noia1
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lunedì 2 maggio 2016
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i bei tempi
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Una psicologa deve verificare la veridicità di ciò che dice uno scienziato chiuso in manicomio ormai da anni.
Ormai il cinema dell’orrore è caratterizzato da schemi ben precisi: si comincia con un assaggio; per mezz’ora si prosegue a mo’ si soap opera; e si finisce con una serie di apparizioni da far saltare sulla sedia; nessuna critica; nessuna anima; stesso modello per differenti soggetti. Questo film è l’emblema del cinema di genere horror quando ancora aveva un senso, un film quasi completamente libero, c’è una trama, c’è fantasia, c’è un significato, c’è un finale ben ingegnato, c’è una filosofia nel male rappresentato. Un film dove più si guarda e più si vorrebbe staccare lo sguardo, non i soliti fantasmi fatti con tremiliardi di effetti speciali che appaiono per sessanta millesimi di secondo facendo sussultare appena.
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Una psicologa deve verificare la veridicità di ciò che dice uno scienziato chiuso in manicomio ormai da anni.
Ormai il cinema dell’orrore è caratterizzato da schemi ben precisi: si comincia con un assaggio; per mezz’ora si prosegue a mo’ si soap opera; e si finisce con una serie di apparizioni da far saltare sulla sedia; nessuna critica; nessuna anima; stesso modello per differenti soggetti. Questo film è l’emblema del cinema di genere horror quando ancora aveva un senso, un film quasi completamente libero, c’è una trama, c’è fantasia, c’è un significato, c’è un finale ben ingegnato, c’è una filosofia nel male rappresentato. Un film dove più si guarda e più si vorrebbe staccare lo sguardo, non i soliti fantasmi fatti con tremiliardi di effetti speciali che appaiono per sessanta millesimi di secondo facendo sussultare appena. Il disgusto dello sguardo che la mancanza di profondità odierna sostituisce con le torture o con l’insistenza di suoni insopportabili ed immagini truculente.
Un film con due interni e tre attori protagonisti, un bel pugno nello stomaco se si pensa ai film di oggi, se si pensa ai budget esorbitanti di ora, se si pensa che in un’ora e venti c’è di tutto e questo tutto è stato solo grazie alla libertà ed alla dedizione malgrado il budget non fosse nemmeno all’altezza di un’opera media di allora.
Insomma uno dei migliori esempi della famosa collaborazione tra Stuart Gordon e Brian Yuzna, un film congegnato perfettamente fin nei minimi particolari dove persino gli attori, malgrado non proprio all’altezza, sono posti in modo tale da essere credibili.
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delarge
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venerdì 9 maggio 2014
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il sonno della ragione genera mostri
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A un anno di distanza da “Re-Animator”, Gordon torna a dirigere un film ispirato a un’opera di H.P. Lovecraft: “From Beyond”. La trama del film è semplice e lineare: due scienziati creano una macchina in grado di stimolare una ghiandola del cervello in grado di procurare un piacere infinito, ma le cose non andranno per il verso giusto, poiché la macchina inghiottirà uno dei due e sarà una costante minaccia per l’altro.
Così come in “Re-Animator”, anche in “From Beyond” la scienza e l’ambizione dell’uomo finiscono per tradire gli intenti razionali da cui sono mossi. La razionalità del dottor Pretorius viene infatti sconfitta dal pensiero più irrazionale che l’uomo può concepire: il piacere. Il dottor Pretorius pervaso da questi sentimenti non è più in grado di reagire razionalmente e si lascia inghiottire dai mostri che vengono generati dalla macchina.
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A un anno di distanza da “Re-Animator”, Gordon torna a dirigere un film ispirato a un’opera di H.P. Lovecraft: “From Beyond”. La trama del film è semplice e lineare: due scienziati creano una macchina in grado di stimolare una ghiandola del cervello in grado di procurare un piacere infinito, ma le cose non andranno per il verso giusto, poiché la macchina inghiottirà uno dei due e sarà una costante minaccia per l’altro.
