samanta
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martedì 30 luglio 2019
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che fatica arrivare alla fine ...
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E' il quarto film della serie Men in Black iniziata nel 1997, tecnicamente è definito uno spin off in cui si tratta non più delle avventure degli agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones), ma degli agenti M (Tessa Thompson attrice che viene dalla TV e ha un modesto curriculum cinematografico) e H (Chris Hemsworth, attore che ha partecipato nell'ultimo decennio a numerosi film: 7 sconosciuti al Royal, 12 Soldiers, Red Down, senza significative interpretazioni al di là di una bella presenza).
Come è noto, la serie di Men in Black ha il carattere di una commedia fantascientifica con tratti ironici o comici, i Men in Black sono uomini vestiti in nero che costituiscono una associazione segreta, non conosciuta dalla gente, che ha lo scopo di disciplinare l'afflusso degli alieni sulla terra allontanando gli indesiderati e i cattivi.
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E' il quarto film della serie Men in Black iniziata nel 1997, tecnicamente è definito uno spin off in cui si tratta non più delle avventure degli agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones), ma degli agenti M (Tessa Thompson attrice che viene dalla TV e ha un modesto curriculum cinematografico) e H (Chris Hemsworth, attore che ha partecipato nell'ultimo decennio a numerosi film: 7 sconosciuti al Royal, 12 Soldiers, Red Down, senza significative interpretazioni al di là di una bella presenza).
Come è noto, la serie di Men in Black ha il carattere di una commedia fantascientifica con tratti ironici o comici, i Men in Black sono uomini vestiti in nero che costituiscono una associazione segreta, non conosciuta dalla gente, che ha lo scopo di disciplinare l'afflusso degli alieni sulla terra allontanando gli indesiderati e i cattivi.
Il film attuale ha mantenuto questa impronta ironica e comica, ma a dire il vero manca del tutto la vivacità e la briosità presentinei precedenti film (specie del primo), anche valutandolo senza fare raffronti ma giudicandolo a sé stante come d'altra parte è più corretto, non si può non notare una sceneggiatura molto essenziale, per non dire povera o modesta, dialoghi che non sono certo particolarmente comici o brillanti, le trovate non molto interessanti o comunque prevedibili, anche l'ambientazione non è particolarmente attraente salvo quella finale nella baia di Napoli (le precedenti sono a Londra e a Marrakech), viene ripetuta per l'ennesima volta la scena al bar piena di uomini e alieni dai multiformi aspetti, presa paro paro da quella, ormai ripetute innumerevoli volte nei film, dalla prima pellicola di Guerre Stellari.
La trama (Spoiler) Molly (Tessa Thomson) da bambina ha un incontro con un alieno e vede, nascosta, i suoi genitori ad avere cancellata dai Men in Black la memoria di avere visto quell'alieno. Da grande va alla caccia dei Men in Black fino a quando riesce ad entrare nell'organizzazione come M e viene affiancata all'agente H agli ordini del Direttore T (Liam Neeson), scopriranno che all'interno dell'organizzazione c'é una talpa o meglio un alieno travestito da uomo che mette in pericolo l'esistenza del Mondo. L'interpretazione del film si regge su Hemsworth e la Tessa Thompson che purtroppo offrono una recitazione dimessa, senza pretese, che non dà certo risalto ad una sceneggiatura carente, né sono sigificative le interpretazioni di Liam Neeson e di Emma Thompson bravi attori ma in ruoli non rilevanti. Pare che che nell'edizione italiana ci sia un cameo conTaylor Mega (in quella internazionale Ariana Grande) francamente mi è sfuggito forse perché la nostra non era nella sua divisa d'ordinanza (un bikini succinto), ma mi sembra che con questi mezzucci non si riesca a risollevare un film che finora non ha avuto quegli incassi che gli permettano di ripianare almeno le spese.
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[+] vero
(di ilenia nicoletti)
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taty23
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venerdì 26 luglio 2019
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uno spin-off al di sotto delle aspettative
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Tornano gli agenti vestiti di nero in Men in Black: International
Men in Black: International è lo spin-off della saga nata nel 1997, dopo tre film dedicati alle avventure dell’agente K e dell’agente J,, interpretati da Tommy Lee Jones e Will Smith; in questo nuovo capitolo ci spostiamo su un altro personaggio: la giovane agente M(Tessa Thompson).
Molly, il vero nome dell’agente M, era solo una bambina quando vide per la prima volta due agenti dei MIB, riuscendo ad evitare la cancellazione dei ricordi crebbe con l’unico desiderio di entrare nella loro agenzia.
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Tornano gli agenti vestiti di nero in Men in Black: International
Men in Black: International è lo spin-off della saga nata nel 1997, dopo tre film dedicati alle avventure dell’agente K e dell’agente J,, interpretati da Tommy Lee Jones e Will Smith; in questo nuovo capitolo ci spostiamo su un altro personaggio: la giovane agente M(Tessa Thompson).
