hilarya
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sabato 11 giugno 2011
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mitico alien
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Mi permetto di classificare questo film come il miglior film di fantascienza sull'argomento riguardante la presenza di vita organica al di fuori della terra. A mio parere il film è un ottimo concentrato di suspance, colpi di scena e battaglie da affrontare che tiene incollati allo schermo fino ai titoli di coda. Una regia e cast davvero coinvolgente! Alien il capolavoro della storia!:-)
Ps. ora vado a vedermi il seguito.
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gustibus
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giovedì 20 aprile 2017
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classe superiore
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In attesa di alien covenant..mi sono rivisto Alien director cut..in HD..una visione eccellente di un film che ha fatto amare e sognare la fantascienza.All'epoca(1979)era vietato ai 14anni..scene forti ma il tutto in un atmosfera tesa e incessante che ti tiene incollato alla visione di ogni scena.. Gli attori tutti bravi passano in secondo piano..prima vengono le immagini..il susseguirsi di come si deve fermare "l'essere superiore" come lo chiama l'androide..finche'esce Ripley che fa parte dell'equipaggio e diventera'l'eroina femminile del film una brava S.weaver..il re e'il regista R.Scott..che poi fara'un altro capolavoro.."Blade runner"il film e'percorso da una musica bellissima e un ottima sceneggiatura.
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In attesa di alien covenant..mi sono rivisto Alien director cut..in HD..una visione eccellente di un film che ha fatto amare e sognare la fantascienza.All'epoca(1979)era vietato ai 14anni..scene forti ma il tutto in un atmosfera tesa e incessante che ti tiene incollato alla visione di ogni scena.. Gli attori tutti bravi passano in secondo piano..prima vengono le immagini..il susseguirsi di come si deve fermare "l'essere superiore" come lo chiama l'androide..finche'esce Ripley che fa parte dell'equipaggio e diventera'l'eroina femminile del film una brava S.weaver..il re e'il regista R.Scott..che poi fara'un altro capolavoro.."Blade runner"il film e'percorso da una musica bellissima e un ottima sceneggiatura..l'attore primario poi diventa l'alieno..che rivedremo in altri 3 film..tutti belli meno il 4!...comunque un film che e' impossibile non vedere! Qui non si tratta di un genere che puo'piacere o meno qui siamo in un opera cinematografica di enorme impatto visivo...coraggio si deve vedere e rivedere..come me che saro'alla 18avisione e non mi stanca..Alien vi entrera'nelle vene!
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positronic
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sabato 12 marzo 2011
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lo straniero
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TRAMA: l’equipaggio del cargo “Nostromo” viene risvegliato nel viaggio di ritorno sulla Terra da un misterioso segnale proveniente da un pianeta gelido e spettrale; qui, a bordo di una antichissima nave spaziale, troverà delle uova da cui scaturisce una creatura da incubo che seminerà la morte e il terrore a bordo dell’astronave stessa. COMMENTO Alien, cioè l’”alieno” o meglio il “forestiero”, lo “sconosciuto” da mondi lontani, ecco la chiave per comprendere questo capolavoro del cinema, una pietra miliare dell’ horror più che della fantascienza. E’ un capolavoro che nasce dalle visioni del pittore-scultore H.
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TRAMA: l’equipaggio del cargo “Nostromo” viene risvegliato nel viaggio di ritorno sulla Terra da un misterioso segnale proveniente da un pianeta gelido e spettrale; qui, a bordo di una antichissima nave spaziale, troverà delle uova da cui scaturisce una creatura da incubo che seminerà la morte e il terrore a bordo dell’astronave stessa. COMMENTO Alien, cioè l’”alieno” o meglio il “forestiero”, lo “sconosciuto” da mondi lontani, ecco la chiave per comprendere questo capolavoro del cinema, una pietra miliare dell’ horror più che della fantascienza. E’ un capolavoro che nasce dalle visioni del pittore-scultore H.R. Giger creato per un libro di magia nera, il “Necronomicon”, dalla sapiente tecnologia nella realizzazione di creature meccaniche come Carlo Rambaldi ( ricordate E.T.?), dalla fotografia magistrale di Ridley Scott che da un registro calmo e limpido iniziale ci trascina in atmosfere sempre più sfuocate, mosse, angoscianti e stroboscopiche man mano che la tensione cresce e ci attanaglia. Il labirinto-trappola della “Nostromo” è l’enorme astronave in cui si nasconde il mostro e sgomenta per la perfezione della sua inattaccabilità, una impietosa macchina da distruzione che suscita ammirazione nel paranoico androide di bordo, Ash, interpretato da un sublime Ian Holm e si conclude con la catartica riedizione dello scontro tra la Bestia aliena e la Bella Sigourney Weaver. Pellicola geniale sin dai titoli di testa; da una scritta minacciosamente incomprensibile lentamente si forma la parola “ALIEN” , visiva sintesi della storia mozzafiato e poetica che ne seguirà. Imperdibile.
