Mio zio

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Un film di Jacques Tati. Con Jacques Tati, Jean-Paul Zola, Adrienne Servantie, Jean Pierre Zola, Lucien Frégis.
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Titolo originale Mon oncle. Comico, Ratings: Kids, durata 120 min. - Francia 1958. - Ripley's Film uscita lunedì 6 giugno 2016. MYMONETRO Mio zio * * * * - valutazione media: 4,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Quando le varie arti si incontrano Valutazione 5 stelle su cinque

di Abramo Rizzardo


Feedback: 617 | altri commenti e recensioni di Abramo Rizzardo
sabato 8 gennaio 2022

L'origine di ogni commedia di culto, l'origine del celebre personaggio di Mr. Bean, e l'origine di una risata condita con il dramma, talmente universale da non aver bisogno del linguaggio parlato, ma solo di fischi, di goffaggine, e di spazi architettonici che scrutano nell'oscurità, proprio come un KGB, e di uno strano ometto: stiamo parlando ovviamente di Monsieur Hulot, personaggio inventato dallo storico cineasta e poliedrico artista Jacquest Tatunloffe ( nome d'arte Tati ).

Nel 1958 esce Mon Oncle, che vince lo stesso anno a Cannes il Premio della Giuria, e l'anno successivo l'Oscar come Miglior Film Straniero: non sono i premi a fare la storia per questa pellicola, ma la sua genialità genuina, a primo impatto spontanea ( ma studiatissima ), e che condensa perfettamente l'architettura con il Cinema, creando ponti suggestivi fra le varie arti ( da qui prenderà spunto Bong Joon-Ho per Parasite, che nel ricreare la villa dei Park attingerà al simbolismo architettonico per crearci una storia corale attorno ).

La storia si svolge in Francia, negli anni '50, in un mondo dove la modernità è lì davanti, oltre il muretto devastato e cadente a pezzi: è dunque la monomania della routine schizofrenica, la delirante voglia di moderno, che caratterizzano la cornice della famiglia Arpel, vivente appunto “ nell'agio ” di questi nuovi spazi architettonici, che Tati critica tanto.

Hulot d'altro canto, fratello di colei che è sposata con il patriarca dell'agiata famiglia, vive nell'improvvisazione, nel caso, nella risata e tra le persone: il film gioca su questi due presupposti, che rispecchiati sono le due facce della medaglia di una qualsiasi società.

È la casa degli Arpel che diverrà teatro di vere e proprie grosse risate, spontanee, dove persino le sedie non sembrano tali, le fontane spuntano da dove vogliono, avendo inoltre una funzione suggestiva di accoglienza, e le persone, nell'architettura, vanno incontro a diverse difficoltà comunicative ( memorabile la sequenza delle due amiche che per incontrarsi devono passeggiare lungo il serpentato sentiero, e qui, sembrano parlare da sole, mentre si vengono incontro ).

In Parasite abbiamo una cantina, ovvero la casa della famiglia di Kim, che rivela esplicitamente il loro status sociale: più avanti entriamo con un magnifico piano sequenza nella casa della famiglia Park, che si rivela aventi quattro piani: una cantina che descrive la sfumatura tra il mondo borghese e la povertà, il seminterrato, che diventa rifugio per gli emarginati, il primo e secondo piano, status sociale che si mostra in tutta la sua “ bellezza borghese e superficiale ”; veri parassiti della società, che non permettono l'equità o perlomeno una vita dignitosa a tutti; in Mon Oncle abbiamo la casa di Hulot che diventa circo e perno di tutti gli accadimenti più bizzarri e umani di sempre ( un mondo però che sta venendo purtroppo dimenticato ): il cane che osserva il pesce sottobanco e grugnisce, il netturbino che non fa il suo lavoro perché si ferma sempre a parlare con chiunque, o ancora, il gruppo di ragazzini che tra una frittella e l'altra fischia ai passanti giocosamente, facendoli voltare per poi sbattere contro un palo della luce non visto dinanzi.

È la casa borghese poi che diventa il centro di una festa destinata ad entrare nella Storia del Cinema: se prima era la casa delle regole ferree, della rigidità, della compostezza etc...ora diventa una villa dove le marionette vagano da un posto all'altro in cerca di un posto tranquillo; ci si immerge nel terreno per aggiustare una fontana sociale, e si parla di affari anche nelle feste “ La quota si è alzata del trenta per cento ” come se fosse un argomento di discutere ad un party, e risponde una a cui non gliene può fregare di meno: “ Formidabile! ”.

Già dall'inizio della pellicola, incontriamo piccole rivoluzioni cinematografiche: i titoli di testa dipinti sui muri, e le personalità a cui hanno lavorato alla lavorazione del film scritte sui cartelli stradali; poco dopo ci rendiamo conto che l'intero linguaggio cinematografico è stato rivoluzionato con questa pellicola, capace di generare risate che riescono ad oltrepassare la temuta barriera del tempo.


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