contrammiraglio
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giovedì 21 giugno 2018
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nzomma
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Abbastanza noiosetto nella sua scontatezza, notevole come sovente Mitchum, la Monroe è la Monroe e: ottimo finale con l'azione del pargolo.
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domenico rizzi
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martedì 1 gennaio 2013
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western fluviale, avvincente e moralista
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Lei (Marylin Monroe) è una cantante da saloon, lui (Robert Mitchum) un uomo che tenta di ricostruirsi un'esistenza mettendosi a fare il contadino dopo essere uscito dal carcere e avere recuperato un figlio che non ha potuto allevare. L'altro (Rory Calhoun) è un saltafossi giocatore d'azzardo perdente che improvvisamente vince, barando, una concessione mineraria. Ciascuno insegue i propri sogni, ma soltanto Mitchum sembra essere concreto, pragmaticamente convinto com'è che non diventerà ricco come chi trova una miniera, ma starà senz'altro meglio di chi non ne trova alcuna. La trama è semplice e lineare, senza eccessive esagerazioni nè divagazioni, ma lascia affiorare la solida morale dell'uomo che crede nella propria rinascita, finendo per accattivarsi dapprima l'amicizia e poi l'amore della donna, disillusa del gambler di cui era invaghita.
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Lei (Marylin Monroe) è una cantante da saloon, lui (Robert Mitchum) un uomo che tenta di ricostruirsi un'esistenza mettendosi a fare il contadino dopo essere uscito dal carcere e avere recuperato un figlio che non ha potuto allevare. L'altro (Rory Calhoun) è un saltafossi giocatore d'azzardo perdente che improvvisamente vince, barando, una concessione mineraria. Ciascuno insegue i propri sogni, ma soltanto Mitchum sembra essere concreto, pragmaticamente convinto com'è che non diventerà ricco come chi trova una miniera, ma starà senz'altro meglio di chi non ne trova alcuna. La trama è semplice e lineare, senza eccessive esagerazioni nè divagazioni, ma lascia affiorare la solida morale dell'uomo che crede nella propria rinascita, finendo per accattivarsi dapprima l'amicizia e poi l'amore della donna, disillusa del gambler di cui era invaghita. Alla fine, le robuste braccia di un contadino e l'affetto di un figlio acquisito sono meglio della vita sregolata - e disonesta - che il precedente partner le offriva. Come in "I magnifici sette", vince la gente che si costruisce l'avvenire con il sudore della fronte. "La magnifica preda" - titolo originale "River with no Return", dal tema musicale cantato dalla stessa Marylin - è un western "fluviale", come "Il grande cielo" e "Torna El grinta", tanto per citare due pellicole famose. Otto Preminger non ha mai diretto western, ma si cimenta benissimo con il genere: del resto i registi austriaci lasciano sempre il segno, come aveva fatto Fred Zinneman due anni prima con "Mezzogiorno di fuoco", vincendo 4 Oscar. Marylin Monroe è impeccabile nella parte di saloon girl. Vedendola in questo ruolo, vi è il rammarico che l'attrice avrebbe potuto interpretare molti altri film ambientati nel West. Possiede infatti tutte le caratteristiche - fisiche soprattutto - della donna White Anglo Saxon Protestant (WASP) che attizza il desiderio di pionieri, cercatori d'oro, fuorilegge e soldati a cavallo. Infine, vale la pena di ricordare che la scena finale del film, quella in cui Mitchum "rapisce" la ragazza dal saloon, portandosela via in spalla, verrà ripetuta dallo stesso attore in "Appuntamento per una vendetta" del 1969. Questa volta la "vittima" è la non meno avvenente Angie Dickinson, anch'essa equivoca cantante e showgirl legata ad un uomo senza scrupoli e redenta dall'amore di uno sceriffo.
Domenico Rizzi, scrittore.
