brando fioravanti
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venerdì 20 aprile 2012
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barry lindon
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Un uomo di basso rango si farà strada nella società fino ad arrivare a sposare una contessa. Nonostante le sue riuscite sociali ed economiche manterrà un comportamento meschino. Alla fine dovrà scontrarsi col figlio della contessa che vuole vendicarsi dei torti subiti. Lo ferirà gravemente e gli sottraerà tutti i beni in suo possesso. I soldi non fanno un signore. Kubrik vede un certo pessimismo sul comportamento umano. Scenografie bellissime e colonna sonora da far accapponare la pelle.
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armilio
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giovedì 5 aprile 2012
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un film storico, un film sull'uomo
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Il fascino di questo film si trova probabilmente nel contrasto tra lo splendore delle immagini e il tono cupo delle vicende. Infatti il film può essere analizzato su 3 livelli: il primo, il più semplice, è quello della splendida ricostruzione storica di un regista maestro dei particolari, con tutta la magnificenza di colori e stoffe dell'epoca; il secondo è sempre storico, ma riguarda la società del settecento: che nasconde avidità, invidia, gelosia, classismo, dietro a manti di cipria e buone maniere; il terzo è quello più legato al lato personale di Kubrick, alla sua visione dell'uomo: Redmond Barry, dopo tutto il suo peregrinare, finisce per ritornare al punto di partenza, avendo perso nel frattempo tutti i suoi valori morali nel tentativo di barattarli con una migliore posizione sociale.
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Il fascino di questo film si trova probabilmente nel contrasto tra lo splendore delle immagini e il tono cupo delle vicende. Infatti il film può essere analizzato su 3 livelli: il primo, il più semplice, è quello della splendida ricostruzione storica di un regista maestro dei particolari, con tutta la magnificenza di colori e stoffe dell'epoca; il secondo è sempre storico, ma riguarda la società del settecento: che nasconde avidità, invidia, gelosia, classismo, dietro a manti di cipria e buone maniere; il terzo è quello più legato al lato personale di Kubrick, alla sua visione dell'uomo: Redmond Barry, dopo tutto il suo peregrinare, finisce per ritornare al punto di partenza, avendo perso nel frattempo tutti i suoi valori morali nel tentativo di barattarli con una migliore posizione sociale. Ne viene fuori l'immagine di un uomo mai completamente padrone del proprio destino, un affresco di personaggi che si muovono e si scontrano alla sola ricerca dei propri interessi: e non per freddezza, ma perchè fa parte della natura della nostra specie. Ma la Storia, e il suo scorrere degli eventi, sembrano guardare con sadico divertimento a tutto questo affannarsi, con un distacco che solo Kubrick riesce ad imprimere sulla pellicola.
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[+] amara opera sulla storia e le capacità dell’uomo
(di antonio montefalcone)
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paolo 67
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mercoledì 16 novembre 2011
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il film che ha ridato al '700 il suo peso storico
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Se si cerca un diverimento spensierato, questo non è il film (ma quale di Kubrick lo è?). Una messa da morto, la più grande che sia stata fatta nel cinema. Metafora della vita dell'uomo, è il più bel film da un punto di vista fotografico che sia stato fatto, in cui Kubrick fa vivere la pittura del Settecento non soltanto ricreata fedelmente con l'ausilio di obiettivi speciali della NASA ma compresa nel profondo (come confermò in una entusiasta intervista il più grande critico d'arte italiano Federico Zeri): dietro la facciata del perbenismo e della raffinata cultura, la crudeltà di una società avida e classista, in cui l'avventuriero viene presto emarginato e distrutto.
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Se si cerca un diverimento spensierato, questo non è il film (ma quale di Kubrick lo è?). Una messa da morto, la più grande che sia stata fatta nel cinema. Metafora della vita dell'uomo, è il più bel film da un punto di vista fotografico che sia stato fatto, in cui Kubrick fa vivere la pittura del Settecento non soltanto ricreata fedelmente con l'ausilio di obiettivi speciali della NASA ma compresa nel profondo (come confermò in una entusiasta intervista il più grande critico d'arte italiano Federico Zeri): dietro la facciata del perbenismo e della raffinata cultura, la crudeltà di una società avida e classista, in cui l'avventuriero viene presto emarginato e distrutto. La fotografia spinta al massimo delle sue possibilità dà un senso di morte, e morti (come sottolinea l'ironico poscritto preso dal romanzo alla fine del film) sono quelli che vediamo, come colti da un lontano e potente cannocchiale dopo un viaggio di trecento anni della luce. Ebbe 7 candidature e 4 Oscar (il primo meritatissimo per lo scenografo Ken Adam, John Alcott per la fotografia, Milena Canonero per i costumi e Leonard Rosenmann per l'adattamento musicale).
