carne nella sua più spudorata efferatezza, ma nulla di più.
Non si riesce neanche ad intravedere il genio, l’astuzia e l’immancabile signorilità del personaggio interpretato da Hopkins, che riesce comunque a creare nella mente dello spettatore il ricordo dei bei tempi andati.
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Non è possibile valutare questa pellicola come film a sé stante, in quanto sequel del famoso capolavoro di Demme “Il Silenzio degli Innocenti”.
Non c’era assolutamente bisogno di questo sequel e non perché non ci fosse bisogno di un sequel in generale, quanto piuttosto per la sua indiscutibile mediocrità.
Questa pellicola si merita di esser definita “commerciale” perché ha dato agli amanti di Hannibal the Cannibal e non Hannibal Lecter tutto quello che ricercavano in un film.
Il sangue, l’assoluta esigenza di Lecter di carne nella sua più spudorata efferatezza, ma nulla di più.
Non si riesce neanche ad intravedere il genio, l’astuzia e l’immancabile signorilità del personaggio interpretato da Hopkins, che riesce comunque a creare nella mente dello spettatore il ricordo dei bei tempi andati.
Hopkins e la sua interpretazione sono l’unico e solo aspetto salvabile di questo film (motivo delle due stelle), immensa pagliacciata, sfigurato continuo di un’opera che non doveva essere trattata con questa superficialità.
Le interpretazioni degli altri attori del cast, eccezion fatta per Gary Oldman, ricevono un bel “non classificato”.
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gustibus
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venerdì 30 giugno 2017
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film molto personale e sottovalutato
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Sicuramente vado contro-corrente ma HANNIBAL E'proprio un film con la firma prestigiosa di R.Scott!..Secondo me l'errore principale nel dare il giudizio e'quello di fare il confronto con il capolavoro di Demme "Il silenzio degli innocenti".. C'e'il personaggio del Dott.Lecter(superbo Hopkins!!),ce'Clarice Starling(bravissima J.Moore)..la storia completamente personalizzata dal regista.Ambientata in parte a Firenze vista con gli occhi di Scott anche qui..(stentavo a riconoscerla!)..qui fotografata tipo la Roma del " gladiatore"..montaggio del nostro P.Scalia...musica stupenda e in tono col film di Hans Zimmer..il personaggio di,Hannibal e'sicuro e molto violento,specialmente quando deve uccidere l'ispettore Pazzi(G.
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Sicuramente vado contro-corrente ma HANNIBAL E'proprio un film con la firma prestigiosa di R.Scott!..Secondo me l'errore principale nel dare il giudizio e'quello di fare il confronto con il capolavoro di Demme "Il silenzio degli innocenti".. C'e'il personaggio del Dott.Lecter(superbo Hopkins!!),ce'Clarice Starling(bravissima J.Moore)..la storia completamente personalizzata dal regista.Ambientata in parte a Firenze vista con gli occhi di Scott anche qui..(stentavo a riconoscerla!)..qui fotografata tipo la Roma del " gladiatore"..montaggio del nostro P.Scalia...musica stupenda e in tono col film di Hans Zimmer..il personaggio di,Hannibal e'sicuro e molto violento,specialmente quando deve uccidere l'ispettore Pazzi(G.Giannini)in una vera impiccagione di stampo medioevale.La scena dei maiali che fanno il lauto pasto con una conoscenza intima del dottore,che poi inizia splendidamente con questo personaggio sfigurato daLecter...fino al finale ...un po' sorridente quando si mangia le cervella ben cotte..e poi le dara' da mangiare ad un...bimbo.Tutto cio'o si accetta o si bastona con la critica come ha fatto anche il pubblico in questo forum.Non dimentichiamo che forse il migliore di tutti i capitoli e'MANHUNTER"di A.Mann...ma in Italia non si conosceva ancora bene Lecter.Chi ama R.scott il film e' da vedere!eccome!da menzionare i nostri caratteristi italiani e F.Neri..cosi'bello e buona che Hannibal se la vuole mangiare con i piselli.
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lucascialo
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giovedì 25 maggio 2017
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luci e ombre sul terribile hannibal
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Anche il diabolico Hannibal Lecter non sfugge alla regola del sequel debole e meno riuscito rispetto al primo film. Certo, alcuni spunti sono geniali e restano impressi nella mente, come le vicende legate al personaggio da lui drogato e reso un mostro e la macabra cena finale. Del resto, il regista è Ridley Scott e questo per lui è il minimo sindacale. Ma non mancano passaggi ingenui, semplificazioni, sequenze a mo' di film per la Tv. Sarà anche per l'ambientazione italiana con attori italiani notoriamente utilizzati per film di più basso spessore. E purtroppo anche il grande Giancarlo Giannini finisce sottotono. Manca pure Jodie Foster, sostituita dalla più sensuale ma meno coinvolgente Julianne Moore nei panni dell'agente dell'FBI Clarice.
