| 
           
     
        
            | paolp78 | venerdì 27 luglio 2018 |  
            | regia virtuosa, film mediocre   |  |  |  |  
            | 
                    
                        David Lynch è un regista che apprezzo molto per il talento indiscutibile, espresso in alcune grandi pellicole (su tutte “Velluto Blu”, un vero capolavoro); tuttavia spesso le sue opere sono rovinate dalla poca chiarezza della trama, a cui spesso si fatica a stare dietro."Strade perdute" è affetto proprio da questo difetto. Lynch eccede troppo nella ricerca del complesso e dell’enigmatico, a discapito della buona riuscita del film, la cui trama risulta incomprensibile e sconclusionata.
 Intendiamoci bene, non dubito che ci sia un filo logico seguito dal regista, tuttavia questo è tenuto troppo nascosto. Nel mio caso devo confessare di averci capito ben poco.
                        [+]
 
                    
                        David Lynch è un regista che apprezzo molto per il talento indiscutibile, espresso in alcune grandi pellicole (su tutte “Velluto Blu”, un vero capolavoro); tuttavia spesso le sue opere sono rovinate dalla poca chiarezza della trama, a cui spesso si fatica a stare dietro."Strade perdute" è affetto proprio da questo difetto. Lynch eccede troppo nella ricerca del complesso e dell’enigmatico, a discapito della buona riuscita del film, la cui trama risulta incomprensibile e sconclusionata.
 Intendiamoci bene, non dubito che ci sia un filo logico seguito dal regista, tuttavia questo è tenuto troppo nascosto. Nel mio caso devo confessare di averci capito ben poco.
 A causa di questa incapacità (o non volontà) di farsi comprendere dallo spettatore, Lynch finisce per realizzare una pellicola noiosa, pesante e non godibile.
 Restano i pregi tecnici legati alla regia magistrale di Lynch: da manuale le sequenze iniziali, in cui il sospetto del tradimento coniugale viene reso solo attraverso sguardi, inquadrature, atmosfere, senza mai ricorrere a dialoghi (operazione difficilissima, che pochi avrebbero saputo mettere in atto).
 Ottima anche la suspense creata in alcune sequenze iniziali, quando ancora lo spettatore resta attento e compie il massimo sforzo per comprendere la pellicola.
 Poi la sceneggiatura si dimostra fuori da ogni logica, rovinando tutto. Le ottime atmosfere e le intricate trame psicologiche non bastano a salvare un film che prometteva bene e che invece malauguratamente si rivela essere molto deludente e non riuscito.
 Delle due stelle che ho deciso di assegnare, una è dovuta unicamente alla tecnica registica a cui è impossibile restare indifferenti, mentre il resto del film non ne vale più di una.     
                        [-]
 |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a paolp78 »
                        [ - ] lascia un commento a paolp78 »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | elgatoloco | mercoledì 8 agosto 2018 |  
            | lost highway lost sense fot the people   |  |  |  |  
            | 
                    
                        "Lost Highway"(David Lynch, 1996)di Lynch, ossia di un grande autore del cinema di oggi(certo Lynch non è in alcun modo "restringibille"al campo filmico, essendo notoriamente attivo in vari altri settori, ma nel cinema si è espresso e si esprima compiutamente da decenni), è opera non facile per quel grande pubblico che vuole"buoni sentimenti", azione a più non posso, qualche sciocchezza che faccia ridere etc.Il"common sense"da un film come questo, ma invero da tutti quelli di Lynch(compreso"Blue Velvet", forse in qualhce modo il più"Leggibile")esce-non solo materialmente dal cinema, ovvio...- sconcertato , non trovando quel fil rouge cui ci ha abituato la sequenzialità spazio-temporale del cinema"buon consumo".
                        [+]
                        
                     
                    
