tiamaster
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domenica 31 marzo 2013
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almodovar minore.....purtroppo!
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Da grande fan di Almodovar, sono rimasto delusissimo da questo suo ultimo film che è di sicuro il meno riuscito di tutta la sua carriera, insomma....i capolavori "tutto su mia madre", "parla con lei", "volver" ma anche solo il buon "la pelle che abito" sono lontani anni luce, anzi, sembrano fatti quasi da un altro regista! Il film è ottimamente interpretatoe girato, questo senza ombra di dubbio, ma la sceneggiatura è di un insensatezza spiazzante: eventi messi dentro alla rinfusa, la mancanza totale di una logica causa-effetto e di struttura della storia....incommentabile! Poi vorrei sorvolare sulle gag. Due o tre battute sono anche simpatiche, ma poi si cade in una volgarità così gratuita da essere fastidiosa (una battuta su tutte, quella quando un hostess dice al altro "hai qualcosa sulle labbra" è di una volgarità veramente spiazzante).
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Da grande fan di Almodovar, sono rimasto delusissimo da questo suo ultimo film che è di sicuro il meno riuscito di tutta la sua carriera, insomma....i capolavori "tutto su mia madre", "parla con lei", "volver" ma anche solo il buon "la pelle che abito" sono lontani anni luce, anzi, sembrano fatti quasi da un altro regista! Il film è ottimamente interpretatoe girato, questo senza ombra di dubbio, ma la sceneggiatura è di un insensatezza spiazzante: eventi messi dentro alla rinfusa, la mancanza totale di una logica causa-effetto e di struttura della storia....incommentabile! Poi vorrei sorvolare sulle gag. Due o tre battute sono anche simpatiche, ma poi si cade in una volgarità così gratuita da essere fastidiosa (una battuta su tutte, quella quando un hostess dice al altro "hai qualcosa sulle labbra" è di una volgarità veramente spiazzante).Insomma, un film insensato,volgare e incompiuto, che sembra quasi un plagio da due soldi del suo regista...deludente! Assegno due stelle per gli attori, la regia e qualche rara gag riuscita....ma per il resto....
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[+] film inutile
(di barcellona)
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linus2k
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lunedì 25 marzo 2013
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quel volo difficile e mal riuscito...
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Almodovar ci ha abituati negli ultimi anni a film dal sapore nettamente più drammatico rispetto alla prima produzione e ad una perfezione narrativa e registica che rasentava (e purtroppo ha superato, a mio avviso, negli ultimi 2 episodi) la freddezza ed il distacco emotivo con lo spettatore.
L'annuncio ad un ritorno al passato, alla commedia dissacrante, eccessiva, colorata, recuperando la prima produzione del regista spagnolo era stata accolta penso da tutti con somma gioia.
"Gli amanti passeggeri" effettivamente perde quella patina cupa e quell'algidità degli ultimi film, e si viene subito catapultati in una esplosione di vivacità e colori con personaggi e temi tipici almodovariani: l'omosessualità dichiarata (ed ostentata), il sesso, i rapporti morbosi, le truffe, i triangoli amorosi.
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Almodovar ci ha abituati negli ultimi anni a film dal sapore nettamente più drammatico rispetto alla prima produzione e ad una perfezione narrativa e registica che rasentava (e purtroppo ha superato, a mio avviso, negli ultimi 2 episodi) la freddezza ed il distacco emotivo con lo spettatore.
L'annuncio ad un ritorno al passato, alla commedia dissacrante, eccessiva, colorata, recuperando la prima produzione del regista spagnolo era stata accolta penso da tutti con somma gioia.
"Gli amanti passeggeri" effettivamente perde quella patina cupa e quell'algidità degli ultimi film, e si viene subito catapultati in una esplosione di vivacità e colori con personaggi e temi tipici almodovariani: l'omosessualità dichiarata (ed ostentata), il sesso, i rapporti morbosi, le truffe, i triangoli amorosi... tutto sale su questo aereo in attesa di un atterraggio di emergenza.
Purtroppo c'è da dire che questa volta con la ricerca di leggerezza, forse il regista si è fatto prendere un po' la mano, rimanendo spesso in maniera molto superficiale su storie e personaggi.
