jason
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sabato 2 aprile 2005
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il fiume senza ritorno
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Questo fu l'unico western girato da Marilyn Monroe ed è quasi superfluo aggiungere che non lo amò mai, reputandolo, a torto, a mio avviso, nonostante la presenza indubbia di alcuni fastidiosi stereotipi, un western "di serie zeta", per usare la sua stessa espressione; nè d'altronde apprezzò mai il genere western in sè, considerandolo, questa volta con un certo fondo di verità, un genere più adatto agli uomini che alle donne, dove queste ultime finivano inevitabilmente per essere sempre e solo di contorno. Eppure il suo ruolo in questo film è tutt'altro che secondario. Il suo lungo e periglioso viaggio in zattera sul fiume impetuoso e senza ritorno in compagnia del fattore Mitchum/Calder e di suo figlio Marco è in fondo una metafora del percorso della vita e forse un itinerario obbligato che permette a Marilyn/Kay, cantante di saloon in uno dei villaggi di frontiera sorti frettolosamente in seguito alla corsa all'oro, di poter fare un decisivo confronto tra il giocatore d'azzardo, baro, violento e sleale a cui è legata e l'agricoltore rozzo ma coraggioso, leale e pieno di tenero affetto paterno per suo figlio.
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Questo fu l'unico western girato da Marilyn Monroe ed è quasi superfluo aggiungere che non lo amò mai, reputandolo, a torto, a mio avviso, nonostante la presenza indubbia di alcuni fastidiosi stereotipi, un western "di serie zeta", per usare la sua stessa espressione; nè d'altronde apprezzò mai il genere western in sè, considerandolo, questa volta con un certo fondo di verità, un genere più adatto agli uomini che alle donne, dove queste ultime finivano inevitabilmente per essere sempre e solo di contorno. Eppure il suo ruolo in questo film è tutt'altro che secondario. Il suo lungo e periglioso viaggio in zattera sul fiume impetuoso e senza ritorno in compagnia del fattore Mitchum/Calder e di suo figlio Marco è in fondo una metafora del percorso della vita e forse un itinerario obbligato che permette a Marilyn/Kay, cantante di saloon in uno dei villaggi di frontiera sorti frettolosamente in seguito alla corsa all'oro, di poter fare un decisivo confronto tra il giocatore d'azzardo, baro, violento e sleale a cui è legata e l'agricoltore rozzo ma coraggioso, leale e pieno di tenero affetto paterno per suo figlio. E Marilyn/kay non avrà dubbi alla fine nello scegliere una vita domestica di moglie e madre e colma di affetti famigliari e nel ripudiare la tenue prospettiva di una vita scintillante piena di lustrini e abiti di lusso ma falsa, bugiarda ed effimera come una miniera d'oro vinta barando a poker. La scena cult che visivamente suggella tutto ciò e chiude il film è di quelle ormai entrate nella leggenda del cinema, con una Marilyn che si toglie le scarpette rosse da saloon e le getta nella polvere mentre il carro la conduce verso la sua nuova vita. Scena meravigliosa e indimenticabile. Altri momenti significativi sono le splendide canzoni cantate in modo elettrizzante da Marilyn, tra cui l'evocativa "One silver dollar" sotto un tendone e davanti a una estasiata platea di cercatori d'oro, la dolce "Down in the meadow" cantata per Marco accompagnandosi con la chitarra e la struggente "River of no return" che dà poi il titolo al film nella versione originale. Una curiosità: Marilyn Monroe e Robert Mitchum si erano già conosciuti poco meno di dieci anni prima in ... fabbrica, quando entrambi erano giovani operai presso uno stabilimento che produceva paracadute per conto dell'aviazione. L'avrebbero mai immaginato che si sarebbero ritrovati insieme dieci anni dopo sul set di un film come protagonisti? Forse solo in America poteva succedere...
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angelo cicchetti
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mercoledì 23 febbraio 2011
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pellicola discreta che conserva un buon contenuto
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Matt Carter (Robert Mitchum) ,con un passato alquanto oscuro, decide di condurre una vita tranquilla con il suo figlioletto Mark lavorando un piccolo podere. La loro vita tranquilla però, sarà interrotta dal burrascoso salvataggio da parte di Matt, di Harry e May (Marilyn Monroe), i quali riescono a scampare dalla furia del fiume in burrasca.
