seanny14
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sabato 11 ottobre 2008
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se la forma conta quanto la sostanza
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in nome della libertà che ci è garantita dal nostro democratico paese, io dissento. dissento innanzitutto con la critica ufficiale, strumento prezioso per la comprensione del mondo del cinema, ma che non è la bibbia (mi viene in mente una frase di "ratatouille": "la verità è che qualunque creazione artistica, seppur mediocre, è infinitamente migliore dei nostri giudizi, perchè supportata da impegno e passione"); dissento con i molti spettatori che non hanno apprezzato il film "seta": è nel loro diritto, ma vale anche per tutti noi ciò che ho riferito ai critici ufficiali. io dissento perchè ho visto "seta" e l'ho amato molto. ne ho lette molte di critiche al film, e indubbiamente esse hanno un fondo di verità.
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in nome della libertà che ci è garantita dal nostro democratico paese, io dissento. dissento innanzitutto con la critica ufficiale, strumento prezioso per la comprensione del mondo del cinema, ma che non è la bibbia (mi viene in mente una frase di "ratatouille": "la verità è che qualunque creazione artistica, seppur mediocre, è infinitamente migliore dei nostri giudizi, perchè supportata da impegno e passione"); dissento con i molti spettatori che non hanno apprezzato il film "seta": è nel loro diritto, ma vale anche per tutti noi ciò che ho riferito ai critici ufficiali. io dissento perchè ho visto "seta" e l'ho amato molto. ne ho lette molte di critiche al film, e indubbiamente esse hanno un fondo di verità. micheal pitt è piuttosto monocorde: vero. la recitazione non è sbalorditiva: vero (tranne per kiera knightley, che mi ha sorpreso positivamente). la regia non ha un tocco personale o incisivo, qualcosa che la renda unica: vero. eppure in seta c'è qualcosa: c'è il racconto idealizzato di un triangolo d'amore, c'è il dramma di una donna che continua ad amare pur riconoscendo che l'amato le stia sfuggendo, e che ama a tal punto da farsi da parte per lui. è una storia delicatissima, e se volessimo associare un oggetto a questo film, non potrebbe essere che la seta del titolo. e poi c'è la cura dell'aspetto formale: una bella fotografia, raffinata ed elegante, costumi splendidi, paesaggi mozzafiato, una colonna sonora forse un po' invadente ma bellissima, una ricostruzione scenografica accurata. tutto è patinato? no, è bello; riteniamo che sia ormai fuori moda un'opera d'arte in cui la forma non dico prevalga, ma abbia eguale importanza del contenuto: i film devono essere nelle tecniche più all'avanguardia, anche a costo della qualità, i libri devono essere scritti velocemente senza stare a guardare troppo alla scrittura (e così ne troviamo molti indecenti nelle librerie); ma l'arte è appunto questo: è forma, è ricerca della bellezza e della perfezione; non importa solo cosa si dice, ma anche come lo si dice. in questo penso che nessuno possa obbiettare che seta fallisca, perchè la bellezza delle immagini è lampante; e non si può neppure dire che il film sia solo forma e non contenuto, perchè una vicenda c'è, ed è bellissima, ed è tragica, ed è delicatissima e sconvolgente. so che molti penseranno che io sia un ingenuo, che due bei paesaggi, un po' di musica e un po' di belle parole mi riescano ad emozionare; qualcuno dirà che non capisco nulla di cinema. può essere, non lo escludo. ma so pensare con la mia testa. questa non è la recensione ceh avrei voluto scrivere, ne avevo in mente un'altra totalmente diversa; ma mi sono sentito in dovere di difendere un film che mi ha emozionato, che mi ha toccato, e che, se pur imperfetto, io considero bello. leggerò anche il romanzo di baricco per giudicarlo ancora meglio, ma se qualcuno mi chiedesse di "seta", ebbene, a dispetto di quanto afferma il sito mymovies, io lo consiglierei.