Molly, il vero nome dell’agente M, era solo una bambina quando vide per la prima volta due agenti dei MIB, riuscendo ad evitare la cancellazione dei ricordi crebbe con l’unico desiderio di entrare nella loro agenzia.
Dopo 23 anni, vari tentativi e molta determinazione riesce a rintracciare il quartiere generale di New York e dopo aver convinto l’agente O viene mandata per un periodo di prova nella sede londinese.
Qui incontrerà Hight T(Liam Neeson), capo della sede della capitale inglese e verrà assegnata come partner al fascinoso e ribelle agente H(Chris Hemsworth) per seguirlo in una delicata missione.
Men in Black: International, uno spin-off al di sotto delle aspettative.
Il progetto di partenza del film Men in Black: International aveva un ottimo potenziale.
La saga ha tutte le carte in regola per poter essere ampliata, con nuove storie da raccontare e nuovi agenti da presentare al pubblico. Purtroppo però la trama che si sviluppa nel film è abbastanza dimenticabile, alquanto prevedibile e non così incisiva per rilanciare il franchise. Efficace l’inserimento di riferimenti dei film precedenti per dare continuità alla storia, ma che comunque traballa ed incespica in vari momenti.
Il ritmo del film poteva essere migliorato cercando di equilibrare maggiormente azione e commedia.
Funziona l’alchimia tra gli attori e risulta vincente il duo di Chris Hemsworth e Tessa Thompson che avevano già lavorato insieme in Thor:Ragnarok e i due sostituiscono egregiamente la coppia precedente. Invece la caratterizzazione dei personaggi non sempre risulta ottimale, talvolta persino poco approfondita e scade in qualche scena con risvolti di comicità abbastanza puerile.
Vecchi e nuovi volti si presentano in questo capitolo: a fare da collegamento l’agente O interpretata da Emma Thomson, invece Rebecca Ferguson veste i panni di Riza, un personaggio che arriva dal passato dell’agente H. Molto interessante la realizzazione visiva dei Gemelli, antagonisti principali degli agenti H e M.
In conclusione
Il film Men in Black: International anche se intrattiene e diverte risulta essere una scommessa mancata. Uno spin-off con un’ottima eredità alle spalle che non è riuscito a sfruttare in totalità.
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loland10
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sabato 3 agosto 2019
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memoria... corto-circuito
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“Men in Black: International” (id., 2019) è il decimo lungometraggio del regista produttore newyorkese Felix Gary Gray.
Dopo i primi tre capitoli (1997, 2002 e 2012) con la coppia Tommy Lee Jones eWill Smith, ecco arrivare lo spin-off con novità e vari compromessi.
Film che ha fatto storcere il naso a (quasi) tutti, che ha incassato poco negli Usa, che traduce poco in vera ironia tutto il girovagare mentale e di location.
Non siamo di fronte ad una pellicola epocale e tantomeno di grande impatto, pur tuttavia non si può disconoscere un certo tentativo di rinnovare il franchising e di rimuovere il cliché statuario per avvicinarsi al pubblico.
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“Men in Black: International” (id., 2019) è il decimo lungometraggio del regista produttore newyorkese Felix Gary Gray.
Dopo i primi tre capitoli (1997, 2002 e 2012) con la coppia Tommy Lee Jones eWill Smith, ecco arrivare lo spin-off con novità e vari compromessi.
Film che ha fatto storcere il naso a (quasi) tutti, che ha incassato poco negli Usa, che traduce poco in vera ironia tutto il girovagare mentale e di location.
Non siamo di fronte ad una pellicola epocale e tantomeno di grande impatto, pur tuttavia non si può disconoscere un certo tentativo di rinnovare il franchising e di rimuovere il cliché statuario per avvicinarsi al pubblico.
Il cambio del duo è evidente in tutti e i sensi, il cambio di simpatizzare con un nuovo pubblico è chiaro, la voglia di (non) strafare troppo anche.
Certo, nonostante la produzione esecutiva della Amblin e di Spielberg, si vede poco effervescenza vera e il costrutto appare forzato come le risate da cercare non certo come ‘le ultime parole famose’. Il doppiaggio ci mette il suo ma la verità è che il battibecco, quasi continuo, fra i due, H e M, appare forzato, non sempre convincente, forse banale e già in bocca a chi guarda.