                        "Lost Highway"(David Lynch, 1996)di Lynch, ossia di un grande autore del cinema di oggi(certo Lynch non è in alcun modo "restringibille"al campo filmico, essendo notoriamente attivo in vari altri settori, ma nel cinema si è espresso e si esprima compiutamente da decenni), è opera non facile per quel grande pubblico che vuole"buoni sentimenti", azione a più non posso, qualche sciocchezza che faccia ridere etc.Il"common sense"da un film come questo, ma invero da tutti quelli di Lynch(compreso"Blue Velvet", forse in qualhce modo il più"Leggibile")esce-non solo materialmente dal cinema, ovvio...- sconcertato , non trovando quel fil rouge cui ci ha abituato la sequenzialità spazio-temporale del cinema"buon consumo". Surrealtà(non propriamente"surrealismo", che è altra cosa, in altrti tempi codificata da tale André Breton....), scoperta di quanto letteralmente"sta sotto", o meglio"sta fuori"(il sotto si riferisce a un fraintendimento in termini spaziali della teoria freudiana)la realtà percepibile e razionalmente conoscibile. Che poi vi siano due "vicende-.chiave"che in qualche modo si incrociano, anzi no, è assolutamente secondario, anche se può servire a rintracciare quei famosi"fili rossi"(o "le fila", se si vuole)che servono al"filo logico portante"(Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto), ossia se proprio si vuole a ritrovarlo.  Interpreti agli"ordini"del comandante Lynch, diremo... Un'opera, anche per chi non abbia idea di che farsene, che dovrebbe riusicre a scuotere, a mettere in crisi idee ricevute e accettate in maniera troppo facilmente cogente...    El  Gato
                        [-]    
                     |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a elgatoloco »
                        [ - ] lascia un commento a elgatoloco »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | biscotto51 | mercoledì 19 agosto 2020 |  
            | incomprensibile   |  |  |  |  
            | 
                    
                        E' come guardare una scultura astratta con qualche buco qua e là nel marmo, o un quadro di un solo colore con qualche taglio nella tela: per qualcuno fuori di testa significherà forse qualcosa, ma per l'uomo normale cosa mai vorrà dire? Quale è il significato, il messaggio che si vuole trasmettere?In questo film non si distingue il vero dall'immaginato, il passato dal presente, il sogno dalla realtà, un personaggio dall'altro, che si scambiano continuamente posto e ruolo. Ne viene fuori un minestrone, un brutto sogno dove tempi e piani diversi si intrecciano, si scambiano, si confondono e confondono le idee allo spettatore. Parafrasando Macbeth, questo film è il racconto narrato da un povero idiota, pieno di rumore e di furore, che non significa nulla.
                        [+]
 
                    
                        E' come guardare una scultura astratta con qualche buco qua e là nel marmo, o un quadro di un solo colore con qualche taglio nella tela: per qualcuno fuori di testa significherà forse qualcosa, ma per l'uomo normale cosa mai vorrà dire? Quale è il significato, il messaggio che si vuole trasmettere?In questo film non si distingue il vero dall'immaginato, il passato dal presente, il sogno dalla realtà, un personaggio dall'altro, che si scambiano continuamente posto e ruolo. Ne viene fuori un minestrone, un brutto sogno dove tempi e piani diversi si intrecciano, si scambiano, si confondono e confondono le idee allo spettatore. Parafrasando Macbeth, questo film è il racconto narrato da un povero idiota, pieno di rumore e di furore, che non significa nulla.
 P.S. se qualcuno me lo sa spiegare esaurientemente gli regalo una crociera attorno al mondo.
                        [-]
 |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a biscotto51 »
                        [ - ] lascia un commento a biscotto51 »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | dusk | martedì 1 novembre 2005 |  
            | in medium stat virtus   |  |  |  |  
            | 
                    
                        Si suole dire, riferendosi ai film realizzati da Lynch, che "o li si ama o li si odia".
Da una parte, generalmente, c'è la platea di aficionados oltranzisti, per i quali il regista americano "non si discute", e chi non ama i suoi film è per forza un idiota fallito che "non capisce nulla di cinema". Dall'altra, c'è chi si indigna altrettanto perchè "i film di Lynch non hanno senso".
Ho visto quasi tutte le opere dell'ideatore di Twin Peaks, e mi son fatto un'idea ben precisa della sua Arte. Idea che si può circoscrivere benissimo al singolo "Strade Perdute".
Credo che, per definizione, un'opera cinematografica sia qualcosa che debba necessariamente essere completa e totalmente conoscibile con una sola visione, e senza alcun libretto delle istruzioni che esplichi la trama.
                        [+]
                        