La pellicola mostra una splendida fotografia del paesaggio, che inseguirà i protagonisti fino alla resa dei conti finale. La regia di Otto Preminger decide di dare un un romanticismo contornato di forte amarezza, in un west sempre più pericoloso, dove l' unica salvezza può essere spesso solo un fucile.
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Matt Carter (Robert Mitchum) ,con un passato alquanto oscuro, decide di condurre una vita tranquilla con il suo figlioletto Mark lavorando un piccolo podere. La loro vita tranquilla però, sarà interrotta dal burrascoso salvataggio da parte di Matt, di Harry e May (Marilyn Monroe), i quali riescono a scampare dalla furia del fiume in burrasca.
La pellicola mostra una splendida fotografia del paesaggio, che inseguirà i protagonisti fino alla resa dei conti finale. La regia di Otto Preminger decide di dare un un romanticismo contornato di forte amarezza, in un west sempre più pericoloso, dove l' unica salvezza può essere spesso solo un fucile...
Il duo Robert Mitchum-Marilyn Monroe convince ma non è esente come la pellicola del resto, da luoghi comuni. Come sempre in rilievo una bellissima Marilyn che esprime una bellezza irraggiungibile e che soprattutto fa innamorare di sè cantando solamente le prime note della bellissima ballata, dal titolo "River of no Return" scritta da Frank Fenton.
Un film discreto che conserva una dura morale da accettare che appartiene al west ma purtroppo anche all' uomo, e cioè il dover uccidere a volte per poter salvare la propria pelle.
Un film da vedere quindi, non solo per la bravura e la bellezza della Monroe ma anche per una morale difficile da accettare.
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fedeleto
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lunedì 21 marzo 2011
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la magnifica monroe
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Dopo una manciata di pellicole noir ,e una commedia andata a buon fine(una vergine sotto il tetto),otto preminger prova a girare un film d'avventura in salsa western.La storia e' quella di un uomo uscito di galera ,che decide di riprendere con se il figlio e recuperare il tempo perduto,peccato che appena salva due persone su una zattera(in cui vi e' anche la monroe),venga derubato del suo cavallo e sia costretto a fuggire per via degli indiani,in tutto cio' oltre alla compagnia del figlio ,avra' anche quella di un sensuale donna bionda che vorrebbe sposare l'uomo che ha fatto del male al figlio e al padre,ovviamente il risultato sara' una buon happy ending.Anche se i colpi di scena non mancano(la zattera che deve affrontare il fiume del non ritorno,l'assalto degli indiani,la sparatoria del figlio finale,i due cowboy che salvano il padre da una tigre)ma il film sembra fatto su misura per la monroe e preminger non esprime tutta la sua bravura tecnica,tralasciando i primi piani,e credendo di impressionare con la scena della zattera contro il fiume dle non ritorno,in compenso ne esce fuori una pellicola non del tutto riuscita,ma che merita almeno uno sguardo per la monroe,sicuramente uno dei film piu' deboli di preminger.
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Dopo una manciata di pellicole noir ,e una commedia andata a buon fine(una vergine sotto il tetto),otto preminger prova a girare un film d'avventura in salsa western.La storia e' quella di un uomo uscito di galera ,che decide di riprendere con se il figlio e recuperare il tempo perduto,peccato che appena salva due persone su una zattera(in cui vi e' anche la monroe),venga derubato del suo cavallo e sia costretto a fuggire per via degli indiani,in tutto cio' oltre alla compagnia del figlio ,avra' anche quella di un sensuale donna bionda che vorrebbe sposare l'uomo che ha fatto del male al figlio e al padre,ovviamente il risultato sara' una buon happy ending.Anche se i colpi di scena non mancano(la zattera che deve affrontare il fiume del non ritorno,l'assalto degli indiani,la sparatoria del figlio finale,i due cowboy che salvano il padre da una tigre)ma il film sembra fatto su misura per la monroe e preminger non esprime tutta la sua bravura tecnica,tralasciando i primi piani,e credendo di impressionare con la scena della zattera contro il fiume dle non ritorno,in compenso ne esce fuori una pellicola non del tutto riuscita,ma che merita almeno uno sguardo per la monroe,sicuramente uno dei film piu' deboli di preminger.Buona la colonna sonora ed il brano river of no return interpretato dalla monroe.
