78rapogi
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mercoledì 6 giugno 2018
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brividi hitchcockiani
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Il poliziotto Scotti e un suo collega sono intenti a inseguire un fuggitivo sui tetti degli alti grattacieli di San Francisco,quando durante l'inseguimento,il collega perde l'equilibrio,rimanendo in bilico con una mano sul cornicione del palazzo.Scotti andrà subito in suo soccorso,cercando di aiutarlo,ma soffrendo di vertigini,nulla potrà fare,se non vedere il proprio collega precipitare dal palazzo e morire.Sentendosi in colpa,per non aver evitato che il suo collega morisse,Scotti deciderà di dimettersi dalla polizia,rinunciando così al proprio lavoro.Insieme a una sua amica che ama dedicarsi alla pittura,l'uomo cercherà di superare la sua fobia,ma il suo tentativo sarà del tutto inutile.
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Il poliziotto Scotti e un suo collega sono intenti a inseguire un fuggitivo sui tetti degli alti grattacieli di San Francisco,quando durante l'inseguimento,il collega perde l'equilibrio,rimanendo in bilico con una mano sul cornicione del palazzo.Scotti andrà subito in suo soccorso,cercando di aiutarlo,ma soffrendo di vertigini,nulla potrà fare,se non vedere il proprio collega precipitare dal palazzo e morire.Sentendosi in colpa,per non aver evitato che il suo collega morisse,Scotti deciderà di dimettersi dalla polizia,rinunciando così al proprio lavoro.Insieme a una sua amica che ama dedicarsi alla pittura,l'uomo cercherà di superare la sua fobia,ma il suo tentativo sarà del tutto inutile.Un giorno,Scotti riceve la telefonata di un suo vecchio amico di college,il quale lo invita a casa sua,offrendogli un incarico piuttosto particolare:pedinare la moglie Madeleine,che crede da diverso tempo di essere la reincarnazione della sua bisnonna Carlotta Valdes,pensando di essere destinata a morire nello stesso modo in cui l'anziana donna morì.Lì per lì,Scotti suggerisce al vecchio amico di trovare per la donna un buon psicologo,ma allettato dalla proposta,finirà con l'accettarla,anche per uscire da quello stato di apatia che ha ormai reso le sue giornate monotone e al tempo stesso vuote.Egli inizia così a pedinare Madeleine,ossevandola entrare in un negozio di fiori,poi in un museo e infine la soccorrerà,quando costei si getterà in mare nei pressi della baia di San Francisco,portandola nel suo appartamento.Arrivato a casa,Scotti osserva la donna bisbigliare nel sonno strane parole;dopo qualche minuto Madeleine si risveglia,senza però ricordare il motivo che l'ha indotta a compiere quell'insano gesto.Ma proprio quando i due iniziano a conversare piacevolmente e a mettere da parte la loro iniziale diffidenza,(giustificata anche dalla situazione),ecco squillare il telefono;è il marito di Madeleine,che dice a Scotti che la bisnonna della moglie si era suicidata a ventisei anni.Gli stessi che anche Madeleine stà per compiere.Questa notizia turberà ancor di più il povero Scotti,il quale realizza che quelle di Madeleine potrebbero non essere delle semplici paranoie,ma il presagio di una storia che parrebbe ripetersi,anche se con modalità alquanto diverse.