Quello che ci viene raccontato rimane purtroppo caotico e mal approfondito, e, seppure diverse battute strappano sorrisi ed il balletto degli steward sicuramente rimane uno dei momenti più felici del film, per il resto tutto si esaurisce a boccaccesche scene di riferimenti più o meno esplici sessuali, ad un florilegio di battute di dubbio gusto.
I personaggi rimangono dei bassorilievi su uno sfondo sfocato e confuso, e tutto sembra più che altro un giochino fatto per distrarre, divertire sul momento, ma sicuramente, a distanza, ben poco rimane del film.
Manca totalmente una evoluzione, un percorso, un qualcosa che vada oltre le battute e si ha la sensazione come se, ad aereo atterrato, i piccoli cambiamenti che possono essere successi ai vari personaggi siano ben poca cosa.
Anche i riferimenti alla crisi, agli scandali sessuali e bancari... tutto detto senza grande approfondimento ed incisività.
"Gli amanti passeggeri" rimane un film sospeso tra quella voglia di leggerezza e la delusione per una trama non completamente risolta ed approfondita.
Peccato
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[+] una delusione
(di melaroby)
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ultimoboyscout
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giovedì 23 luglio 2015
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l'aereo più pazzo di spagna.
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Una sciocca disattenzione causata dall'addetto Antonio Banderas (in cameo come Penelope Cruz e un'irresistibile Paz Vega) provoca un grave problema a uno dei carrelli delle ruote di un aereo diretto in Messico. Costretti a girare a vuoto sui cieli spagnoli in attesa di una pista libera sulla quale atterrare, passeggeri, VIP ed equipaggio iniziano una strana "interazione" tra scenate, isterismi, alcol, droga e sesso in un crescendo mostruoso di rivelazione osé, nervosismo e caos totale. Il film è una metafora a tinte rosa e azzurre acquarellate a seconda delle fantasie di Almodovar, per l'occasione più libertino e leggero del solito ma non di certo esente dal passare inesorabile degli anni. La sua ricerca dell'anarchia tipica degli anni '80 e dei suoi primordi cinematografici è vana, il regista non ha ben chiaro che sono passati ormai oltre 30 anni da allora e che anche lui stesso è cambiato.
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Una sciocca disattenzione causata dall'addetto Antonio Banderas (in cameo come Penelope Cruz e un'irresistibile Paz Vega) provoca un grave problema a uno dei carrelli delle ruote di un aereo diretto in Messico. Costretti a girare a vuoto sui cieli spagnoli in attesa di una pista libera sulla quale atterrare, passeggeri, VIP ed equipaggio iniziano una strana "interazione" tra scenate, isterismi, alcol, droga e sesso in un crescendo mostruoso di rivelazione osé, nervosismo e caos totale. Il film è una metafora a tinte rosa e azzurre acquarellate a seconda delle fantasie di Almodovar, per l'occasione più libertino e leggero del solito ma non di certo esente dal passare inesorabile degli anni. La sua ricerca dell'anarchia tipica degli anni '80 e dei suoi primordi cinematografici è vana, il regista non ha ben chiaro che sono passati ormai oltre 30 anni da allora e che anche lui stesso è cambiato. Gli intrecci si sommano ma non si legano e non creano una trama omogenea, con la storia dello sciupafemmine con due donne a terra, unica meritevole di essere sviluppata, che invece viene abbozzata come le altre. L'unica cosa che spicca realmente è la glorificazione del gayo tutto desideri, smancerie, vezzi, mossette e battute al vetriolo. Film che si svolge interamente in un ambiente chiuso e claustrofobico, con una situazione di pericolo incombente e tanta gente sull'orlo di una crisi di nervi, che mette in mostra una grande attenzione per i colori e per le musiche. Commedia sofisticata e gusto camp si mescolano, Almodovar torna a far ridere o almeno ci prova ma genera un film-sberleffo con tutti i limiti del caso. Si salvano le facce di Javier Camara e Cecilia Roth, nulla più.
