elgatoloco
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mercoledì 23 febbraio 2022
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non sarò il milgior almodovar, ma...
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"Los amantes pasajeros"(Pedro Almodovar, che ha scritto e diretto il film da solo, come sempre, 2o12)non sarà il capolavoro assoluto dei suoi film, ma ha una leggerezza, una levità, uno straordinario brio tutto filmico, con tre steward gay che chiunque, credo, anche il più"supermacho'n"vorrebbe incontrare in un viaggo aereo, dove qui il tutto si svolge con una"tara", un grave errore che rischia di riportare il viaggio a Ciudad de Mexico in Spagna, e si atterra(atterraggio di super-fortuna...)a la Mancha, sinbolicamente -signficativamente...spero il cenno sia chiaro, come dire nel regno della creatività , del sogno, anche della malinconia(Don .
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"Los amantes pasajeros"(Pedro Almodovar, che ha scritto e diretto il film da solo, come sempre, 2o12)non sarà il capolavoro assoluto dei suoi film, ma ha una leggerezza, una levità, uno straordinario brio tutto filmico, con tre steward gay che chiunque, credo, anche il più"supermacho'n"vorrebbe incontrare in un viaggo aereo, dove qui il tutto si svolge con una"tara", un grave errore che rischia di riportare il viaggio a Ciudad de Mexico in Spagna, e si atterra(atterraggio di super-fortuna...)a la Mancha, sinbolicamente -signficativamente...spero il cenno sia chiaro, come dire nel regno della creatività , del sogno, anche della malinconia(Don ...Quijote ovviamente, la cavalleria perduta ma anche la rinascita della creatività e dei sognatori non inerti). Storie che si intrecciano, personaggi che si svelano(il comandante di bordo, che si dice"suupetero"si scopre invece con una sorta di"dark.side"per lui ma non per altri/e preoccupante...), funzionari governativi, come "el Mexicano"che si rivelano essere anche dei killer, ma anche un faccendiere che si mosra come un bancarottiere che a sulla coscienza disastri ifnanziari provocati.. , senza che-peraltro.abbia mai ucciso qualcuno/a consapevolmente... Direi shakespeariano(ma anche la drammaturgia spagnola coeva di uncle Will, quella del"Sigl de Oro" ha momenti. simili)l'impostazione, dove il sorriso più della risata sommerge ogni dramma e lo svela-rivela. Da vedere e sprattutto da godere in ogni sua sequenza(il top è certo il tro canterino .ballato in stile very gay ma c'è anche molto altro), questo film"leggero"che non a caso colloca le tre superstar Antonio Banderas, Peneope Cruz e Paz Vega solo in dei"cameo"ma oltremodo sifnigicativ, dove emergono altri/e strarodrindari interpreti, merita molto di più di certe collocazioni che lo vedono semplicemente come"film minore", anche se lo è, ma lo è con un sense of humor che è da pochi, che spiazza continuamene e che mette sul chi va là coloro che non ricordano come tale caratteristica fosse quella"principe"di autori diversi ma oltremodo importanti come sir Alfred Hitchock e Luis Bunuel, dove da quest'ultimo Almodovar si distingue da sempre, ma i cui film certamente conosce a menadito. UN "don Pedro"che graffia senza troppo ferire, che dice anche quando finge di non dire nulla... El Gato
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pigiamagiallo
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giovedì 16 novembre 2017
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c'è molto di più oltre l'apparenza di questo film
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C'è molto di più oltre l'apparenza di un film scanzonato e provocatorio. Il film riprende idealmente dove il regista aveva terminato in uno dei sui primi film più trasgressivi, irriverenti e liberatori, Labirinto di Passioni del 1982. Lì seguivamo le vicissitudini dei protagonisti che si accapigliavano per riuscire a prendere un aereo alla fine del film. Qui vediamo cosa succede a quegli stessi personaggi. Il fils rouge e la continutità è garantito dalla protagonista, Cecilia Roth, sessualmente scatenata e disinibita come allora, ma che su "quei talenti" ha costruito una rispettabile carriera di successo in kinky boots. Il punto è che non è cambiata solo lei, ma anche i suoi amici del film dell'82: chi nel frattempo è diventato stewart, pilota, chi killer a pagamento o imprenditore corrotto e senza scrupoli, chi ha scelto la leggerezza e lo stare sospesi da terra e chi la corruzione e la ricchezza facile.
