matteobettini15gennaio
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venerdì 26 maggio 2017
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il titanic rivisto in chiave romanzata
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"Titanic" del 1953 è un film che non lascia indifferenti, questo lo scrivo peer certo. Non si pone ai livelli dei successivi "Titanic Latitudine 41 Nord", 1958, o "Titanic", 1997 (sicuramente la pellicola più famosa incentrata sulla brevissima vita dello sfortunato transatlantico: ad ogni modo, tra tutti i film girati sul Titanic, io preferisco di gran lunga quello che ho appena citato, targato Roy Ward Baker e del 1958!). Le motivazioni sono semplici: invece di raccontare gli episodi dei circa quattro giorni trascorsi in pieno Atlantico in chiave realistica, o puntare sugli effetti speciali (ovviamente, nel 1953 non era nemmeno ipotizzabile pensare di dirigere una pellicola come fece Cameron 44 anni dopo, con l'ultima ora e mezza di naufragio che lascia lo spettatore incollato allo schermo), il regista Jean Negulesco (descritto da Oriana Fallaci come un "uomo gioviale, con due guance piene e rubiconde e ossessionato dalle camicie!") preferì dare maggior risalto ad un matrimonio destinato a concludersi tragicamente, e non soltanto per il naufragio della nave.
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"Titanic" del 1953 è un film che non lascia indifferenti, questo lo scrivo peer certo. Non si pone ai livelli dei successivi "Titanic Latitudine 41 Nord", 1958, o "Titanic", 1997 (sicuramente la pellicola più famosa incentrata sulla brevissima vita dello sfortunato transatlantico: ad ogni modo, tra tutti i film girati sul Titanic, io preferisco di gran lunga quello che ho appena citato, targato Roy Ward Baker e del 1958!). Le motivazioni sono semplici: invece di raccontare gli episodi dei circa quattro giorni trascorsi in pieno Atlantico in chiave realistica, o puntare sugli effetti speciali (ovviamente, nel 1953 non era nemmeno ipotizzabile pensare di dirigere una pellicola come fece Cameron 44 anni dopo, con l'ultima ora e mezza di naufragio che lascia lo spettatore incollato allo schermo), il regista Jean Negulesco (descritto da Oriana Fallaci come un "uomo gioviale, con due guance piene e rubiconde e ossessionato dalle camicie!") preferì dare maggior risalto ad un matrimonio destinato a concludersi tragicamente, e non soltanto per il naufragio della nave. Ecco come si snoda la trama del film. Una coppia in crisi familiare e con due figli giovanissimi (i genitori sono Richard Ward Sturges e Julia Sturges, interpretati rispettivamente da Clifton Webb e Barbara Stanwyck: lui è al suo massimo, lei, come sempre, eccellente) si imbarca sul Titanic. Quando Julia, dopo un acceso confronto che sfocia in un litigio, rivela al marito che Norman, il figlio più piccolo, è frutto di una relazione clandestina, Richard diventa inevitabilmente freddo con il suo figliolo, sentendosi umiliato ma non tenendo minimamente conto dei sentimenti del ragazzo. In un susseguirsi di scontri e battibecchi, si avvicinano le 23.40 di domenica 14 aprile 1912..Riguardo alla trama aggiungo soltanto che Norman, essendo giovanissimo e avendo quindi l'opportunità di salvarsi, preferirà rimanere sulla nave col padre, finalmente fiero del proprio figliolo, in un finale che può non piacere a tutti (forse un po' troppo enfatizzato a causa della canzone "Nearer, my God, to Thee"..). Ad ogni modo, questo film può vantare un premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e un successo di pubblico strepitoso. Quando uscì nelle sale dell'epoca, furono davvero tantissimi gli spettatori che, ancora toccati dalla tragedia, si catapultarono a vederlo, rimanendo terrorizzati, letteralmente. Ultime annotazioni: il cast è molto valido (c'è anche un giovanissimo Sean Connery), il bianco e nero, al solito, è di classe e vale comunque la pena di vederlo. Se non altro per non dimenticare quante povere persone (soprattutto uomini e di terza classe: ma da allora le regole presero tutt'altra piega) persero la vita nelle gelide acque dell'Atlantico.
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diskol88
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venerdì 10 agosto 2018
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ruotino esodus onthe sea,soltanto meglio l nimitz.
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quasi 100 anni fa e forse anche di più, il natante più
'tranquillo' del mondo varava le sue vele per la traversata
del secolo, tra lo stupore delle folle ceti medi e del progresso,
ma se i sapienti costruttori della nave preparavano il meglio del
loro virtuosismo, cercando di deturpare il mare e la natura coi
neri scarichi delle loro austerità, il mare e la natura facevano altrettanto
senza fare niente, a un certo punto l'iceberg millenario colpì il
transatlantico la nave impennò e l'impensabile in più che
qualche istante colò a picco, jek prese la sua bella esclamò
buttati baby ok? non preoccuparti, purtroppo in questo periodo non c'erano
le schede telefoniche per poter prendere telefonare o lanciare assicurandosi
quegli sos, come quello che fu mandanto alla carpathia, (portando così
quell'incitamento consono alla salvezza, ma come si sa
quando la carpathia arrivò sulla scena toccò con
mano la disgrazia alla quale non sembrava si potesse assistere), soltanto
col telegrafo di marconi emettendo una specie di
code, anche se col disastro della concordia susseguente
s'è visto che anche un secolo dopo possono non essere utili
e comunque avere quegli esatti effetti, il malfunzionamento soltanto e
l'autogovernamento.