Intrattenimento leggero, pomeridiano e anche con uno smacco di quasi sorriso sulla bocca. La soffusa mediocrità viene tenuta a galla da alcuni momenti spassosi tra rimandi ad altri film, conflittualità ammiccanti, sguardi in ribasso e attori non tutti a proprio agio. Il doppio gioco e la talpa del gergo cine pare quasi evidente da subito....altrimenti lo spettatore uscirebbe dopo dieci minuti o quasi. Si ha la sensazione di un set chiuso con un chimismo generale non proprio riuscito. E ciò che si racconta pare frammentario e a se stante in ogni contesto. Brillantezza, freschezza e vivacità non sono sempre in alto, con fasi di stanca e azione di piacimento. E i personaggi se perdono identità di ‘genere’ avvicinandosi troppo e interagendo con altri confini ecco che si ha la sensazione di vedere più cose senza il canovaccio principe della serie.
E sarà difficile, se il gioco dovesse continuare, imbastire un nuovo progetto senza devianze e con una storia più convincente.
Comunque tra New York, Parigi, Londra, Marrakech e Napoli gli occhiali in nero hanno il loro bel da fare. E tanto per non complicare...il capo non è sempre uno affidabile...
Trama: Molly è una ragazzina fortunata quando incontra il suo ‘alieno’ e da lì che inizia a studiare continuamente alla ricerca dei misteri dell’universo e dei Men in Black per agire e conoscere l’agenzia e tutti i suoi capi. Il duo che si forma (agente H e agente M) sposta i paradigmi del film originale e anche il titolo pare sbagliato.....con una woman in Black. Il politicamente corretto, le quote attoriali e il vizio di accontentare tutti in partenza, in realtà disturba e gli agenti in coppia non hanno buona simmetria di ruoli.
Ecco che il vestiario dice ha il suo tic e i pantaloni rosa dell’agente H immedesima il cromatismo tra scambi di identità e giustizie di parità. Asessuati o asessuali, definisce il confine presunto del film.
Chris Hemsworth: agente H, saputello, pesce infarinato, crede e fa quello che può anche quando il volante è dalla parte giusta.
Tessa Thompson: agente M, sveglia e perspicace, sa benissimo come farsi compiacere e rubare la scena agli uomini.....troppo pieni di se.
Emma Thompson: agente O, il ruolo gli si addice e anche la foga del suo comando.
Liam Neeson: agente T, sembra crederci ma il suo volto si adegua a un contesto non propriamente suo.
Rafe Spall: agente C, il più simpaticamente arrabbiato, accantonato ogni volta, le sue ragioni adirate hanno ironie da vendere.
Effetti speciali: non sempre ‘in palla’, in titubanza verso il set da costruire.
Regia: gioiosa ma non sempre efficace, pastosa e poco viva.
Voto: 6-/10 (**½) -sempre meglio che scodinzolare verso il piccolo schermo-
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felicity
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martedì 10 dicembre 2019
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grand cast, ma storia debole
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Men in Black: International presenta una sceneggiatura oltremodo convenzionale, mentre la regia realizza un prodotto decisamente anonimo.
La sensazione è che il nuovo Men in Black : International abbia “normalizzato” la saga in funzione di un pubblico generalista, fatto essenzialmente di famiglie con bambini.
Oltre a struttura e personaggi, ridotti a una dimensione elementare, gli alieni diventano improvvisamente meno cruenti, meno spaventosi. Una variante innocua e disneyana di quelle apparizioni mostruose che a livello visivo erano un elemento cardine della saga Men In Black.
Tremendamente innocui anche i protagonisti, Tessa Thompson e Chris Hemsworth.
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Men in Black: International presenta una sceneggiatura oltremodo convenzionale, mentre la regia realizza un prodotto decisamente anonimo.
La sensazione è che il nuovo Men in Black : International abbia “normalizzato” la saga in funzione di un pubblico generalista, fatto essenzialmente di famiglie con bambini.
Oltre a struttura e personaggi, ridotti a una dimensione elementare, gli alieni diventano improvvisamente meno cruenti, meno spaventosi. Una variante innocua e disneyana di quelle apparizioni mostruose che a livello visivo erano un elemento cardine della saga Men In Black.
Tremendamente innocui anche i protagonisti, Tessa Thompson e Chris Hemsworth.
Minati da una sceneggiatura inconsistente, per gli Agenti M e H è impossibile reggere il confronto con la coppia formata da Will Smith e Tommy Lee Jones. Un duo iconico, frutto del mix irripetibile tra la comicità irriverente della star di Willy Il Principe di Bel Air e la statura drammatica di un volto simbolo del poliziesco americano.
Il problema di Men In Black International è che il film va avanti soprattutto accumulando gag più che puntando su una storia avvincente.
La trama è davvero troppo esile e il tono scanzonato non può aiutare a creare una suspense e un senso di pericolo che ci facciano seguire il film con sufficiente partecipazione.
Nel mix di action, fantascienza, spy-story e commmedia, quest'ultima, inevitabilmente, alla fine prevale.
La fine degli anni ’90, quando film come Men in Black, sfidavano i cliché e portavano per la prima volta ironia e grottesco nella serissima science-fiction, sembra tremendamente lontana.
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