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andrea lade
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mercoledì 10 aprile 2013
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voto: 5
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Un ritorno alle origini per Almodovar, una ripassata alle commedie leggere, quelle con la fotografia eccezionale, con i riferimenti sessuali espliciti e dall’ironia surreale che riesce a compensare un narrato molto semplice. Commedie che hanno fatto nascere sì il suo mito, ma che sono frutto stesso del mito degli anni ’80. Ora a 30 anni di distanza ci appare tutto come una splendida cornice, condita da soggetti interessanti e da una rappresentazione variopinta . Se aggiungiamo una sfiziosa colonna sonora che impreziosisce lo sviluppo della storia, possiamo aspettarci un piacevolissimo film. Purtroppo non è così. Si sorride, non dico il contrario,ma siamo distanti temporalmente dai tempi della movida madrilena e dall’esibizionismo che rendeva così particolari e mitici gli anni ’80.
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Un ritorno alle origini per Almodovar, una ripassata alle commedie leggere, quelle con la fotografia eccezionale, con i riferimenti sessuali espliciti e dall’ironia surreale che riesce a compensare un narrato molto semplice. Commedie che hanno fatto nascere sì il suo mito, ma che sono frutto stesso del mito degli anni ’80. Ora a 30 anni di distanza ci appare tutto come una splendida cornice, condita da soggetti interessanti e da una rappresentazione variopinta . Se aggiungiamo una sfiziosa colonna sonora che impreziosisce lo sviluppo della storia, possiamo aspettarci un piacevolissimo film. Purtroppo non è così. Si sorride, non dico il contrario,ma siamo distanti temporalmente dai tempi della movida madrilena e dall’esibizionismo che rendeva così particolari e mitici gli anni ’80. La struttura è totalmente assente e se il soggetto narrativo non è mai stato il punto principale del cinema di Almodovar, c’è da rimpiangere il tocco di genio onnipresente nelle sue opere, almeno fino a “Carne Tremula” inclusa.
La trama è di una semplicità imbarazzante e lo scenario è ristretto alla cabina di pilotaggio e alla classe business. Se si esclude la scena iniziale girata in esterno e gli istanti finali, gli ambienti si riducono ad un palcoscenico di una manciata di metri quadri. Troppo poco per una storia inesistente. Un aeromobile della compagnia Peninsula, a causa di un guasto meccanico non riesce ad atterrare,e il comandante è costretto a girare continuamente sui cieli di una città spagnola , indicata vagamente come Toledo. All’interno un mix di personaggi ai limiti dell’assurdo creano situazioni anch’esse assurde e tra alcol e sesso orale ci restituiscono un’immagine di vizio ed isteria. Si possono dare numerose interprestazioni al film, perché se da una parte il velivolo potrebbe rappresentare metaforicamente una Spagna alla guida di un governo ondivago e cieco, i passeggeri della classe turistica interpretano quella gente comune che rimane ignara , addormentata da un sonnifero, mentre i passeggeri della classe business, sono resi consapevoli delle sorti ambigue, ed avrebbero il tempo di dedicarsi ai vizi e alle corruzioni che oramai rimangono unica fonte di distrazione per una società priva di una guida..
Tolto il significato figurativo de “Gli Amanti Passeggeri” ci rimane però ben poco e il tutto si dimentica facilmente. A nulla servono gli stacchetti musicali in cui si cimentano gli steward, macchiette appena divertenti che impazziscono al ritmo di una icona anni’90, Nina, con il suo brano I’m so excited. Ancor meno utile è il cameo iniziale di Antonio Banderas e Penelope Cruz, protagonisti dei primi 2 minuti, tra l’altro doppiati in modo ridicolo.
Il resto del cast è valido, almeno se lo si analizza individualmente, ed è messo a fuoco da una ricerca estetica interessante che insiste continuamente sui primi piani; ma anche in questo caso, le belle inquadrature non compensano il prodotto finale, ridotto ai minimi termini dalla banalità di battute stereotipate ed insulse e da dialoghi ripetitivi come ad esempio i riferimenti continui ed irrimediabilmente noiosi all’alcool, la cui assunzione diventa ridondante occupando più di venti interminabili minuti.
