Intervista telefonica a Clint Eastwood di Alberto Crespi (fonte l’unità).
“Io sono felice della mia carriera di attore;al tempo stesso quando nel “70” ho cominciato a dirigere il mio primo film Brivido nella notte pensavo già allora che avrei potuto stare dietro alla macchina da presa ,anziché davanti a fare lo stupido…Ma nel complesso è andato bene così.
Quando ho girato Milion Dollar Baby, ho pensato che era un buon finale: poi è arrivata la chance di Grande Torino ed era un finale ancora migliore .Ma se capita altro , altrettanto bello, sono pronto.”..Farei solo western, è il genere che amo,…l’ultimo che ho girato ,Gli Spietati,era una bellissima storia….Ecco dovrei trovare un soggetto, così forte e magari innovativo. Che mi porti su strade diverse rispetto a quelle già battute;se lo trovo sono pronto a tornare nella prateria” .
Dice del suo lungometraggio Gli spietati Clint Eastwood più o meno questo:”stanco di miti poco credibili, questo lavoro mi ha riconciliato con una certa verità storica fatti di avventurieri poco eroi, spietati solo per paura odisperazione .”
Unforgiven , titolo in inglese , meglio conosciuto in Italia come Gli spietati è un capolavoro che ha” incassato” quattro premi oscar, quello del miglior film , della miglior regia ,del migliore attore non protagonista e quello del miglior montaggio.
Il film trae ispirazione da un soggetto degli anni “70 “ di David Webb Peoples , allora sconosciuto, poi divenuto famoso , per aver scritto la sceneggiatura di Blade Runner insieme a Hampton Fancher.
Dopo la rinuncia di Francis Ford Coppola ,Clint Eastwood acquisisce i diritti della citata sceneggiatura e la fa sua con entusiasmo.
L’oscar alla regia che va Clint Eastwood stigmatizza un riconoscimento ad un lavoro di alto profilo di regia.
Gene Hackman , nella parte dello sceriffo Little Bill Dagget, viene premiato con l’oscar per il miglior attore non protagonista.
Altro riconoscimento da Oscar va al montaggio del film di Joel Cox.
Molte musiche malinconiche del film sono dello stesso regista Clint Eastwood .
Il mito dei grandi uomini bianchi del West era già stato offuscato da molta filmografia precedente come Nevaio Joe del nostro Corrucci,Little Big Man del 1970 con Dustin Hofman e Soldier bleu di Ralph Nelsen con Candice Bergen e Peeter Strauss , per ricordarne solo alcuni.
Il nostro film Gli spietati ridimensiona ulteriormente la figura scintillante dell’eroe del West , sottolineandone le debolezze, le vigliaccherie , le insicurezze ,la conflittualità ,il cinismo , la violenza sconfinata : l’uomo bianco qui “ è caduto dal suo cavallo bianco” è ora diventato un misero mammifero che lotta per la sopravvivenza ispirato solo dall’istinto.
Ho definito questo film “celebrazione del silenzio dell’ anima” avviluppata in un “vuoto cosmico” dove l’ego riesce vedere solo se stesso ed ignorare il resto.
Il soggetto del film è un soggetto di vendette a pagamento per avventurieri da quattro soldi “poveri in canna” e mercenari., ma è anche storia dove i personaggi chiave mai rifulgono e tutti , in qualche modo sono archetipi di spietati “ : le puttane reclamano vendetta fino alla soddisfazione del danno subito, dente per dente, senza perdono; Little Bill Dagget, lo sceriffo interpretato ,mirabilmente da un Gene Hackman , si nasconde dietro alla sua “stella di latta” per liberamente esercitare le sue violenze quotidiana;William Munny, alias Clint Eastwood, che si dichiara più volte fuori dai suoi mali, in realtà, alla prima occasione, dimostra tutta la sua dipendenza dalla violenza e dal gusto per il sangue , come pure l’assenza di umanità; Ned, interpretato da Morgan Freeman , la figura più “empatica “, in realtà , vive obnubilato dal ricordo dei suoi fallimenti sentimentali e dall’angoscia del sangue che ha versato;Kid , il giovane pistolere, che sogna di diventare anche lui un grande spietato che si accorge ,al dunque, di non avere la “la taglia per farlo “.
Clint Eastwood è regista silenzioso , che ascolta il fluire del pensiero nella sua profondità., distribuendo lezioni di raffinata psicoanalisi .” durante i dialoghi della prateria “.
La sapiente cinepresa sa alternare l’azione con le pause disinvoltamente per inserire introspezioni di alto profilo,.
La storia inizia con l’inquadratura della casa di William e si chiude con una nuova inquadratura della stessa abitazione!
Ha tutto ciò un celato significato simbolico , sicuramente , ad ognuno competa la personale lettura.
Complimenti.
Weach illuminati
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