Così come in “Re-Animator”, anche in “From Beyond” la scienza e l’ambizione dell’uomo finiscono per tradire gli intenti razionali da cui sono mossi. La razionalità del dottor Pretorius viene infatti sconfitta dal pensiero più irrazionale che l’uomo può concepire: il piacere. Il dottor Pretorius pervaso da questi sentimenti non è più in grado di reagire razionalmente e si lascia inghiottire dai mostri che vengono generati dalla macchina. Si potrebbe riassumere l’essenza del film col titolo di un famoso dipinto di Francisco Goya: “Il sonno della ragione genera mostri”. Impotente di fronte a un sentimento tanto forte quale è il piacere, l’uomo viene inghiottito dagli stessi mostri che partorisce la sua mente. L’unico che sembra mantenere salda la propria lucidità è il dottor Crawford, interpretato da Jeffrey Combs, che tenterà, con l’aiuto dell’ l’intraprendente dott.ssa Katherine McMichaels (Barbara Crampton), di distruggere la macchina e insieme ad essa il dottor Pretorius che si è ormai tramutato in un mostro anche lui.
A differenza della sua opera prima, in questo film Gordon abbandona la vena ironica che forse avrebbe giovato alla pellicola, dal momento che gli effetti splatter gommosi e “grezzi”, che si vedono anche in “Re-Animator”, si sposano alla perfezione con scene a volte grottesche e comiche (come ha saputo fare egregiamente Peter Jackson in “Bad Taste” e “Braindead”). Il mostro in cui si trasforma il dott. Pretorius ricalca molto da vicino le mitiche creature del film “La Cosa” di John Carpenter del 1982. Gli effetti speciali tutto sommato sono realizzati egregiamente, specialmente se si pensa che questo è un film degli anni ’80; e come non dimenticare la ghiandola pineale che spunta dalla testa del suo possessore.
La recitazione dei due protagonisti, Combs e Crampton, è credibile. In particolare il personaggio di Combs è molto diverso rispetto a quello di “Re-Animator”: se in quest’ultimo interpreta un personaggio sicuro di sé e arrogante che uccide a sangue freddo, in “From Beyond” interpreta invece un personaggio caparbio nel mantenere la propria razionalità ma al momento stesso molto fragile.
In conclusione, “From Beyond” rappresenta uno dei film migliori di Gordon e del new horror anni ’80 di cui lo stesso Gordon insieme a Yuzna hanno datto inizio.
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raysugark
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domenica 24 febbraio 2013
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il mio film horro preferito
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Il mio film horror preferito, il regista Stuart Gordon è un grande in questo film anche l'intepretazione di Jeffrey Combs è ottimo. Ma le musiche di Richard Band crea un'atmosfera di vera paura e suspense. Questo film è un capolavoro sia come film horror e sia come film di fantascienza.
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sky73
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mercoledì 4 febbraio 2009
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...che nostalgia...
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Mammina se ne è passato di tempo...che bei ricordi, i primi film horror visti con gli amici...certo i film di adesso sono un'altra cosa...ma questi per me sono e resteranno sempre i "veri" film horror, anzi "dell'orrore" come si diceva, visionario inquietante con creature viscide e mostruose.....ah...fantastico....che nostalgia...
Non lo rivedo da un po' ma spero di rimediare al più presto...
Ok....sto divagando...per gli amanti dei classici horror anni 80 è un ottimo prodotto secondo me, all'altezza de "la cosa" o "la casa" per citarne un paio, magari non allo stesso livello, ma sicuramente all'altezza.
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arturo canaglia
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martedì 25 novembre 2008
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incredibile allucinante
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Ho visto questo film prima di vedere La Cosa di J. Carpenter e quest'ultimo film al confronto mi è sembrato che non spaventasse nemmeno. Se volete vedere un film raccapricciante non lasciatevelo scappare.
Provare per credere.
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theblackrider
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lunedì 17 novembre 2008
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+erotismo
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avete dimenticato di menzionare il lato erotico del film dato dalla breve, ma indimenticabile scena dove la dottoressa (barbara crampton), già molto sexy, indossa in trance indumenti sadomaso...
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