In conclusione, a parte qualche omaggio visivo che sarà di gradimento alle donne e (forse) ad un pubblico gay ed una fotografia accattivante, questo film certo non sarà ricordato da nessuno come un capolavoro; rimane invece la sensazione che Almodovar abbia voluto fare un po’ di botteghino autocitando le sue opere iniziali, senza metterci impegno.
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pigiamagiallo
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giovedì 16 novembre 2017
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c'è molto di più oltre l'apparenza di questo film
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C'è molto di più oltre l'apparenza di un film scanzonato e provocatorio. Il film riprende idealmente dove il regista aveva terminato in uno dei sui primi film più trasgressivi, irriverenti e liberatori, Labirinto di Passioni del 1982. Lì seguivamo le vicissitudini dei protagonisti che si accapigliavano per riuscire a prendere un aereo alla fine del film. Qui vediamo cosa succede a quegli stessi personaggi. Il fils rouge e la continutità è garantito dalla protagonista, Cecilia Roth, sessualmente scatenata e disinibita come allora, ma che su "quei talenti" ha costruito una rispettabile carriera di successo in kinky boots. Il punto è che non è cambiata solo lei, ma anche i suoi amici del film dell'82: chi nel frattempo è diventato stewart, pilota, chi killer a pagamento o imprenditore corrotto e senza scrupoli, chi ha scelto la leggerezza e lo stare sospesi da terra e chi la corruzione e la ricchezza facile.
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C'è molto di più oltre l'apparenza di un film scanzonato e provocatorio. Il film riprende idealmente dove il regista aveva terminato in uno dei sui primi film più trasgressivi, irriverenti e liberatori, Labirinto di Passioni del 1982. Lì seguivamo le vicissitudini dei protagonisti che si accapigliavano per riuscire a prendere un aereo alla fine del film. Qui vediamo cosa succede a quegli stessi personaggi. Il fils rouge e la continutità è garantito dalla protagonista, Cecilia Roth, sessualmente scatenata e disinibita come allora, ma che su "quei talenti" ha costruito una rispettabile carriera di successo in kinky boots. Il punto è che non è cambiata solo lei, ma anche i suoi amici del film dell'82: chi nel frattempo è diventato stewart, pilota, chi killer a pagamento o imprenditore corrotto e senza scrupoli, chi ha scelto la leggerezza e lo stare sospesi da terra e chi la corruzione e la ricchezza facile. Nel film degli anni ottanta - antesignano come sempre - c'erano anche terroristi che si volevano immolare per una causa. Invece, in questo film, chi uccide lo fa solo per i soldi ed è anche pronto a cambiar casacca. Nessuno è convinto delle proprie scelte fino in fondo, neanche di quelle sessuali. In questa confusione sentimentale, carnale e morale che ricorda quella del primo film, però il contesto è cambiato. Nel film dell'82 si respirava il clima di una Spagna appena uscita (solo da 7 anni) da 40 anni di dittatura franchista, una paese di giovani che si volevano liberare da ogni regola ed essere quasi punk e iconoclasti, qui invece essi stessi sono rientrati nei ranghi di vite normali e borghesi, ma è solo un'apparenza perché tutto è pronto a scoppiare di nuovo. Il peccato, la voglia di ribellarsi ancora ribollono. E paradossalmente nonostante dosi eccessive di alcool, balletti e mescalina, a riportare la pace, a far ritrovare la bussola all'aereo e ai protagonisti non sono gli eccessi, come a prima vista sembra, ma sono l'amore, l'accettazione dei propri