rambo
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giovedì 31 maggio 2001
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la nascita del kolossal moderno
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Anni '50 in America. L' ormai anziano boss mafioso Vito Corleone (Brando) vuole farsi da parte per lasciare tutto al figlio Sonny (Caan). Il suo rifiuto allo smercio della droga causa però una cruenta guerra tra clan e per il secondo figlio Michael (Pacino) sarà impossibile non essere coinvolto.
Il più famoso film sulla mafia siciliana in America, una imponente saga famigliare violenta e tragica, eccezionale punto di contatto tra le esigenze spettacolari hollywoodiane e le pretese stilistiche del suo ambizioso autore. Uno dei più grandi successi di pubblico e critica nel cinema di tutti i tempi grazie anche al carisma del suo ricchissimo cast, a una fotografia notturna da film noir, ai bellissimi interni di Tavoularis e alle molte scene indimenticabili (l’ attentato serale a Brando, l’ omicidio di “iniziazione” di Pacino al ristorante, il virtuosistico inizio con la festa matrimoniale all’ esterno e i sotterfugi criminali all’ interno, la morte violenta dell’ irragionevole Caan, il celebre finale col battesimo alternato agli omicidi che sanciscono il potere del nuovo “padrino”).
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Anni '50 in America. L' ormai anziano boss mafioso Vito Corleone (Brando) vuole farsi da parte per lasciare tutto al figlio Sonny (Caan). Il suo rifiuto allo smercio della droga causa però una cruenta guerra tra clan e per il secondo figlio Michael (Pacino) sarà impossibile non essere coinvolto.
Il più famoso film sulla mafia siciliana in America, una imponente saga famigliare violenta e tragica, eccezionale punto di contatto tra le esigenze spettacolari hollywoodiane e le pretese stilistiche del suo ambizioso autore. Uno dei più grandi successi di pubblico e critica nel cinema di tutti i tempi grazie anche al carisma del suo ricchissimo cast, a una fotografia notturna da film noir, ai bellissimi interni di Tavoularis e alle molte scene indimenticabili (l’ attentato serale a Brando, l’ omicidio di “iniziazione” di Pacino al ristorante, il virtuosistico inizio con la festa matrimoniale all’ esterno e i sotterfugi criminali all’ interno, la morte violenta dell’ irragionevole Caan, il celebre finale col battesimo alternato agli omicidi che sanciscono il potere del nuovo “padrino”). Il seguito, uscito due anni dopo è, se possibile, ancora più bello. Nel 1990, invece, la parte III.
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andrea castello
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venerdì 22 gennaio 2010
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il padrino parte i
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Don Vito è il capostipite della famiglia Corleone la quale, grazie al racket, diviene una delle più importanti organizzazioni criminali di New York. I guai iniziano quando i Corleone rifiutano un'offerta nel business della droga da parte de "il Turco" (affiliato alla famiglia rivale Tartaglia).Primo capitolo di una delle trilogie più famosa della storia del cinema. Il successo di questa pellicola non è dovuto solo alla storia intrecciata e avvincente ma sopratutto dalla straordinaria rosa di attori che si avvicendano. Al Pacino, all'epoca attore semisconosciuto, diviene una star grazie alla sua interpretazione. Marlon Brando, invece, si consacra una delle stelle più luminose del firmamento di Hollywood, che per il ruolo di Don Vito ottienere per la seconda volta l'Oscar come migliore attore protagonista.