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samanta
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domenica 9 giugno 2024
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la ballerina e l''agricoltore
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Il film del 1954, è un western diretto da Otto Preminger e diede la fama a Marilyn Monroe confermandola come star.
Protagonista è Matt (Robert Mitchum) vedovo, ha trascorso 5 anni in carcere per avere ucciso un uomo sparandogli alle spalle perché aveva appena ucciso un suo amico. Siamo nel 1870 circa in Canada, Matt uscito dalla prigione va in una tendopoli di cercatori d'oro per cercare il figlio Matk (Tommy Rettig) di 12 anni che aveva affidato ad un amico che però lo aveva abbabdonato ed adesso era accudito da una ballerina del Saloon: Kay (Marilyn Monroe). Matt si riprende il figlio e si reca in una casetta lungo il fiume per coltivare la terra, mentre Harry (Rory Calhoun) amante di Kay e giocatore d'azzardo uomo senza scrupoli, convince la ragazza ad accompagnarlo lontano a Council City dove ha vinto al gioco la proprietà di una miniera d'oro per arrivare presto andranno lungo il fiume su una zattera.
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Il film del 1954, è un western diretto da Otto Preminger e diede la fama a Marilyn Monroe confermandola come star.
Protagonista è Matt (Robert Mitchum) vedovo, ha trascorso 5 anni in carcere per avere ucciso un uomo sparandogli alle spalle perché aveva appena ucciso un suo amico. Siamo nel 1870 circa in Canada, Matt uscito dalla prigione va in una tendopoli di cercatori d'oro per cercare il figlio Matk (Tommy Rettig) di 12 anni che aveva affidato ad un amico che però lo aveva abbabdonato ed adesso era accudito da una ballerina del Saloon: Kay (Marilyn Monroe). Matt si riprende il figlio e si reca in una casetta lungo il fiume per coltivare la terra, mentre Harry (Rory Calhoun) amante di Kay e giocatore d'azzardo uomo senza scrupoli, convince la ragazza ad accompagnarlo lontano a Council City dove ha vinto al gioco la proprietà di una miniera d'oro per arrivare presto andranno lungo il fiume su una zattera. Proprio vicino alla casa di Matt la zattera minaccia di revesciarsi per le rapide, ma Matt li salva e li rifocilla. Harry che ha capito la pericolosità del fiume vorrebbe il cavallo e il fucile di Matt che risponde no, ma Harry a tradimento lo stordisce e fugge con il cavallo e il fucile. Matt che è rimasto con Mark e Kay è costretto anche lui a fuggire con loro sulla zattera perchè non può difendersi dai pellerossa. Comincia un lungo viaggio tra le rapide e le cascate nonchè gli attacchi degli indiani, ci sono anche barufffe tra Kay e Matt, ma poi si rispettano reciprocamente anche se lei, presente Mark, rivela il perché Matt era andato in prigione sconvolgendo il figlio. Arrivati in città, Kay cerca di convincere Harry a chiedere scusa a Matt, lui consente ma popi cerca di ucciderlo a tradimento con una pistola, Mark che aveva vicino un fucile lo colpisce alle spalle e lo uccide, comprendendo perché il padre aveva agito così. Matt ritorna con Mark alla sua casa per fare l'agricoltore portandosi via anche Kay che era ritornata a fare la ballerina e di cui si era innamorato (ricambiato).