Scotti,sceglierà quindi di continuare a rimanere accanto alla donna,che ormai convinta che la sua esistenza stia per concludersi,intravederà in lui l'unico spiraglio al quale potersi aggrappare,inconsapevole del fatto che l'uomo si stia innamorando di lei.Ma quella che avrebbe potuto diventare una splendida storia d'amore,sarà ahimè destinata a concludersi drammaticamente nei pressi di un convento messicano,nel quale i due si vedranno per l'ultima volta e dove Madeleine,uscita fuori di senno,salirà sulle scale del campanile,facendo si che Scotti (a causa della sua paura dell'altezza),non potrà seguirla,rimanendo inerme nel guardarla gettarsi giù dal campanile,suicindandosi proprio come fece la sua bisnonna prima di lei.Sprofondato nel baratro più profondo della disperazione,Scotti cadrà in uno stato di fortissima depressione che lo costringerà a ricoverarsi in un ospedale psichiatrico,dove perderà ogni contatto con la realtà.La storia pare finire quì,ma Scotti (uscito alcuni anni dopo dall'ospedale e aver ripreso pieno controllo di sè),ritornerà nei luoghi ove illo tempore aveva pedinato Madeleine,illudendosi di poterla di nuovo incontrare.Un giorno,vede passare davanti a sè,una donna fisicamente identica a Madeleine.Scotti la segue in un albergo,bussando alla sua porta e pregandola di farlo entrare.Dopo qualche esitazione,la donna (il cui nome è Judy),lo fà entrare nella sua camera,incuriosita dal sapere la ragione per cui l'uomo desideri così tanto conoscerla.Scotti le spiega che per lui è importante e che gli farebbe piacere invitarla a cena,poichè gli ricorda una donna conosciuta in passato:Madeleine.Judy accetta l'invito e Scotti va via,lasciandola sola.D'un tratto viene ripreso il volto di Judy;d'un tratto,scopriamo che Madeleine e Judy sono in realtà la stessa persona,o meglio,che la vera Madeleine era stata gettata dal campanile di quel convento dal marito e amico di Scotti e che Judy era l'altra donna,che grazie alla sua sorprendente somiglianza con la moglie,aveva permesso all'uomo di servirsi di lei,per entrare in possesso dell'eredità di Madeleine.Judy è pentita,ma ciò non le impedirà di continuare con la sua messa in scena,illudendo Scotti,che grazie a lei,potrà tuttavia rivivere il ricordo della sua storia d'amore con Madeleine.Ma la felicità non durerà a lungo e sarà proprio Judy,questa volta,a pagarne le conseguenze.In questo giallo psicologico,dove nessuno è come dice di essere e ognuno ha tutto da nascondere,è la finzione il perno principale su cui Hitchcock tesse abilmente la sua trama,mettendo in evidenza le emozioni e le sensazioni dei suoi personaggi,rendendoli burattini in balia dei loro comportamenti delle loro stesse azioni.Hitchcock,quì,fonde finzione e realtà in maniera talmente accattivante ,da introdurle in un contesto situazionale in cui i suoi stessi personaggi diventano complici di un meccanismo perverso,al quale non riescono a sottrarsi:quello del doppio inganno.Judy,in realtà,non è nè la finta moglie che ha impersonato,nè quella vera uccisa dal marito.Ella dunque è come se non fosse mai esistita,ma fosse appartenuta soltanto al ruolo che ha dovuto interpretare,immedesimandosi così tanto in esso da volerlo reinterpretare,e questa volta,con ancora più convinzione.Anche la paura che Scotti ha del vuoto,non scaturisce soltanto dalla sua insicurezza,ma dalla sua angoscia,dai suoi sensi di colpa,dal suo smarrimento e dalla sua solitudine.Tutti stati d'animo che gli appartengono e che lo accompagneranno inevitabilmente in questo suo delirante viaggio vissuto con Madeleine;a quella donna che egli credeva fosse reale,ma che altro non era,se non una ragazza che si era semplicemente attenuta a recitare un copione,fingendo di vivere,(sebbene per un breve lasso di tempo),la vita di un'altra persona.
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norman
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venerdì 5 gennaio 2018
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l'hitchcock più intimo e genuino.
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In una coloratissima San Francisco, Hitchcock mette in scena la sua pellicola più audace ed avveniristica (tanto che all'epoca fu un mezzo fallimento), nonché quella più intimamente sentita dal regista stesso. Egli è sempre stato ossessionato dalla figura della bionda fredda e irraggiungibile, quasi sempre presente nelle sue opere, che qui trova nella bellezza glaciale di Kim Novak la sua massima rappresentazione. Scottie, il protagonista maschile, interpretato da uno stratosferico James Stewart, rincorre inutilmente la misteriosa Madeleine, riuscendo a raggiungerla una prima volta, salvo poi perderla, e ritrovandola inaspettatamente in seguito. Purtroppo per lui, le sfuggirà ancora, questa volta definitivamente.
