Luci d'inverno

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Un film di Ingmar Bergman. Con Max von Sydow, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Allan Edwall.
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Titolo originale Nattvardsgästerna. Drammatico, b/n durata 80 min. - Svezia 1961. MYMONETRO Luci d'inverno * * * * - valutazione media: 4,17 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
salvo mercoledì 7 marzo 2012
l'assenza di dio. Valutazione 5 stelle su cinque
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L'idea di “Luci d'inverno” venne a Bergman dopo aver visto il film di Bresson “Diario di un curato di campagna”. Ma l'idea primigenia la ebbe diversi anni prima, quando immaginò che un uomo entrasse d'inverno, in una chiesa isolata e deserta, si sedesse nei pressi dell'altare e rivolto al Cristo dicesse: "Resterò qua fino a quando non mi parlerai”. "Luci d'inverno” dispone di quattro personaggi centrali: il prete, la maestra, il pescatore, sua moglie. Il pescatore sa che i cinesi hanno una bomba atomica e che si sia accumulata una quantità spregevole di odio tra loro e il resto del mondo. L'uomo non può liberarsi di questo pensiero assillante. Si è come pietrificato nel guscio chiuso della sua paura. [+]

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avicenna martedì 27 marzo 2007
luci d'inverno Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

dopo un buon "come in uno specchio",bergman gira il secondo capitolo della trilogia dedicata al silenzio di Dio,suscitando buone impressioni dalla critica che lo ritiene il migliore dei tre.la certezza della esistenza di Dio evidenziata dalla presenza dell'amore,certezza ke era stata aquisita nel finale di come in uno specchio,ora è messa in dubbio dal protagonista del film(gunnar bjornstrand)che,dopo la perdita della moglie,non riesce più a trovare un significato alla propria esistenza.La parte migliore del film è sicuramente il finale che lascia in sospeso lo spettatore:il prete troverà dio acettando il suo silenzio come naturale nell'ordine delle cose o continuerà a crogiolarsi nel dolore di un esistenza senza senso?Grande film sotto tutti i punti di vista,bergman forse per la prima volta lascia che sia lo spettatore a concludere il film con la propria opinione personale,ennesimo tentativo bergmaniano di stimolazione alla ricerca filosofica.

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eugenio domenica 13 febbraio 2011
il silenzio di dio Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
38%

Film intenso,chirurgico e raggelato,”Luci di inverno”rappresenta una prova di autore del “cinema da camera” del regista Bergman. Siamo in una sperduta comunità all’estremità della Svezia: qui un pastore luterano, Tomas (Gunnar Bjornstrand), ha perso la fede in Dio,non sa consolare i fedeli parlando loro con distacco di argomenti divini e si interroga,senza fornire risposta, sul “silenzio di Dio”.Attorno a questa sorta di “uomo macchina” che officia messe sterili, si intrecciano altre storie: quelle dei coniugi Persson,dove Jonas (Max Von Sydow),il pater familias, è angosciato da quella vita che non sente piu’ sua, e che arriverà,scosso dalle parole del pastore a suicidarsi,della bella Marta (interpretata da Ingrid Thulin) che, in passato aveva avuto una relazione con il pastore e che è ancora innamorata di lui e che non si arrende all’abbandono e del sagrestano Algot, illuso conoscitore dei Vangeli. [+]

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lucaguar domenica 9 giugno 2013
la sofferenza umana alla ricerca della verità Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Luci d'inverno è sicuramente un film unico e straordinario per vari aspetti.
Innanzitutto ciò che colpisce maggiormente è lo stile:scenografia essenziale,ambientazioni cupe e arcane(tipiche dei film di Bergman,come ne "Il settimo sigillo",ma qui portate all'estremo),ambientazione in un remotissimo villaggio svedese,lunghi e profondi dialoghi come raramente si sono visti nella storia del cinema.
Per quanto riguarda le tematiche,uno spettatore che pensa non può non uscire dalla visione di questa pellicola con mille dubbi e con una profonda riflessione sul rapporto Dio-uomo. Il grande Bergman sembra voler utilizzare lil cinema come espediente per raccontare i nostri (e suoi) turbamenti d'animo alla disperata  ricerca della Verità,di un punto di equilibrio in un mondo in cui è così dificile non essere assaliti dal nichilismo e dalla disperazione per un Dio che è così arduo cercare dentro e soprattutto fuori noi stessi. [+]

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figliounico venerdì 10 marzo 2023
note a margine 60 anni dopo Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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Luci d’inverno 1963. Note a margine 2023.
La sceneggiatura. Come sempre Bergman stupisce ed ipnotizza per la bellezza e la profondità dei dialoghi.
Ogni battuta esprime una tensione interna che rende superfluo il contesto. L’ambiente è marginale, la scenografia ridotta ai minimi termini. Da qui l’essenzialità delle immagini, lo scarso movimento della macchina da presa, la fissità dell’inquadratura a cogliere le sfumature dello stato d’animo, vedi il monologo confessione di Ingrid Thulin. Anche quando i personaggi non parlano la cinepresa inquadra i volti alla ricerca di un impercettibile variazione dell’espressione facciale, vedi Max von Sydow, l’uomo annichilito dal terrore della bomba atomica, che sebbene rimanga in silenzio, sebbene appaia imperturbabile, comunica l’impossibilità di comunicare. [+]

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