Neds |
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Un film di Peter Mullan.
Con Steven Robertson, Douglas Russell, Marcus Nash (II), Linda Cuthbert, Martin Bell (II)
Titolo originale Neds.
Drammatico,
durata 124 min.
- Gran Bretagna 2010.
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Neds, dalla parte degli ultimidi sam74Feedback: 409 | altri commenti e recensioni di sam74 |
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domenica 5 dicembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con "Neds", Peter Mullan, già autore del durissimo "Magdalene" (Leone d'Oro a Venezia) racconta l’infanzia e l’adolescenza di un ragazzino destinato a diventare un teppista, nonostante le straordinarie capacità scolastiche (il termine Neds, che dà il titolo al film, è l’acronimo di Non-Educated Delinquents, usato in Scozia per definire, appunto, i teppisti senza istruzione). Si possono riconoscere echi di Verga, di Zola o anche di Pasolini, ma questo film è innanzitutto un grido di denuncia ad un sistema sociale – quello britannico degli anni ’70, ma così attuale ancora oggi e senza confini geografici – e scolastico – anche quando si fa vanto di essere pienamente meritocratico – che non offre sostegni, né alternative a ragazzi che, diversamente, sono predestinati alla delinquenza. Mullan ha indubbiamente una profonda conoscenza di quello che racconta; egli stesso ne ha parlato in termini di "autobiografico, ma non personale"; e tuttavia anche lo spettatore può in fondo ritrovare, ora quel compagno di scuola, ora quell’amico, perso per strada, in paesini senza campi da calcio, senza associazioni per giovani, senza oratori, senza altro che non sia lo sfogo ormonale per strada, di adolescenti che arrivano già magari da famiglie allo sbando o completamente assenti. Neds è un film che lascia tramortiti per la sua ineluttabilità; è spesso violento, ma mai spietato, come se in fondo in quei ragazzi si mantenesse – agli occhi del regista che pare seguirli nelle scorribande e nelle botte fra gang – una "disperata vitalità" in grado di mantenerli più umani degli adulti che li hanno generati: quei simbolici leoni attraverso cui passeranno indenni il protagonista John e la sua prima vittima, nella poeticissima sequenza finale.
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