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strzelecki
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mercoledì 13 marzo 2013
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"alien", gli icneumonidi e darwin
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Gli icneumonidi sonouna famiglia di insetti, famosi in quanto depongono le proprie uova all'interno dell'organismo ospite (un bruco, una cavalletta, un'ape) immettendo anche una sostanza paralizzante nel cervello delle vittime, di modo che le larva possa nutrirsi della carne ancora fresca dell'ospite, dal momento che l'obiettivo della puntura della femmina di Icneumonide è paralizzarlo ma non ucciderlo. L’ospite morirà allorquando la larva uscirà in modo cruento dal corpo della vittima.
Come non pensare al modo di riprodursi dell’essere alieno del film Alien? Una forma intermedia dell’alieno, una specie di piovra, aderisce al viso della vittima e introduce nel suo corpo un embrione o qualcosa del genere che crescerà nel corpo, vivo, della vittima per poi uscirne, mostruoso parto, provocandone la morte.
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Gli icneumonidi sonouna famiglia di insetti, famosi in quanto depongono le proprie uova all'interno dell'organismo ospite (un bruco, una cavalletta, un'ape) immettendo anche una sostanza paralizzante nel cervello delle vittime, di modo che le larva possa nutrirsi della carne ancora fresca dell'ospite, dal momento che l'obiettivo della puntura della femmina di Icneumonide è paralizzarlo ma non ucciderlo. L’ospite morirà allorquando la larva uscirà in modo cruento dal corpo della vittima.
Come non pensare al modo di riprodursi dell’essere alieno del film Alien? Una forma intermedia dell’alieno, una specie di piovra, aderisce al viso della vittima e introduce nel suo corpo un embrione o qualcosa del genere che crescerà nel corpo, vivo, della vittima per poi uscirne, mostruoso parto, provocandone la morte.
Le orribili abitudini di questo insetto indussero Darwin alla seguente osservazione: “Sarebbe indegno del Creatore di infiniti Universi aver fatto con atti singoli del Suo volere le miriadi di striscianti parassiti e vermi…e che un gruppo di animali sia stato creato per deporre le uova nelle viscere e nelle carni di altri esseri, che alcuni animali vivano godendo della crudeltà…”
Se il Creatore non è responsabile di questa aberrazione, a chi o che cosa la dobbiamo? Alla natura, alla selezione naturale, all’orologiaio cieco di cui parla Dawkins. Questo “orologiaio” agisce senza scopo, ciecamente; è crudele, ma non per scelta : è del tutto amorale. “Una perfetta macchina da guerra” come si dice nel film a proposito dell’alieno.
L’alieno del film incarna dunque la forza cieca della selezione naturale che “persegue” l’autoaffermazione contro tutto e tutti. Una forza terrificante.
Se l’analisi è giusta, allora la tetralogia avrebbe dovuto avere la sua logica conclusione nel finale del terzo episodio, quando la protagonista si uccide uccidendo anche il mostro che ha in sé. Il suicidio segna la ribellione dell’uomo nei confronti di un “disegno” che nulla ha di intelligente e tutto di mostruoso; segna il rifiuto di darla vinta ai nostri geni, togliere loro “l’immortalità”
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(di angel in the sky)
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claudiofedele93
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lunedì 7 settembre 2015
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in the space no one can hear you scream.
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Ci sarà sempre un “prima” ed un “dopo” nei riguardi di Alien, sia a livello storico, che oggettivo, sia per quel che concerne la visione di un normale spettatore, il quale verrà brutalmente messo davanti, con questa pellicola, ad una delle storie più importanti ed affascinanti del ventesimo secolo mai narrate sul grande schermo, un capolavoro essenziale e su cui, ancor oggi, si specula senza porsi un limite, perché, in esso, vi è descritta non tanto l'infinita profondità oscura dello spazio, ma le complesse ed ambigue gesta dell'uomo, che ne determinano la natura e la forza con la quale affronta i pericoli più insidiosi.
