brando fioravanti
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martedì 5 novembre 2013
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capolavoro
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Un gruppo di prostitute danno una compensa per uccidere due ragazzi che hanno sfreggiati una di loro. Un ex bandito insieme a due compagni bisognosi di denaro si metteno alla ricerca. Dovranno fare i conti con un intransigente sceriffo dai metodi violenti. Oltre la grande spettacolarità delle immagini si affronta il tema della violenza in maniera ambigua. I ragazzi hanno sbagliato a sfreggiare la prostituta,ma non per questo devono morire. Lo stesso protagonista sa di meritarsi lo stesso trattamento e di non essere migliore delle persone che uccide. Se la legge si fa con la violenza il più violento ha ragione.
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dave san
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giovedì 31 ottobre 2013
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un western “ninety”
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Il gradito connubio tra contenuti e popolarizzazione caratterizza gran parte degli anni 90. Anche questa pellicola di genere non particolarmente indie, conferma in pieno; il raggiunto equilibrio tra viscerale e immediato che caratterizza molti (mass) media del periodo. Quando si parla di Eastwood, poi, ci si aspetta comunque un’opera compatta. La storia racconta di un allevatore di bestiame che vive e lavora nella sua tenuta, allevando anche due marmocchi. È raggiunto da un giovane pistolero che gli propone di eliminare alcuni uomini che hanno sfregiato una donna. La taglia è alta, il reato descritto dal giovane, motiva l’uomo, che accetta. Will Munny si rende conto, però, di non essere più quello di una volta.
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Il gradito connubio tra contenuti e popolarizzazione caratterizza gran parte degli anni 90. Anche questa pellicola di genere non particolarmente indie, conferma in pieno; il raggiunto equilibrio tra viscerale e immediato che caratterizza molti (mass) media del periodo. Quando si parla di Eastwood, poi, ci si aspetta comunque un’opera compatta. La storia racconta di un allevatore di bestiame che vive e lavora nella sua tenuta, allevando anche due marmocchi. È raggiunto da un giovane pistolero che gli propone di eliminare alcuni uomini che hanno sfregiato una donna. La taglia è alta, il reato descritto dal giovane, motiva l’uomo, che accetta. Will Munny si rende conto, però, di non essere più quello di una volta. Un colpo basso dello sceriffo Little Bill, risveglierà il pistolero sopito. Un film lineare come una parabola. Non si racconta propriamente di un vendicatore. L’aspetto “sparatoriale” della storia emerge a fatica, quasi strappato. Will Munny diventerà mietitore di fronte ad una legge, oltremodo feroce. Poco importa, se lo sceriffo stava per ritirarsi a vita privata. Doveva pensarci prima di uccidere. Con un cineasta che lascia la cittadina di notte a cavallo, sotto uno scrosciante temporale; la bandiera americana alle spalle, licenza piuttosto peculiare per Eastwood. La scorza indurita del personaggio, conferma quanto sia difficile aggirare il proprio retaggio. In questa pellicola però, all’opposto di Walt Kowalski (Gran Torino), Munny ne sradicherà a forza un covile. Più Far-West di così…
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weach
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giovedì 27 giugno 2013
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la morte una privazione che fa male all'anima
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Un capolavoro che visita tutta l'incompletezza dell'uomo: c'è vigliaccheria e coraggio nell'uccidere; c'è amore e disperazione nel ricordare; ma sopra a tutto non c'è gioia nel portare all'estrema conseguenza l'odio.
Gli eroi della prateria non sono più veri uomini ma solo miseri uomini, tutti hanno le loro macchie ed il dolore dentro.
Gli eroi probabilmente non sono mai esistiti perché nella miseria della morte non vi é premio.
Solo durante i dialoghi della prateria , accanto al bivacco, l'uomo si confronta con le sue miserie e si osserva per quello che è.
Dopo 20 anni oggi ho rivisto questo splendido film e ne ho colto tutta l'armonica completezza.
Buona visone
Saranno 2 ore indimenticabili!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1
weach Illuminati
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weach
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giovedì 27 giugno 2013
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l'assassino trascina i suoi fantasmi
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Un capolavoro che visita tutta l'incompetezza dell'uomo: c'è vigliaccheria e coraggio nell'uccidere; c'è amore e disperazione nel ricordare; ma sopra a tutto non c'è gioia nel portare all'estrema conseguenza l'odio.Gli eroi della prateria non sono più veri uomini ma solo un mito, tutti hanno le loro macchie ed il dolore dentro.
