Gomorra |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra.
continua»
Drammatico,
durata 135 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 maggio 2008.
MYMONETRO
Gomorra
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Adattamento splendido per cupezza e sincerità.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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sabato 2 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
GOMORRA (IT, 2008) diretto da MATTEO GARRONE. Interpretato da TONI SERVILLO, GIANFELICE IMPARATO, MARIA NAZIONALE, SALVATORE CANTALUPO, SALVATORE ABRUZZESE, MARCO MACOR, CIRO PETRONE, CARMINE PATERNOSTER
Alla base di questo racconto apocalittico e totalmente pessimista c’è il romanzo, uscito nel 2006, tradotto in trentatré lingue e con all’attivo almeno due milioni di copie vendute, scritto dal giovane giornalista e scrittore non-fiction Roberto Saviano, che ha partecipato alla sceneggiatura sfrondando il suo libro di debutto insieme al regista e ad altri tre sceneggiatori (fra cui figura anche Gianni Di Gregorio). Affronta un tema che al contempo è sulla cresta dell’onda dell’informazione da un sacco di tempo ma non è mai discusso abbastanza: perché sulla camorra si può conversare da intenditori oppure è possibile parlarne da persone che vogliono combatterla per estirpare dal Belpaese un male che esiste dai tempi dell’Unità d’Italia e che ha ucciso in trent’anni più di diecimila persone, come i titoli di coda sottolineano. La fedeltà al testo originale è rispettata quasi esclusivamente nei personaggi (in particolar modo riguardo all’ottimo stilista Salvatore), mentre i fatti vengono narrati da una prospettiva più personale che predilige l’azione di questi piccoli criminali che costituiscono un semplice tassello di un sistema incommensurabile che fa affari nei più svariati campi economici: edilizia, turismo, tessile, trasporti, carburante, rifiuti, alimentari, supermercati, ristoranti, negozi, cinema, senza dimenticare le banche che rappresentano il crocevia più cruento e terrificante che abbina il potere col sangue e col denaro. La messinscena appare impregnata di un dolore freddo, di un cataclisma emozionale che abbraccia in pieno una disperazione oggettiva, ma anche di una passione che reclama il diritto di rimanere viva, nonostante la morte si presenti in tutte le sue forme e colpisca a muso duro chi non deve più rimanere dentro il "giro" ed è destinato a scomparire senza lasciare più traccia. Garrone conosce la materia che tratta e la sfrutta adottando una tensione narrativa che corre sul filo del rasoio per mostrare ad uno spettatore allibito e paradossalmente incredulo l’immensità di un’istituzione che ha fabbricato un impero criminale che ricicla soldi sporchi fino a 150 miliardi di euro annuali. Il racconto si svolge fra Napoli e Caserta, passando soprattutto per paesi come Casal di Principe e Scampia, vere e proprie miniere a cielo aperto per gli spacciatori di droga e altri delinquenti che gestiscono traffici illeciti facendo leva sull’omertà generale e sulla corruzione dilagante e irrefrenabile (ne è un esempio il giureconsulto collaborazionista di G. Imparato). L’adattamento cinematografico del capolavoro di Saviano è un’opera che lavora sostanzialmente per sottrazione: non ha protagonista, attori celebri (escluso T. Servillo), scene-madri, cambiamenti di tono, prediche, manicheismi. Il male non sta tutto da una parte, e per questo risulta complesso tirare le somme quando si tratta di stabilire a quale mascalzone la legge deve attribuire un misfatto o un comportamento illegale. Tralasciando gli omicidi, la camorra è un’associazione che conta 25.000 affiliati e circa 200.000 fiancheggiatori, presi a prestito anche dalle altre mafie (‘ndrangheta, sacra corona unita, anonima sequestri). In soldoni, è la storia di una malavita normale, di un male banale (come direbbe Hannah Arendt) e di una catastrofe pulita che fa terra bruciata dietro a sé in ogni luogo che attraversa come un carro armato gigantesco e imprendibile. Una cortina tenebrosa è ormai calata sulle terre dove la camorra opera praticamente indisturbata, tanto che sono necessari i sottotitoli per comprendere una lingua che risulta ormai oscura e lontana per i profani di un’organizzazione che sogna di dominare il pianeta col suo governo tirannico e la sua onnipotenza finanziaria. Fotografia di Marco Onorato, fratello del doppiatore Glauco. Per Garrone era quasi un padre: lavorò in tutti i suoi film. Premiato con sette David di Donatello: pellicola, regia, sceneggiatura, produttore, canzone originale, montaggio, fonico. Due Nastri d’Argento, cinque premi europei e il Grand Prix a Cannes 2008.
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