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Don Vito è il capostipite della famiglia Corleone la quale, grazie al racket, diviene una delle più importanti organizzazioni criminali di New York. I guai iniziano quando i Corleone rifiutano un'offerta nel business della droga da parte de "il Turco" (affiliato alla famiglia rivale Tartaglia).Primo capitolo di una delle trilogie più famosa della storia del cinema. Il successo di questa pellicola non è dovuto solo alla storia intrecciata e avvincente ma sopratutto dalla straordinaria rosa di attori che si avvicendano. Al Pacino, all'epoca attore semisconosciuto, diviene una star grazie alla sua interpretazione. Marlon Brando, invece, si consacra una delle stelle più luminose del firmamento di Hollywood, che per il ruolo di Don Vito ottienere per la seconda volta l'Oscar come migliore attore protagonista. Il film ha come tema principale "la famiglia" intesa sia come organizzazione criminale (il rispetto, la fedeltà, l'onore) sia come legame di parentela. I rapporti tra i cinque fratelli Corleone sono ben sviluppati ed interpretati: James Caan è l'istitivo e violento Santino (Sonny) che farebbe di tutto per proteggere la famiglia; John Cazale è l'ingenuo Alfredo (Fredo) il quale cerca di farsi largo all'interno della organizzazione con scarsi risultati; Talia Shire è l'unica figlia Costanzia (Connie); Robert Duvall nei panni dell'avvocato Tom Hagen (figlio adottivo di origini non italiane) ormai così integrato nella famiglia che, oltre a ricoprire il ruolo di consigliere del Padrino, viene considerato dagli altri figli di Don Vito un fratello carnale; Al Pacino è Michele (Michael), il più giovane, decorato di guerra, che si trova suo malgrado invischiato negli affari della famiglia. La regia magistrale di Coppola segue tutta la vicenda con passione. L'uso della macchina da presa è dosato sapientemente mantenendo un certo distacco dai personaggi senza però (s)cadere nell'oggettività documentaristica. La fotografia è curata in modo tale che divide la vita dei protagonisti. I caldi chiaro scuri delle occulte attività criminali si contrappongono con le colorate e luminose azioni di vita quotidiana (da notare che riusciamo a vedere la totalità del volto del padrino solo dopo che esce dal suo studio dove organizza i suoi loschi affari). L'amore per la famiglia non solo traspare nelle azioni dei personaggi ma è anche il sentimento che spinge Coppola a strizzare l'occhio alle sue origini italiane mettendo in scena coloriti siparietti senza cadere nel grottesco. Queste note di folclore italiano purtroppo sono stereotipi degli emigrati italiani in America, si noti la spensieratezza durante l'affollatissimo banchetto nuziale di Connie quando tutti ebbri cantano e ballano una tarantella oppure quando Clemenza svela i trucchi per fare il sugo all'italiana da manuale (durante la guerra tra le famiglie). Questi episodi smorzano comunque la tensione e la drammaticità che permea per quasi tutto il film. Storica ormai è la colonna sonora di Nino Rota che, con sonorità del mezzogiorno italico, descrive al meglio non solo il protagonista ma tutto il film. La melodia del tema principale è sorniona, solenne e incisiva quel tanto che basta da rimanere, indelebilmente, nella memoria del pubblico. Uno dei film più riusciti del periodo della "New Hollywood", dove i film di Coppola e Scorsese dominavano su tutti. Un film questo che ormai è entrato nell'immaginario collettivo, martoriato dalla critica dell'epoca, oggi invece celebrato come un classico.
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biso 93
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venerdì 4 novembre 2016
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un cult ricco di fascino
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Il Padrino e' un film del 1971 diretto da Francis Ford Coppola, tratto dal romanzo di Mario Puzo. Il Padrino e' considerato uno dei film piu' bella nella storia del cinema e per quanto ci si possa sforzare, e' difficile andare contro questa etichetta. The Godfather e' un film corposo, ricco di personaggi dalla forte caratterizzazione e interpretati in modo eccelso. Questo ha reso possibile una credibilita' degli eventi narrati molto marcata e che in qualche modo coinvolge lo spettatore per quasi 3 ore. Si perche' quello che rende questa pellicola leggendaria e' il suo innegabile fascino, costruito attraverso una minuziosa ricerca culturale e sociale degli italoamericani, i quali sono stati chiamati a comporre gran parte del cast.
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Il Padrino e' un film del 1971 diretto da Francis Ford Coppola, tratto dal romanzo di Mario Puzo. Il Padrino e' considerato uno dei film piu' bella nella storia del cinema e per quanto ci si possa sforzare, e' difficile andare contro questa etichetta. The Godfather e' un film corposo, ricco di personaggi dalla forte caratterizzazione e interpretati in modo eccelso. Questo ha reso possibile una credibilita' degli eventi narrati molto marcata e che in qualche modo coinvolge lo spettatore per quasi 3 ore. Si perche' quello che rende questa pellicola leggendaria e' il suo innegabile fascino, costruito attraverso una minuziosa ricerca culturale e sociale degli italoamericani, i quali sono stati chiamati a comporre gran parte del cast. Musiche evocative,esplosioni di violenza, interpretazioni superbe e grande introspezione dei personaggi fanno del Padrino un film pressoche' immortale. Nulla viene lasciato al caso, tutto viene raccontato e approfondito donando al film grande spessore sociale e culturale grazie anche ad un incredibile equilibrio nel mostrare l'attaccamento ai valori ed alla famiglia da una parte, la grande violenza dall'altra. Film come questo non se ne fanno piu', vedi Black Mass.
