L'erba di Grace

Cinema lieve (Sin troppo), sceneggiatura un pò (troppo) arraffazzonata; tuttavia, a costo di sembrare o di essere un Leigh minore, e di pretendere di costruire un giallo improbabile e bruttino nel suo film, Cole ha un suo gusto per il paradosso, che si evidenzia per esempio quando le vecchiette si drogano(Sic!), o in altri momenti. Emerge una malinconia all'inglese, am solo in pochissimi momenti.

Un film uscito in Italia con un ritardo estremo, che mantiene intatta la sua carica grazie alla storia fuori dal tempo e ad una sceneggiatura priva di trovate modaiole. Anglosassone nello humor, piu' di costume che di battute. Un pizzico di black humor in piu' e qualche sdolcinatura in meno l'avrebbero reso ancora piu' accattivante. Su di uno stile simile, pochi anni prima, usci' un'altra memorabile [...] Vai alla recensione »

solo una parola...formidabile! da vedere assolutamente!!!

molto, molto, molto carino.. da vedere assolutamtente.. tra risate e umorismo 90 minuti passati in allegria..

Un film con il tipico umorismo britannico, il protagonista è una comune casalinga anziana e il suo cambiamento.Non è mai troppo tardi per diventare un'altra versione di se stessi. :-) Molto rinfrescante in un momento in cui si spara a tante sciocchezze vuote!

Un film con il tipico umorismo britannico. L'umorismo non deve essere sempre così forte da poter essere compreso anche dagli idioti. iI protagonista è una comune casalinga anziana e il suo cambiamento.Non è mai troppo tardi per diventare un'altra versione di se stessi. :-) Molto rinfrescante in un momento in cui si spara a tante sciocchezze vuote!

mah.. a me queste commedie leggere tanto leggere da sfiorare l'inconsistenza fanno venire il nervoso. gli attori inglesi sono sempre molto bravi, per carità, la sceneggiatura e i dialoghi sono in media più curati che ne resto delle commedie leggere europee, ma non può bastare per farci bere la favola della vedova che si mette e coltivare cannabis in serra.

Scusate, ho omesso di scrivere "Camei per Philda Law, madre della Thompson, e Tcheky Kario".

Rimasta vedova, la candida Grace (una ottima Brenda Blethyn) scopre di avere ereditato solo debiti. Con il capestro dell'ipoteca sulla splendida villa in Cornovaglia in cui abita e quindi della povertà, Grace si ingegna a mettere a frutto la sua riconosciuta abilità. È una provetta giardiniera e il suo simpatico aiutante scozzese coltiva, con scarsi risultati, delle piantine di marijuana.

È un film quietamente, seraficamente antiproibizionista, L'erba di Grace, però lo è nella maniera più assoluta. La vita della graziosa Grace (Brenda Blethyn) sarebbe rovinata se la signora, di mezza età e abituata a ignorare le preoccupazioni materiali, non fronteggiasse i problemi economici lasciatile in eredità dal marito riciclandosi da coltivatrice di orchidee in piantatrice di marijuana.

Sono più di 45 milioni - nell'Unione Europea - i consumatori (abituali e non) della classica "canna", di cui quasi la metà "aspiranti" inglesi. D'altronde, le foglie della marijuana ricordano non poco quelle del tè e allora non deve sorprendere se in un piccolo paesino della Cornovaglia tirano che è un piacere persino le due vecchiette che gestiscono l'unico emporio, il medico e il poliziotto.

Pescatori e giardinieri oggi, ma un tempo la Cornovaglia era la terra dei pirati e dei contrabbandieri. A Port Loac, tra le orchidee e le erbette della signora Grace Treverthan (la Brenda Blethyn di Segreti e bugie, addomesticata), spunta l'idea di una nuova coltivazione d'emergenza quando il marito muore lasciandola in mezzo ai debiti. L'erba di Grace è la marjuana.