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cosimuzzo
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giovedì 2 giugno 2011
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l'inevitabilità del destino
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Visionare Barry Lyndon è come andare a scuola di cinema, la storia, i personaggi, sono solo un pretesto per esprimere le massime potenzialità della settima arte. Se fossi un regista debuttante e mi affacciassi sul mondo del cinema adesso, nel momento in cui scrivo, non c'è dubbio che prenderei questo film come modello di assoluta bellezza e perfezione. I grandi registi come Stanley imprimono al racconto una morale che è più impostante della storia stessa, senza di essa il film non avrebbe senso. L'avventura picaresca di Barry è un pretesto per descrivere la società del tempo, un analisi delle varie classi sociali di metà 700, che il protagonista ha la fortuna di incontrare durante la sua scalata alle vette più alte della società, il tutto arricchito da interpreti straordinari, la scenografia che pare un quadro dipinto e la voce beffarda del narratore, che arricchisce e da corpo al racconto.
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Visionare Barry Lyndon è come andare a scuola di cinema, la storia, i personaggi, sono solo un pretesto per esprimere le massime potenzialità della settima arte. Se fossi un regista debuttante e mi affacciassi sul mondo del cinema adesso, nel momento in cui scrivo, non c'è dubbio che prenderei questo film come modello di assoluta bellezza e perfezione. I grandi registi come Stanley imprimono al racconto una morale che è più impostante della storia stessa, senza di essa il film non avrebbe senso. L'avventura picaresca di Barry è un pretesto per descrivere la società del tempo, un analisi delle varie classi sociali di metà 700, che il protagonista ha la fortuna di incontrare durante la sua scalata alle vette più alte della società, il tutto arricchito da interpreti straordinari, la scenografia che pare un quadro dipinto e la voce beffarda del narratore, che arricchisce e da corpo al racconto. Alla fin dei conti il protagonista della storia non è Barry, ma è altresì il destino che con la sua ineluttabilità decide le sorti del protagonista, la sua fortuna e la sua sfortuna. Come nel romanzo i Malavoglia di Verga dove i personaggi sono soggetti all'inevitabilità del destino causato dall'imprevedibilità della natura, così Barry è soggetto al mutevolezza della società e, come i personaggi del suddetto romanzo, non può far altro che assecondare la sua fortuna o la sua sfortuna come se non fosse realmente lui l'artefice del suo destino.
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anna cinzia
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martedì 12 aprile 2011
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una magnifica raffigurazione del settecento
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Film affascinante per la fotografia, la colonna sonora, la rappresentazione di una società priva di scrupoli e di valori morali.
Ornella
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anna cinzia
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martedì 12 aprile 2011
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un magnifico affresco del settecento
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Ho trovato il film affascinante fin dalla prima volta che l'ho visto (e ora sono già a quota 6), sia per la colonna sonora, sia per la luce di certe immagini, sia per la raffigurazione di una società priva quasi del tutto di valori morali( che travolge il protagonista,all'inizio ingenuo e capace di provare scrupoli). Il grande Kubrick , attraverso l'amara parabola della vita di Barry, ci comunica la sua visione pessimistica dell'uomo.
Ornella
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anna cinzia
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martedì 12 aprile 2011
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un ritratto magnifico del settecento
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La parabola della vita di Barry Lindon si fonde mirabilmente ai vizi di un ambiente moralmente degradato. dove non c'è quasi mai spazio per la pietà, l'amore, la comprensione. Ne emerge una visione pessimistica dell'uomo e della società. Le musiche, scelte con cura e intelligenza da Kubrick, sono un'autentica antologia di brani veramente belli, un omaggio al Settecento e ai canti popolari irlandesi.
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catullo
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giovedì 17 febbraio 2011
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le candele di kubrick
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Non so se sia vero ma ho letto da qualche parte che Fellini che stava girando il suo "Casanova"ovviamente ambientato nel 700 e Kubrick il suo "Barry Lyndon" si consultarono sui trucchi scenografici più adatti per l'ambientazione di quell'epoca. Certo il confronto tra i due capolavori essendo notevolmente dissimili è piuttosto problematico sopratutto per il fatto che il 700 di Fellini è fantastico e riflette la personalità visionaria del maestro mentre il "Barry Lyndon" è una mostra di quadri d'epoca. Ciò che colpisce di questo film è l'eleganza e la raffinatezza con cui Kubrick ci racconta questo romanzo espressa da una fotografia di rara bellezza e da una scenografia costruita con un rigore maniacale.
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Non so se sia vero ma ho letto da qualche parte che Fellini che stava girando il suo "Casanova"ovviamente ambientato nel 700 e Kubrick il suo "Barry Lyndon" si consultarono sui trucchi scenografici più adatti per l'ambientazione di quell'epoca. Certo il confronto tra i due capolavori essendo notevolmente dissimili è piuttosto problematico sopratutto per il fatto che il 700 di Fellini è fantastico e riflette la personalità visionaria del maestro mentre il "Barry Lyndon" è una mostra di quadri d'epoca. Ciò che colpisce di questo film è l'eleganza e la raffinatezza con cui Kubrick ci racconta questo romanzo espressa da una fotografia di rara bellezza e da una scenografia costruita con un rigore maniacale. Non v'è personaggio in questo film che non rimanga impresso nella mente poichè ognuno di questi sembra uscito così com'era probabilmente immaginato dall'autore del libro stesso e la scelta della colonna sonora di eccezionale bellezza non è nient'altro che la ciliegina sul capolavoro. Basterebbe osservare con grande attenzione la scena finale del duello tra Lyndon e lord Bullington,ogni movimento preparatorio del duello,l'enorme tensione che si tocca con mano e sottolineata dal bellissimo pezzo di handel,la formalità precisa dei testimoni e la drammaticità e il cinismo di lord Bullington e della dua vendetta,un pezzo di grande cinema come ogni scena di questo grandioso film illuminato dalla luce delle sole candele.