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Anche il diabolico Hannibal Lecter non sfugge alla regola del sequel debole e meno riuscito rispetto al primo film. Certo, alcuni spunti sono geniali e restano impressi nella mente, come le vicende legate al personaggio da lui drogato e reso un mostro e la macabra cena finale. Del resto, il regista è Ridley Scott e questo per lui è il minimo sindacale. Ma non mancano passaggi ingenui, semplificazioni, sequenze a mo' di film per la Tv. Sarà anche per l'ambientazione italiana con attori italiani notoriamente utilizzati per film di più basso spessore. E purtroppo anche il grande Giancarlo Giannini finisce sottotono. Manca pure Jodie Foster, sostituita dalla più sensuale ma meno coinvolgente Julianne Moore nei panni dell'agente dell'FBI Clarice.
Quanto alla trama, Lecter è tra i più grandi latitanti internazionali, mentre un ricco uomo da lui diabolicamente indotto all'auto-lesionismo tramite Popper, ha messo una congrua taglia. Il diabolico Hannibal ha trovato rifugio a Firenze, fingendosi un colto professore che vive in un'antica biblioteca (nessuno lo riconosce?!). Sulle sue tracce però, soprattutto interessato alla taglia, si mette l'ispettore Pazzi. Hannibal continua ad essere attratto da Clarice, ma in modo platonico e non carnale. E' riuscita a risvegliare in lui un residuo di umanità.
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moviemark.er
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martedì 14 febbraio 2017
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come può essere una mente disturbata
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Questo film,potrebbe quasi essere la rappresentazione delle immagini che vi sono nelle menti disturbate da sofferenti malattie ma non per niente prive di intelligenza e fantasia. Tutto con un buon ritmo.
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oscar77
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domenica 17 gennaio 2016
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una delle più grandi delusioni
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peccato! il romanzo è un grande romanzo, ma il film èdecisamente mediocre, niente a che vedere col Silenzio degli innocenti, Manhunter frammenti di un omicidio, Red dragon e Hannibal le origini del male. purtoppo Ridley Scott alterna capolavori (Alien, Blade runner) a film estremamente scadenti.
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ilbeda
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sabato 18 luglio 2015
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uno splatter prevedibile e senza senso
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E' girato a Firenze, ma Firenze e' solo uno sfondo, una scusa per
allungare una trama inconsistente; se quanto vi avviene fosse tolta la città
nulla cambierebbe del film.
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E' girato a Firenze, ma Firenze e' solo uno sfondo, una scusa per
allungare una trama inconsistente; se quanto vi avviene fosse tolta la città
nulla cambierebbe del film.
A parte i superpoteri di Hannibal : telepatia, superforza,
invincibilita', invulnerabilita', invisibilita' agli animali ecc ecc
(ci manca solo che voli), il film e' del tutto irreale, niente
suspance, niente sperimentazione in regia, nessun personaggio "forte"
(Francesca Neri e' tappezzeria, Giannini un avido poliziotto italiano stupido) ed il film rimane tale anche cercando di ignorare i fatti assurdi che si svolgono in P.za Signoria e la totale assenza di conseguenze di qualsiasi genere a quanto li' a dir poco molto
improbabilmente accade.
Un altro aspetto tragicomico e' la presentazione che si fa
dell'Italia: assurdi preti vestiti di nero con tanto di cappello, tre pecorari sardi puzzolenti, polizia superficiale e incompetente.
Se poi consideriamo che da inesistenti telefoni si danno istruzioni per tedeschi francesi e spagnoli in lingua italiana il film appare veramente comico (in precedenza l'ultimo poliziotto di periferia mangiatore di cibo cinese riceve sul suo telefono personale una chiamata diretta dell'fbi, telefonata nella quale il nostro risponde e
parla tranquillamente in italiano, o forse e' inglese, parlano tutti la stessa lingua e non si sa quale sia, ma che importa??!!).
Per finire un tocco di classe: Giannini, commissario di polizia, viene sempre chiamato Commendatore, posso capire che Scott possa anche essere confuso sula vita in Italia, ma che i doppiatori abbiano mantenuto tale titolo a Giannini non trova spiegazione credibile ne' incredibile.
In cosa si risolve il film? In un "urlo" di Munch vivente , un frittino di cervello in padella e 3 budella al vento.