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Ci sarà sempre un “prima” ed un “dopo” nei riguardi di Alien, sia a livello storico, che oggettivo, sia per quel che concerne la visione di un normale spettatore, il quale verrà brutalmente messo davanti, con questa pellicola, ad una delle storie più importanti ed affascinanti del ventesimo secolo mai narrate sul grande schermo, un capolavoro essenziale e su cui, ancor oggi, si specula senza porsi un limite, perché, in esso, vi è descritta non tanto l'infinita profondità oscura dello spazio, ma le complesse ed ambigue gesta dell'uomo, che ne determinano la natura e la forza con la quale affronta i pericoli più insidiosi.
In un futuro non troppo lontano, la Nostromo, enorme astronave da trasporto merci, riceve un segnale proveniente da un pianeta sconosciuto alla specie umana. L’intero equipaggio, svegliato dall'ibernazione che li avrebbe tenuti nelle capsule, fino all'arrivo sul pianeta terra, decide di indagare e si dirige verso l'origine di quella che potrebbe essere interpretata come una richiesta d'aiuto da una forma di vita aliena. Giunti davanti a quel che a tutti gli effetti sembrerebbe essere un’astronave extra-terrestre, il capitano Dallas ed suoi uomini si imbattono nella carcassa di un’enorme individuo e, nello scafo, in delle particolari uova, contenenti degli strani esseri all'interno, uno dei quali si attacca al volto di un membro dell'equipaggio, Kane, portandolo ad un apparente coma. Tornati sulla Nostromo, le cose iniziano a precipitare, e se il risveglio inaspettato dell'ufficiale porta un po’ di momentaneo sollievo all'interno del gruppo, i volti di tutti si macchieranno di orrore e sangue una volta che, dal corpo di quest'ultimo, uscirà una creatura aliena, spietata e perfetta, nella sua natura, il cui unico obbiettivo è quello di nutrirsi, cercando di uccidere tutto l'equipaggio della nave spaziale.
Il grande valore di Alien resta, ancor oggi, non tanto nella storia, semplice e lineare, ma nell'impostazione con cui Ridley Scott ci propone una vicenda oscura ed angosciante, che porta lo spettatore sempre al limite della sopportazione e lo coinvolge emotivamente in un finale carico di una tensione, sempre ben calcolata, attraverso una pura discesa nell'orrore e in un preciso tipo di paura che può albergare in ognuno di noi in determinate circostanze.
Partendo proprio dal concetto che lo Xenomorfo, creato da Hans Ruedi Ginger e studiato, nelle meccaniche, da Carlo Rambaldi, rappresenti uno degli elementi più riusciti ed affascinanti del genere sci-fi, sia sotto il profilo estetico, che psicologico, in quanto essere “diverso” sia nei modi (di pensare) che nell'aspetto da noi umani, questa creatura serve a dare la giusta ansia e terrore per tutta la durata della pellicola, rivelandosi una minaccia letale, dalla quale è difficile trarsi in salvo.
Scott, grazie alle scenografie ed il design dell'astronave Nostromo, realizza, così, una pellicola che si focalizza non tanto sull'aspetto fantascientifico, pur essendone un capostipite del genere, ma sul concetto di sopravvivenza, e nel saper gestire in maniera eccellente i tempi e gli spazi, senza mai andare troppo oltre, costruisce intorno all'equipaggio della nave da trasporto, più un duello tra due specie diverse che una storia di puri mostri e terrore.
Alien, di fatto, non è altro che una pellicola rivoluzionaria, sotto questo profilo, perché coglie l'essenza più nera ed inquietante dello spazio, e negli anfratti più reconditi e nascosti dell'immensità del cosmo, libera una minaccia concreta, che si sazia di carne umana e non lascia scampo a libere interpretazioni. La paura di vivere in un ambiente scomodo, freddo e anonimo, come è quello della nave Nostromo, aumenta considerevolmente il senso di isolamento.
La lenta decimazione dei protagonisti rivela, dunque, una tematica cardine nell'economia della pellicola, ovvero che l'essere umano non solo non è l'unico essere vivente nell'universo, ma nemmeno il più forte. Se, infatti, siamo sempre indirizzati a credere che la razza umana abbia il controllo in tutto, sia sulla terra che al di fuori di essa, nei tanti lungometraggi proposti, Scott con Alien ribadisce il concetto che l'uomo non è altro che un essere tra tanti, ove tra tutti, si scopre essere persino uno dei più deboli, non godendo né della supremazia sulle altre razze, né rivelandosi pronto al confronto con altre specie aliene.