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fedeleto
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lunedì 21 marzo 2011
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la magnifica monroe
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Dopo una manciata di pellicole noir ,e una commedia andata a buon fine(una vergine sotto il tetto),otto preminger prova a girare un film d'avventura in salsa western.La storia e' quella di un uomo uscito di galera ,che decide di riprendere con se il figlio e recuperare il tempo perduto,peccato che appena salva due persone su una zattera(in cui vi e' anche la monroe),venga derubato del suo cavallo e sia costretto a fuggire per via degli indiani,in tutto cio' oltre alla compagnia del figlio ,avra' anche quella di un sensuale donna bionda che vorrebbe sposare l'uomo che ha fatto del male al figlio e al padre,ovviamente il risultato sara' una buon happy ending.Anche se i colpi di scena non mancano(la zattera che deve affrontare il fiume del non ritorno,l'assalto degli indiani,la sparatoria del figlio finale,i due cowboy che salvano il padre da una tigre)ma il film sembra fatto su misura per la monroe e preminger non esprime tutta la sua bravura tecnica,tralasciando i primi piani,e credendo di impressionare con la scena della zattera contro il fiume dle non ritorno,in compenso ne esce fuori una pellicola non del tutto riuscita,ma che merita almeno uno sguardo per la monroe,sicuramente uno dei film piu' deboli di preminger.
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Dopo una manciata di pellicole noir ,e una commedia andata a buon fine(una vergine sotto il tetto),otto preminger prova a girare un film d'avventura in salsa western.La storia e' quella di un uomo uscito di galera ,che decide di riprendere con se il figlio e recuperare il tempo perduto,peccato che appena salva due persone su una zattera(in cui vi e' anche la monroe),venga derubato del suo cavallo e sia costretto a fuggire per via degli indiani,in tutto cio' oltre alla compagnia del figlio ,avra' anche quella di un sensuale donna bionda che vorrebbe sposare l'uomo che ha fatto del male al figlio e al padre,ovviamente il risultato sara' una buon happy ending.Anche se i colpi di scena non mancano(la zattera che deve affrontare il fiume del non ritorno,l'assalto degli indiani,la sparatoria del figlio finale,i due cowboy che salvano il padre da una tigre)ma il film sembra fatto su misura per la monroe e preminger non esprime tutta la sua bravura tecnica,tralasciando i primi piani,e credendo di impressionare con la scena della zattera contro il fiume dle non ritorno,in compenso ne esce fuori una pellicola non del tutto riuscita,ma che merita almeno uno sguardo per la monroe,sicuramente uno dei film piu' deboli di preminger.Buona la colonna sonora ed il brano river of no return interpretato dalla monroe.
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angelo cicchetti
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mercoledì 23 febbraio 2011
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il film la magnifica preda
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angelo cicchetti
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mercoledì 23 febbraio 2011
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pellicola discreta che conserva un buon contenuto
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Matt Carter (Robert Mitchum) ,con un passato alquanto oscuro, decide di condurre una vita tranquilla con il suo figlioletto Mark lavorando un piccolo podere. La loro vita tranquilla però, sarà interrotta dal burrascoso salvataggio da parte di Matt, di Harry e May (Marilyn Monroe), i quali riescono a scampare dalla furia del fiume in burrasca.
La pellicola mostra una splendida fotografia del paesaggio, che inseguirà i protagonisti fino alla resa dei conti finale. La regia di Otto Preminger decide di dare un un romanticismo contornato di forte amarezza, in un west sempre più pericoloso, dove l' unica salvezza può essere spesso solo un fucile.
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Matt Carter (Robert Mitchum) ,con un passato alquanto oscuro, decide di condurre una vita tranquilla con il suo figlioletto Mark lavorando un piccolo podere. La loro vita tranquilla però, sarà interrotta dal burrascoso salvataggio da parte di Matt, di Harry e May (Marilyn Monroe), i quali riescono a scampare dalla furia del fiume in burrasca.
La pellicola mostra una splendida fotografia del paesaggio, che inseguirà i protagonisti fino alla resa dei conti finale. La regia di Otto Preminger decide di dare un un romanticismo contornato di forte amarezza, in un west sempre più pericoloso, dove l' unica salvezza può essere spesso solo un fucile...
