Fatti della banda della Magliana |
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Un film di Daniele Costantini.
Con Leo Gullotta, Roberto Brunetti, Francesco Pannofino, Fabio Grossi, Francesco Dominedò.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 2005.
uscita venerdì 27 maggio 2005.
MYMONETRO
Fatti della banda della Magliana
valutazione media:
2,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Chiacchiere e sanguedi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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martedì 20 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nella trasposizione cinematografica della sua fortunata commedia teatrale “Chiacchiere e sangue”, Daniele Costantini ne lascia inalterata la struttura. Lo humor nero fa così da guida alla paradossale ricostruzione della storia di una delle più sanguinarie gang della storia italiana che ha imperversato a Roma dalla metà degli anni Settanta fino ai primi anni Novanta. La narrazione parte dalla deposizione volontaria davanti a un giudice di “Accattone”, uno dei pochi esponenti ancora in vita dell’organizzazione criminale, le cui parole finiscono per evocare tutti i componenti della banda sia quelli morti che quelli ancora in vita. Ciascuno di loro porta la sua versione e il suo punto di vista alla ricostruzione dei fatti. Ne nasce un dibattito, sottolineato da una lunga serie di flashback, violento, urlato e paradossale nel quale i partecipanti non esitano a minacciarsi e a venire alle mani. Il tono dei dialoghi non può che essere sopra le righe, esagitato al limite del parossismo. Per questa ragione Costantini sceglie di temperarne la veemenza rendendo statica la ripresa. Nelle scene che si svolgono nell’angusto locale dove il giudice sta raccogliendo le deposizioni sono i movimenti dei protagonisti a rendere dinamiche le inquadrature, a dettarne il ritmo mentre la macchina da presa mantiene un’immobilità quasi oggettiva. Lo spettatore guarda ai fatti con gli occhi del giudice, che non si vede mai e viene inquadrato soltanto nelle sequenze finali, quando il racconto si è concluso. Davanti a lui sottile e costante scorre una violenza connaturata ai personaggi visto che nella realtà la storia della Banda della Magliana è finita con i capi che si sono ammazzati tra loro. E proprio perchè nessuno pensi che sia stata una scelta casuale, nella chiusa finale “Accattone” ne riassume il senso con una frase lapidaria: «Era cominciata come una storia di esclusività e solidarietà ed è finita come una storia di chiacchiere e sangue».
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