I tagli di luce e l'utilizzo della macchina da presa, inoltre, conferiscono a questa pellicola un alone thriller, dando sempre più la sensazione di claustrofobia ed angoscia all'interno della Nostromo, dove Scott alterna riprese capaci di esaltare l'ambiente della nave spaziale, freddo ed ostile, ma pur sempre affascinante, a scene ricche di pathos e particolarmente spettacolari nel riprendere l'astronave aliena da cui è partito il segnale captato dal computer di bordo.
L'estetica generale, inoltre, ispirata ed originale, conferisce al tutto un'indelebile impronta d'autore, ed in questo modo, proprio nella sua forma Alien riesce fin da subito a catturare l'attenzione, costruendo un mito, cinematografico, ancora difficile da distruggere e superare. I molti elementi presenti sulla scena contribuiscono a forgiare un mondo che a noi appare tanto estraneo quanto familiare, e così come la Nostromo, anche la monumentale astronave aliena affascina e stupisce, sia nelle proporzioni che nel suo level design.
“Chi siamo?” e “Da dove veniamo?” non hanno risposte nell'opera di Scott, e sebbene la ricerca di noi stessi e delle nostre origini venga ripresa in Prometheus, che arricchisce ancor di più il background attorno all'universo fantascientifico del regista britannico, portando i vari protagonisti a rivelarsi quasi più come un odierno Ulisse dantesco, spinto dalla curiosità e dalla voglia di sapere, che a dei semplici scienziati, in Alien un’altra importante domanda ha risposta, “Siamo soli?”, e il responso si rivela essere tutt'altro da quello sperato.
La paura, di essere indifesi, di essere delle prede, per una volta, e non i predatori, è la base su cui Alien crea la propria leggenda ed il proprio valore, e se nella sostanza questo potrebbe risultare banale o scontato, ricordandoci anche un po’ Terrore nello Spazio di Mario Bava, il contesto, e la padronanza tecnica di Rildey Scott conferiscono alla terza opera del regista inglese un'importanza ed un valore senza pari, contribuendo a segnare un passo per la settima arte e scrivendo la storia del cinema. Alien, di cui poi saranno fatti ben tre seguiti, è un capolavoro di tensione, paura e fantascienza, una pellicola capace di catturare lo spettatore, fin dai primi minuti, con i suoi silenzi ed i tanti suoni meccanici ed informatici, che ha regalato al mondo una delle eroine più carismatiche di sempre, Ellen Ripley, rivelandosi, anche per questo, un vero e proprio progetto ante-litteram e innovativo, che cerca, nello scontro tra due specie, un duello all'ultimo sangue e non si vergogna ad abbozzare una forte critica non solo al colonialismo, all'avidità umana, ma anche allo sfruttamento ed al comportamento delle tante multinazionali, ciniche e senza scrupoli, nel voler mettere a repentaglio la vita delle persone e di coloro che, pur lavorando per esse, restano all'oscuro di secondi obbiettivi.
Alien è un vero e proprio capolavoro della settima arte, straordinario più nella sua forma, che nei suoi contenuti, padroneggiato da un regista che avrebbe dato alla luce un’altra pietra miliare, Blade Runner, pochi anni dopo, e che ancor oggi è capace di traumatizzare ed angosciare chiunque lo guardi. Un raro caso di fantascienza che riesce ad andar oltre i generi di apparenza, superare le barriere imposte dalla società e dimostrarsi un qualcosa capace di essere più di una mera forma di intrattenimento. Un’opera d'arte di oscura bellezza, visionaria ed intramontabile, lanciata nell'immensità dello spazio, nel buio profondo, tra le stelle, dove nessuno può soccorrerti, né sentirti urlare.
