mrmatt
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lunedì 24 febbraio 2014
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un film... bacato
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Trasporre sul grande schermo un romanzo sentimentale è sempre un’operazione piuttosto pericolosa. C’era davvero bisogno di correre il rischio per un romanzetto come Seta di Alessandro Baricco? La storia è semplice e piuttosto scontata, anche se non priva di elaborazioni e sottigliezze di discreto interesse.
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Trasporre sul grande schermo un romanzo sentimentale è sempre un’operazione piuttosto pericolosa. C’era davvero bisogno di correre il rischio per un romanzetto come Seta di Alessandro Baricco? La storia è semplice e piuttosto scontata, anche se non priva di elaborazioni e sottigliezze di discreto interesse. Un giovane ragazzo francese (Michael Pitt) si innamora e sposa la bella Hèléne (Keira Knightley). Dopo aver lasciato la carriera militare, si reca in luoghi molto remoti per cercare uova di bachi da seta sane per far rifiorire le fabbriche di seta del suo paese natale. In questi viaggi avrà modo di conoscere ad apprezzare le molte bellezze del Giappone, e non solo quelle paesaggistiche. Tornato in patria si ritrova con il cuore pieno di dubbi, e la malattia della moglie renderà il tutto ancor più doloroso e difficile.
Se Seta romanzo è un testo dai toni pastello e dalle immagini poetiche, lo stesso si può dire del film. Girard ci regala una pellicola esteticamente molto calibrata, un susseguirsi di inquadrature evanescenti accompagnate da una colonna sonora delicatissima e perfettamente aderente alle atmosfere. Quel che tuttavia al film manca totalmente, è la recitazione e l’interazione tra i personaggi. Se Keira Knightley è sempre all’altezza delle aspettative (il ruolo sembra esserle cucito su misura) lo stesso non si può dire degli altri attori, per quanto le nostre aspettative non fossero comunque particolarmente elevate. La sceneggiatura è fragile e, per restare in tema con il film, oserei dire quasi bacata… ma d’altro canto è difficile riprodurre efficacemente per immagini una storia che è imperniata sui meccanismi della psicologia dei sentimenti.
Film complessivamente abbastanza gradevole e leggero. Fosse stato un documentario sarebbe stato probabilmente un capolavoro, ma purtroppo le pretese erano ben altre.
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mencio
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venerdì 13 dicembre 2013
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la meta del viaggio è irragiungibile
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Credo che quando si fa una recensione occorra valutare integralmente la pellicola sotto ogni profilo e non soffermarci esclusivamente su alcuni aspetti, per di più solo soggettivamente vissuti. Al recensore non piace Michael Pitt e ne accusa la recitazione monoespressiva. Si tratta in realtà di una scelta dell'attore che meritava di essere approfondita. Michael Pitt vuole esprimere con una recitazione, non monoespressiva ma certamente molto parca, la sua perplessità di fronte alla vita, la sua difficoltà a prendere una precisa posizione, a scegliere. Vanno poi considerati gli altri elementi del film, che non è "patinato" (l'uso di termini spregiativi è un altro difetto grave della recensione di Nicoletti), ma è attento a quegli elementi formali che sollecitano il godimento estetico (anche se nel film non mancano scene di miseria e di repulsiva crudeltà).
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Credo che quando si fa una recensione occorra valutare integralmente la pellicola sotto ogni profilo e non soffermarci esclusivamente su alcuni aspetti, per di più solo soggettivamente vissuti. Al recensore non piace Michael Pitt e ne accusa la recitazione monoespressiva. Si tratta in realtà di una scelta dell'attore che meritava di essere approfondita. Michael Pitt vuole esprimere con una recitazione, non monoespressiva ma certamente molto parca, la sua perplessità di fronte alla vita, la sua difficoltà a prendere una precisa posizione, a scegliere. Vanno poi considerati gli altri elementi del film, che non è "patinato" (l'uso di termini spregiativi è un altro difetto grave della recensione di Nicoletti), ma è attento a quegli elementi formali che sollecitano il godimento estetico (anche se nel film non mancano scene di miseria e di repulsiva crudeltà). Questa scelta formale si innesta nel più generale tema del film, che è appunto la "perplessità" del protagonista di fronte alla vita, sentita come bella, ma estranea e crudele. A questo punto si comprende perchè il Giappone sia protagonista del film: sta, appunto, a significare cosa sia la vita per il personaggio di Pitt e per il regista (quanto meno in questa fase del suo lavoro).
