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ROMA, 6 MAG - Se venerdì prossimo, l'11 maggio, vi
dovesse capitare, cosa comunque assai improbabile per i comuni
mortali, di incontrare Valentino Garavani, ditegli 'auguri
maestro' ma non accennate all'età, non gradirebbe. Compie 80
anni, ma non intende dimostrarli, il nostro famoso couturier,
nato a Voghera nel 1932, arrivato a Parigi a soli 17 anni,
adottato da Roma a 28 anni e, dagli anni Sessanta, idolo delle
belle donne e della bella vita internazionale. Da quattro anni
Valentino, come lo hanno sempre chiamato tutti tralasciando il
cognome, non è più alla guida creativa della maison da lui
creata più di mezzo secolo fa. Ma non ha abbondonato il
palcoscenico e l'alta società. Il compleanno, giurano gli amici,
sarà festeggiato in famiglia, con i collaboratori più stretti e
gli affetti di sempre, naturalmente con Giancarlo Giammetti,
socio e complice di una vita. Valentino in questo periodo sta
facendo avanti e indietro con New York per preparare i costumi
di uno spettacolo che il New York City Ballet porterà in scena
il prossimo settembre. Il lavoro è sempre tanto: a novembre si
aprirà a Londra una mostra dedicata al maestro italiano
dell'eleganza. Per chi voglia studiarne lo stile, è ormai in
funzione un archivio, fortemente voluto dallo stilista e
realizzato nel Castello di Wideville, amata dimora con 120
ettari di terreno, sede di memorabili feste, alle porte di
Parigi. Valentino si è sempre sentito anche un po' francese e la
Francia glielo ha riconosciuto, e non solo con le onoreficenze
(la Legion d'Onore è del 2006). Proprio a Parigi iniziò la sua
carriera: dopo aver vinto un concorso della Camera della Moda
francese, insieme con Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent, fece
pratica da Jean Desses e poi da Guy Laroche, ma non volle
entrare nell'atelier di Balenciaga perché proprio non gli
riusciva di disegnare le 'gobbe' tipiche del grande Cristobal.
Nel 1959 Valentino tornò in Italia e la famiglia lo aiutò ad
aprire un atelier a Roma. Tre mesi dopo conobbe Giammetti che
per lui lasciò gli studi in architettura. Dodici anni durò la
loro relazione d'amore mentre l'amicizia profonda e la
solidarietà si sono cementate per sempre e hanno consentito a
Valentino di non occuparsi mai di problemi materiali. Che abbia
vissuto sempre un po' fuori dalla realtà é vero. Per esempio, è
famosa la risposta che valentino diede a chi una volta gli
chiese cosa pensasse del '68: ''ah sì, mi ricordo, era l'anno di
una mia meravigliosa collezione bianca". La moda di Valentino è
sempre rimasta sulla breccia, anche durante i momenti
economicamente meno brillanti della casa di moda e nei vari
passaggi azionari dalla Hdp alla Marzotto, dalla quotazione in
borsa al fondo Permira. "La grandezza di Valentino - ha
sintetizzato bene Giammetti - è di aver vestito Jackie Kennedy
come anche Gwyneth Paltrow 40 anni dopo, Liz Taylor ai tempi di
Cleopatra come Nicole Kidmann e Charlize Theron. La sua forza è
stata di avere uno stile senza tempo: se n'é fregato di
rivoluzionare la moda, ha sempre creato abiti per donne che
vogliono essere belle". E questa dedizione, le sue clienti e
amiche, non l'hanno mai dimenticata. Nel luglio 2007 accorsero
tutte a Roma per la più grande celebrazione che la storia della
moda ricordi: tre giorni di 'valentiniadi' con mostra all'Ara
Pacis, sfilata e due indimenticanbili fastose feste. Era chiaro
a tutti che si trattava di un'uscita di scena (che avvenne
infatti pochi mesi dopo) ma era altrettanto chiaro all'intero
mondo della moda che l'Ultimo Imperatore (come si intitola il
film-documentario su di lui, girato da Matt Tyrnauer e che ha
avuto grande successo) non avrebbe ceduto lo scettro del jet
set. (ANSA).
(ANSA)