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In una coloratissima San Francisco, Hitchcock mette in scena la sua pellicola più audace ed avveniristica (tanto che all'epoca fu un mezzo fallimento), nonché quella più intimamente sentita dal regista stesso. Egli è sempre stato ossessionato dalla figura della bionda fredda e irraggiungibile, quasi sempre presente nelle sue opere, che qui trova nella bellezza glaciale di Kim Novak la sua massima rappresentazione. Scottie, il protagonista maschile, interpretato da uno stratosferico James Stewart, rincorre inutilmente la misteriosa Madeleine, riuscendo a raggiungerla una prima volta, salvo poi perderla, e ritrovandola inaspettatamente in seguito. Purtroppo per lui, le sfuggirà ancora, questa volta definitivamente.
E, così come Scottie non potrà avere la bella bionda, allo stesso modo Hitchcock non l'ha mai avuta nella vita reale. Così Madeleine non è altro che l'esemplificazione cinematografica dell'ossessione personale di Alfred, illustrata benissimo nell'enorme sofferenza che prova Scottie per tutta la lunga pellicola. Sofferenza che Hitchcock vive in prima persona, come se fosse lui dentro la pellicola.
Si è detto che Psycho è il suo film più angosciante ma, mentre in esso è presente un minimo di giustizia finale, in Vertigo essa è totalmente assente. Il lieto fine non esiste, giustizia non ce n'è. Né all'inizio, con la fuga del ladro che causa la morte del collega di Scottie, e di cui si perdono le tracce (classico esempio di MacGuffin, cioè un espediente narrativo per costruire la vicenda, il quale però poi non avrà nessuna importanza in seguito), né tantomeno alla fine, dato che il grande ingannatore, l'amico di Scottie, sparirà di scena, si presume con molti soldi in più grazie al suo crimine attorno a cui ruota la vicenda. E, a pagarne il conto, più di tutti, sarà proprio Scottie, sfruttato, ingannato, e portato sull'orlo del baratro della depressione.
Il tutto avvolto in un'atmosfera onirica, con una meravigliosa colonna sonora firmata Bernard Herrmann. La più struggente storia d'amore mai vista al cinema.
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stefanocapasso
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martedì 21 novembre 2017
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la necessità di affrontare il trauma per superarlo
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Il detective John Ferguson è costretto a lasciare la polizia in seguito ad un evento traumatico avvenuto durante un inseguimento che gli procura costantemente delle vertigini. Quando un suo vecchio compagno di studenti lo ingaggia per occuparsi della moglie, a suo dire posseduta dallo spirita della nonna, John finisce per innamorarsi della donna che tenterà di salvare, ignaro del triangolo di cui è vittima.
Capolavoro del maestro Hitchcock il film introduce tra i primi, temi psicologici, tra cui il senso di colpa. La narrazione quasi costantemente accompagnata dal commento musicale insiste sulle soggettive del protagonista, presenti per gran parte del film che ci restituiscono l’idea che è proprio con i suoi occhi deboli, traumatizzati che dobbiamo guardare alla storia, una storia che racconta di un innamoramento ma che mette in scena il controllo e la necessità di avere il potere nelle relazioni.
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Il detective John Ferguson è costretto a lasciare la polizia in seguito ad un evento traumatico avvenuto durante un inseguimento che gli procura costantemente delle vertigini. Quando un suo vecchio compagno di studenti lo ingaggia per occuparsi della moglie, a suo dire posseduta dallo spirita della nonna, John finisce per innamorarsi della donna che tenterà di salvare, ignaro del triangolo di cui è vittima.