Per concludere risulta nient'altro che un prevedibile splatter, un B
movie molto pubblicizzato mentre di R. Scott rimangono 2 cose:
Firenze fumosa che richiama Blade Runner (sinceramente incomprensibile)
il nome nei titoli.
Altri tempi quelli de "I duellanti", ma il tempo passa per tutti, purtroppo, e si vede.
PS: Hopkins e' monoespressivo tanto che avrebbero potuto chiamare Stallone a sostituirlo...davvero un capolavoro questo film!
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alex41
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mercoledì 10 settembre 2014
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niente di eccezionale. peccato per la foster!
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"Hannibal" non mi ha entusiasmato più di tanto. E' un seguito abbastanza floscio, non nel senso che non funzioni in sé ma il più delle volte appare quasi ridicolo. Partiamo dagli attori: è il punto forte del film e non. Anthony Hopkins perfetto come sempre, Gary Oldman impressionante e geniale come in tutti i film dove recita, Ray Liotta superlativo e Giancarlo Giannini sempre grande, anche se in questo film sembra messo un po' lì per fare scena (un po' come Favino in "Angeli e Demoni") nonostante trovi originale l'idea di ambientare il film anche in Italia e far recitare attori italiani, da Marescotti alla Neri. Peccato che manchi Clarice Starling, che per quanto la Moore sia un'attrice talentuosa e sottovalutata non ha lo stesso carisma e sensibilità che aveva la Foster.
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"Hannibal" non mi ha entusiasmato più di tanto. E' un seguito abbastanza floscio, non nel senso che non funzioni in sé ma il più delle volte appare quasi ridicolo. Partiamo dagli attori: è il punto forte del film e non. Anthony Hopkins perfetto come sempre, Gary Oldman impressionante e geniale come in tutti i film dove recita, Ray Liotta superlativo e Giancarlo Giannini sempre grande, anche se in questo film sembra messo un po' lì per fare scena (un po' come Favino in "Angeli e Demoni") nonostante trovi originale l'idea di ambientare il film anche in Italia e far recitare attori italiani, da Marescotti alla Neri. Peccato che manchi Clarice Starling, che per quanto la Moore sia un'attrice talentuosa e sottovalutata non ha lo stesso carisma e sensibilità che aveva la Foster. La Foster è Clarice, è il suo ruolo da una vita di un film. A parte questo il film perde nella mancanza di credibilità, dove ogni mezz'ora ci sono cose che non tornano, dalla ricerca di Lecter fino alla cena in cui Liotta ha il cervello scoperto ed è ancora vivo (!!!), in sè è anche una scena ganza se si pensa a Hannibal Lecter, però cinematograficamente in un film thriller del genere è quasi fuori dagli schemi; se fosse stato un horror alla Venerdì 13 sarebbe stato assurdo, figuarsi in un film del genere. Poi la regia di Scott non mi è paciuta, qui troppo televisiva, e quasi fa rimpiagnere i prImi piani che esprimevano profondità di Demme nel film originale, qui invece si da più spazio allo splatter che sembra rimandare a Hostel. Salvo comunque la fotografia, il make up di Gary Oldman, la scena pre finale con Hopkins e Moore e il macabrissimo ma divertente finale. Voto? 6 +.
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cassiopea
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lunedì 20 gennaio 2014
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l'amaro in bocca,
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Hannibal è (o dovrebbe essere) il seguito dell'amatissimo "Il silenzio degli innocenti", vincitore di numerosi Oscar e definito una delle pellicole thriller meglio riuscite della storia del cinema. Intraprendere la regia di un film su questi presupposti significa inevitabilmente assumersi una grossissima responsabilità. Del resto è difficile pensare che possano sbocciare due capolavori di egual valore nel giro di pochi anni, trattando per di più dello stesso personaggio. La "maledizione" di questo film è appunto il suo "predecessore", un termine di paragone di cui non si può fare a meno, visto che di un secondo episodio si tratta.
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Hannibal è (o dovrebbe essere) il seguito dell'amatissimo "Il silenzio degli innocenti", vincitore di numerosi Oscar e definito una delle pellicole thriller meglio riuscite della storia del cinema. Intraprendere la regia di un film su questi presupposti significa inevitabilmente assumersi una grossissima responsabilità. Del resto è difficile pensare che possano sbocciare due capolavori di egual valore nel giro di pochi anni, trattando per di più dello stesso personaggio. La "maledizione" di questo film è appunto il suo "predecessore", un termine di paragone di cui non si può fare a meno, visto che di un secondo episodio si tratta.. L'errore rovinoso è stato il cambio di regia, lo stile completamente diverso, la trama a tratti improbabile (non sto a puntualizzare per non spoilerare la scena), e soprattutto il cambio dell'interprete femminile. Questa è stata la vera, inesorabile rovina del film. Non c'è continuità tra il primo ed il secondo "capitolo". Clarissa Starling, giovane gentile ma decisa, determinata e dal passato doloroso, si trasforma tutto d'un tratto in una maschera di cera priva di qualsivogia palpabile emozione. Nell'essere cinica e distaccata l'attrice non dà neanche il meglio di sè, l'interpretazione risulta piatta, poco credibile. Per non parlare degli attori italiani, che ci offrono una prova di recitazione di scarso rango a parer mio, tutt'altro che convincenti.