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the man of steel
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lunedì 25 ottobre 2010
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capolavoro della fantascienza a toni horror
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Un Ridley Scott di questo calibro ormai lo vediamo una volta o due ogni 10 anni, l'ultimo pessimo Robin Hood ne è la prova. Uno Scott creativo, lontano dal ramo di famiglia meno talentuoso del fratello Tony, uno Scott che trasmette energia con la sua arte. Alien è il frutto di un asemplice trama, effetti speciali rivoluzionari influenzati da Guerre Stellari e incredibile capacità registiche pronte a rendere lo spettatore partecipe delfilm nella sua atmosfera inquietatne e tesa. La Weaver è spaziale e alle prime armi contro le voraci e schifosissime bestie degli Xenomorfi...l'ottimo inizio di un franchise che decolla e poi si schianta al suolo inesorabilmente per via delle solite ragioni di commercio: arrampicarsi sui vetri per far soldi, ergo la saga diventa una ca****a.
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Un Ridley Scott di questo calibro ormai lo vediamo una volta o due ogni 10 anni, l'ultimo pessimo Robin Hood ne è la prova. Uno Scott creativo, lontano dal ramo di famiglia meno talentuoso del fratello Tony, uno Scott che trasmette energia con la sua arte. Alien è il frutto di un asemplice trama, effetti speciali rivoluzionari influenzati da Guerre Stellari e incredibile capacità registiche pronte a rendere lo spettatore partecipe delfilm nella sua atmosfera inquietatne e tesa. La Weaver è spaziale e alle prime armi contro le voraci e schifosissime bestie degli Xenomorfi...l'ottimo inizio di un franchise che decolla e poi si schianta al suolo inesorabilmente per via delle solite ragioni di commercio: arrampicarsi sui vetri per far soldi, ergo la saga diventa una ca****a. Il primo è un capolavoro e il secondo un film stupendo figlio del genio fantascientifico di Cameron poco al di sotto del primo, colpa il cambio di tono da horrorifico a action, in ogni caso è questione di gusti e questo è solo il mio parere. Il terzo è godibile ma figlio di un David Fincher incerto e indeciso sulla sua carriera e il quarto è spazzatura.
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poliziano
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domenica 13 novembre 2011
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il terrore dell'incubazione
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A dispetto della tag-line, l'orrore davanti al quale il film mette lo spettatore è, più che cosmico o impronunciabile, molto razionale e ragionevole: è l'orrore del proprio doppio, del male covato e radicato entro sé che rischia di assumere vita propria e di sconvolgere il mondo civile (nel caso, il microcosmo-astronave); ed è un orrore che proprio con la ragione e l'astuzia viene sconfitto nel claustrofobico finale. Il tema viene perciò sviluppato da Ridley Scott in quello che è un lucido esercizio di suspense, grazie a fotografia e scenografia più che indovinate e una colonna sonora avvolgente e vitrea. In più, è ovviamente l'ideazione della creatura a brillare, conferendo all'orrore una raffigurazione sensibile di rara efficacia: un mostro sì innominabile ma nel contempo dalle fattezze limpide e squadrate, antropoidi, quasi da cyborg (un 'perfetto organismo', come si dice nel film, privo di moralità: il male puro, la parte cieca della natura umana); è, in conclusione, l'allegoria di un orrore più che reale, tutt'altro che remoto dalla civiltà e dai suoi guasti tecnocratici.
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A dispetto della tag-line, l'orrore davanti al quale il film mette lo spettatore è, più che cosmico o impronunciabile, molto razionale e ragionevole: è l'orrore del proprio doppio, del male covato e radicato entro sé che rischia di assumere vita propria e di sconvolgere il mondo civile (nel caso, il microcosmo-astronave); ed è un orrore che proprio con la ragione e l'astuzia viene sconfitto nel claustrofobico finale. Il tema viene perciò sviluppato da Ridley Scott in quello che è un lucido esercizio di suspense, grazie a fotografia e scenografia più che indovinate e una colonna sonora avvolgente e vitrea. In più, è ovviamente l'ideazione della creatura a brillare, conferendo all'orrore una raffigurazione sensibile di rara efficacia: un mostro sì innominabile ma nel contempo dalle fattezze limpide e squadrate, antropoidi, quasi da cyborg (un 'perfetto organismo', come si dice nel film, privo di moralità: il male puro, la parte cieca della natura umana); è, in conclusione, l'allegoria di un orrore più che reale, tutt'altro che remoto dalla civiltà e dai suoi guasti tecnocratici. Un altro pregio del film, indiretto, è quello di aver dato vita a una saga piuttosto compatta, nella quale ciascuno dei seguiti, benché questi siano segnati da marche registiche diverse, non tradisce mai l'originale, approfondendone anzi alcuni aspetti con coerenza.