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sheldon wolowitz
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sabato 25 agosto 2012
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setoso..
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Una pellicola delicata e raffinata come la seta ma allo stesso tempo lunga e un po' monotona così come la lavorazione di questo tessuto. L'analisa introspettiva dei personaggi è poco approfondita e curata, le vicende scorrono, scivolano via un po' troppo semplicemente e il viaggio sulle vie della seta non è molto elaborato limitandosi troppo ad una breve disamina della voce fuori campo. Un'ottima fotografia e le splendide ambientazioni rendono comunque il film molto gradevole. Da segnalare, a mio avviso passata troppo inosservata, la recitazione di Alfred Molina, il cui ruolo chiave ma non da protagonista nella vicenda viene egregiamente interpretato.
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ashtray_bliss
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sabato 27 agosto 2011
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delicato come la seta, elegante metafora di vita.
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Non ho letto il romanzo al quale si e' ispirato il film. E ho sentito solo critiche negative riguardo al medesimo: lento, peso, stanchante, senza senso, dal finale inconcludente....La verita' e' che il film e' delicato ma poetico e la poesia e' un arte che non tutti sanno e possono apprezzare. La storia e' basata sulla tragicita' della vita, sul egoismo e la ciecita' sentimentale di una persona, il protagonista Herve.
Il filo conducente della trama e' sicuramente la seta, attorno alla quale si tessa tutta la storia, e principalmente quella di Herve Joncour (Pitt), giovane uomo che non sa apprezzare quello che la vita gli offre e manifesta un atteggiamento indifferente nei confronti di cio' che lo circonda.
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Non ho letto il romanzo al quale si e' ispirato il film. E ho sentito solo critiche negative riguardo al medesimo: lento, peso, stanchante, senza senso, dal finale inconcludente....La verita' e' che il film e' delicato ma poetico e la poesia e' un arte che non tutti sanno e possono apprezzare. La storia e' basata sulla tragicita' della vita, sul egoismo e la ciecita' sentimentale di una persona, il protagonista Herve.
Il filo conducente della trama e' sicuramente la seta, attorno alla quale si tessa tutta la storia, e principalmente quella di Herve Joncour (Pitt), giovane uomo che non sa apprezzare quello che la vita gli offre e manifesta un atteggiamento indifferente nei confronti di cio' che lo circonda. Solo quando si ritrovera' in viaggio verso il Giappone verra' ammaliato dalla figura di una donna, moglie del capo del villaggio che lo ospita e che gli vende le uova di bachi di seta. Una donna eterea della quale lui non conosce nulla, nemmeno il nome, ma che continuera' a inseguire anche nel futuro. Un miraggio, un attimo fugente al quale dedichera' gran parte della sua esistenza. In realta' Herve oltre che per motivi commerciali, si reca in Giappone alla ricerca di una donna che rappresenta per lui qualcosa di impossibile ed innarivabile, una storia d'amore che lui non ha mai vissuto ma per la quale ha sacrificato tutto. Herve compiera' tre lunghi viaggi durante i quali lascera' sempre alle spalle sua moglie Helene, per la quale fara' costruire una bellissima casa immersa in un giardino pieno di gigli, i fiori preferiti della donna. In effetti, la figura principale del racconto e' la figura femminile, sia nella sfumatura di Helene che in quella della bella giapponese oggetto di desiderio di Herve. La donna, intesa come genere, e' quella che lega tutti i tasseli della trama. E da una parte abbiamo una donna sconosciuta, bella e irragiungibile che sparira' come un miraggio od una ninfa coperta dalle nubi del Giappone. E poi c'e' Helene, giovane moglie affezionata e dedicata al marito, al lavoro e alla casa, la quale in una versione piu' contemporanea di Penelope, aspettera' pazientemente il marito, durante le sue lunghe permanenze in Giappone. Conscia del fatto che il marito la trascura e che insegue un' altra donna, conscia del fatto che suo marito e la sua vita stanno lentamente scivolando via. Come la seta, la quale rappresentera' solo una delle sfumature del fallimento di Herve. La seta rappresenta il fallimento economico mettendo sotto luce il vano dei suoi viaggi in una terra lontana. E da li in poi la seta rappresentera' anche lo sgretolamento morale e sentimentale dei protagonisti. La disperazione di Helene verra' evidenziata in una lettera colma di dolore represso che fara' tradurre in Giapponese e fara' credere al suo amato che provenga da quella donna, eterea e misteriosa, che lui conobbe e che non cancello mai dalla sua vmente.. La stessa donna, che divento' un punto di referimento nella vita vuota di Herve, la ricerca della affermazione di se stessi attraverso la donna oggetto di desiderio mai raggiunto.