desideri, l'accettazione delle scelte degli altri (figli, colleghi, amanti, fidanzate), sospendendo il giudizio (come il regista chiede a noi di fare con i suoi protagonisti sopra le righe), l'affermazione della propria libertà, il darsi la possibilità di ricominciare e di riscrivere la propria storia, il non prendersi troppo sul serio. Il contesto è diverso perché nel film dell'82 il regista descriveva un paese che voleva esplodere di gioia e buttarsi a pieno nel vortice della società consumistica, qui invece fotografa un paese, una società alla deriva, come quell'aereo, di persone che vogliono scappare dai loro posti e comfort zones, dove chi ti può salvare non è la follia che serpeggia come un morbo, ma è il fidarsi dell'altro, un individualismo necessario, di fronte al crollare di tutti gli altri idoli (la sicurezza data dalla ricchezza, dal potere, dal lavoro, dalla famiglia). E quel prossimo può essere il tuo sconosciuto vicino di posto sull'aereo, se a 40 anni sei una sensitiva, ancora vergine (una splendida e spassosa Lola Duenas che ha deciso di non esserlo più) o può prendere le fattezze di una ragazza in bicicletta, nel cui cestino cade per caso un cellulare dal cielo, per rispondere a una chiamata del suo amante bugiardo che, a 3.000 metri d'altezza, forse per la prima volta, le sta dicendo la verità. Sì, la tanto cercata e sfuggente verità che forse salverà le vite di tutti o forse solo la sua, perché per non finire pazza (trascinata del "labirinto di passioni" in cui si era già persa) e portata via dall'ambulanza come Alba-Paz Vega, deve stare molto attenta. Ce lo dice Ruth, il personaggio forse più poetico del film, protagonista della scena più bella, interpretato da una sorprendente Blanca Suarez. Ma non preoccupatevi, Pedro non perde mai la sua verve, sembra essere tornato il discolo impertinente e sfacciato dei suoi primi film e non rinuncia a farci ridere dalla prima all'ultima inquadratura, miscelando abilmente risate, sorrisi, emozioni e lacrime. Non è il film di un Almodovar in tono minore, ma di un regista immerso in un percorso personale che porta avanti lungo tutti i suoi film e che sa rimettersi in gioco, indossando una vecchia giacca (le tematiche dei suoi film ani 80) e riuscendo a farla brillare di nuovo, perché ricopre l'opera di tanta ironieìa e divertimento e perché la impreziosisce di pungenti osservazioni critiche che ci fanno riflettere sull'assurdità di quella che noi chiamiamo società normale e che non è altro che la quotidianità a cui - ahimé - ci stiamo abituando e facendo venire voglia anche a noi di sentirci persi per un po' su quell'AIRBUS, per poi "ritrovarci" cambiati alla fine del film.
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elgatoloco
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mercoledì 23 febbraio 2022
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non sarò il milgior almodovar, ma...
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"Los amantes pasajeros"(Pedro Almodovar, che ha scritto e diretto il film da solo, come sempre, 2o12)non sarà il capolavoro assoluto dei suoi film, ma ha una leggerezza, una levità, uno straordinario brio tutto filmico, con tre steward gay che chiunque, credo, anche il più"supermacho'n"vorrebbe incontrare in un viaggo aereo, dove qui il tutto si svolge con una"tara", un grave errore che rischia di riportare il viaggio a Ciudad de Mexico in Spagna, e si atterra(atterraggio di super-fortuna...)a la Mancha, sinbolicamente -signficativamente...spero il cenno sia chiaro, come dire nel regno della creatività , del sogno, anche della malinconia(Don .