E' l'unico film western girato da Otto Preminger diligente e colto artigiano di classe di Hollywood, ma francamente si vede che il genere western non era nelle sue corde. Il regista aveva esordito anni prima con un'ottima pellicola Laura (in Italia Vertigine), seguita da altri noir (Sui marciapiedi, Seduzione mortale) come Ambra (avventuroso-storico) o commedie brllanti (La vergine sotto il tetto) colossal come Il Cardinale e film di guerra (Prima vittoria) o politici (Tempesta su Washington). Però si scorge che il western è un genere che non riesce ad apprezzare pienamente, intendiamoci l'ambientazione è suggestiva, il Tecnicolor è ammaliante, ma il viaggio sul fiume è troppo lungo, prevalendo come elemento essenziale l'introspezione psicologica dei 2 protagonisti,con la conseguenza di ridurre quella che è una caratteristica del western: l'azione. Robert Mitchum e Marilyn Monroe interpretano i due protagonisti in modo più che più che adeguato alla trama, Mitchum con il suo modo di fare silenzioso e serio, la Monroe che ha imparato a interpretare parti drammatiche, si esibisce come cantante brillantemente cantando (e ballando) ben 4 canzoni nel corso del vicenda, certamente era una discreta attrice ma il suo elemento vincente era che "bucava" lo schermo come affermava Billy Wilder. In conclusione al film manca l'atmosfera del western anche se le scene del viaggio sul fiume sono ben girate, ma per il resto si vede una diligente direzione e una buona recitazione complessiva. Da citare il giovane protagonista Tommy Rerettig che aveva cominciato a calcare le scene a 6 anni e che recita con riguardo la parte del giovane figlio che riesce a comprendere il padre.
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domenico rizzi
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martedì 1 gennaio 2013
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western fluviale, avvincente e moralista
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Lei (Marylin Monroe) è una cantante da saloon, lui (Robert Mitchum) un uomo che tenta di ricostruirsi un'esistenza mettendosi a fare il contadino dopo essere uscito dal carcere e avere recuperato un figlio che non ha potuto allevare. L'altro (Rory Calhoun) è un saltafossi giocatore d'azzardo perdente che improvvisamente vince, barando, una concessione mineraria. Ciascuno insegue i propri sogni, ma soltanto Mitchum sembra essere concreto, pragmaticamente convinto com'è che non diventerà ricco come chi trova una miniera, ma starà senz'altro meglio di chi non ne trova alcuna. La trama è semplice e lineare, senza eccessive esagerazioni nè divagazioni, ma lascia affiorare la solida morale dell'uomo che crede nella propria rinascita, finendo per accattivarsi dapprima l'amicizia e poi l'amore della donna, disillusa del gambler di cui era invaghita.
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Lei (Marylin Monroe) è una cantante da saloon, lui (Robert Mitchum) un uomo che tenta di ricostruirsi un'esistenza mettendosi a fare il contadino dopo essere uscito dal carcere e avere recuperato un figlio che non ha potuto allevare. L'altro (Rory Calhoun) è un saltafossi giocatore d'azzardo perdente che improvvisamente vince, barando, una concessione mineraria. Ciascuno insegue i propri sogni, ma soltanto Mitchum sembra essere concreto, pragmaticamente convinto com'è che non diventerà ricco come chi trova una miniera, ma starà senz'altro meglio di chi non ne trova alcuna. La trama è semplice e lineare, senza eccessive esagerazioni nè divagazioni, ma lascia affiorare la solida morale dell'uomo che crede nella propria rinascita, finendo per accattivarsi dapprima l'amicizia e poi l'amore della donna, disillusa del gambler di cui era invaghita. Alla fine, le robuste braccia di un contadino e l'affetto di un figlio acquisito sono meglio della vita sregolata - e disonesta - che il precedente partner le offriva. Come in "I magnifici sette", vince la gente che si costruisce l'avvenire con il sudore della fronte. "La magnifica preda" - titolo originale "River with no Return", dal tema musicale cantato dalla stessa Marylin - è un western "fluviale", come "Il grande cielo" e "Torna El grinta", tanto per citare due pellicole famose. Otto Preminger non ha mai diretto western, ma si cimenta benissimo con il genere: del resto i registi austriaci lasciano sempre il segno, come aveva fatto Fred Zinneman due anni prima con "Mezzogiorno di fuoco", vincendo 4 Oscar. Marylin Monroe è impeccabile nella parte di saloon girl. Vedendola in questo ruolo, vi è il rammarico che l'attrice avrebbe potuto interpretare molti altri film ambientati nel West. Possiede infatti tutte le caratteristiche - fisiche soprattutto - della donna White Anglo Saxon Protestant (WASP) che attizza il desiderio di pionieri, cercatori d'oro, fuorilegge e soldati a cavallo. Infine, vale la pena di ricordare che la scena finale del film, quella in cui Mitchum "rapisce" la ragazza dal saloon, portandosela via in spalla, verrà ripetuta dallo stesso attore in "Appuntamento per una vendetta" del 1969. Questa volta la "vittima" è la non meno avvenente Angie Dickinson, anch'essa equivoca cantante e showgirl legata ad un uomo senza scrupoli e redenta dall'amore di uno sceriffo.
