rongiu
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sabato 14 agosto 2010
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il mio regno per un cavallo!
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Ci sono persone che per il potere sono capaci di tutto. Riccardo III è sicuramente uno di questi. La cosa sorprendente e meravigliosa è l’idea di un Riccardo III alla portata di tutti. In questo, Al Pacino è un genio, amante ed esperto di teatro shakespeariano, si è chiesto come fare per avvicinare le persone comuni a questo Autore. Magari lo odiano, si è detto, perché non è facile da capire. Ed ecco l’idea. Teatro nel cinema, cinema inteso proprio come momento reale di produzione dell’azione cinematografica e di tutto ciò che la precede e la segue. Discussioni, movimenti, prosodia, inquadrature, visione e giudizio sulle scene girate e così via. In più, ed è questa a parer mio la grande magia, ci ha trasmesso, in diretta, la costruzione dei più svariati stati d’animo dei personaggi; il momento del loro sorgere e le continue metamorfosi, come ad esempio il potere e l’ambizione, di conseguenza i raggiri e le macchinazioni per raggiungerlo, la slealtà, la frode e la menzogna, l’innamoramento e le lusinghe, le paure, il buio in cui cade l’animo umano in preda al terrore, insomma gli ingredienti di un grande dramma, per giunta storico.
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Ci sono persone che per il potere sono capaci di tutto. Riccardo III è sicuramente uno di questi. La cosa sorprendente e meravigliosa è l’idea di un Riccardo III alla portata di tutti. In questo, Al Pacino è un genio, amante ed esperto di teatro shakespeariano, si è chiesto come fare per avvicinare le persone comuni a questo Autore. Magari lo odiano, si è detto, perché non è facile da capire. Ed ecco l’idea. Teatro nel cinema, cinema inteso proprio come momento reale di produzione dell’azione cinematografica e di tutto ciò che la precede e la segue. Discussioni, movimenti, prosodia, inquadrature, visione e giudizio sulle scene girate e così via. In più, ed è questa a parer mio la grande magia, ci ha trasmesso, in diretta, la costruzione dei più svariati stati d’animo dei personaggi; il momento del loro sorgere e le continue metamorfosi, come ad esempio il potere e l’ambizione, di conseguenza i raggiri e le macchinazioni per raggiungerlo, la slealtà, la frode e la menzogna, l’innamoramento e le lusinghe, le paure, il buio in cui cade l’animo umano in preda al terrore, insomma gli ingredienti di un grande dramma, per giunta storico. La guerra delle due Rose. Un film in cui la diffidenza la fa' da padrona, tutti diffidano di tutti, di conseguenza non c’è pausa scenica. Bellissima la quella della Morte di Riccardo III nelle due vesti, “teatrale e laica”, è un liberatorio “Finalmente è finito”. Ma chi è Riccardo III. Riccardo III è un misantropo, rappresenta il male nel suo aspetto più cupo e buio, quello spirituale. La sua arma migliore è la parola, e con quella riesce a raggiungere tutti i suoi scopi. Anche Lady Anna assapora la fine lama della sua lingua. Nei monologhi, poi, è possibile rintracciare come ad un microscopio, le particelle della sua oscura essenza tutta tesa alla conquista ed al mantenimento del potere. In questo senso, Shakespeare da indicazioni politiche sul “buon governo”. Riccardo è l’esatto opposto di Amleto. Non gli manca certo la determinazione.
Che fine farà Riccardo III? Accomodatevi in poltrona e...
Good Ciak!