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alejazz
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lunedì 18 febbraio 2019
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un "must" del cinema internazionale
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New York anni '50 (secondo dopoguerra). L'America riscopre un periodo fiorente fatto da successi, boom economici e riprese dopo la cristi del '29 e i due conflitti mondiali. Ma tra un successo ed un altro, la criminalità organizzata proveniente dai più profondi latifondi siciliani viene importata nel Nuovo Continente. Don Vito Corleone (Marlon Brando) è a capo di una numerosa famiglia composta non solo dalla moglie e dai suoi 4 figli (3 maschi, Sonny, Michael e Fredo e 1 femmina, Conny) ma anche da altri membri "acquisiti" come Tom e Clemenza.
Nella prima parte "Il padrino" narra le vicende della potenza dei Corleone, dell'assassinio (mancato) di Don Vito e quindi dell'ascesa di Michael per rivendicare il tentativo di far fuori il padre (che tra l'altro è oramai anziano e avanti con l'età).
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New York anni '50 (secondo dopoguerra). L'America riscopre un periodo fiorente fatto da successi, boom economici e riprese dopo la cristi del '29 e i due conflitti mondiali. Ma tra un successo ed un altro, la criminalità organizzata proveniente dai più profondi latifondi siciliani viene importata nel Nuovo Continente. Don Vito Corleone (Marlon Brando) è a capo di una numerosa famiglia composta non solo dalla moglie e dai suoi 4 figli (3 maschi, Sonny, Michael e Fredo e 1 femmina, Conny) ma anche da altri membri "acquisiti" come Tom e Clemenza.
Nella prima parte "Il padrino" narra le vicende della potenza dei Corleone, dell'assassinio (mancato) di Don Vito e quindi dell'ascesa di Michael per rivendicare il tentativo di far fuori il padre (che tra l'altro è oramai anziano e avanti con l'età).
Il Padrino è un film appartenente al ceppo gangster dove le sparatorie e le acciuffatine si susseguono una dietro l'altra. Ha però una particolarità: attira un pubblico variegato che non necessariamente ama questo genere. Il segreto sta proprio nella bravura di Coppola ad aver progettato una trama intrigante rifacendosi all'omonimo romanzo di Puzo; ma il noto successo è dato anche dalla strepitosa bravura e interpretazione di alcuni pilastri fondamentali del cinema internazionale come Marlon Brando, Al Pacino e Caan (Impressionante lo sguardo penetrante di Al Pacino).
Non c'è da stupirsi se una pellicola ben tenuta, che regge a dei ritmi forti e sostenuti, guidata da un cast d'eccezione, sia riuscito ad aggiudicarsi diversi premi Oscar tra cui miglior film , miglior sceneggiatura e migliore attore.
In conlusione....
Consigliato?? Sì, assolutamente e rivolto a un pubblico +14
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noia1
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lunedì 24 giugno 2019
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l’amore (per la famiglia) ai tempi della mala.
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Le vicende della famiglia Corleone: gli usi mafiosi nell’affresco delle mille vicende umane che fanno da fulcro.
Il talento di Francis Ford Coppola ora come ora è risaputo, certo che ai tempi – pur già con una certa esperienza alle spalle – deve aver colpito forte e ben in fondo un po’ a tutti con quest’opera. Un’opera al cardiopalma dove sì spesso il ritmo è scandito da tempi tesissimi e prolungati ma dove, anche, la trama non dà respiro nel susseguirsi degli eventi, un po’ come un’esperienza sulle montagne russe, piena di ribaltamenti senza limiti: che sia il tirare la corda fino al colpo di scena, che in cinque minuti cambia le carte in tavola, o che sia l’azzardarsi di mostrare la violenza fino all’insopportabile; non ci sono proprio limiti.
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Le vicende della famiglia Corleone: gli usi mafiosi nell’affresco delle mille vicende umane che fanno da fulcro.
Il talento di Francis Ford Coppola ora come ora è risaputo, certo che ai tempi – pur già con una certa esperienza alle spalle – deve aver colpito forte e ben in fondo un po’ a tutti con quest’opera. Un’opera al cardiopalma dove sì spesso il ritmo è scandito da tempi tesissimi e prolungati ma dove, anche, la trama non dà respiro nel susseguirsi degli eventi, un po’ come un’esperienza sulle montagne russe, piena di ribaltamenti senza limiti: che sia il tirare la corda fino al colpo di scena, che in cinque minuti cambia le carte in tavola, o che sia l’azzardarsi di mostrare la violenza fino all’insopportabile; non ci sono proprio limiti. Questi soggetti loschi e feroci come pochi ci si aspetterebbe di vederli con la bava alla bocca, furibondi per la sete di sangue, ne “Il Padrino” invece sono sempre a capo chino, solennemente combattuti tra il cieco amore per la propria famiglia e la fredda spietatezza di dialoghi incentrati su come ammazzare il Pinco Pallino di turno, dialoghi durante incontri che iniziano tra pacche sulle spalle e che spesso finiscono con un massacro. Soggetti loschi tutt’altro che ortodossi, sottomessi a regole personalissime, ammazzano la gente dopo aver preso i pasticcini come fosse una delle tante azioni componenti la normale quotidianità, persone che nelle loro fastose stanze stanno come stanno i vampiri delle favole: sempre in penombra, in un inquietante religioso silenzio.
