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L’Italia non cambia mai e la proposizione cinematografia della vera storia di Gino Ginolimoni, un fotografo romano arrestato durante il regime fascista con l’infamante accusa di essere un mostro, uccisore seriale di bambine. Il regista Damiano Damiani assicura la qualità della ricostruzione storica e la classe di Nino Manfredi che interpreta Girolimoni completa il quadro. Il film è, ma non potrebbe essere diversamente, un duro atto d’accusa contro il regime fascista, colpevole, oltre di aver perpetrato un gravissimo errore giudiziario, di aver ordinato un inquietante silenzio sull’errore stesso. E sullo sfondo l’opinione pubblica sempre alla ricerca dell’ennesimo nemico da lapidare. In realtà poco è cambiato, da Girolimoni a detenuto in attesa di giudizio ad oggi cambia il colore, i nomi dei registi e degli attori, gli abiti, il mondo intorno. Ma la giustizia italiana rimane quella. Un buon film che tenta, comunque, di rendere una postuma giustizia ad un uomo devastato dalla cultura del sospetto di un Paese in attesa di dignità.
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