                     
                    
                        Si suole dire, riferendosi ai film realizzati da Lynch, che "o li si ama o li si odia".
Da una parte, generalmente, c'è la platea di aficionados oltranzisti, per i quali il regista americano "non si discute", e chi non ama i suoi film è per forza un idiota fallito che "non capisce nulla di cinema". Dall'altra, c'è chi si indigna altrettanto perchè "i film di Lynch non hanno senso".
Ho visto quasi tutte le opere dell'ideatore di Twin Peaks, e mi son fatto un'idea ben precisa della sua Arte. Idea che si può circoscrivere benissimo al singolo "Strade Perdute".
Credo che, per definizione, un'opera cinematografica sia qualcosa che debba necessariamente essere completa e totalmente conoscibile con una sola visione, e senza alcun libretto delle istruzioni che esplichi la trama.
Il fatto che "Strade Perdute", come quasi tutti i film di Lynch, sia ricco di raccordi poco chiari è, a mio avviso, un'enorme carenza concettuale. Dall'altra parte, però, riconosco al regista il grande merito di essersi creato una schiera di ammiratori, che, con fede incrollabile, commentano con i termini "onirico", "allucinato", "introspettivo" eccetera eccetera qualsiasi ruttino finisca sulle pellicole del regista. 
Riuscire a farsi idolatrare in cotal maniera, a mio avviso, è segno di genialità. 
Lynch riesce a muovere nella psiche degli spettatori qualcosa di unico, che non viene toccato dalle opere di nessun altro regista al mondo.
"Strade Perdute" è un film intelligente, girato magistralmente secondo le regole classiche del Noir all'Americana, ma con un difficilmente ignorabile stravolgimento dei contenuti, dei nessi causa\effetto, nonchè del normale flusso temporale della trama.
Il senso della sceneggiatura, è poco chiaro. Se all'inizio della pellicola ci fosse un disclaimer che mi obbligasse a una seconda visione chiarificatoria o alla consultazione di qualche opuscolo, allora potrei ritenere necessarie tali operazioni al fine di avere una visione completa dell'opera, ma dato che così non è, mi limito all'impressione avuta dopo una visione con un altissimo livello di concentrazione mentale dall'inizio alla fine.
E' un gran bel film. Ma è impossibile da riassumere, da raccontare e da capire completamente. E la cosa per me costituisce un difetto. Non una cosa che mi manda su tutte le furie perchè "non ci capisce niente", ma nè tantomeno mi manda in brodo di giuggiole, facendomi scomodare parole come "delirio onirico" et similia.
Un gran bel film, ma non un capolavoro. Nè più nè meno.
                        [-]    
                     
                
                        [+] finalmente qualcuno l'ha detto
                         (di housebello)
                        [ - ] finalmente qualcuno l'ha detto
                             
                        
                 |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a dusk »
                        [ - ] lascia un commento a dusk »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | w la vita!!!!!! | martedì 6 maggio 2008 |  
            | ...senza speranza di ritorno   |  |  |  |  
            | 
                    
                        E' un film che presenta , a mio avviso, un femminismo esasperato, in cui la donna è la tentazione, la gelosia, il tradimento, la pazzia e, infine, è la causa della condanna del povero Fred/Pete, che non riesce a trovare una via di fuga dalla perfida donna traditrice, che coinvolge Pete in un omicidio e una fuga, invece porta all'esasperazione Fred con l'uccisione della donna stessa, ma nemmeno questo serve a liberarsene, perkè catturato ècondannato a morte.Quindi, la donna governa l'uomo, lo priva della sua personalitè, lo modella a suo piacere fino a renderlo un asssassino e non c'è nessuna via di fuga per evitare tutto ciò.E'interessante osservare come al di sopra di tutto vi è un'entità, un essere che controlla tutto(L'uomo misterioso) che si prende gioco di questa imbarazzante condizione tra i due sessi, anzi è lui che dirige il tutto, è lui ke mette il coltello nella mano di Fred per uccidere.
                        [+]
                        
