Giuseppe Marotta
Che c’è di nuovo? Anzitutto: l’inverno. Pioggia, grandine, gelo, foschie, nembi e la solita prevalenza, nei bollettini dello stato civile, dei morti sui nati. Quanti cari amici perduti, in un momento. Cesare Meano, Armando Curcio, Mario Puccini e, cuore della mia Napoli, il vecchio poeta Raffaele Chiurazzi: sotto la penna del quale dette gli ultimi guizzi il più genuino e geniale dialetto partenopeo. Don Raffaele, vi saluto con mezza lacrima, ne conservo mezza per me, che sono gonfio d’anni e di stanchezza, presto combaceranno fedelmente. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (7865 caratteri spazi inclusi) su 1958