onufrio
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venerdì 3 gennaio 2020
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un viaggio pieno di esperienze
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1944. Nella Firenze appena liberata dagli americani, la gente prova a ritornare alla vita quotidiana. Un'allegra brigata gironzola per i paesi limitrofi a bordo di un camioncino fumante, a bordo c'è un ex pugile detto il Dieci, l'uomo allestisce una sorta di armata brancaleone squattrinata e affamata cercando di organizzare degli eventi di boxe in giro per le feste di paese. Mille disavventure accompagnano i protagonisti di questa storia, per tante bellissime "Esperienze".
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elgatoloco
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sabato 2 dicembre 2017
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grande(trascurato)monicelli
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Con questo film, "Cari fottutissimi amici"(1994)Monicelli si riconferma un grande autore di cinema, purtroppo mai abbastanza considerato: questa storia picaresca ambientata nella zona tra Firenze(appena liberata dagli Alleati, siamo nell'agosto 1944)e Arezzo, grosso modo. Paolo Villaggio, detto"dieci"perché come pugile arrivava sempre al KO, simboleggiato dal numero"10"), è un trainer e organizzatore di incontri della"nobile arte"che raccatta giovani volenterosi; ma ci sono ancora sentori di guerra e tali sentori si fanno sentire, ragion per cui tutto si muove tra commedia, farsa e dramma(rischio di falsa fucilazione, causa l'arrivo di una ragazza che aveva lanciato una granata contro un capo partigiano, per l'amore tradito, un'altra donna, ausiliaria del passato regime, che naturalmente crea qualche imbarazzo, per cuirande viene vestita da ragazzo e fatta rapare a zero), con incontri veri e fasulli, personaggi strani che percorrono il film, come un ragioniere(un ottimo Paolo Hendel)che cerca sua moglie ma anche i suoi stivali e per gli stivali si fa arrestare avendo ucciso il ladro di stivali, appunto.
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Con questo film, "Cari fottutissimi amici"(1994)Monicelli si riconferma un grande autore di cinema, purtroppo mai abbastanza considerato: questa storia picaresca ambientata nella zona tra Firenze(appena liberata dagli Alleati, siamo nell'agosto 1944)e Arezzo, grosso modo. Paolo Villaggio, detto"dieci"perché come pugile arrivava sempre al KO, simboleggiato dal numero"10"), è un trainer e organizzatore di incontri della"nobile arte"che raccatta giovani volenterosi; ma ci sono ancora sentori di guerra e tali sentori si fanno sentire, ragion per cui tutto si muove tra commedia, farsa e dramma(rischio di falsa fucilazione, causa l'arrivo di una ragazza che aveva lanciato una granata contro un capo partigiano, per l'amore tradito, un'altra donna, ausiliaria del passato regime, che naturalmente crea qualche imbarazzo, per cuirande viene vestita da ragazzo e fatta rapare a zero), con incontri veri e fasulli, personaggi strani che percorrono il film, come un ragioniere(un ottimo Paolo Hendel)che cerca sua moglie ma anche i suoi stivali e per gli stivali si fa arrestare avendo ucciso il ladro di stivali, appunto. Anche l'"irruzione" del team in mezzo a una festa paesana, con il consueto gioco di incontri, una bellissima mangiatrice di fuoco che s'intravvede, l'incontro con le truppe USA e la presenza quasi fissa(non proprio dall'inizio ma quasi)di un soldato alleato di colore,. Tante storie, narrate da Monicelli con grande maestria, tra il serio e il faceto, in un clima di rispetto per ogni persona, comunque ferita dalla guerra, di pietà e solidarierà, con un Paolo Villlaggio, commovente anche quando torna a"fare il comico", un sempre vivo Novello Novelli(scoperta di Benigni ma non solo), Beatrice Macola, bravissima(l'attrice è scomaprsa giovanissima), Eva Grimaldi , Antonella Ponziani e persino Massimo Ceccherini finge di saper recitare... Accorta la scelta delle musiche d'epoca, curata da Renzo Arbore, con il jazz di Benny Goodman and Orchester e"Old Man River". El Gato
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corazzatakotiomkin
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venerdì 1 marzo 2013
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grazie mario !
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L'ineguagliabile Monicelli ci regala un altro film stupendo che racconta con estrema sincerità, seppur accompagnata da una costante ironia, una parte della nostra storia.
Il dopoguerra rappresentato dal regista toscano viene mostrato in modo singolare : la disastrosa condizione in cui gli italiani sono costretti a vivere viene vista non solo come un'esperienza negativa, ma anche come un'occasione per arricchire la propria vita, cercando di viverla al massimo e con grande intensità nonostante le infinite difficoltà.
"Forse sopravvivere è meglio di vivere" ; queste parole, pronunciate da uno dei giovani protagonisti che ormai vecchio ricorda con grande nostalgia le numerose sofferenze e le piccole soddisfazioni da lui stesso vissute in quel triste periodo storico, rappresentano, a mio parere, l'estrema sintesi del film.
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L'ineguagliabile Monicelli ci regala un altro film stupendo che racconta con estrema sincerità, seppur accompagnata da una costante ironia, una parte della nostra storia.
Il dopoguerra rappresentato dal regista toscano viene mostrato in modo singolare : la disastrosa condizione in cui gli italiani sono costretti a vivere viene vista non solo come un'esperienza negativa, ma anche come un'occasione per arricchire la propria vita, cercando di viverla al massimo e con grande intensità nonostante le infinite difficoltà.
"Forse sopravvivere è meglio di vivere" ; queste parole, pronunciate da uno dei giovani protagonisti che ormai vecchio ricorda con grande nostalgia le numerose sofferenze e le piccole soddisfazioni da lui stesso vissute in quel triste periodo storico, rappresentano, a mio parere, l'estrema sintesi del film.
Attori bravissimi, ambientazioni perfette, umorismo scoppiettante (aiutato da una simpaticissima parlata toscana), musiche più che azzeccate : OTTIMO FILM !
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ame25
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mercoledì 1 dicembre 2010
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meraviglioso...
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... semplicemente MERAVIGLIOSO!!!!
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f.vassia 81
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giovedì 13 maggio 2010
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un'altra armata brancaleone
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Monicelli trasporta il meccanismo narrativo dell'Armata Brancaleone in un contesto storico diverso, costruendo un altro road movie- magari un po' scontato ma certamente gradevole- sull'Italia cialtronesca e inaffidabile. Apprezzabili, poi, alcuni tocchi surreali.
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carter
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lunedì 5 maggio 2008
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che ha fatto ai critici monicelli?
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Che ha fatto Monicelli ai critici per meritare recensioni così fredde? Mistero. Perché il film è molto bellino: nell'ambientazione, nei personaggi e negli interpreti (eccellenti). Oltre al bravo Villaggio c'è quel gruppo di attori toscani che saranno valorizzati solo successivamente (Pieraccioni in testa).
Certo è un picaresco alla "Brancaleone" e quindi è "già visto", come hanno inesorabilmente sentenziato i soloni/snob della critica. Ciò non toglie che il film diverte e commuove: secondo me è questo che conta. Un ottimo Monicelli ingiustamente sottovalutato.
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