Fuoco di paglia

Elizabeth è insoddisfatta della propria vita e decide di abbandonare marito e figlio per costruire con le proprie forze una nuova esistenza. Ma la prima a farne le spese è proprio lei. L'indipendenza e la realizzazione infatti hanno un prezzo, quello delle spese processuali e un lavoro per poter ottenere la custodia del figlio. Ciò che Elizabeth chiede è di potersi esprimere, ma è costretta a scontrarsi contro il paradosso della contemporaneità: una democrazia che lascia alle donne solo un ruolo marginale. La contestazione, infatti, che tanto ha aiutato le donne sulla carta nell'ottenere la parità, non ha avuto la forza di cambiare la società dall'interno. Ha posto i problemi, ma non li ha risolti. Elizabeth si trova quindi costretta ad accettare lavori che non la rappresentano e non la valorizzano: guida turistica, commessa in un negozio di pellicce, segretaria per un gallerista d'arte, tra uomini, che la vedono come un oggetto sessuale e che credono l'indipendenza femminile un capriccio. L'unica soluzione che resta a Elizabeth, tra lacrime di sconfitta e rassegnazione, è quella di risposarsi per poter crescere il proprio bambino. E la sua ribellione svanisce in un fuoco di paglia, che non lascia spazio all'happy end. 