luca scialò
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mercoledì 1 giugno 2011
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quel giovane coraggioso che sfidò la mafia
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Storia di Peppino Impastato, giovane cresciuto nella piccola Cinisi, paesino siciliano preda come tutta la regione della prepotenza della Mafia. Peppino cercava di scuotere le coscienze con pochi mezzi, quali il volantinaggio, un giornalino; fino alla costituzione di una radio libera, Radio aut. Oggetto principale delle sue critiche era Gaetano Badalamenti, boss che viveva a soli 100 passi da casa sua.
Ma quest'ultimo cominciò ad esserne infastidito, al punto da ucciderne prima il padre e progettare la sua morte, facendola passare per uno dei tanti tentativi di attentati terroristici dell'epoca. Peppino fu lasciato solo, dalle autorità, ma anche da quel Pci nel quale era politicamente cresciuto e che gli aveva trasmesso la voglia di lottare.
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Storia di Peppino Impastato, giovane cresciuto nella piccola Cinisi, paesino siciliano preda come tutta la regione della prepotenza della Mafia. Peppino cercava di scuotere le coscienze con pochi mezzi, quali il volantinaggio, un giornalino; fino alla costituzione di una radio libera, Radio aut. Oggetto principale delle sue critiche era Gaetano Badalamenti, boss che viveva a soli 100 passi da casa sua.
Ma quest'ultimo cominciò ad esserne infastidito, al punto da ucciderne prima il padre e progettare la sua morte, facendola passare per uno dei tanti tentativi di attentati terroristici dell'epoca. Peppino fu lasciato solo, dalle autorità, ma anche da quel Pci nel quale era politicamente cresciuto e che gli aveva trasmesso la voglia di lottare.
Film toccante, che scuote, ma al contempo deprime.
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peppe97
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domenica 6 febbraio 2011
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una pellicola "drammatica a sfondo storico"
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E sì.Penso che il film in questione sia un vero e proprio dramma la cui faccenda è completamente tratta dalla morte di un uomo qualsiasi:Peppino Impastato,una persona coraggiosa e da stimare,che di certo non si meritava quella fine.
Molto corrispondente è sia la scenografia,e sia l'ordine cronologico dei fatti narrati.(Da considerare un film"antimafia").
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frankcostello
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mercoledì 9 dicembre 2009
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luigi lo cascio è straordinario
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il flm è ottmamente scritto e recitato e il finale è perfetto...nulla da eccepire
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-ary-
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sabato 28 novembre 2009
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parlando del film in sè...
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... sì, perchè molti parlano della vita di questa persona, che io reputo importante, nei commenti. Il film è davvero bello, ben strutturato e davvero un capolavoro per essere un film italiano sulla mafia. Perchè credo che gli unici che si potrebbero paragonare film capolavoro sulla mafia e simili sono questo e gomorra. Bravo soprattutto a Luigi Lo Cascio.
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sinkro
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domenica 11 ottobre 2009
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mai stare zitti, contro l'omertà.
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Leggendo i commenti hanno già scritto di tutto.
Posso solo associarmi ed elogiare anche io un film di grande impegno civile che dovrebbero far vedere nelle scuole.
...chissà che fine hanno fatto i compagni...
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_nameless_
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lunedì 1 giugno 2009
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un film toccante e al tempo stesso molto ambizioso
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Storie che vengono e storie che vanno. Al mondo esistono storie che vengono raccontate ed altre che restano nell’ombra. Una di queste è stata, per un certo periodo, quella di Peppino Impastato. Figlio di mafia, vicino alla mafia, contro la mafia.
Nato a Cinisi nel 1948, Peppino Impastato è un giovane ragazzo che decide di dedicare la propria vita alla lotta contro le ingiustizie e l’omertà che schiavizza il suo paese, è un ragazzo intelligente e coraggioso, e riesce, con l’aiuto di un gruppo di amici, a muovere una forte protesta contro tutti gli uomini d’onore del suo paesino.
Rinnegato dal padre, peppino trova il modo di protestare in modo autonomo e senza restrizioni, riesce a far forti le sue idee senza violenza o manifestazioni cittadine: fonda una radio.
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Storie che vengono e storie che vanno. Al mondo esistono storie che vengono raccontate ed altre che restano nell’ombra. Una di queste è stata, per un certo periodo, quella di Peppino Impastato. Figlio di mafia, vicino alla mafia, contro la mafia.