Il duo Robert Mitchum-Marilyn Monroe convince ma non è esente come la pellicola del resto, da luoghi comuni. Come sempre in rilievo una bellissima Marilyn che esprime una bellezza irraggiungibile e che soprattutto fa innamorare di sè cantando solamente le prime note della bellissima ballata, dal titolo "River of no Return" scritta da Frank Fenton.
Un film discreto che conserva una dura morale da accettare che appartiene al west ma purtroppo anche all' uomo, e cioè il dover uccidere a volte per poter salvare la propria pelle.
Un film da vedere quindi, non solo per la bravura e la bellezza della Monroe ma anche per una morale difficile da accettare.
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alessandra verdino
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martedì 20 novembre 2007
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una metafora sulla vita
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Non ho mai capito il motivo perchè "River of no return" (Il fiume senza ritorno) sia stato tradotto, in italiano con "La magnifica preda".
Il significato del film risulta completamente sfalsato.
Marilyn è bella e sexy, ma "River of no return", in realtà, è una metafora sulla vita.
Non a caso si tratta di un film d'autore, diretto da Otto Preminger.
Nella vita si va avanti, e non si ritorna mai indietro.
La zattera sulla quale si muovono i quattro personaggi è, in realtà, il modo di scegliere il proprio cammino, che può essere arduo e difficile o breve e facile, ma con compromessi.
L'uomo a cui è legata sentimentalmente Kay (Marilyn Monroe) sceglie un modo di vivere immediato, scontato e privo di scrupoli.
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Non ho mai capito il motivo perchè "River of no return" (Il fiume senza ritorno) sia stato tradotto, in italiano con "La magnifica preda".
Il significato del film risulta completamente sfalsato.
Marilyn è bella e sexy, ma "River of no return", in realtà, è una metafora sulla vita.
Non a caso si tratta di un film d'autore, diretto da Otto Preminger.
Nella vita si va avanti, e non si ritorna mai indietro.
La zattera sulla quale si muovono i quattro personaggi è, in realtà, il modo di scegliere il proprio cammino, che può essere arduo e difficile o breve e facile, ma con compromessi.
L'uomo a cui è legata sentimentalmente Kay (Marilyn Monroe) sceglie un modo di vivere immediato, scontato e privo di scrupoli.
Com'è, purtroppo, la realtà odierna.
Gli altri tre personaggi (Robert Mitchum, suo figlio e la Monroe) decidono di intraprendere un cammino diverso, basato sull'onestà, sui sentimenti, ed allora scelgono la via più difficile e tortuosa: attraversare un fiume pieno di insidie, come è, in realtà, la vita.
Due percorsi a confronto, quindi. Le famose due strade del modo di vivere.
Questo è un film altamente morale, in cui la Monroe dà il meglio di se stessa.
Recita quello che avrebbe potuto e voluto essere, se avesse trovato il vero amore.
Quello che dà la forza per andare avanti, e una speranza per il futuro.
Lungo questo percorso arduo (un fiume in piena, su di una zattera, con il pericolo sempre dietro l'angolo) si ha bisogno di amicizia, e di amore.
Qui, lei lo trova, in un uomo pronto a rischiare tutto per lei, che le darà la speranza fondata sulla comprensione e sull'affetto.
Un cambiamento radicale di vita, insomma.
Quello che lei voleva. Quello che ogni donna e ogni essere umano sognano: vivere insieme per darsi una mano, superando ogni ostacolo.
Senza voltarsi mai più indietro.
Ma andando avanti, con la speranza di poter raggiungere la meta più ambita: l'amore e il bisogno di fondare una famiglia.
Una volta tanto, Marilyn ha forza e speranza negli occhi.
Recita un'altra se stessa. E in modo superlativo.
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giuseppe
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venerdì 7 settembre 2007
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il fiume senza ritorno
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Anche per me questo è in assoluto uno dei film più belli e significativi della carriera della bellissima e insostituibile Marilyn Monroe!Un film che forse proprio perchè Marilyn lo detestava tanto riesce ancora a far parlare di sè!