Domenico Rizzi, scrittore.
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eugen
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sabato 25 maggio 2024
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monroe, ma anche mitchum
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QUesto"River of non Return"(Otto Preminger, scritto da Louis Lantz e Franke Fenton, 1954)e'un tipico esempio, di come i distributori , in specie made in Italy, travisinoi titoli dei film , con intenti chiari: qui il titolo diventa"La magmifica preda", certo in riferimento alla Monroe, che in questof ilm certo e'coprotagonista, ma appunto co-tale, dato che protaognista e'Mitchum, con cui la cantante di e da saloon/(non dopera,come accentua nellaconversazione con il ragazzino fglio del pessonaggio reso da Mitchum). Unico western e primo film a colori diretto da Otto Preminger, regista capace e spesso sottobalutato ingiustamente, qui evidentemente un po'in difficolta' con il genere, non tanto con il colore, che la Monroe caratterizzava(cfr.
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QUesto"River of non Return"(Otto Preminger, scritto da Louis Lantz e Franke Fenton, 1954)e'un tipico esempio, di come i distributori , in specie made in Italy, travisinoi titoli dei film , con intenti chiari: qui il titolo diventa"La magmifica preda", certo in riferimento alla Monroe, che in questof ilm certo e'coprotagonista, ma appunto co-tale, dato che protaognista e'Mitchum, con cui la cantante di e da saloon/(non dopera,come accentua nellaconversazione con il ragazzino fglio del pessonaggio reso da Mitchum). Unico western e primo film a colori diretto da Otto Preminger, regista capace e spesso sottobalutato ingiustamente, qui evidentemente un po'in difficolta' con il genere, non tanto con il colore, che la Monroe caratterizzava(cfr. anchela bibliografia disponibile in merito,in particolare le migliori biografie dell'attrice) come il suo "peggior film", forse accentuando eccessivamente certi dfietti nella sceneggitura(gli"indios"che attaccano ma non si confrontano realmente con i protagonisti, i banditi bianchi i cui caratteri sono un po'"buttati li'"-lo mdico da inesperto di film"western", genere che non ho mai amato particolarmente....), altre piccole ma non minime smagliature nello screenplay, forse imposto a Preminger quando era gia'"bello e fatto", o Comunque con un pressing sui tempi tecnici di realizzazione, non ho idea, Robert Mitchum era cos', interprete di scarse tonalita'espressive, sempre supermacho e adatto a questi ruoli, dunque monocorde, la Monroe va deicsamente meglio nella parte di cantante, che alla fine sposa Mitchum, lasciando il "quasi marito"reso in m,odo inclore daRory Calhoun, mentre il ragazzino, intepretato da Tommy Retig e'decisamente piu'espressivo, iNsomma, tutto sommato u film"di routine", ossia con venzionale, che non aggiunge molto alla storia del western, credo, anche per chi amava e studiava attentamente il genere, come il grande Andre'Bazin, attento a cogliere anche le piu'"Piccole"(n apparenza)si badi del gener,e fra l'altro in un'ottica, quella sociale, marxista, che mi e'congeniale. Forse il ruolo dli Marilyn, troppo dirompente come star , accentra su di se'un interesse in qualche modo eccessivo rispetto al film in se', dovendo valutare la resa interpretativa dell'attrice, di cui questo non e'certo il primo film. Qualche fonte da'come coregista non accresditato(non lo era, in effetti)Jean Neguleco, ma non so dire che ruolo abbia efettivamente svolto.... Eugen
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