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"Los amantes pasajeros"(Pedro Almodovar, che ha scritto e diretto il film da solo, come sempre, 2o12)non sarà il capolavoro assoluto dei suoi film, ma ha una leggerezza, una levità, uno straordinario brio tutto filmico, con tre steward gay che chiunque, credo, anche il più"supermacho'n"vorrebbe incontrare in un viaggo aereo, dove qui il tutto si svolge con una"tara", un grave errore che rischia di riportare il viaggio a Ciudad de Mexico in Spagna, e si atterra(atterraggio di super-fortuna...)a la Mancha, sinbolicamente -signficativamente...spero il cenno sia chiaro, come dire nel regno della creatività , del sogno, anche della malinconia(Don ...Quijote ovviamente, la cavalleria perduta ma anche la rinascita della creatività e dei sognatori non inerti). Storie che si intrecciano, personaggi che si svelano(il comandante di bordo, che si dice"suupetero"si scopre invece con una sorta di"dark.side"per lui ma non per altri/e preoccupante...), funzionari governativi, come "el Mexicano"che si rivelano essere anche dei killer, ma anche un faccendiere che si mosra come un bancarottiere che a sulla coscienza disastri ifnanziari provocati.. , senza che-peraltro.abbia mai ucciso qualcuno/a consapevolmente... Direi shakespeariano(ma anche la drammaturgia spagnola coeva di uncle Will, quella del"Sigl de Oro" ha momenti. simili)l'impostazione, dove il sorriso più della risata sommerge ogni dramma e lo svela-rivela. Da vedere e sprattutto da godere in ogni sua sequenza(il top è certo il tro canterino .ballato in stile very gay ma c'è anche molto altro), questo film"leggero"che non a caso colloca le tre superstar Antonio Banderas, Peneope Cruz e Paz Vega solo in dei"cameo"ma oltremodo sifnigicativ, dove emergono altri/e strarodrindari interpreti, merita molto di più di certe collocazioni che lo vedono semplicemente come"film minore", anche se lo è, ma lo è con un sense of humor che è da pochi, che spiazza continuamene e che mette sul chi va là coloro che non ricordano come tale caratteristica fosse quella"principe"di autori diversi ma oltremodo importanti come sir Alfred Hitchock e Luis Bunuel, dove da quest'ultimo Almodovar si distingue da sempre, ma i cui film certamente conosce a menadito. UN "don Pedro"che graffia senza troppo ferire, che dice anche quando finge di non dire nulla... El Gato
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odisseus
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lunedì 26 maggio 2014
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viaggio da non perdersi!aggrappatevi alle poltrone
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La Peninsula rincorre da ore la propria coda senza venirne a capo, come le storie inconcluse di tutti gli imprevedibili passeggeri che popolano la fusoliera.
Per definizione, un viaggio porta da un punto A ad un punto B. Questo viaggio, però non porterà i passeggeri in un punto B, ma li riporterà al punto A... il loro viaggio sarà "interiore"(per quanto possa sembrare fuoriluogo questo aggettvo in un film così): evolveranno da personaggi A a personaggi B.
Un viaggio senza meta, che anzi finisce laddove era iniziato(o quasi). Senza moralismi nè prevedibili evoluzioni, i personaggi mostrano se stessi non perchè decidano di mettere da parte i loro freni inibitori ma solo perchè sotto effetto della Mescalina, gelosamente conservata nel retto di uno dei passeggeri.
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La Peninsula rincorre da ore la propria coda senza venirne a capo, come le storie inconcluse di tutti gli imprevedibili passeggeri che popolano la fusoliera.
Per definizione, un viaggio porta da un punto A ad un punto B. Questo viaggio, però non porterà i passeggeri in un punto B, ma li riporterà al punto A... il loro viaggio sarà "interiore"(per quanto possa sembrare fuoriluogo questo aggettvo in un film così): evolveranno da personaggi A a personaggi B.
Un viaggio senza meta, che anzi finisce laddove era iniziato(o quasi). Senza moralismi nè prevedibili evoluzioni, i personaggi mostrano se stessi non perchè decidano di mettere da parte i loro freni inibitori ma solo perchè sotto effetto della Mescalina, gelosamente conservata nel retto di uno dei passeggeri. E così che Almodovar ci mostra senza censure quanto poco conosciamo di noi stessi e quanto potremmo vivere meglio solo dando più spazio alle nostre pulsioni più recondite... Ingranaggio che permette ai protagonisti di venire fuori per ciò che li muove dentro è una droga, la Mescalina, dacchè a terra siamo tutti narcotizzati dai moralismi e dai secondi fini... La sensitiva preannuncia che "in questo viaggio succederà qualcosa di molto grosso, che ci toccherà tutti": e così si susseguono una "rabdomante" che perde la sua verginità con un passeggero narcotizzato; un pilota si scopre gay dopo anni di matrimonio; l' altro pilota scopre che la moglie(inaspettatamente) lesbica era a conoscenza della sua relazione con uno degli steward; un uomo di affari conosce Norma, escort sadomaso per cui lavora sua figlia(in arte dominatrix), scomparsa da anni; Norma s' innamora del suo sicario che deciderà di risparmiarle la vita... tante altre curiose vicende animano un volo che toccherà terra ma con passeggeri nuovi, con nuovi equilibri,privi di condizionamenti... vivi ed ardenti, come il sangue che appare più volte nel film,come il vestito di Rudy.