Un film nel complesso piuttosto piacevole, ma deludente.. Un peccato, un vero peccato.
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byrne
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giovedì 22 agosto 2013
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iniziamo a capitalizzare sul personaggio...
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Il Silenzio degli Innocenti è uno dei mostri sacri del thriller moderno. Raffinato, stilisticamente rivoluzionario e chi più ne ha più ne metta. RIdley Scott è un grande regista. Con alti e bassi, ma un grande regista. In particolare non si possono negargli un talento visivo fiammeggiante, una sbalorditiva capacità di costruire le atmosfere e una straordinaria versatilità, avendo attraversato buona parte dei generi cinematografici (almeno a grandi linee). Alle prese con un simile personaggio, e con una simile responsabilità, Scott aveva due scelte. La prima: essere di nuovo il rivoluzionario autore di I Duellanti, Alien e Blade Runner, e perciò spiazzare con qualcosa di estremamente diverso dal capostipite di Demme (anche se questo titolo spetterebbe a buon diritto a Manhunter-frammenti di un omicidio di Mann).
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Il Silenzio degli Innocenti è uno dei mostri sacri del thriller moderno. Raffinato, stilisticamente rivoluzionario e chi più ne ha più ne metta. RIdley Scott è un grande regista. Con alti e bassi, ma un grande regista. In particolare non si possono negargli un talento visivo fiammeggiante, una sbalorditiva capacità di costruire le atmosfere e una straordinaria versatilità, avendo attraversato buona parte dei generi cinematografici (almeno a grandi linee). Alle prese con un simile personaggio, e con una simile responsabilità, Scott aveva due scelte. La prima: essere di nuovo il rivoluzionario autore di I Duellanti, Alien e Blade Runner, e perciò spiazzare con qualcosa di estremamente diverso dal capostipite di Demme (anche se questo titolo spetterebbe a buon diritto a Manhunter-frammenti di un omicidio di Mann). La seconda: affidarsi al proprio innato senso dell'intrattenimento e creare qualcosa di appetibile, facile e ben confezionato. Sono spiacente del responso che devo dare a chi mi stesse leggendo senza aver visto il film. Scott ha scelto la via facile. Ben diretto e fotografato, piacevolmente influenzato dalla parte italiana del cast (nettamente superiore in certi casi, vedere Giannini, a quella anglofona), a tratti anche capace di creare una certa suspance. Ma manca la capacità del predecessore di disturbare, di scavare nei sentimenti dei protagonisti per uncinarsi prepotentemente alla psiche dell'attonito spettatore. Non c'è un solo personaggio che resti impresso (ne Il Silenzio non ce n'era uno che si scordasse, da Crawford a Buffalo Bill), l'azione finisce per soffocare la riflessione, la violenza per stritolare inesorabilmente il più Hitchcockiano vedo-non vedo dei giochi di tensione del film del '91. In pratica, si da' sfogo alla curiosità morbosa dello spettatore, regalandogli il Lecter più "pop" (scusate il termine): non più un personaggio machiavellico e tre passi avanti a tutto il mondo anche nella sua cella di Baltimora, ma un macellaio con un vocabolario (neppure tanto) più raffinato del più banale serial killer. Mal affrontato il rapporto con la Starling, in precedenza così appassionante e teso. E nota negativa sui due protagonisti. La Moore è un'attrice di talento. E dispiace che (per forza di cose) si sia ritrovata nel ruolo che fu di una Jodie Foster in stato di assoluta grazia. Perchè per chi ha presente cosa fosse l'altra Clarice, questa è piatta, priva d'anima, stereotipata e dopata per sembrare un personaggio alla Soldato Jane (Scott e i suoi scheletri nell'armadio). E Hopkins? Professionale. Ma niente di più. E non venitemi a dire che quest'interpretazione di Lecter regge il confronto con quei 18 minuti stringatissimi che gli valsero l'oscar. Perchè, anche qui, non c'è paragone. Oldman, truccato con maestria, è un altro personaggio di cui si poteva fare tranquillamente a meno. Decisamente sprecata l'eccezionale location
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