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killbillvol2
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sabato 5 maggio 2012
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alien
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Questo è senz'altro un capolavoro. E, nonostante tutto il tempo trascorso dal lontano 1979, non sembra invecchiato di un giorno, riuscendo ancora a spiazzare lo spettatore, tenendolo inchiodato alla sedia per quasi due ore di tensione. Anche se per i primi cinquanta minuti non accade praticamente niente, riesce ad angosciare, grazie alla magnifica e claustrofobica ambientazione, e anche all'inquietante regia di Ridley Scott.
Un'astronave mercantile riceve un messaggio di SOS da un pianeta sconosciuto su cui atterra e sul quale un membro dell'equipaggio viene a contatto con una forma aliena sconosciuta. Quando l'uomo si risveglia, non sa di avere dentro di sè un "feto" di alieno, che una volta cresciuto, uscirà dalle sue interiora(letteralmente, in una delle scene cult del film), cominciando a mietere vittime all'interno dell'astronave.
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Questo è senz'altro un capolavoro. E, nonostante tutto il tempo trascorso dal lontano 1979, non sembra invecchiato di un giorno, riuscendo ancora a spiazzare lo spettatore, tenendolo inchiodato alla sedia per quasi due ore di tensione. Anche se per i primi cinquanta minuti non accade praticamente niente, riesce ad angosciare, grazie alla magnifica e claustrofobica ambientazione, e anche all'inquietante regia di Ridley Scott.
Un'astronave mercantile riceve un messaggio di SOS da un pianeta sconosciuto su cui atterra e sul quale un membro dell'equipaggio viene a contatto con una forma aliena sconosciuta. Quando l'uomo si risveglia, non sa di avere dentro di sè un "feto" di alieno, che una volta cresciuto, uscirà dalle sue interiora(letteralmente, in una delle scene cult del film), cominciando a mietere vittime all'interno dell'astronave.
E' un capolavoro dello sci-fi e dell'horror, anche se la perfezione di quest'ultimo genere è stata raggiunta solo dal fantastico, nonchè inquietante, Shining. Fu un film quasi rivoluzionario, in quanto fu uno dei primi film sul "mostro" quasi invisibile, e perchè la vera protagonista, e l'unica a salvarsi dallo sterminio, è una donna interpretata dalla brava Sigourney Weaver quasi agli esordi. E' uno di quei film da vedere almeno una volta nella vita.
VOTO REALE: 3 E MEZZO
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jacopo b98
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venerdì 11 ottobre 2013
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uno dei capolavori della fantascienza
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L’astronave commerciale Nostromo è lontana anni luce dalla Terra e trasporta tonnellate di minerale grezzo. L’equipaggio di sette persone è risvegliato dal crio-sonno da computer di bordo Mother a causa di una trasmissione sconosciuta che raggiunge la nave. L’equipaggio raggiunge perciò il pianeta di origine della trasmissione. Uno degli astronauti (Hurt) è contaminato da una creatura aliena e quando l’astronave riuscirà a ripartire l’uomo “partorirà” un alieno invincibile. Scritto da Dan O’Bannon e Ronald Shusett, è uno dei capolavori massimi della fantascienza di tutti i tempi. Il merito, più che agli sceneggiatori si può attribuire a Scott: la sua messa in scena ha fatto scuola e rimane ancora oggi di grande modernità.
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L’astronave commerciale Nostromo è lontana anni luce dalla Terra e trasporta tonnellate di minerale grezzo. L’equipaggio di sette persone è risvegliato dal crio-sonno da computer di bordo Mother a causa di una trasmissione sconosciuta che raggiunge la nave. L’equipaggio raggiunge perciò il pianeta di origine della trasmissione. Uno degli astronauti (Hurt) è contaminato da una creatura aliena e quando l’astronave riuscirà a ripartire l’uomo “partorirà” un alieno invincibile. Scritto da Dan O’Bannon e Ronald Shusett, è uno dei capolavori massimi della fantascienza di tutti i tempi. Il merito, più che agli sceneggiatori si può attribuire a Scott: la sua messa in scena ha fatto scuola e rimane ancora oggi di grande modernità. La scelta vincente è quella dell’ambientazione claustrofobica a bordo dell’astronave, un labirinto di corridoi incredibile e molto inquietante. Quindi la sua forza sta nell’essere inquietante, metafisico e claustrofobico. L’alieno è una summa delle paure umane, del timore dell’ignoto e il significato filosofico del film è profondissimo. C’è anche una dimensione socio-politica nell’episodio legato alla morte di Ash (Holm) che si rivela essere un androide inviato dalla Compagnia per ritrovare creature aliene. Memorabili molte scene, in particolare la nascita dell’alieno dalla pancia di Kane (Hurt). Scott rovescia inoltre l’ideale di eroe, affidando la parte di protagonista a una donna e non a un uomo. E la Weaver dà una grande interpretazione nel suo film d’esordio. L’alieno è stato disegnato dall’artista svizzero H.R. Giger e animato dall’italiano Carlo Rambaldi (che per questo si guadagnò uno dei suoi tre Oscar). Ne esiste una versione estesa di 126’.