La storia è significativa in quanto poi Kay decide di lasciare abiti di lusso e pailettes che le davano una vita piena di ipocrisia per dedicarsi a una vita più semplice facendo da mamma a un bambino orfano con il padre!
Bellissimo e da comprare in dvd!
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jason
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sabato 2 aprile 2005
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il fiume senza ritorno
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Questo fu l'unico western girato da Marilyn Monroe ed è quasi superfluo aggiungere che non lo amò mai, reputandolo, a torto, a mio avviso, nonostante la presenza indubbia di alcuni fastidiosi stereotipi, un western "di serie zeta", per usare la sua stessa espressione; nè d'altronde apprezzò mai il genere western in sè, considerandolo, questa volta con un certo fondo di verità, un genere più adatto agli uomini che alle donne, dove queste ultime finivano inevitabilmente per essere sempre e solo di contorno. Eppure il suo ruolo in questo film è tutt'altro che secondario. Il suo lungo e periglioso viaggio in zattera sul fiume impetuoso e senza ritorno in compagnia del fattore Mitchum/Calder e di suo figlio Marco è in fondo una metafora del percorso della vita e forse un itinerario obbligato che permette a Marilyn/Kay, cantante di saloon in uno dei villaggi di frontiera sorti frettolosamente in seguito alla corsa all'oro, di poter fare un decisivo confronto tra il giocatore d'azzardo, baro, violento e sleale a cui è legata e l'agricoltore rozzo ma coraggioso, leale e pieno di tenero affetto paterno per suo figlio.
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Questo fu l'unico western girato da Marilyn Monroe ed è quasi superfluo aggiungere che non lo amò mai, reputandolo, a torto, a mio avviso, nonostante la presenza indubbia di alcuni fastidiosi stereotipi, un western "di serie zeta", per usare la sua stessa espressione; nè d'altronde apprezzò mai il genere western in sè, considerandolo, questa volta con un certo fondo di verità, un genere più adatto agli uomini che alle donne, dove queste ultime finivano inevitabilmente per essere sempre e solo di contorno. Eppure il suo ruolo in questo film è tutt'altro che secondario. Il suo lungo e periglioso viaggio in zattera sul fiume impetuoso e senza ritorno in compagnia del fattore Mitchum/Calder e di suo figlio Marco è in fondo una metafora del percorso della vita e forse un itinerario obbligato che permette a Marilyn/Kay, cantante di saloon in uno dei villaggi di frontiera sorti frettolosamente in seguito alla corsa all'oro, di poter fare un decisivo confronto tra il giocatore d'azzardo, baro, violento e sleale a cui è legata e l'agricoltore rozzo ma coraggioso, leale e pieno di tenero affetto paterno per suo figlio. E Marilyn/kay non avrà dubbi alla fine nello scegliere una vita domestica di moglie e madre e colma di affetti famigliari e nel ripudiare la tenue prospettiva di una vita scintillante piena di lustrini e abiti di lusso ma falsa, bugiarda ed effimera come una miniera d'oro vinta barando a poker. La scena cult che visivamente suggella tutto ciò e chiude il film è di quelle ormai entrate nella leggenda del cinema, con una Marilyn che si toglie le scarpette rosse da saloon e le getta nella polvere mentre il carro la conduce verso la sua nuova vita. Scena meravigliosa e indimenticabile. Altri momenti significativi sono le splendide canzoni cantate in modo elettrizzante da Marilyn, tra cui l'evocativa "One silver dollar" sotto un tendone e davanti a una estasiata platea di cercatori d'oro, la dolce "Down in the meadow" cantata per Marco accompagnandosi con la chitarra e la struggente "River of no return" che dà poi il titolo al film nella versione originale. Una curiosità: Marilyn Monroe e Robert Mitchum si erano già conosciuti poco meno di dieci anni prima in ... fabbrica, quando entrambi erano giovani operai presso uno stabilimento che produceva paracadute per conto dell'aviazione. L'avrebbero mai immaginato che si sarebbero ritrovati insieme dieci anni dopo sul set di un film come protagonisti? Forse solo in America poteva succedere...
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