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Dopo un inizio tradizionale, belle scene a un ippodromo e nella Torre Eiffel. con due scene d'azione di cui una con evidenti elementi di comicità (cosa che si ripoporrà nel film), l'ultimo Bond di Roger Moore si caratterizza come uno 007 di lusso, con l'ennesima riproposizione del mondo di Bond. Se la canzone dei Duran Duran dei titoli di testa voleva attrarre un pubblico giovanile, il film compiace, non delude piuttosto i vecchi fan della serie. Sempre più fantastiche che della realtà, in un mondo che non esiste così come viene presentato, scene come quella in cui Bond incontra Tanya Roberts (tanto dolce quanto determinata e aggressiva - apparentemente - Grace Jones) hanno poco da invidiare alle corrispettive dei migliori titoli della serie. Lo stesso vale per laboratori, marchingegni e seducenti ambientazioni. L'abile regista John Glen sfrutta con grande mestiere le potezialità spettacolari delle scene e situazioni: come sempre in 007, tutto deve essere un piacere (e qui ce n'é parecchio, in quasi ogni inqadratura). I mezzi tecnici sono evidenti, ma certi scorci sono bellissimi e le idee non mancano. Alcuni spunti sono sorpendenti. Ottimo lavoro di tutto il cast tecnico, oltre che di quello artistico. Come diceva Hitchcock dei suoi film , nonostante la serietà (non sempre) delle trame e delle situazioni, questa pellicola è una fetta di torta, non di vita.
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