Nato a Cinisi nel 1948, Peppino Impastato è un giovane ragazzo che decide di dedicare la propria vita alla lotta contro le ingiustizie e l’omertà che schiavizza il suo paese, è un ragazzo intelligente e coraggioso, e riesce, con l’aiuto di un gruppo di amici, a muovere una forte protesta contro tutti gli uomini d’onore del suo paesino.
Rinnegato dal padre, peppino trova il modo di protestare in modo autonomo e senza restrizioni, riesce a far forti le sue idee senza violenza o manifestazioni cittadine: fonda una radio. Una radio aperta, libera, fatta di satira e cruda verità, un portale per riuscire a risvegliare finalmente gli animi della gente.
Un film toccante e al tempo stesso molto ambizioso. Retto da una sceneggiatura solida, plagia la visione su di un percorso narrativo a scapito della riflessione, infatti, esso ricalca l’intera vita di Peppino impastato dalla nascita alla tragica fine, senza spettacolarità o inutili sfarzi come i film hollywoodiani ci hanno abituato a vedere, ma mostrando allo spettatore la cruda verità. Quest’aspetto dell’opera si nota in parte anche dalle scelte del regista, che non si avventura nell’uso di tecniche innovative o originali, ma si limita (seguendo gli standard), a raccontare i fatti come stanno, centrando l’idea di “drammaticità” dell’opera, senza cadere nel tipico cliscé del “solito” film di mafia. La sensazione che si prova a fine proiezione, è di “aver appreso qualcosa, aver conosciuto una storia, quella di peppino impastato”, cosa importante non c’è dubbio, ma l’unica critica che mi sento in dovere di fare, è che, a mio parere, alcuni aspetti (la critica alla mafia, il rinnegare la figura del padre), siano stati posti troppo in secondo piano, sia per la poca presenza scenica, che per la sopracitata focalizzazione narrativa. L’impastato di Giordana è un ragazzo raggiante, pieno di vita, pronto ad affrontare chiunque, ma per rendere davvero “forte” queste idee, sarebbe stato più incisivo, far conoscere meglio allo spettatore chi è veramente il nemico. La figura di Gaetano Badalamenti, rappresentata da Tony Sperandeo, è quella di un personaggio cupo, schivo, freddo (lineamenti sicuramente molto azzeccati per una figura del genere), tuttavia, durante la visione, non è possibile comprendere “a pieno”, la vera natura di questo personaggio: troppi momenti di silenzio, troppe parole dette di sfuggita, chi è davvero Don Tano? Difficile a dirsi… E’ anche per questo motivo che durante il monologo finale, durante il quale Sperandeo si giustifica per il suo comportamento, viene quasi da pensare <>, segno di una mancata caratterizzazione del personaggio, cosa che per la qualità finale dell’opera può anche dirsi trascurabile, ma che vale lo stesso la pena citare.
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oldboy2006
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mercoledì 13 maggio 2009
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indimenticabile
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Una storia vera che racconta della Sicilia e degli uomini che ne hanno fatto la storia. Un film (recitato e diretto strepitosamente, con una fantastica colonna sonora) che continua sempre a emozionarmi.
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nino p.
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domenica 8 marzo 2009
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quando l'arte diventa impegno sociale
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Uno dei migliori films italiani di questi ultimi 10 anni e che naturalmente ho subito aggiunto alla mia collezione DVD. Del film amo praticamente tutto, dalla colonna sonora ispiratissima, alla entusiasmante bravura recitativa degli attori e soprattutto, elemento principale, la trama che narra di una storia vera e che alla fine ci lascia un profondo messaggio di riflessione e di impegno sociale. Un elogio doveroso a parte merita Luigi Lo Cascio: al suo esordio cinematografico ci dimostra un'enorme scioltezza e bravura interpretativa paragonabile solo ai grandi attori navigati di teatro. Da parte mia non posso che rivolgere un doveroso applauso. Capolavoro!!!
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matt
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mercoledì 25 febbraio 2009
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i cento passi
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Bravo... questa tragedia e' basata su una storia vera. Il film tratta della mafia in Sicilia negli anni 70. Il protagonista oppone la mafia e anche suo padre. Lui e' genuino e prova di esporre alla radio i problemi della mafia alla gente. La fine del film e' tristissimo, ma il messaggio principale del film e' molto interesssante. Raccomando il film a chiunque con una mente aperta.
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