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andrea
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martedì 30 ottobre 2007
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un film sull'irrazionalità dell'amore
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La critica "ufficiale" ha brutalmente stroncato il film senza eccezioni. Io invece l'ho gradito molto. Sono un grande estimatore di Baricco e quindi un critico severo sul lavoro di Francois Girard che temevo avrebbe potuto sciupare o mal rappresentare un romanzo capolavoro come Seta, molto particolare nello stile e nel contenuto e quindi molto difficile da rendere cinematograficamente. Tuttavia il mio giudizio sul film è positivo, si è resa bene l'idea di Baricco sull'irrazionalità dell'amore(Herve si innamora della concubina giapponese senza averle mai parlato, ma ama sempre la moglie), certo nel limite del possibile(infatti sarebbe impossibile pretendere che un film possa aderire perfettamente all'introspezione psicologica dei personaggi di un romanzo, per di più particolare e "sperimentale" come Seta).
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La critica "ufficiale" ha brutalmente stroncato il film senza eccezioni. Io invece l'ho gradito molto. Sono un grande estimatore di Baricco e quindi un critico severo sul lavoro di Francois Girard che temevo avrebbe potuto sciupare o mal rappresentare un romanzo capolavoro come Seta, molto particolare nello stile e nel contenuto e quindi molto difficile da rendere cinematograficamente. Tuttavia il mio giudizio sul film è positivo, si è resa bene l'idea di Baricco sull'irrazionalità dell'amore(Herve si innamora della concubina giapponese senza averle mai parlato, ma ama sempre la moglie), certo nel limite del possibile(infatti sarebbe impossibile pretendere che un film possa aderire perfettamente all'introspezione psicologica dei personaggi di un romanzo, per di più particolare e "sperimentale" come Seta). Le immagini e il fascino per l'oriente e per il viaggio in sè sono pure idee rese molto bene.
Certamente non si può negare che l'interpretazione di Michael Pitt forse non sia esaltante(l'espressività dell'attore è effettivamente un pò monotona), ma non dobbiamo dimenticare che la figura stessa di Herve(nel romanzo) è piatta, quasi troppo "ordinaria". Purtrooppo anche una buona dose di "pathos interiore" dei personaggi viene perso nella trasposizione. Tuttavia il film a mio giudizio è buono, certo Baricco è un'altra cosa, ma non può essere altrimenti.
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giulia_mb
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giovedì 19 marzo 2009
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bello ma con una vistosa pecca
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Ho letto e amato il breve racconto di Alessandro Baricco, uno scrittore che stimo molto per la sua capacità di sintesi dalle mille sfumature emotive, così mi sono quasi sentita in dovere di vedere il film. Visto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda con un altro lungometraggio del medesimo anno, Espiazione, mi sento di poter azzardare paragoni. Trattandosi entrambi di film drammatici e "pesanti, basati su romanzi, posso accusare Seta di essere stato meno incalzante e molto più lento, scandito da lunghissimi periodi di silenzi e da una fotografia che mostrava più lo "scuro" che la luce. La quasi assenza di musica rende il tutto più tetro e statico. L'interpretazione di Michael Pitt non mi è piaciuta, a ogni film lo rivedo sempre piatto e monocorde, incapace quasi di emozionarsi per ciò a cui dovrebbe dare anima.
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Ho letto e amato il breve racconto di Alessandro Baricco, uno scrittore che stimo molto per la sua capacità di sintesi dalle mille sfumature emotive, così mi sono quasi sentita in dovere di vedere il film. Visto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda con un altro lungometraggio del medesimo anno, Espiazione, mi sento di poter azzardare paragoni. Trattandosi entrambi di film drammatici e "pesanti, basati su romanzi, posso accusare Seta di essere stato meno incalzante e molto più lento, scandito da lunghissimi periodi di silenzi e da una fotografia che mostrava più lo "scuro" che la luce. La quasi assenza di musica rende il tutto più tetro e statico. L'interpretazione di Michael Pitt non mi è piaciuta, a ogni film lo rivedo sempre piatto e monocorde, incapace quasi di emozionarsi per ciò a cui dovrebbe dare anima. La vera pecca della pellicola però, a parer mio, è l'aver cambiato la scena centrale del romanzo, ossia quella della scena d'amore, che non doveva avvenire con una geisha qualunque, ma proprio con la "non giapponese" (che nel romanzo non ha occhi a mandorla e qua invece è addirittura cinese) tanto amata dal protagonista. Misteri. Un film comunque molto toccante ed esteticamente di alto livello, ottima Keira Knightely che pare averci preso gusto a interpretare personaggi letterari. Tre stelle oneste.
