ciccio300791
|
sabato 9 gennaio 2016
|
sincronia musica-cartoni
|
|
|
|
Quasi tutti i critici hanno biasimato "Fantasia 2000" parlandone come di una brutta copia del suo prequel realizzato 60 anni prima o, peggio, come di una pretesa di recuperarne il vecchio spirito con mezzi tecnologici più avanzati. A mio avviso, però, questo film corregge numerosi errori commessi da "Fantasia." In primo luogo, la sincronia fra musica e cartoni, molto carente in alcune scene del film del 1940, appare più riuscita in questo secondo episodio. "L'apprendista stregone" è l'unico sketch del primo film a non soffrire della carenza sopra citata. Ragion per cui, è l'unico a figurare in entrambe le antologie.
[+]
Quasi tutti i critici hanno biasimato "Fantasia 2000" parlandone come di una brutta copia del suo prequel realizzato 60 anni prima o, peggio, come di una pretesa di recuperarne il vecchio spirito con mezzi tecnologici più avanzati. A mio avviso, però, questo film corregge numerosi errori commessi da "Fantasia." In primo luogo, la sincronia fra musica e cartoni, molto carente in alcune scene del film del 1940, appare più riuscita in questo secondo episodio. "L'apprendista stregone" è l'unico sketch del primo film a non soffrire della carenza sopra citata. Ragion per cui, è l'unico a figurare in entrambe le antologie. Altre imperfezioni del primo film sono qui corrette a livello contenutistico (per via della maggiore omogeneità di questo film rispetto a quella del suo prequel), stilistico-tonale (non si passa dall'onirico al cupo al volgare all'orrifico come nel primo film) e, soprattutto, tematico. Infatti, qui, tutti gli sketch, chi più chi meno, cercano di rispondere alla cosiddetta "annosa questione" che James Earl Jones pone quasi a metà della pellicola: "Che rapporto ha l'uomo con la natura?," alla quale io ne aggiungerei altre due: "Che rapporto ha la natura con se stessa?" e "Che rapporto ha l'uomo coi suoi simili?" A illustrare queste altre due questioni, sono ben quattro sketch degli otto che compongono l'antologia: "La quinta di Beethoven," dove la lotta fra le farfalle e i pipistrelli non manca di ricordare quella fra bene e male presente in ogni religione e l'inevitabile trionfo della giustizia; "La rapsodia in blu," allegoria del transito dal Big Crash al New Deal con messaggi interclassisti, interrazziali e a favore della libertà dei bambini e della parità dei sessi; "Il concerto numero 2 per pianoforte" di Shostakovich, basato sulla fiaba de "Il soldatino di piombo" di Andersen come lotta fra il protagonista e il crudele marameo per la conquista della ballerina (da notare, a questo proposito, il duello fra l'eroe e il villain, una versione più epica di quello fra il damerino e il satiro nella Silly Symphony "The China Shop," a sua volta vagamente ispirato a una fiaba di Andersen); "Suite dell'uccello di fuoco - versione 1919," in cui lo spirito della primavera si ritrova a fare i conti con lo stesso uccello di fuoco per rendere la natura verde e rigogliosa. Quindi, perché, nel 2006, non è stato mandato a termine il terzo episodio della saga (la cui uscita sarebbe stata prevista per quell'anno) a vantaggio della produzione dell'insulso "Uno zoo in fuga?"
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ciccio300791 »
[ - ] lascia un commento a ciccio300791 »
|
|
d'accordo? |
|
dragonia
|
lunedì 30 gennaio 2012
|
non c'è più fantasia
|
|
|
|
A sessant'anni dal film cult del 1940, capolavoro assoluto del cinema non solo d'animazione ma in generale, fino ad oggi rimasto insuperato e insuperabile anche in futuro, la Disney ci riprova e, capitanata dal nipote del grande Walt, Roy, cerca di ridare vita allo stesso tipo d intrattenimento, con risultati purtroppo scarsi. Il primo problema è da ricercare nei presentatori, che anziché fare una figura seria sembrano voler ad ogni costo strappare risate al pubblico con patetiche gag slapstick, e in questo scenario si salvano solo James Earl Jones e Angela Lansbury, gli unici a prendere sul serio la cosa; se si fossero limitati a far commentare solo il direttore d'orchestra sarebbe stato meglio.