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quasi 100 anni fa e forse anche di più, il natante più
'tranquillo' del mondo varava le sue vele per la traversata
del secolo, tra lo stupore delle folle ceti medi e del progresso,
ma se i sapienti costruttori della nave preparavano il meglio del
loro virtuosismo, cercando di deturpare il mare e la natura coi
neri scarichi delle loro austerità, il mare e la natura facevano altrettanto
senza fare niente, a un certo punto l'iceberg millenario colpì il
transatlantico la nave impennò e l'impensabile in più che
qualche istante colò a picco, jek prese la sua bella esclamò
buttati baby ok? non preoccuparti, purtroppo in questo periodo non c'erano
le schede telefoniche per poter prendere telefonare o lanciare assicurandosi
quegli sos, come quello che fu mandanto alla carpathia, (portando così
quell'incitamento consono alla salvezza, ma come si sa
quando la carpathia arrivò sulla scena toccò con
mano la disgrazia alla quale non sembrava si potesse assistere), soltanto
col telegrafo di marconi emettendo una specie di
code, anche se col disastro della concordia susseguente
s'è visto che anche un secolo dopo possono non essere utili
e comunque avere quegli esatti effetti, il malfunzionamento soltanto e
l'autogovernamento... sembrano aver risparmiato
le stesse persone... della concordia, dal mare
pacato come lo spread nelle
loro vicissitudini dove le coincidenze sembrano tante e assurde nonchè
occulte e di strano funzionamento, senza aver vinto però quella
giungla marina, ricordando molte cose, che è l'oceano micidiale, non
sono molte le persone quale che sia il motivo a dare
dimostrazione di battere alla volta e di fare ciò, le
mancanze... sono troppe... e non è di auspicio per chiunque, pur
qualsiasi loro pseudomotivo esso potesse essere da far
pensare mezzo mondo alle possibilità di costruire una nave americana
non con quelle strane mancanze e all'avanguardia e di allineare la
loro rendita per la navigazione crocieristica più sicura,
sbarcando... all'occorenza qualsiasi tipo di strutturamento, atto a
dileguare ogni eventualità e 18 mila concause e concatenamento, perchè è in
loro ciascuna soluzione, lasciando così
perdere l'eccellenza sublime della natura, il film non è del 97 e che
fu uno degli epici memorabili e naturali della storia del cinema ineguagliato,
ove neanche tutte le cyber figure e lo sforzo di fantasia dei
loro avatar, potranno mai colmare il colossal titanic, il film dei 13
oscar, fico, se soltanto non fosse storia, e il filmaker
non potesse guardare quell'immenso pubblico di visitatori, essendo
seduto sullo scranno vantando nella sua playlizt, l'altrettanto senso artistico.
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mondolariano
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domenica 29 maggio 2011
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il titanic è solo uno sfondo
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L’idea è quella di usare il “Titanic” solo come uno sfondo, poiché il vero scopo del film è narrare la storia di un matrimonio in crisi. Almeno così si giustifica il totale disinteresse per la nave. Ma a mio parere non ci si può servire di questa tragedia solo come un fondale. Il “Titanic” dev’essere per forza il protagonista di un film che tratta di se stesso, altrimenti non avrebbe senso. Così, se da un lato abbiamo un oscar per la sceneggiatura, dall’altra si sprofonda inevitabilmente nel banale, con un povero “Titanic” irriconoscibile nell’ambientazione fasulla dell’arredamento e negli avvenimenti storici (mancano perfino Bruce Ismay e Thomas Andrews), al suono di un’improbabile sirena d’allarme che nell’intento di essere drammatica riesce solo ad essere ridicola.
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L’idea è quella di usare il “Titanic” solo come uno sfondo, poiché il vero scopo del film è narrare la storia di un matrimonio in crisi. Almeno così si giustifica il totale disinteresse per la nave. Ma a mio parere non ci si può servire di questa tragedia solo come un fondale. Il “Titanic” dev’essere per forza il protagonista di un film che tratta di se stesso, altrimenti non avrebbe senso. Così, se da un lato abbiamo un oscar per la sceneggiatura, dall’altra si sprofonda inevitabilmente nel banale, con un povero “Titanic” irriconoscibile nell’ambientazione fasulla dell’arredamento e negli avvenimenti storici (mancano perfino Bruce Ismay e Thomas Andrews), al suono di un’improbabile sirena d’allarme che nell’intento di essere drammatica riesce solo ad essere ridicola. Però, il momento dell’addio tra i due protagonisti è straordinario, perché l’emozione scaturisce dall’epilogo della loro storia privata e non solo dalla paura per l’affondamento. Finale inguardabile dal punto di vista scenografico.
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