Capolavoro del maestro Hitchcock il film introduce tra i primi, temi psicologici, tra cui il senso di colpa. La narrazione quasi costantemente accompagnata dal commento musicale insiste sulle soggettive del protagonista, presenti per gran parte del film che ci restituiscono l’idea che è proprio con i suoi occhi deboli, traumatizzati che dobbiamo guardare alla storia, una storia che racconta di un innamoramento ma che mette in scena il controllo e la necessità di avere il potere nelle relazioni. Il tema del trauma che è necessario rivivere per essere superato trova una sua parziale risoluzione nella tragedia con cui si conclude il film
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matteobettini15gennaio
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venerdì 21 luglio 2017
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un capolavoro assoluto
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Quando si prova a scrivere riguardo a simili capolavori cinematografici, appare tutto più difficile. Forse perché la penultima opera di Alfred Hitchcock degli anni '50 ('Vertigo', il titolo originale, è del 1958; 'Intrigo Internazionale', a mio parere il miglior film mai girato dal grande regista inglese, risale al 1959) rasenta la perfezione; forse perché il film è talmente infarcito di sequenze, sene e trovate filmiche impensabili, fino ad allora; o forse, anche, perché peraltro a detta anche di illustri critici cinematografici, "Vertigo" è la più bella, crudele e perversa love story' di Hitchcock. Come dimenticare la splendida, struggente colonna sonora a firma Bernard Hermann, il suo più fidato collaboratore, che giocoforza coinvolge lo spettatore e lo 'trasporta' davvero su altri lidi? Come dimenticare l'intero cast artistico, a cominciare dai due protagonisti (al riguardo, Donaldo Spoto, nel suo "Il lato oscuro del genio", affermò che James Stewart, qui alla quarta e ultima collaborazione con Hitch e nei panni di un poliziotto in pesnsione forzata, incarnò in modo mai raggiunto prima e più eguagliato in seguito il perfetto alter ego del regista; Kim Novak, invece, fu chiamata in sostituzione di Vera Miles, incinta: dopo una iniziale diffidenza, riuscì a sfornare quella che, a tutt'oggi, è universalmente considerata la sua miglior interpretazione, calandosi nell'archetipo delle bionde inafferrabili, tanto care al regista)? E, ancora, come dimenticare le infinite scene da brividi, a iniziare proprio dal prologo: Johnny "Scottie" Ferguson (Stewart), insieme ad un collega, sta inseguendo un malvivente sui tetti di San Francisco: A causa di una sfortunatissima circostanza, Scottie si trova afferrato ad una grondaia.
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Quando si prova a scrivere riguardo a simili capolavori cinematografici, appare tutto più difficile. Forse perché la penultima opera di Alfred Hitchcock degli anni '50 ('Vertigo', il titolo originale, è del 1958; 'Intrigo Internazionale', a mio parere il miglior film mai girato dal grande regista inglese, risale al 1959) rasenta la perfezione; forse perché il film è talmente infarcito di sequenze, sene e trovate filmiche impensabili, fino ad allora; o forse, anche, perché peraltro a detta anche di illustri critici cinematografici, "Vertigo" è la più bella, crudele e perversa love story' di Hitchcock. Come dimenticare la splendida, struggente colonna sonora a firma Bernard Hermann, il suo più fidato collaboratore, che giocoforza coinvolge lo spettatore e lo 'trasporta' davvero su altri lidi? Come dimenticare l'intero cast artistico, a cominciare dai due protagonisti (al riguardo, Donaldo Spoto, nel suo "Il lato oscuro del genio", affermò che James Stewart, qui alla quarta e ultima collaborazione con Hitch e nei panni di un poliziotto in pesnsione forzata, incarnò in modo mai raggiunto prima e più eguagliato in seguito il perfetto alter ego del regista; Kim Novak, invece, fu chiamata in sostituzione di Vera Miles, incinta: dopo una iniziale diffidenza, riuscì a sfornare quella che, a tutt'oggi, è universalmente considerata la sua miglior interpretazione, calandosi nell'archetipo delle bionde inafferrabili, tanto care al regista)? E, ancora, come dimenticare le infinite scene da brividi, a iniziare proprio dal prologo: Johnny "Scottie" Ferguson (Stewart), insieme ad un collega, sta inseguendo un malvivente sui tetti di San Francisco: A causa di una sfortunatissima circostanza, Scottie si trova afferrato ad una grondaia. Il suo collega, nel tentativo di salvarlo, cade orribilmente nel vuoto, sfracellandosi al suolo. Di lì le dimissioni di Scottie dalla polizia (per la sua acrofobia, peraltro ottenuto con un semplice mamolto efficace stratagemma). Subito