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linda polverari
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sabato 18 luglio 2009
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cercando richard
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Il dramma si svolge nel sangue e nelle perversioni del deforme duca di Gloucester (Riccardo III) che sale al trono massacrando tutti coloro che si frappongono tra lui e la corona.Il film è ironico, spesso esilarante, si presenta come un documentario, come un diario, come il backstage della messa in opera della tragedia shakesperiana ed è realizzato e interpretato da Al Pacino nell’arco di tre anni. E’ l’amore morboso che l’attore ha nei confronti di Shakespeare. E’ il sogno, che si realizza, di fare un film su un dramma del Bardo, scritto e incentrato su storie e personaggi ormai dimenticati nel tempo, così come il linguaggio usato che una grande attrice shakesperiana come Vanessa Redgrave cerca di spiegare con una lunga, divertente, disquisizione sui pentametri gambici (cinque piedi gambici, vale a dire ciascuno composto da una sequenza sillaba breve - sillaba lunga) e affermare nello stesso tempo che: “in Shakespeare le parole e i sentimenti sono legati tra loro nel tempo….
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Il dramma si svolge nel sangue e nelle perversioni del deforme duca di Gloucester (Riccardo III) che sale al trono massacrando tutti coloro che si frappongono tra lui e la corona.Il film è ironico, spesso esilarante, si presenta come un documentario, come un diario, come il backstage della messa in opera della tragedia shakesperiana ed è realizzato e interpretato da Al Pacino nell’arco di tre anni. E’ l’amore morboso che l’attore ha nei confronti di Shakespeare. E’ il sogno, che si realizza, di fare un film su un dramma del Bardo, scritto e incentrato su storie e personaggi ormai dimenticati nel tempo, così come il linguaggio usato che una grande attrice shakesperiana come Vanessa Redgrave cerca di spiegare con una lunga, divertente, disquisizione sui pentametri gambici (cinque piedi gambici, vale a dire ciascuno composto da una sequenza sillaba breve - sillaba lunga) e affermare nello stesso tempo che: “in Shakespeare le parole e i sentimenti sono legati tra loro nel tempo….”, colpisce come alla stessa conclusione ci arrivi un uomo di strada nero (sdentato e trasandato): “Shakespeare è dappertutto è ovunque perché racconta storie e sentimenti che possono essere tranquillamente riportati ai nostri giorni…..”
"Nessuno sa chi è Riccardo III", annota l'attore all'inizio del film e per arrivare a svelarne i segreti e a coglierne le sfumature, che permetteranno una messa in scena rigorosa del testo del dramma, Al Pacino alterna, in un susseguirsi di scene tra Londra e New York, le interviste a gente di strada ai pareri degli esperti di tragedia del periodo elisabettiano; le lezioni agli studenti ai sopralluoghi per le location; il confrontarsi con i colleghi britannici (John Gielgud, Derek Jacobi, Kenneth Branagh, Vanessa Redgrave, James Earl Jones e Kevin Kline) sul loro modo di affrontare il drammaturgo inglese alle discussioni tra attori dei brani recitati (in costume e non) da un cast d’eccezione: Alec Baldwin, Kevin Spacey, Aidan Quinn, Winona Ryder (che è Anna Neville a cui il futuro re Riccardo ha ucciso il padre e il marito) nella scena in cui è sedotta, mentre depone il corpo del marito morto, da un Pacino la cui bravura nell’interpretare il deforme duca è sublime: “Ci fu mai donna in tale stato d’animo corteggiata? Ci fu mai donna in tale stato d’animo sedotta? L’avrò….. ma non la terrò per molto”.
Il maestro brittanico Peter Brook spiega che: il segreto con Shakespeare è andare oltre le parole, penetrandone l'anima, poi i versi vengono da soli….” e Pacino ci riesce in modo straordinario (doppiato da un altrettanto straordinario Giancarlo Giannini) interpretando genialmente questo malvagio personaggio ironico, patetico, affascinante fin oltre l’epilogo quando nel dopofinale si sente ancora la sua voce che urla "Il mio regno per un cavallo".
"Nessuno sa chi è Riccardo III", annota l'attore all'inizio del film…….Al termine, non ci sarà più molto da svelare….
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[+] sensibilità stilistica.
(di rongiu)
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