
Il grandissimo maestro portoghese compie oggi cento anni.
di Edoardo Becattini
Non capita certo di frequente il privilegio di portare i propri auguri ad una persona che compie cento anni. Cento anni in età sono un traguardo che fa entrare di diritto nella storia, per il semplice fatto che è una soglia oltre la quale si diventa automaticamente Storia, portando al proprio interno i segni di tempi e di spazi, di epoche e di luoghi, tali di acquisire di diritto uno statuto di mirabilità. Perciò, a maggior ragione, cento e mille auguri a Manoel De Oliveira per gli anni che compie oggi, testimoni di una longevità mai eccezionale quanto la sua attività di cineasta che, attraversando l'età del muto, del bianco e nero e della modernità, rappresenta un'esclusiva "storia" del cinema ancora viva e attiva. E nella nuova giovinezza che sta tuttora attraversando al frenetico ritmo di un film all'anno, si avverte il senso di decadenza dell'epoca contemporanea, ma anche l'atteggiamento quasi paternalistico, tragico ma composto, misurato, di un cineasta ironico che ha capito che le parole non incidono tanto sul presente quanto sulla storia, appunto.
Da una persona che ha visto e vissuto tanto, c'è soprattutto da imparare il peso della parola e l'importanza dello sguardo, grazie ai quali il tempo assume un valore nuovo, spurio, capace di far convergere epoche e linguaggi, tradizioni pittoriche e letterarie, corpi famosi (su tutti Michel Piccoli e Catherine Deneuve) e volti sconosciuti.
Ed è sempre un piacere assistere alla gioia con cui questo grande maestro prende parte ai vari festival, assistito unicamente da un bastone di legno, e vederlo camminare rapido e spedito da una proiezione all'altra a commentare le opere dei vari maestri di cinema come fossero compagni di scuola. Una gioia ed una vitalità invidiabili, "specchio magico" di una incredibile capacità di rinnovare linguaggi antichi e di far sembrare arcaici quelli moderni.
Auguri a Manoel De Oliveira, un secolo vivente di cinema.