dopo vediamo Scottie chicacchierare in casa di una sua grande amica, Midge Wood (Barbara Bel Geddes, innamorata invece di Johnny). A cui rivela di aver ricevuto una telefonata da un loro ex compagno di Università. Quando Scottie e Galvin Elster (Tom Helmore, l'ex collega universitario e qui nella parte del cattivo, tipico nei film di Hitch) si incontrano, Elster chiede a Scottie di pedinare sua moglie Madeleine. La quale si è così immedesimata nei panni della sua bisnonna Carlotta Valdes al punto da essere in stato di trance per parecchio tempo e a commettere numerose altre azioni eccentriche. Scottie, inevitabilmente, finirà per innamorarsi di Madeleine. Che, a causa di una serie di circostanze, cadrà dal campanile di una chiesa. Ma qui subentra un ennesimo colpo di scena (che non rivelo!). "Vertigo" unanimamente considerato tra i massimi capolavori della cinematografia mondiale, l'ho già scritto. Ma non ho scritto che, alla sua uscita, non riscosse molto successo al botteghino (era un fil davvero troppo avanti, per gli spettatori dell'epoca). Nemmeno i critici di allora riuscirono a carpirne l'essenza. Va però detto, per onore del vero, che "Vertigo" compare nella top ten di qualsiasi classifica cinematografica (giusto per fare due esempi: è al nono posto nella classifica della statunitense "AFI"; addirittura al primo in quella della britannica "British Film Institute", scalzando addirittura "Quarto Potere" di Orson Welles, da sempre ritenuto IL FILM per antonomasia! Non credo ci sia altro da aggiungere se non l'augurio di struggersi, davanti a simili capolavori..
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loscrivanofiorentino
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mercoledì 12 aprile 2017
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la diabolica carlotta
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Adoro i film di Hitchcock,credo di averli visti quasi tutti.
Questo resta uno dei migliori anche se il mio preferito resta la "finestra sul cortile" dove la cura dettagli è straordinaria.
A memoria non ricordo una protagonista femminile così affascinante ,bella ed ammaliante come la Novak,fossi stato il buon Scottie mi sarei fatto abbindolare alla stessa maniera se non peggio.
Da sola vale" il prezzo del biglietto" ed abbinandoci James Stewart capirete da soli che il Cast è di una sicurezza quasi" inquietante".
Andando oltre,il piano messo in atto è veramente diabolico,i dialoghi sono curatissimi al pari delle ambientazioni e dei costumi.
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Adoro i film di Hitchcock,credo di averli visti quasi tutti.
Questo resta uno dei migliori anche se il mio preferito resta la "finestra sul cortile" dove la cura dettagli è straordinaria.
A memoria non ricordo una protagonista femminile così affascinante ,bella ed ammaliante come la Novak,fossi stato il buon Scottie mi sarei fatto abbindolare alla stessa maniera se non peggio.
Da sola vale" il prezzo del biglietto" ed abbinandoci James Stewart capirete da soli che il Cast è di una sicurezza quasi" inquietante".
Andando oltre,il piano messo in atto è veramente diabolico,i dialoghi sono curatissimi al pari delle ambientazioni e dei costumi.
Forse,e sottolineo forse,c'è qualche pausa narrativa di troppo ed il tempo ritmico non sembra scorrere in maniera fluida.
Fossero anche vere queste mie considerazioni poco cambia, questo è un film che non potete non vedere almeno una volta nella vita.
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venerdì 5 agosto 2016
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capolavoro
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howlingfantod
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giovedì 29 ottobre 2015
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intricato, intrigante
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L’agente della polizia John (Scottie) Ferguson prepensionato e con la fobia del vuoto per un evento traumatico sul lavoro è incaricato da un suo amico di università a seguire la moglie preda sembra di possessione da parte di una bisnonna morta sucida. L’irrompere del paranormale e surreale in questo Hitchcock non toglie niente alla suspense di questo che può essere considerato alla luce della tanta paccottiglia cinematografica che vediamo anche ai giorni nostri, un thriller capostipite di un genere, fin troppo abusato rispetto a questo capolavoro che ne è la matrice. La tematica sembra inaugurare un filone gotico , quasi una Malombra di Fogazzaro in salsa thriller ad uso del cinema, in realtà è più uno psico-thriller, giocato sul filo della presenza patologica del doppio, la psicanalisi nel cinema forse nasce qui.