[+]
A sessant'anni dal film cult del 1940, capolavoro assoluto del cinema non solo d'animazione ma in generale, fino ad oggi rimasto insuperato e insuperabile anche in futuro, la Disney ci riprova e, capitanata dal nipote del grande Walt, Roy, cerca di ridare vita allo stesso tipo d intrattenimento, con risultati purtroppo scarsi. Il primo problema è da ricercare nei presentatori, che anziché fare una figura seria sembrano voler ad ogni costo strappare risate al pubblico con patetiche gag slapstick, e in questo scenario si salvano solo James Earl Jones e Angela Lansbury, gli unici a prendere sul serio la cosa; se si fossero limitati a far commentare solo il direttore d'orchestra sarebbe stato meglio. 1)QUINTA SINFONIA: Si tratta di un'apertura sottotono come, tra l'altro, lo è tutto il film: le immagini create al computer sembrano tutto fuorché naturali, sono scattanti, senza quell'anima che contraddistingue l'animazione tradizionale, e il brano musicale, celebre (chi non riconosce l'apertura?), viene malamente tagliato da sei minuti e mezzo ad appena tre, lasciando finire l'intero segmento in modo talmente brusco da lasciare spiazzati. Solennità pari a zero. 2)I PINI DI ROMA: Se avessero inserito questo segmento in apertura con un altro brano più suggestivo, forse ne sarebbe uscito un piccolo gioiello; invece, un'animazione accettabile con la bella idea delle balene volanti si accompagna a un pezzo musicale di rara lentezza ed assenza di melodia, che ci mette un'eternità a finire. Visivamente è spettacolare, ma in una parola, è noia. 3)RAPSODIA IN BLU: E' il segmento più bizzarro di tutto il film: tramite disegni ispirati ai cartoni di Al Hirshfeld e diretto dal regista di Pocahontas, nonché animatore del Genio, Eric Goldberg, una storia di gente comune sfila sulle note al pianoforte dell'omonima composizione di Gershwin. Il massimo che viene da dire su questo è "Interessante", perché di più non è, soprattutto per chi prima d'ora non ha mai neanche sentito parlare della Rapsodia e del suo autore. Non si lascia dietro nulla. 4)PIANO CONCERTO N. 2: E' la parte più aberrante dello spettacolo, per due ovvi motivi: l'animazione è quanto mai statica e sgradevole e definire le musiche anonime è un mero eufemismo. Mi rattrista vedere come materiale prezioso come la fiaba di Anderson qui narrata venga usata in un patetico cortometraggio anziché in un vero film con tutte le potenzialità di diventare un capolavoro. Triste. 5)IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI: Qui, Eric Goldberg si scatena e sforna la parte più memorabile, con un simpaticissimo fenicottero come protagonista. Peccato che duri così poco. 6)L'APPRENDISTA STREGONE: Su questo gioiello del capostipite dirò solo che con questo seguito non c'entra assolutamente niente, è la prova che gli animatori non volevano inventarsi altro. 7)POMP AND CIRCUMSTANCE: Segmento simpatico, anche se permane la sensazione che Paperino c'entri poco con tutta la faccenda, e sentire il coro nel finale lascia spiazzati, in senso negativo. 8)L'UCCELLO DI FUOCO: Nonostante la musica non sia evocativa, i fratelli Brizzi fanno del loro meglio, e creano un pezzo davvero notevole, forse il migliore del film. Il finale è un po' troppo euforico.
Tutto sommato, Fantasia 2000 mostra di quanto gli studios si siano spompati dopo i successi anni '90, e questo lungometraggio farebbe meglio a finire nel dimenticatoio. Al più presto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dragonia »
[ - ] lascia un commento a dragonia »
|
|
d'accordo? |
|
|