                     
                    
                        E' un film che presenta , a mio avviso, un femminismo esasperato, in cui la donna è la tentazione, la gelosia, il tradimento, la pazzia e, infine, è la causa della condanna del povero Fred/Pete, che non riesce a trovare una via di fuga dalla perfida donna traditrice, che coinvolge Pete in un omicidio e una fuga, invece porta all'esasperazione Fred con l'uccisione della donna stessa, ma nemmeno questo serve a liberarsene, perkè catturato ècondannato a morte.Quindi, la donna governa l'uomo, lo priva della sua personalitè, lo modella a suo piacere fino a renderlo un asssassino e non c'è nessuna via di fuga per evitare tutto ciò.E'interessante osservare come al di sopra di tutto vi è un'entità, un essere che controlla tutto(L'uomo misterioso) che si prende gioco di questa imbarazzante condizione tra i due sessi, anzi è lui che dirige il tutto, è lui ke mette il coltello nella mano di Fred per uccidere.In sintesi c'è una sorta di trilogia nel film:Dio,Donna e Uomo, visti rispettivamente come regista, protagonista e vittima... e la vita per alcuni è così , una vita che scorre in delle strade perdute...senza speranza di ritorno.
                        [-]    
                     
                
                        [+] kissà
                         (di amantedell'horror)
                        [ - ] kissà
                             
                        
                 |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a w la vita!!!!!! »
                        [ - ] lascia un commento a w la vita!!!!!! »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | gianmarco.diroma | domenica 30 settembre 2012 |  
            | zero, e del copyright   |  |  |  |  
            | 
                    
                        "Ricomincio da tre!". Con Lynch però si rischia di partire col tre per poi arrivare non si sa bene come allo zero. In un sistema di pensiero che unisce Strade Perdute a Mulholland Drive e poi a Inland Empire, storie ambientate ai confini di Hollywood, Lynch racconta come la formula "metacinema" non abbia un gran significato, o meglio, una grande utilità (se non per chi ne parla e ne trae beneficio). Perché David Lynch, costruendo storie apparentemente assurde e ai limiti della follia, ambientate in quella che originariamente era "la mecca del cinema", non fa altro che fare invece di parlare, non fa altro che fare cinema per parlare di cinema, e non parlare di cinema e basta, non sapendo fare altro.
                        [+]
                        
                     
                    
