Babel |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael García Bernal, Kôji Yakusho, Adriana Barraza.
continua»
Drammatico,
durata 144 min.
- USA, Francia, Messico 2006.
uscita venerdì 27 ottobre 2006.
MYMONETRO
Babel
valutazione media:
3,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se una cosa può andare storta non è detto che vadadi RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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venerdì 9 luglio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L’anti-legge di Murphy è qui evocata quanto la legge stessa nel resto del film. Mi riferisco all’episodio finale, quando il giovane detective giapponese incontra nel suo appartamento la ragazza disabile, figlia del cacciatore e reduce da un deludente festino tra coetanei. Già in precedenza la ragazza aveva mostrato la sua impudicizia mentre il detective dimostra tutta la sua umanità riuscendo a dire di no alle esplicite 'avance' della ragazza. Il giovane resiste così all’istinto animale, ma dimostra anche la sua incompetenza quando poco dopo riferisce al padre le parole della figlia sul suicidio della madre nonché moglie di lui. La ragazza, infatti, durante l’incontro con il detective aveva ricostruito il nefasto evento prefigurando il proprio suicidio, che sarebbe consistito come quello della madre nel tuffo dall’alto del proprio appartamento ubicato in un grattacielo di Tokio. Invece la donna, come ricorda al poliziotto impreparato il marito spazientito, si era tolta la vita con un colpo di revolver sotto gli occhi della figlia, sorda ma non cieca. La chicca si ha quando il detective si ritrova solo in un bar a sorseggiare un superalcolico e decide di leggere il bigliettino che la ragazza gli aveva lasciato nella giacca alla fine dell’incontro, che originariamente doveva riguardare solo la faccenda di un fucile di proprietà del padre e rimasto in Marocco dopo una battuta di caccia in quel Paese. La logica ci dice che in quel biglietto vi sai l’ultimo addio della ragazza ma il detective preferisce continuare a bere che andare a sincerarsi di quanto sia poi accaduto avendo scoperto che le modalità del suicidio della donna non erano quella raccontate dalla figlia, che così si era rivelata un’aspirante suicida. Ma almeno per questa volta la legge di Murphy non si è realizzata. Forse proprio perché il risultato in questo caso non sarebbe stato del tutto indipendente dall’adeguatezza o meno di un detective poco preparato sul caso. Invece l’eccesso di generosità del padre della ragazza, donando il fucile alla sua guida marocchina, ha scatenato tutto il dramma narrato nel film in modo tanto chiaro quanto risulta contorto l’episodio finale.
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