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L’agente della polizia John (Scottie) Ferguson prepensionato e con la fobia del vuoto per un evento traumatico sul lavoro è incaricato da un suo amico di università a seguire la moglie preda sembra di possessione da parte di una bisnonna morta sucida. L’irrompere del paranormale e surreale in questo Hitchcock non toglie niente alla suspense di questo che può essere considerato alla luce della tanta paccottiglia cinematografica che vediamo anche ai giorni nostri, un thriller capostipite di un genere, fin troppo abusato rispetto a questo capolavoro che ne è la matrice. La tematica sembra inaugurare un filone gotico , quasi una Malombra di Fogazzaro in salsa thriller ad uso del cinema, in realtà è più uno psico-thriller, giocato sul filo della presenza patologica del doppio, la psicanalisi nel cinema forse nasce qui. L’intrigo si infittisce e sul finale come in una seduta psicanalitica, della quale si può azzardare il soccorso per dare una lettura del film, si dipana e si svela, in realtà in cose molto più terrene e patenti, amori incorrisposti, convenienze, ostilità. Il mood del film rimane molto serrato, ricco di suspense, stratificazioni, disorientamenti, allusioni e simbolismi, anche erotici, giocati con somma finezza e maestria. Film non di genere e che racchiude tutti i generi: Thriller gotico e psicologico, dramma romantico non ci si capisce niente, si rimane inchiodati semplicemente per carpire gli eventi ed i sostrati che li accompagnano, la maestria scenografica e le innovazioni narrative di un grande maestro sono la cornice di un capolavoro della storia del cinema.
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eltanker
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giovedì 20 agosto 2015
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sicuramente non la migliore opera hitchcockiana
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Sarà che forse al giorno d'oggi,qualsiasi cosa vecchia è meglio di qualsiasi cosa nuova, sarà che Hitchcock è visto e riconosciuto giustamente come una divinità del genere, ma non basta questo per poter etichettare ogni opera come capolavoro; ci troviamo di fronte ad un film che ha fatto scuola, in presenza di scelte di storyline che in vie diverse sono state imitate da vari film, ma il film pecca indubbiamente in quanto a qualità della narrazione. Attenzione non parlo di genuinità della stessa ,poichè la storia ha pochi eguali, bensì parlo del modo in cui viene sviluppata la storia, troppo noiosa e con dialoghi a volte esteneuanti, che vi strapperà più di uno sbadiglio, senza alcun dubbio.
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Sarà che forse al giorno d'oggi,qualsiasi cosa vecchia è meglio di qualsiasi cosa nuova, sarà che Hitchcock è visto e riconosciuto giustamente come una divinità del genere, ma non basta questo per poter etichettare ogni opera come capolavoro; ci troviamo di fronte ad un film che ha fatto scuola, in presenza di scelte di storyline che in vie diverse sono state imitate da vari film, ma il film pecca indubbiamente in quanto a qualità della narrazione. Attenzione non parlo di genuinità della stessa ,poichè la storia ha pochi eguali, bensì parlo del modo in cui viene sviluppata la storia, troppo noiosa e con dialoghi a volte esteneuanti, che vi strapperà più di uno sbadiglio, senza alcun dubbio. Non basta una recitazione superba ed una capacità stilistica di riprese e scenografie che ha pochi paragoni nel suo genere per poterlo elevare a "summa" della filmografia del maestro. Altri film ben più elaborati hanno ingiustamente avuto meno successo.
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(di paolo carbonatto)
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aristoteles
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domenica 26 luglio 2015
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capolavoro da vertigini!!
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Capolavoro del maestro del thriller.
Lo spettatore viene imprigionato,come il protagonista,in una perfetta tela dell'inganno.
La Novak ,oltre che bellissima,e' stratosferica nella sua intrerpretazione.
I dialoghi sono raffinati ,le musiche in sottofondo contribuiscono ad enfatizzare l'azione ed ogni singola inquadratura ,con una scelta di "colori" mai fuori posto,contribuisce a rendere immortale la pellicola.
La storia e' bellissima ,curata nei dettagli e appassiona lo spettatore.
Chi non l'ha mai visto dovrebbe rimediare all'istante.
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giuseppetoro
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domenica 22 marzo 2015
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film bello ma niente di che!
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Film tipico di alfred h. Un pò strano ma bello e che ti trasporta a tratti.
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