Luci d'inverno è sicuramente un film unico e straordinario per vari aspetti.
Innanzitutto ciò che colpisce maggiormente è lo stile:scenografia essenziale,ambientazioni cupe e arcane(tipiche dei film di Bergman,come ne "Il settimo sigillo",ma qui portate all'estremo),ambientazione in un remotissimo villaggio svedese,lunghi e profondi dialoghi come raramente si sono visti nella storia del cinema.
Per quanto riguarda le tematiche,uno spettatore che pensa non può non uscire dalla visione di questa pellicola con mille dubbi e con una profonda riflessione sul rapporto Dio-uomo. Il grande Bergman sembra voler utilizzare lil cinema come espediente per raccontare i nostri (e suoi) turbamenti d'animo alla disperata ricerca della Verità,di un punto di equilibrio in un mondo in cui è così dificile non essere assaliti dal nichilismo e dalla disperazione per un Dio che è così arduo cercare dentro e soprattutto fuori noi stessi. Questi sono i turbamenti che prova Tomas (un intenso Gunnar Bjornstrad) un pastore che,rimasto vedovo, è caduto in un baratro di dubbi e che,persa l'autentica sete di Dio dentro di lui, non riesce più a dare un senso alle sofferenze dell'esistenza. Egli si rinchiude in se stesso,quasi per fuggire dalla terribile ed inaccettabile realtà,nella quale non vede più nessun Dio ma solo un'angosciante silenzio e un'insostenibile solitudine del suo spirito. Neanche la tenerezza di Marta,maestra elementare che lo ama ciecamente, non sembra fargli capire che è proprio l'amore l'espressione più alta di Dio sulla Terra; lui quindi la rifiuta sempre più bruscamente,infastidito da tutte le cose "mondane" e incapace trovare la via per ri-trovare Dio e porre fine al suo "rifiuto del mondo".
Caduto sempre più nella diperazione dopo non essere stato in grado di aiutare Jonas,un pescatore con problemi psichici, (il quale si suiciderà) Tomas sembra ritrovare la speranza nelle parole dell'umile sacrestano Algot, che afferma che anche Cristo soffrì per "il silenzio di Dio" quando sulla croce disse:" Dio mio perchè mi hai abbandonato".
Il finale del film lascia un grandissimo dubbio:il pastore avrà ritrovato la fede,comprendendo il vero manifestarsi di Dio in mezzo a noi ed in noi oppure la chiesa vuota che Bergman ci mostra nella sequenza finale rappresenta ancora di più la sordità umana al richiamo di Dio?Ognuno di noi potrà dare la sua risposta in base alla propria vita;infatti, più che un film, Luci d'inverno è un vero e proprio itinerario nell'animo umano che il grande maestro Bergman ha magistralmente rappresentato in un'opera forse sottovaluata rispetto ai suoi capolavori più conosciuti ma non certo inferiore per il modo in cui riesce ad entrare indelebilmente nella mente e nello spirito di chi la guarda. In una parola: SUBLIME.
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