Un film leggerissimo, divertente che naturalizza tutto ciò che desterebbe imbarazzo su di un"comune"volo. Un divertissement all' opposto del senso Pascaliano, perchè con la leggerezza tipica delle nuvole tra cui il film è girato, ci dà da riflettere su quanto di inutilmente falso ed estremamente raziocinante facciamo nella vita, quanto ci condizioni... Occorrerebbe un po' di "mescalina" forse per vivere più d' impulso ciò che vorremo ed ottenerlo con felicità, senza giudicare per preservare ciò che dentro è vivo, invece di soffocarlo con la mente.
Fantastico il balletto! xD Bella la colonna sonora, bella Blanca Suarez che a tratti ci fa dimenticare i tratti scuri di Penelope.
Bravo Almodovar, che ritorna ai copioni coloriti dei primi anni, esuberanti e frizzanti, si concede una "pausa" da film più seriosi e cult come La pelle che abito, La mala educacion (ecc) con un tono scherzoso. Chi ne critica la leggera superficialità secondo me non ha capito na mazza Bisogna prendersi in giro e riderci su, di tanto in tanto. Ecco, chi critica questo film, non si sarebbe goduto il viaggio sul volo 2549 della Peninsula!
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archipic
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martedì 16 aprile 2013
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sprazzi di pedro
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Non riuscitissimo fino in fondo l'ultimo lavoro di Almodovar. Basato su un'idea davvero carina ed originale, il regista spagnolo organizza la sua solita piccola "fauna" umana con le mille sfaccettature che solo lui riesce a dare. Peccato che il primo tempo è molto stiracchiato; il film, usando una metafora, non decolla pur essendo ambientato in un aereo. La storia non riesce a staccarsi dall'incipit iniziale e la presentazione dei personaggi non riesce a dare ritmo alla narrazione che si ritrova, così, ad essere molto ingolfata. Il secondo tempo, invece, è puro Almodovar al 100%; ritmo, ironia, colori, sessualità ostentata e musica. Fantastico il balletto degli stewards sulle note di i'm so excited delle Pointer Sisters.
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Non riuscitissimo fino in fondo l'ultimo lavoro di Almodovar. Basato su un'idea davvero carina ed originale, il regista spagnolo organizza la sua solita piccola "fauna" umana con le mille sfaccettature che solo lui riesce a dare. Peccato che il primo tempo è molto stiracchiato; il film, usando una metafora, non decolla pur essendo ambientato in un aereo. La storia non riesce a staccarsi dall'incipit iniziale e la presentazione dei personaggi non riesce a dare ritmo alla narrazione che si ritrova, così, ad essere molto ingolfata. Il secondo tempo, invece, è puro Almodovar al 100%; ritmo, ironia, colori, sessualità ostentata e musica. Fantastico il balletto degli stewards sulle note di i'm so excited delle Pointer Sisters.... in quei pochi minuti c'è tutto il succo della sua filosofia di vita... provocante, canzonatorio, irriverente ma terribilmente reale. Lo spaccato sociale che Pedro ci disegna somiglia molto al nostro dove, politica, economia e sesso vanno a braccetto affogando nella palude del loro "ambiente" finto e ambiguo. Ottimamente interpretato da tutti gli attori, non si può non citare Javier Càmara, Carlos Areces e Raùl Arèvalo i 3 stewards vero fulcro e baricentro del film. Per Almodovar un ritorno alla commedia che, pur non raggiungendo vette eccelse, riesce a divertire pur affrontando le tematiche, anche serie, delle sue storie. Secondo me merita di essere visto.