Gli eroi probabilmente non sono mai esistiti perché nella miseria della morte non vi é premio.
Solo durante i dialoghi dell prateria , accanto al bivaccho, l'uomo si confronta con le sue miserie e si osserva per quello che è.
Dopo 20 anni oggi ho rivisto questo splendido film e ne ho colto tutta l'armonica competezza.
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Un capolavoro che visita tutta l'incompetezza dell'uomo: c'è vigliaccheria e coraggio nell'uccidere; c'è amore e disperazione nel ricordare; ma sopra a tutto non c'è gioia nel portare all'estrema conseguenza l'odio.Gli eroi della prateria non sono più veri uomini ma solo un mito, tutti hanno le loro macchie ed il dolore dentro.
Gli eroi probabilmente non sono mai esistiti perché nella miseria della morte non vi é premio.
Solo durante i dialoghi dell prateria , accanto al bivaccho, l'uomo si confronta con le sue miserie e si osserva per quello che è.
Dopo 20 anni oggi ho rivisto questo splendido film e ne ho colto tutta l'armonica competezza.
Buona visone
saranno 2 ore indimenticabili
weach Illuminati
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strzelecki
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sabato 11 maggio 2013
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don e clint
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Don e Clint
Ritengo che il film di Clint Eastwood possa essere letto alla luce de Il Pistolero di Don Siegel al quale sembra essere strettamente legato
Entrambi i film decretano la fine di un certo tipo di uomo, l’uomo del West - appunto, che senza paura e senza macchia utilizza la pistola per difendersi, vendicarsi, opporsi ai soprusi (John Waine) o che senza sapere il perché (“ero sempre ubriaco”) (Clint Eastwood ) spara e uccide, procurandosi entrambi fama fra i pavidi contemporanei.
Entrambi gli eroi hanno a che fare con uno sceriffo (pauroso e cinico nell’un caso; cinico e spietato nell’altro), che cedono alle lusinghe di chi- giornalisti o romanzieri da strapazzo- ne vuol celebrare le imprese (inventate nell’un caso, vere nell’altro).
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Don e Clint
Ritengo che il film di Clint Eastwood possa essere letto alla luce de Il Pistolero di Don Siegel al quale sembra essere strettamente legato
Entrambi i film decretano la fine di un certo tipo di uomo, l’uomo del West - appunto, che senza paura e senza macchia utilizza la pistola per difendersi, vendicarsi, opporsi ai soprusi (John Waine) o che senza sapere il perché (“ero sempre ubriaco”) (Clint Eastwood ) spara e uccide, procurandosi entrambi fama fra i pavidi contemporanei.
Entrambi gli eroi hanno a che fare con uno sceriffo (pauroso e cinico nell’un caso; cinico e spietato nell’altro), che cedono alle lusinghe di chi- giornalisti o romanzieri da strapazzo- ne vuol celebrare le imprese (inventate nell’un caso, vere nell’altro).
Entrambi sono idoli di ragazzi, che vogliono seguirne le orme. Ne Il pistolero il giovane figlio della locandiera vendica la morte del suo eroe, ferito a morte a tradimento nel duello finale; poi però getta lontano da sé la rivoltella (del pistolero) con la quale ha sparato. Il sorriso di assenso che l’eroe morente gli rivolge riscatta il pistolero e mette il suggello alla fine di un mondo.
Ne Gli spietati il giovane ammiratore del protagonista uccide uno dei responsabili del torto fatto alla prostituta, cogliendolo alla sprovvista, poi non si dà pace e confida al suo eroe che quella era la prima persona che aveva ucciso e che mai più avrebbe ucciso.
L’eroe interpretato da Eastwood prende atto e si riscatta uccidendo per un motivo che il pistolero del film di Siegel avrebbe giudicato nobile, almeno fino a pochi attimi prima di morire: vendicare l’amico torturato e ucciso (lui che negli anni di fuoco uccideva senza sapere il perché); ma non siamo ancora al riscatto definitivo. Questo si dà quando l’eroe sparisce, non per andare incontro ad un’altra avventura nel West, ma per non più tornare in quella terra.
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fedson
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mercoledì 27 febbraio 2013
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"i meriti non c'entrano in queste storie..."