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byrne
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martedì 15 ottobre 2013
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il secondo asso nella manica.
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Il primo era stato il frainteso e geniale I Duellanti (1977), che entusiasmò a cannes un presidente di giuria d'eccezione, Roberto Rossellini. Il terzo sarà Blade Runner (1982), la pietra angolare del cyberpunk. Il secondo è il nostro Alien (1979). Sto parlando della triplice scommessa del brillante Scott degli esordi, quello che trasformava in oro tutto ciò che toccava come un Mida con la cinepresa in mano, prima di scomparire dietro budgets elefantiaci che certo non giovano alla creatività di un artista. Per Alien, che riscrisse letteralmente le regole della fantascienza orrorifica dandole toni adulti e plausibili che mai si erano visti prima, si affidò a tre elementi di pari importanza.
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Il primo era stato il frainteso e geniale I Duellanti (1977), che entusiasmò a cannes un presidente di giuria d'eccezione, Roberto Rossellini. Il terzo sarà Blade Runner (1982), la pietra angolare del cyberpunk. Il secondo è il nostro Alien (1979). Sto parlando della triplice scommessa del brillante Scott degli esordi, quello che trasformava in oro tutto ciò che toccava come un Mida con la cinepresa in mano, prima di scomparire dietro budgets elefantiaci che certo non giovano alla creatività di un artista. Per Alien, che riscrisse letteralmente le regole della fantascienza orrorifica dandole toni adulti e plausibili che mai si erano visti prima, si affidò a tre elementi di pari importanza. Primo, la realizzazione artistica del pittore svizzero Hans Ruedi Giger, che darà sembianze concrete ad una creatura che si lascia sopravvivere con tenacia nella sua assenza di connotazioni riconoscibili (è priva di occhi, orecchie, espressioni), eccetto quelle relative all'invasione e alla sopraffazione (sessualmente piuttosto esplicite). L'alieno cinematografico per antonomasia, quello la cui natura rispecchia più fedelmente la doppiezza dell'etimologia, creatura di Nietzschiana memoria il cui unico scopo è l'autoaffermazione. In breve, il ritratto più sfacciato e inquietante dell'indefinito. Oltre a ciò, al vulcanico Giger si devono le ambientazioni a carattere alieno, straordinarie. Secondo, gli effetti speciali del nostro Carlo Rambaldi, che con questo lavoro portò a casa uno dei suoi tre oscar con una performance di make up artist certosina. Terzo, e ovviamente più importante, una regia intelligente e tesissima che nasconde e insegue con piglio morboso l'oggetto delle paure dei protagonisti. Sette, un cast affiatatissimo che, complice l'ottima sceneggiatura, regala una sorta di pièce teatrale. Spiccano su tutti Sigourney Weaver, nel ruolo che regalò a lei notorietà internazionale ed al cinema una sorta di rivoluzione sessuale fantascientifica, e l'algido Ian Holm. Elegante e sontuoso nelle ambientazioni, è stato a volte descritto come una "casa dei fantasmi nello spazio", e la definizione calza, per quanto certa critica si ostini a relegarlo ad un ruolo banalmente commerciale. Innumerevoli le scene da antologia, la più famosa delle quali è senz'altro la leggendaria nascita del chestburster dal petto del sofferente John Hurt. La tensione non cala neppure per un istante, costruita com'è su fondamenta granitiche e ragionatissime. Alien può a ben diritto pretendere di essere considerato la più importante rivoluzione del fantahorror, il film di genere dalla più alta valenza artistica, anche pittorica, e una delle pellicole più stranianti, claustrofobiche e inquietanti della decade. E scusate se è poco.
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(di kondor17)
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