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renato volpone
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giovedì 21 marzo 2013
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atterraggio di fortuna
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Almodovar con questo film sdogana tutto, mantenendo un tono leggero e un linguaggio spinto ci porta in volo su di un aereo in avaria dove succede di tutto. A prima vista sembra un format destinato al mondo omosessuale, ma ad uno sguardo più attento si trovano i più disparati argomenti in tema di relazioni sociali, sesso e droga. Come di consueto il regista ci propone inquadrature e situazioni che ricordano film ormai storici costruendo una storia assolutamente demenziale che, però, non è lontana dalla realtà e dai fatti di cronaca. Per un banale incidente il carrello dell'aereo rimane bloccato, per cui occorre tentare un atterraggio d'emergenza dirottando il volo dal Messico cui era destinato, ad un'altra località della Spagna.
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Almodovar con questo film sdogana tutto, mantenendo un tono leggero e un linguaggio spinto ci porta in volo su di un aereo in avaria dove succede di tutto. A prima vista sembra un format destinato al mondo omosessuale, ma ad uno sguardo più attento si trovano i più disparati argomenti in tema di relazioni sociali, sesso e droga. Come di consueto il regista ci propone inquadrature e situazioni che ricordano film ormai storici costruendo una storia assolutamente demenziale che, però, non è lontana dalla realtà e dai fatti di cronaca. Per un banale incidente il carrello dell'aereo rimane bloccato, per cui occorre tentare un atterraggio d'emergenza dirottando il volo dal Messico cui era destinato, ad un'altra località della Spagna. Le fasi che conducono all'epilogo, prolungate dalla mancanza di piste di atterraggio disponibili, vedono equipaggio e passeggeri interagire nelle più bizzarre situazioni: la diva che vive facendo la "dominatrice" degli uomini più facoltosi di Spagna e non solo, il pilota incerto sulla sua sessualità, ma che si abbandona ad un sesso assolutamente libero in tutti i sensi, la veggente illibata che frantuma la propria verginità tra le braccia di un bel passeggero addormentato. Killer, uomini d'affari loschi, amanti libertini, uomini traditori, libertà di bere e drogarsi si fanno il resto. Ciliegina sulla torta l'altarino semi-buddista dello steward gay rigorosamente osservante. Insomma una satira feroce sulle moderne libertà che ciascuno si concede, ma che tutti nascondono. Un film che diverte se si chiudono gli occhi sulla moralità comune, ma che non tutti potrebbero gradire.
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flyanto
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lunedì 25 marzo 2013
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il solito mondo variopinto di almodovar ad alta qu
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Film ambientato interamente al''interno di un aereo nel corso di un viaggio transoceanico che mai arriverà a destinazione a causa di alcuni problemi tecnici presenti nel velivolo. Nel corso del volo si intrecciano le storie di vari e curiosi personaggi che animano l'intera vicenda e ripresentano allo spettatore il variopinto ed originale mondo del regista Pedro Almodovar. Un mondo, come sempre, caratterizzato dalla presenza di individui di ogni sorta e tendenza sessuale che risultano ad una prima impressione quasi strampalati ed al limite dell'assurdo ma che il regista spagnolo ci fa accettare con la massima naturalezza al fine di sostenere che la realtà, anche quella più inconsueta ed all'apparenza più "strana", non è altro che un' aspetto della quotidianità più comune.
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Film ambientato interamente al''interno di un aereo nel corso di un viaggio transoceanico che mai arriverà a destinazione a causa di alcuni problemi tecnici presenti nel velivolo. Nel corso del volo si intrecciano le storie di vari e curiosi personaggi che animano l'intera vicenda e ripresentano allo spettatore il variopinto ed originale mondo del regista Pedro Almodovar. Un mondo, come sempre, caratterizzato dalla presenza di individui di ogni sorta e tendenza sessuale che risultano ad una prima impressione quasi strampalati ed al limite dell'assurdo ma che il regista spagnolo ci fa accettare con la massima naturalezza al fine di sostenere che la realtà, anche quella più inconsueta ed all'apparenza più "strana", non è altro che un' aspetto della quotidianità più comune. Questa pellicola, non è assolutamente all'altezza sia per trama che soprattutto per originalità delle precedenti di Almodovar, ma ribadisce semplicemente, appunto, tutta la visione della vita e l'ambiente in generale del regista risultandone in conclusione per lo spettatore un piacevole ed intelligente divertissement di circa un'ora e mezza, condito di ottime ed "audaci" battute di spirito.
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