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Clint Eastwood è proprio come il vino... più invecchia e più diventa buono! Dedicato ai grandi Sergio Leone e Donald Siegel, veri modelli per Eastwood, "Gli Spietati" si presenta come un western moderno realistico e cinico, dove i protagonisti diventano delle sorti di eroi leggendari non per volontà o per merito, ma per paura. L'omicidio di una prostituta in un motel della città, farà scattare la caccia agli uomini che l'hanno causato da parte di un vecchio ex-pistolero (Eastwood), pentito e amareggiato del suo passato, accompagnato dai suoi due soci: uno, l'ultimo ed unico amico rimasto (Freeman), l'altro un giovane alle prime armi (Woolvett).
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Clint Eastwood è proprio come il vino... più invecchia e più diventa buono! Dedicato ai grandi Sergio Leone e Donald Siegel, veri modelli per Eastwood, "Gli Spietati" si presenta come un western moderno realistico e cinico, dove i protagonisti diventano delle sorti di eroi leggendari non per volontà o per merito, ma per paura. L'omicidio di una prostituta in un motel della città, farà scattare la caccia agli uomini che l'hanno causato da parte di un vecchio ex-pistolero (Eastwood), pentito e amareggiato del suo passato, accompagnato dai suoi due soci: uno, l'ultimo ed unico amico rimasto (Freeman), l'altro un giovane alle prime armi (Woolvett). Posta in palio: 1000 dollari. A cercare di tenere le cose sotto l'occhio della legge è lo sceriffo del posto, Little Bill Daggett, uomo dai metodi violenti e poco ortodossi. Una grande storia per un grande film di grandi interpreti: ecco cosa crea Clint Eastwood. Una pellicola d'oro destinata a tramutarlo in una leggenda vivente! Un western ben fatto, magistralmente raccontato e chiaramente studiato nel dettaglio: dagli sconfinati spazi delle immense praterie ai bellissimi ed infiniti crepuscoli, il tutto orchestrato dalla presenza di uomini che ormai hanno rinnegato il proprio passato, uomini che desiderano riscattarsi per i peccati commessi... grandi uomini! La storia viene messa in pellicola da una sublime regia, opera dello stesso Eastwood che qui ricopre anche il ruolo di protagonista, che si concentra su una sceneggiatura veramente da premio Oscar (un vero peccato che non l'abbia vinta), dove ogni parola, ogni dialogo ed ogni sguardo non è mai lasciato al caso; sceneggiatura (di David Webb Peoples, tra l'altro), portata alla luce da imponenti interpreti: dal grande Clint Eastwood, in una delle sue migliori prove recitative, al premio Oscar Gene Hackman nei panni di uno sceriffo ligio al dovere quanto brutale nei suoi metodi. Film che non ci si stanca mai nel vederlo; questo perché nel piedistallo cinematografico in questione vengono inserite scenografie così calde e sensibili che sembrano personali, nonché un'impercettibile colonna sonora, composta sempre dallo stesso Eastwood, che rende questo film uno dei più grandi western mai girati al mondo. Completo nel suo genere ed importante nella sua storia, "Gli Spietati" è un vero capolavoro del cinema contemporaneo che riprende, con estrema cura, parte degli elementi western di un tempo e parte degli elementi di oggi per rappresentarli in un film immenso, profondo e di grande stile. Un film che culla immensi valori, dolori, il desiderio di andare avanti in un mondo dove non esistono giustizie o qualità e, proprio come rievoca William Munny, "i meriti non c'entrano in queste storie"!
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conte verde
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giovedì 4 ottobre 2012
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film sopravalutato
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premesso che sono un fan di Clint..ritengo comunque Gli Spietati un prodotto mediocre.. lento nello svolgimento con ..inquadrature che spesso ritraggono solo in parte il personaggio. mancando anche degli stupendi scenari tipici del West....vincitore comunque di ben 4 premi Oscar.......e anche se i paragoni lasciano il tempo che trovano. ritengo che un capolavoro assoluto come The Searchers--Sentieri Selvaggi con Ford e John Wayne girato nel 1956....ne avrebbe dovuto ottenere almeno il doppio..Giancarlo Sacco
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hernesto
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domenica 10 giugno 2012
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un film che ha vinto qualche premio
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Un ruvido eastwood mette da parte i buonismi
e liberatosi dall'etichetta di sergio leone e gli spaghetti western piazza
un'altra pietra miliare nella storia del cinema
e nella carriera, il confronto è stato ai massimi livelli,
carpisce così a pistolettate l'ennesimo e meritato premio oascar,
contro ladri e rubagalline, mitico.