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alessandra nenna
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mercoledì 29 ottobre 2008
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viaggio su un filo di "seta" per girard
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Seta, tratto dall’omonimo libro di Alessandro Baricco, è stato presentato a Toronto il settembre scorso e la critica americana l’ha appellato arido e soporifero, non risparmiando nemmeno uno dei protagonisti, il fotogenico esemplare Michael Pitt, considerato come il risultato di un errore di distribuzione dei copioni.
Sarà perché non vi è il lieto fine, e neppure un vero e proprio finale, ma il cinema non deve sempre e solo raccontare favole. Come ha dichiarato lo stesso Baricco, "Per gli americani la vita è come un negozio. Entri, e devi per forza uscirne con qualcosa”.
Francois Girard vuole restituirci solo la storia d’amore e ci indica subito anche la chiave di lettura. Sceglie, per i primi fotogrammi, un luogo altro dal paesino francese di Lavilledieu in cui inizia la storia nel libro; un luogo che potrebbe essere ovunque, immerso nella nebbia, e un lago, circondato da un bosco innevato, da cui emerge di spalle un corpo di donna.
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Seta, tratto dall’omonimo libro di Alessandro Baricco, è stato presentato a Toronto il settembre scorso e la critica americana l’ha appellato arido e soporifero, non risparmiando nemmeno uno dei protagonisti, il fotogenico esemplare Michael Pitt, considerato come il risultato di un errore di distribuzione dei copioni.
Sarà perché non vi è il lieto fine, e neppure un vero e proprio finale, ma il cinema non deve sempre e solo raccontare favole. Come ha dichiarato lo stesso Baricco, "Per gli americani la vita è come un negozio. Entri, e devi per forza uscirne con qualcosa”.
Francois Girard vuole restituirci solo la storia d’amore e ci indica subito anche la chiave di lettura. Sceglie, per i primi fotogrammi, un luogo altro dal paesino francese di Lavilledieu in cui inizia la storia nel libro; un luogo che potrebbe essere ovunque, immerso nella nebbia, e un lago, circondato da un bosco innevato, da cui emerge di spalle un corpo di donna. L’atmosfera evanescente sono quei vapori, che si immagina siano creati dal contrasto tra l’acqua bollente del lago e il gelo dell’aria. La vaporosità della vita e di uno dei suoi tratti, l’amore, che quanto più ci sembra impalpabile, tanto più per noi, acquista un peso. Ipotesi, quella della chiave di lettura, confermata dallo stesso Girard: “la piu' grande sfida e' stata quella di prestare fede allo stile narrativo di Baricco”; la fotografia e i costumi ottimamente curati, servono a riaffermare la lirica presente in quello stile. È ovvio che una metafora ha bisogno di una lentezza di rappresentazione che consenta la sua interpretazione. Chi conosce il libro le aspetta, le cerca, si raffronta con la fantasia del regista; chi non l’ha letto, potrebbe trovare una storia che si riavvolge su se stessa, flemmatica.
È la seconda metà dell’ottocento a Lavilledieu. Hervé Joncour (Michael Pitt), destinato alla carriera militare dal padre, è iniziato al commercio di bachi da seta da Baldabiou (Alfred Molina), che molti anni prima ne aveva intuito le immense possibilità e che, con le sette filande realizzate, aveva arricchito se stesso e l’intero paese. Un’epidemia, che causa la morte delle larve, costringerà Baldabiou a considerare di spingersi prima in Africa e poi in Giappone, “fino alla fine del mondo”, per assicurarsi con qualsiasi mezzo uova sane.
Affiderà l’impresa a Hervé, a cui non appartiene il senso dell’avventura e della scoperta. Ha sposato la maestrina del paese, Hélène (Keira Knightley), dopo essersene innamorato a prima vista, e avrebbe condotto così la sua vita, immutabile fino all’ultimo giorno, non avendo altro desiderio che assecondare quelli di lei: un figlio e un giardino di gigli.
È su questi caratteri che la vita, vedendoci un foglio bianco da riempire, si sente solleticata a scriverci con più incisività. Hervé affronterà un lungo viaggio per terra e per mare restando impassibile al nuovo che gli si impone, fino a che, in quella terra agli antipodi, incontrerà gli occhi di una donna bellissima (Sei Ashina). Lei appartiene all’uomo più potente del villaggio, lo stesso che gli ha procurato le uova che rappresentano la continuità del suo mondo. Tuttavia la passione, confermata da sguardi sensuali e carezze accennate, resterà inespressa, latente. Sarà quella, che porterà Hervé una terza volta in Giappone, nel pieno di una guerra, a rischiare la propria vita, le proprie certezze e i denari di coloro che hanno investito nella sua missione.