In fine, Herve, si ritrovera' a far i conti con la morte stessa di Helene, donna che pur sapendo non ha mai smesso di amarlo. E arrivera' alla conclusione tragica di quello che si e' lasciato sfuggire. Una donna che lo amava profondamente e che ha saputo aspettare sacrificata in nome di un desiderio effimero e vacuo. Film introspettivo che da spunti sui quali riflettere, quali l'essenza effimera delle cose care.
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(di kiefer)
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pino43
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martedì 12 ottobre 2010
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per me è *****
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Meraviglioso, per la storia, la fotografia, i dialoghi, la colonna sonora per gli attori protagonisti e non. Ho passato una serata stupenda, meno male che ci siete voi ! Grazie. Mi piacerebbe sapere se c'è una versione in DVD home per rivederlo con mia moglie.
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sassenach
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mercoledì 6 ottobre 2010
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voto
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noiosissimo e lentissimo.Keira fa una piccola parte
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paride86
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sabato 3 aprile 2010
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un'occasione sprecata
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Credo che il soggeto di "Seta" sarebbe dovuto finire in mano ad un regista orientale, tipo Kar Wai, che avesse saputo restituire la narrazione eterea e lieve del libro di Baricco. Invece ne è uscito fuori un film appesantito, farraginoso, che non riesce a giustificare l'intensità e l'innocenza dei sentimenti raccontati.
Micheal Pitt è un protagonista troppo giovane per il suo ruolo.
Finale commovente.
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giulia_mb
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giovedì 19 marzo 2009
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bello ma con una vistosa pecca
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Ho letto e amato il breve racconto di Alessandro Baricco, uno scrittore che stimo molto per la sua capacità di sintesi dalle mille sfumature emotive, così mi sono quasi sentita in dovere di vedere il film. Visto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda con un altro lungometraggio del medesimo anno, Espiazione, mi sento di poter azzardare paragoni. Trattandosi entrambi di film drammatici e "pesanti, basati su romanzi, posso accusare Seta di essere stato meno incalzante e molto più lento, scandito da lunghissimi periodi di silenzi e da una fotografia che mostrava più lo "scuro" che la luce. La quasi assenza di musica rende il tutto più tetro e statico. L'interpretazione di Michael Pitt non mi è piaciuta, a ogni film lo rivedo sempre piatto e monocorde, incapace quasi di emozionarsi per ciò a cui dovrebbe dare anima.
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Ho letto e amato il breve racconto di Alessandro Baricco, uno scrittore che stimo molto per la sua capacità di sintesi dalle mille sfumature emotive, così mi sono quasi sentita in dovere di vedere il film. Visto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda con un altro lungometraggio del medesimo anno, Espiazione, mi sento di poter azzardare paragoni. Trattandosi entrambi di film drammatici e "pesanti, basati su romanzi, posso accusare Seta di essere stato meno incalzante e molto più lento, scandito da lunghissimi periodi di silenzi e da una fotografia che mostrava più lo "scuro" che la luce. La quasi assenza di musica rende il tutto più tetro e statico. L'interpretazione di Michael Pitt non mi è piaciuta, a ogni film lo rivedo sempre piatto e monocorde, incapace quasi di emozionarsi per ciò a cui dovrebbe dare anima. La vera pecca della pellicola però, a parer mio, è l'aver cambiato la scena centrale del romanzo, ossia quella della scena d'amore, che non doveva avvenire con una geisha qualunque, ma proprio con la "non giapponese" (che nel romanzo non ha occhi a mandorla e qua invece è addirittura cinese) tanto amata dal protagonista. Misteri. Un film comunque molto toccante ed esteticamente di alto livello, ottima Keira Knightely che pare averci preso gusto a interpretare personaggi letterari. Tre stelle oneste.
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rocker
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martedì 27 gennaio 2009
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ottimo film...per chi ama baricco
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film stupendo...paesaggi e ambienti da sogni...ottimo
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