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7urs1
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venerdì 17 febbraio 2012
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grande clint
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Quest è un grandissimo film il quale Clint è stato capace di renderelo epico ed uno dei migliori dopo quegli di Leone
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il cinefilo
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lunedì 13 febbraio 2012
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gli spietati
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Clint Eastwood in veste di regista,con GLI SPIETATI,ha inquadrato la figura del cowboy in un angolazione totalmente diversa da quella resa famosa alcuni decenni prima,da autori come John Ford e Howard Hawks:non più l'eroe della situazione che salva i compagni dai banditi o dagli indiani(i classici stereotipi)bensì il killer solitario(lo stesso Clint)dal fosco passato che,per intascare una taglia insieme a un ragazzo e a un suo amico di vecchia data(l'interprete è M.Freeman)si mette in viaggio,in cerca di due malfattori che hanno sfregiato una prostituta,ma avrà più di una brutta sorpresa.
Il protagonista rievoca più di una volta certe sue azioni contro donne e bambini e anche in questo si differenzia notevolmente dai"ben noti"sopra citati:all'epoca certi particolari non venivano certo messi in risalto in forma di azioni criminali nell'inquadrare un determinato personaggio,specie(o solo?)se di dubbia fama(vedere il John Wayne/ di SENTIERI SELVAGGI)affinchè,forse,se ne esaltasse maggiormente le gesta(non che questa sia,come forse dovrebbe essere,una critica devastante tale da compromettere la fama dei passati,indiscutibili,capolavori ma va comunque chiarita)che,nella storia,assumevano toni epici e grandiosi com'era costume in quel periodo.
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Clint Eastwood in veste di regista,con GLI SPIETATI,ha inquadrato la figura del cowboy in un angolazione totalmente diversa da quella resa famosa alcuni decenni prima,da autori come John Ford e Howard Hawks:non più l'eroe della situazione che salva i compagni dai banditi o dagli indiani(i classici stereotipi)bensì il killer solitario(lo stesso Clint)dal fosco passato che,per intascare una taglia insieme a un ragazzo e a un suo amico di vecchia data(l'interprete è M.Freeman)si mette in viaggio,in cerca di due malfattori che hanno sfregiato una prostituta,ma avrà più di una brutta sorpresa.
Il protagonista rievoca più di una volta certe sue azioni contro donne e bambini e anche in questo si differenzia notevolmente dai"ben noti"sopra citati:all'epoca certi particolari non venivano certo messi in risalto in forma di azioni criminali nell'inquadrare un determinato personaggio,specie(o solo?)se di dubbia fama(vedere il John Wayne/ di SENTIERI SELVAGGI)affinchè,forse,se ne esaltasse maggiormente le gesta(non che questa sia,come forse dovrebbe essere,una critica devastante tale da compromettere la fama dei passati,indiscutibili,capolavori ma va comunque chiarita)che,nella storia,assumevano toni epici e grandiosi com'era costume in quel periodo.
In un certo senso quest'altro bellissimo film di Eastwood è l'ideale continuazione di quella linea di pellicole da classificare come"affossatrici dei miti della frontiera"già avviate da Peckinpah con IL MUCCHIO SELVAGGIO.
All'epoca di Ford l'eroe di turno era,all'interno dell'immaginario collettivo,un"superuomo"del West intoccabile(quasi,ma non sempre,a livello del protagonista dei fumetti di Tex Willer)e contro cui mettersi contro significava solo una cosa:morire immantinente...ma tutta la sequenza del pestaggio che subisce William Munny da parte dello sceriffo(Gene Hackman,il migliore di tutto il cast ed è stato meritatamente premiato con un oscar)ha l'obiettivo deciso,e riuscito,di ribaltare quest'immagine dell'intoccabilità imperitura di quest'anti-eroe trasformando anche la figura del tutore della legge da eroica a famigerata quanto quella dei peggiori fuorilegge di quelle terre prima"indimenticabili"e ora,con questa nuova rappresentazione del West,coperte dal sangue di svariati innocenti.
Il finale inevitabilmente trucido sembra,ma in fin dei conti è solo apparenza,restituirci il cowboy"letale e intoccabile"di un tempo ma quella nota di prevedibile eppure affascinante malinconia che si respira dal massacro fino ai titoli di coda difficilmente potrà essere eguagliata da qualcun'altro che non sia il vecchio Clint.
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