Francois Girard sceglie, come nel precedente Il Violino rosso (1998) il tema del viaggio: lì era un oggetto, un violino appunto, a muoversi da Occidente a Oriente, raccontando attraverso i suoi proprietari, la sua natura nefasta; qui è la passione, che viaggia sulle gambe degli uomini. Una passione raccontata per contrasti: due donne, dove una è carnale, oggettiva, espressione del lavoro manuale di coloro che scavano in un giardino, l’altra resta a livello dei sensi, quasi immateriale, effimera, scivola via come l’acqua.
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mrmatt
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lunedì 24 febbraio 2014
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un film... bacato
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Trasporre sul grande schermo un romanzo sentimentale è sempre un’operazione piuttosto pericolosa. C’era davvero bisogno di correre il rischio per un romanzetto come Seta di Alessandro Baricco? La storia è semplice e piuttosto scontata, anche se non priva di elaborazioni e sottigliezze di discreto interesse.
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Trasporre sul grande schermo un romanzo sentimentale è sempre un’operazione piuttosto pericolosa. C’era davvero bisogno di correre il rischio per un romanzetto come Seta di Alessandro Baricco? La storia è semplice e piuttosto scontata, anche se non priva di elaborazioni e sottigliezze di discreto interesse. Un giovane ragazzo francese (Michael Pitt) si innamora e sposa la bella Hèléne (Keira Knightley). Dopo aver lasciato la carriera militare, si reca in luoghi molto remoti per cercare uova di bachi da seta sane per far rifiorire le fabbriche di seta del suo paese natale. In questi viaggi avrà modo di conoscere ad apprezzare le molte bellezze del Giappone, e non solo quelle paesaggistiche. Tornato in patria si ritrova con il cuore pieno di dubbi, e la malattia della moglie renderà il tutto ancor più doloroso e difficile.
Se Seta romanzo è un testo dai toni pastello e dalle immagini poetiche, lo stesso si può dire del film. Girard ci regala una pellicola esteticamente molto calibrata, un susseguirsi di inquadrature evanescenti accompagnate da una colonna sonora delicatissima e perfettamente aderente alle atmosfere. Quel che tuttavia al film manca totalmente, è la recitazione e l’interazione tra i personaggi. Se Keira Knightley è sempre all’altezza delle aspettative (il ruolo sembra esserle cucito su misura) lo stesso non si può dire degli altri attori, per quanto le nostre aspettative non fossero comunque particolarmente elevate. La sceneggiatura è fragile e, per restare in tema con il film, oserei dire quasi bacata… ma d’altro canto è difficile riprodurre efficacemente per immagini una storia che è imperniata sui meccanismi della psicologia dei sentimenti.
Film complessivamente abbastanza gradevole e leggero. Fosse stato un documentario sarebbe stato probabilmente un capolavoro, ma purtroppo le pretese erano ben altre.
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angela cinicolo
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giovedì 15 maggio 2008
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seta
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Era difficile riprodurre in maniera sbagliata la storiella di Seta di Baricco eppure Girard non solo ci è riuscito, ma addirittura ha fatto di Silk la trasposizione peggiore dell'opera letteraria. Questo film è perfino più noioso del libro e chi è in sala e non ha letto il racconto del caro Baricco finisce pregando da inizio a fine che qualcosa succeda, un colpo di scena, un momento di suspense, un secondo di azione. E quando si alza da una poltroncina nella quale si era agevolemente accomodato non gli resta che sopprimere l'ennesimo maleducato sbadiglio. Se è vero che s'insinuava il dubbio che queste "grandi e prestigiose" premiere fossero soltanto il rifuso di una Venezia lontana, per livelli artistici e per sistema organizzativo, non ci resta che abbasare la testa sospirando un amaro touché.
[+] angelo dll mia buona sorte!
(di audreyh)
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(di bb)
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(di audreyh)
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(di nefertiti)
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[+] t rode...
(di audreyh)
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