“Il Padrino” è considerato uno dei film più belli della storia, ma cos’ha in più rispetto a tanti altri che trattano gli stessi temi? Quando nomini Coppola c’è poco da chiedersi dato che non butta via un’inquadratura; le scene epiche – entrate nell’immaginario collettivo in maniera preponderante – parlano da sole; già queste due cose basterebbero a giustificarne il successo, eppure questo film fa anche di più: mostra la persona praticamente nuda. Tra soldi ed assassinii c’è il padre pacato; i fratelli (quello ribelle, quello distaccato, quello fedele e quello scemo); la sorella, donna maltrattata dal marito; ed i vari personaggi che entrano in affari con i Corleone, dall’accondiscendente all’orgoglioso, dal debole al traditore. Una descrizione che va quasi oltre la rappresentazione della società, la deviata società mafiosa forse più vicina a noi di quanto non crediamo dal punto di vista umano, la rappresentazione che si vuole fare punta più in fondo, quasi fosse l’uomo stesso quello che il regista aveva in mente di rappresentare. Morti e drammi a mettere insieme i pezzi di una famiglia intera per una storia che vuole raccontare molto di più, vuole andare in fondo grazie ad attori di sicuro ben diretti (che poi nel tempo han saputo inoltre riconfermare più volte le loro capacità) ma anche accompagnati da quei toni da tragedia greca, toni forse più utili allo spettatore che alla qualità stessa della pellicola, un invito a cercar di capire quell’analisi profonda dell’uomo che stava nelle intenzioni del regista; ecco cos’è a parer mio questo film.
Una storia comunque onesta, il regista non sbaglia una scelta per quanto riguarda la messa in scena soprattutto in certe scelte molto (giustamente) fastidiose, sì perché se la vicenda umana è forte e se l’affresco è solenne, comunque si stanno trattando temi di malavita; per cui quando si muore lo si fa veramente e come dei cani per di più – che siano i buoni o i cattivi, quello figo o il pezzente – chi muore lo fa sempre e comunque come un cane: questa dissacrazione dell’antieroe, assieme alle musiche a dir poco epiche e a tratti inquietanti, rendono questa un’opera impeccabile.
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fabio 3121
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domenica 28 febbraio 2021
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michael succede al padrino a capo della "famiglia"
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il film è l'adattamento cinematografico del romanzo "Il Padrino" di Mario Puzo qui coosceneggiatore insieme al regista Francis Ford Coppola. La storia è ambientata a New York nel 1945 ed inizia con una grande festa nella villa di Don Vito Corleone "il Padrino" (Marlon Brando) per il matrimonio della figlia Connie. Il Padrino, che concede la sua amicizia a tutti coloro che gli chiedono favori in cambio di riconoscenza assoluta, è a capo di una delle famiglie malavitose di italo/americani che fanno affari illegali soprattutto nel campo delle scommesse clandestine. Don Vito ha 3 figli maschi naturali: Santino (James Caan), Fredo e Michael (Al Pacino) più un figlio adottivo Tom Hagen (Robert Duvall) suo avvocato consigliere.