                        "Ricomincio da tre!". Con Lynch però si rischia di partire col tre per poi arrivare non si sa bene come allo zero. In un sistema di pensiero che unisce Strade Perdute a Mulholland Drive e poi a Inland Empire, storie ambientate ai confini di Hollywood, Lynch racconta come la formula "metacinema" non abbia un gran significato, o meglio, una grande utilità (se non per chi ne parla e ne trae beneficio). Perché David Lynch, costruendo storie apparentemente assurde e ai limiti della follia, ambientate in quella che originariamente era "la mecca del cinema", non fa altro che fare invece di parlare, non fa altro che fare cinema per parlare di cinema, e non parlare di cinema e basta, non sapendo fare altro. Il mettere in piedi una produzione cinematografica non è un atto speculativo. Perché un film non finito, a differenza di un Palazzo del Cinema non finito (come qui a Venezia), è un fallimento sia per chi ci mette i soldi ma anche per chi lo sta realizzando. Il contributo umano detto in parole povere eguaglia quello economico (come Terry Gilliam docet in Lost in La Mancha). Chi ha ideato il progetto ci perde in credibilità tanto quanto chi ci ha messo i soldi ci ha perso economicamente. "Mal comune mezzo gaudio" si potrebbe azzardare. Ma il segno meno rimane. Una curiosa convergenza comunque, quella che potrebbe unire un produttore e un regista: una splendida eccezione, che vale solo per chi, in teoria, fa buona cultura. Per esempio il buon cinema è già un discorso sul cinema. Parlare di metacinema, seguendo questa logica, significa speculazione, speculare attorno all'arte. Masturbarsi attorno all'arte. Esiste chi "si ispira alla vita, e non all'arte", ma il rischio è quello di fare una brutta fine e di essere usato, non conoscendo la materia di cui si tratta (e Jean-Michel Basquiat potrebbe costituirsi come uno dei casi più vistosi). Lynch oltre ad essere sicuramente un grande artigiano, ha la capacità di mostrare questi punti di convergenza e di rottura. Lo fa utilizzando i suoi attori come dei pennelli, e le sue storie come delle tele. I suoi personaggi lasciano il segno. A volte schizzano. A volte scompaiono. A volte ricompaiono, ma in veste diversa, con un altro colore, o un altro tono. La gestione delle sfumature invece è spesso affidata alla colonna sonora, che nel caso specifico di Strade Perdute, forse fa troppo videoclip. Vedere Strade Perdute, fa venire in mente Notturno Indiano, libro di Antonio Tabucchi: storia di un uomo che cerca un altro uomo, ma che forse sta semplicemente cercando sé stesso. Una storia ambientata in India: una terra dove "perdersi è molto facile". Partire da tre titoli quindi: Lost Highway, Mulholland Drive, Inland Empire, passare per un libro pubblicato nel 1984, e approdare su una spiaggia dove cercatori e cercati, buoni e cattivi, colpevoli e innocenti, produttori e registi, possono condividere in toto successi e fallimenti. Una sorta di punto zero: da cui ricominciare, per esempio inventando altre storie. Iniziando con il pensare a dove ambientare questa storia: per esempio sull'asse Cosenza-Siena (esiste un'asse Cosenza-Siena? Nel caso, inventiamocela!). Una storia che dalle bellezze naturali della Calabria conduca alla "Scopertura del Pavimento a commesso marmoreo della Cattedrale di Siena". Potrebbe ispirarsi alla serie televisiva CSI: e potrebbe intitolarsi CSI, Cosenza-Siena, The losing game. Rimane un problema: a chi pagare i diritti d'autore? Agli eredi di Tabucchi, a Lynch, o agli ideatori di CSI?
                        [-]    
                     |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a gianmarco.diroma »
                        [ - ] lascia un commento a gianmarco.diroma »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | dr. o' le' | giovedì 27 luglio 2006 |  
            | la razionalità non è benvenuta   |  |  |  |  
            | 
                    
                        Prima di assistere ad una qualsiasi delle opere di Lynch bisogna fare proprio il mantra "non devo sperare di ottenere delle risposte di alcun genere da questo film".
Infatti tranne che in rarissime eccezioni (il solo "Una storia vera" probabilmente), al termine di un film del visionario cineasta americano ci si ritrova ad avere meno convinzioni e meno risposte di quante se ne avevano all'inizio della proiezione.
Strade perdute è una specie di manifesto di questo suo bizzarro modo di fare cinema (insieme al successivo Mulholland Drive).
Il film si dipana senza che ci sia il minimo rispetto dei piani temporali, della caratterizzazione dei personaggi o della trama in generale.
Una stessa protagonista (la bella Arquette) è allo stesso tempo rossa e bionda, ed interpreta due personaggi non si sa quanto differenti tra loro (ed anzi probabilmente la stessa persona).
                        [+]
                        
                     
                    