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weach
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domenica 13 febbraio 2011
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alcune curiosità su barry lyndon
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Curiosità su Barry Lyndon
Dopo il terribile flop del film Waterloo di Sergei Federorovich Bondarchuk,”un angelo protettore “ consigliò a Stanley Kubrick di rinunciare al suo progetto suntuoso "Napoleon" , da tempo nel cassetto ed intraprendere un percorso cinematografico collaterale.
Quando gli passò nelle mani il manoscritto romanzato di Willem Makepeace Thackeray “Le memorie di Barry Lyndon” decise di leggerle e rileggerlo, approfondirlo e ,presto, pensò ad una prima impostazione della sceneggiatura anche comprendendo come in questa sceneggiatura avrebbe potuto utilizzare proficuamente tutto il suo lavoro preparatorio di Napolen.
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Curiosità su Barry Lyndon
Dopo il terribile flop del film Waterloo di Sergei Federorovich Bondarchuk,”un angelo protettore “ consigliò a Stanley Kubrick di rinunciare al suo progetto suntuoso "Napoleon" , da tempo nel cassetto ed intraprendere un percorso cinematografico collaterale.
Quando gli passò nelle mani il manoscritto romanzato di Willem Makepeace Thackeray “Le memorie di Barry Lyndon” decise di leggerle e rileggerlo, approfondirlo e ,presto, pensò ad una prima impostazione della sceneggiatura anche comprendendo come in questa sceneggiatura avrebbe potuto utilizzare proficuamente tutto il suo lavoro preparatorio di Napolen.
Stanley Kubrick dice in proposito”mi ha sempre attirato la lettura di un film in cui il destino di un protagonista è già inciso nel primo fotogramma , non ne avevo ancora fatti, quindi questa fu l’occasione migliore “
Kubrick riferisce di non aver scelto questo romanzo a casa, ma solo dopo aver avuto nella sua libreria per anni tutte le opere di Thackeray,; riferisce il regista di aver presto amati i personaggi del romanzo e di aver capito rapidamente come avrebbe potuto realizzare la trasposizione cinematografica senza far perdere al libro nulla del suo impatto narrativo.
Il regista Stanley Kubrick asserì” Barry Lyndon offriva l’opportunità di fare una delle cose che il cinema può fare meglio di qualunque forma d’arte ;presentare cioè una vicenda a sfondo storico .La descrizione non è una di quelle cose nei quali i romanzi riescono meglio, però è quello nei quali in cui i film riescono senza sforzo, almeno rispetto allo sforzo che viene richiesto al pubblico “
È stato poi tutto così ineccepibile ,in questa opera cinematografica quasi biblica?
Se vogliamo la debolezza del film sta nella mancanza “ di un contenuto implicito che di solito rende condivisibile le opera del grande ed unico Stanley Kubrick .
Qualcun ha detti del grande maestro che è stato immenso perché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica;che quando la musica cominciò a diventare centrale nella sua produzione e viaggiare insieme alle immagini questa scelta fu il mezzo che consentì a al regista di accedere al “Paradiso”e finalmente le immagini, forma , compenetrate da un afflato universale cominciarono ad assorbire nuova forza nella reciproca sincronicità e risonanza.
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Senza dubbio nel nostro film Stanley Kubrich mette in mostra tutto il suo mestiere proverbiale ,la conoscenza della fotografia senza rivali; tecniche di inquadratura innovative, ambientazioni molto fedeli e pittoriche…ma purtroppo, devo dire che questo film ha “un ‘anima poco definita” .
In questa opera però lo scambio energetico fra musica ed immagini non ha funzionato a dovere.
Eppure le musiche associare al XVIII° secolo con autori come Schubert rielaborate da Rosenman Leonard; autori come Hàndel , brani di Musica Popolare Irlandese erano di alto profilo ma per un quid inspiegabile il sodalizio non ha “magnificato”.
Barry Lyndon è un film un poco barocco, dove riappare quella visone del regista negativa di un uomo conflittuale , senza un cuore , poco propenso a capire il senso più profondo che si percepisce da una armonica condivisione.
Mentre sto per salutarvi, mi appare “nel mio immaginario “ , la figura di questo”grande e misterioso genio “ svolazzante sul set, con il suo piglio autoritario ,imponendo i suoi convincimenti ,con in mano un obiettivo Zeiss che sonda il cielo per carpire “il refluo di Dio “che sembra invitarci a partecipare al suo sogno creativo .
Opera da vedere assolutamente per il tecnicismo esasperato e per la ricerca di una perfezione schiacciata dall’infelicità dell’ uomo.
Grazie
con rispetto
weach illuminati
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