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il film è l'adattamento cinematografico del romanzo "Il Padrino" di Mario Puzo qui coosceneggiatore insieme al regista Francis Ford Coppola. La storia è ambientata a New York nel 1945 ed inizia con una grande festa nella villa di Don Vito Corleone "il Padrino" (Marlon Brando) per il matrimonio della figlia Connie. Il Padrino, che concede la sua amicizia a tutti coloro che gli chiedono favori in cambio di riconoscenza assoluta, è a capo di una delle famiglie malavitose di italo/americani che fanno affari illegali soprattutto nel campo delle scommesse clandestine. Don Vito ha 3 figli maschi naturali: Santino (James Caan), Fredo e Michael (Al Pacino) più un figlio adottivo Tom Hagen (Robert Duvall) suo avvocato consigliere. Dopo aver rifiutato di entrare in un grosso affare di droga con Sollazzo, affiliato alla famiglia Tartaglia, Don Vito è vittima di un un attentato ma resta gravemente ferito e, dopo una lunga degenza in ospedale, torna a casa. Michael decide di vendicare il padre uccidendo in un ristorante Sollazzo e il capo della polizia corrotto dopodiché si rifugia in Sicilia a Corleone dove si sposa con la giovane Apollonia. Dopo la morte si quest'ultima in un un'attentato e la morte di Santino in un imboscata, Michael ritorna a New York, sposa la sua precedente fidanzata Kay, e dopo la morte per infarto di Don Vito gli succede diventando il nuovo Padrino della famiglia Corleone. La pellicola dura 3 ore ma la sceneggiatura è talmente ricca di situazioni emozionanti che coinvolgono pienamente lo spettatore senza un attimo di pausa. Ottimi sono i dialoghi cosi come la scenografia e la fotografia della pellicola che si avvale di una colonna sonora diventata oramai un "cult". La regia è magistrale, sia con diversi lunghi piani sequenza che con dei primi piani degli attori, anche secondari, che danno grande intensità nelle loro interpretazioni, oltre alle realistiche scene d'azione dei vari attentati. Se per Marlon Brando si trattava di una conferma della sua bravura aumentata dalla caratterizzazione del viso un pò gonfio e dalla voce bassa e pacata tipica di un boss, la vera rivelazione del film risulta la prova di Alfredo "Al" Pacino, giovane attore sconosciuto alle case di produzioni cinematografiche ma che il regista volle a tutti costi, preferendolo ad attori già famosi, per il suo volto di italo/americano essendo realmente figlio di un italiano siciliano emigrato negli Stati Uniti. Il successo imprevisto del film con record di incassi, 3 premi Oscar, darà vita a 2 successivi sequel. Si tratta di un capolavoro del cinema mondiale che va visto, rivisto e consigliato alle nuove generazioni. Voto: 10/10.
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nathan
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domenica 11 febbraio 2007
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epico e passionale come la prova di pacino
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Capolavoro del cinema,però secondo me è più lontano dal rappresentare la realtà della mafia rispetto alla seconda e terza parte della saga.
Vedendo "Il padrino" sembra piuttosto di guardare un film western traposto ai giorni nostri.Naturalmente la prospettiva non è dalla parte dei "buoni",ma da quella dei "cattivi",e la storia della famiglia Corleone si colora subito di una tragicità epica.Però rispetto per esempio a "Quei bravi ragazzi",la differenza si nota subito;il film di Scorsese è un film sulla mafia,questo è un ritratto epico.
Con ciò non voglio togliere valore al capolavoro di Coppola,anzi...il film è un classico,avvincente,avventuroso,violento,passionale,e soprattutto "italiano",come italiana è la passione di Sonny e la tradizione di Don Vito.
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Capolavoro del cinema,però secondo me è più lontano dal rappresentare la realtà della mafia rispetto alla seconda e terza parte della saga.
Vedendo "Il padrino" sembra piuttosto di guardare un film western traposto ai giorni nostri.Naturalmente la prospettiva non è dalla parte dei "buoni",ma da quella dei "cattivi",e la storia della famiglia Corleone si colora subito di una tragicità epica.Però rispetto per esempio a "Quei bravi ragazzi",la differenza si nota subito;il film di Scorsese è un film sulla mafia,questo è un ritratto epico.
Con ciò non voglio togliere valore al capolavoro di Coppola,anzi...il film è un classico,avvincente,avventuroso,violento,passionale,e soprattutto "italiano",come italiana è la passione di Sonny e la tradizione di Don Vito.Pertanto il film resta un capolavoro,la musica di Nino Rota ci accompagna all'interno della famiglia Corleone in modo tale da rimanerne sinceramente coinvolti ed appassionati.
Ottimi i personaggi secondari,come Sollozzo,Tom Hagen e Don Vito...
Sì,perchè per me il protagonista assoluto del padrino è Micheal,e questo grazie all'ottima interpretazione del grande Pacino.
Per fare un esempio,l'intensità emotiva con cui Pacino affronta la scena dell'omicidio al ristorante è qualcosa che non s'era mai visto prima d'allora in un attore.Grande Al!
Geniale anche la trovata del battesimo,in cui sacro e profano si mescolano magistralmente.
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[+] non è del tutto giusto
(di reigan85)
[ - ] non è del tutto giusto
[+] grosso errore
(di tesarius)
[ - ] grosso errore
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