                        Prima di assistere ad una qualsiasi delle opere di Lynch bisogna fare proprio il mantra "non devo sperare di ottenere delle risposte di alcun genere da questo film".
Infatti tranne che in rarissime eccezioni (il solo "Una storia vera" probabilmente), al termine di un film del visionario cineasta americano ci si ritrova ad avere meno convinzioni e meno risposte di quante se ne avevano all'inizio della proiezione.
Strade perdute è una specie di manifesto di questo suo bizzarro modo di fare cinema (insieme al successivo Mulholland Drive).
Il film si dipana senza che ci sia il minimo rispetto dei piani temporali, della caratterizzazione dei personaggi o della trama in generale.
Una stessa protagonista (la bella Arquette) è allo stesso tempo rossa e bionda, ed interpreta due personaggi non si sa quanto differenti tra loro (ed anzi probabilmente la stessa persona).
Lynch si affida al suo solito arsenale di artifizi scenici: primissimi piani stretti sulle labbra (quasi scimmiottando gli spaghetti western di Leone) durante intense discussioni telefoniche, continua penombra e quasi sfocatezza dell'immagine, arditi passaggi da scena a scena.
La follia narrativa raggiunge il culmine in una memorabile scena: ambientazione braccio della morte di un carcere,notte, Pullman , recluso in una cella, urla di dolore richiedendo ai secondini una pillola per stare meglio. Mattina successiva: il secondino fa il solito giro per controllare che tutti gli "occupanti" siano nelle loro celle. Si avvicina a quella di Pullman e guarda sbigottito: all'interno della cella c'è un altro uomo, che presenta le stesse ferite di Pullman ma che evidentemente non è lui.... e che quindi sarà liberato poco dopo.
Dov'è andato a finire il buon Bill? Chi è quel ragazzo e per quale insensato motivo è lì?
Alla fine, fingendo di estraniarsi dal resto della storia, si può ridurre la trama a questo: un uomo è tradito dalla sua donna, la uccide e poi (o prima??) uccide i suoi due amanti. Peccato che tutto il resto che c'è intorno a questo è assolutamente senza senso e senza spiegazione (su tutto scena iniziale e finale che hanno lo stesso protagonista ma presente in due posti diversi... ubiquità?)
Ma va bene così, conosciamo Lynch e lo apprezziamo soprattutto per questo.
                        [-]    
                     
                
                        [+] forse nonè mil tuo genere
                         (di p-syck-o)
                        [ - ] forse nonè mil tuo genere
                             
                        
                 |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a dr. o' le' »
                        [ - ] lascia un commento a dr. o' le' »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  
        
            | nick castle | venerdì 27 agosto 2010 |  
            | bleaa...   |  |  |  |  
            | 
                    
                        Siamo al 7° film di David Lynch. Una storia sconclusionata mascherata da sperimentale fa da padrona in questa messa in scena dei desideri più profondi di Lynch, che nonostante un innegabile fascino registico, stuzzica all'inizio, magari incuriosisce, ma man mano che prosegue annoia e diventa presuntuosa. Lynch cerca di essere il più personale possibile, creando e mixando un sonoro azzeccato con le atmosfere, che negli esterni hanno una fotografia da film hard, che poco si prestano alle scarne musiche di Angelo Badalamenti, ma si mischiano bene alle canzoni Marilyn Manson, che appare nel film nel ruolo di un pornoattore. Il film inizia come finisce, non ha nè capo nè coda, e Lynch di fronte a tutti gli spunti possibili è come un programmatore che davanti alla sua tastiera non batte nessun tasto.
                        [+]
 
                    
                        Siamo al 7° film di David Lynch. Una storia sconclusionata mascherata da sperimentale fa da padrona in questa messa in scena dei desideri più profondi di Lynch, che nonostante un innegabile fascino registico, stuzzica all'inizio, magari incuriosisce, ma man mano che prosegue annoia e diventa presuntuosa. Lynch cerca di essere il più personale possibile, creando e mixando un sonoro azzeccato con le atmosfere, che negli esterni hanno una fotografia da film hard, che poco si prestano alle scarne musiche di Angelo Badalamenti, ma si mischiano bene alle canzoni Marilyn Manson, che appare nel film nel ruolo di un pornoattore. Il film inizia come finisce, non ha nè capo nè coda, e Lynch di fronte a tutti gli spunti possibili è come un programmatore che davanti alla sua tastiera non batte nessun tasto.
 [-]
 |  |  
            | 
                    
                         [+] lascia un commento a nick castle »
                        [ - ] lascia un commento a nick castle »
                    
                 |  | d'accordo? |  
        
        |  |  |