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C'è molto di più oltre l'apparenza di un film scanzonato e provocatorio. Il film riprende idealmente dove il regista aveva terminato in uno dei sui primi film più trasgressivi, irriverenti e liberatori, Labirinto di Passioni del 1982. Lì seguivamo le vicissitudini dei protagonisti che si accapigliavano per riuscire a prendere un aereo alla fine del film. Qui vediamo cosa succede a quegli stessi personaggi. Il fils rouge e la continutità è garantito dalla protagonista, Cecilia Roth, sessualmente scatenata e disinibita come allora, ma che su "quei talenti" ha costruito una rispettabile carriera di successo in kinky boots. Il punto è che non è cambiata solo lei, ma anche i suoi amici del film dell'82: chi nel frattempo è diventato stewart, pilota, chi killer a pagamento o imprenditore corrotto e senza scrupoli, chi ha scelto la leggerezza e lo stare sospesi da terra e chi la corruzione e la ricchezza facile. Nel film degli anni ottanta - antesignano come sempre - c'erano anche terroristi che si volevano immolare per una causa. Invece, in questo film, chi uccide lo fa solo per i soldi ed è anche pronto a cambiar casacca. Nessuno è convinto delle proprie scelte fino in fondo, neanche di quelle sessuali. In questa confusione sentimentale, carnale e morale che ricorda quella del primo film, però il contesto è cambiato. Nel film dell'82 si respirava il clima di una Spagna appena uscita (solo da 7 anni) da 40 anni di dittatura franchista, una paese di giovani che si volevano liberare da ogni regola ed essere quasi punk e iconoclasti, qui invece essi stessi sono rientrati nei ranghi di vite normali e borghesi, ma è solo un'apparenza perché tutto è pronto a scoppiare di nuovo. Il peccato, la voglia di ribellarsi ancora ribollono. E paradossalmente nonostante dosi eccessive di alcool, balletti e mescalina, a riportare la pace, a far ritrovare la bussola all'aereo e ai protagonisti non sono gli eccessi, come a prima vista sembra, ma sono l'amore, l'accettazione dei propri desideri, l'accettazione delle scelte degli altri (figli, colleghi, amanti, fidanzate), sospendendo il giudizio (come il regista chiede a noi di fare con i suoi protagonisti sopra le righe), l'affermazione della propria libertà, il darsi la possibilità di ricominciare e di riscrivere la propria storia, il non prendersi troppo sul serio. Il contesto è diverso perché nel film dell'82 il regista descriveva un paese che voleva esplodere di gioia e buttarsi a pieno nel vortice della società consumistica, qui invece fotografa un paese, una società alla deriva, come quell'aereo, di persone che vogliono scappare dai loro posti e comfort zones, dove chi ti può salvare non è la follia che serpeggia come un morbo, ma è il fidarsi dell'altro, un individualismo necessario, di fronte al crollare di tutti gli altri idoli (la sicurezza data dalla ricchezza, dal potere, dal lavoro, dalla famiglia). E quel prossimo può essere il tuo sconosciuto vicino di posto sull'aereo, se a 40 anni sei una sensitiva, ancora vergine (una splendida e spassosa Lola Duenas che ha deciso di non esserlo più) o può prendere le fattezze di una ragazza in bicicletta, nel cui cestino cade per caso un cellulare dal cielo, per rispondere a una chiamata del suo amante bugiardo che, a 3.000 metri d'altezza, forse per la prima volta, le sta dicendo la verità. Sì, la tanto cercata e sfuggente verità che forse salverà le vite di tutti o forse solo la sua, perché per non finire pazza (trascinata del "labirinto di passioni" in cui si era già persa) e portata via dall'ambulanza come Alba-Paz Vega, deve stare molto attenta. Ce lo dice Ruth, il personaggio forse più poetico del film, protagonista della scena più bella, interpretato da una sorprendente Blanca Suarez. Ma non preoccupatevi, Pedro non perde mai la sua verve, sembra essere tornato il discolo impertinente e sfacciato dei suoi primi film e non rinuncia a farci ridere dalla prima all'ultima inquadratura, miscelando abilmente risate, sorrisi, emozioni e lacrime. Non è il film di un Almodovar in tono minore, ma di un regista immerso in un percorso personale che porta avanti lungo tutti i suoi film e che sa rimettersi in gioco, indossando una vecchia giacca (le tematiche dei suoi film ani 80) e riuscendo a farla brillare di nuovo, perché ricopre l'opera di tanta ironieìa e divertimento e perché la impreziosisce di pungenti osservazioni critiche che ci fanno riflettere sull'assurdità di quella che noi chiamiamo società normale e che non è altro che la quotidianità a cui - ahimé - ci stiamo abituando e facendo venire voglia anche a noi di sentirci persi per un po' su quell'AIRBUS, per poi "ritrovarci" cambiati alla fine del film.
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dario
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lunedì 22 agosto 2016
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dispersivo
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E' un Almodovar più pesante del solito nel dirigere il traffico, colpa di una sua scarsa capacità di affrontare commedie alla Billy Wilder, dove il buon gusto è di rigore e nel contempo lieve, appena accennato, mirabilmente sottotraccia: qui la commedia è forzata e a tratti diventa una commediaccia senza capo né coda. Alla lunga insopportabili i rimandi gay. Non è roba per Almodovar (già, ma che roba è alla sua portata?).
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simodero
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sabato 16 aprile 2016
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film senza senso
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Film passato su Iris alle 21:00 il 14/04/2016 ! Ho fatto una segnalazione al Moige. Film disgustoso,senza senso. Di una volgarità' praticamente "pornografica". Poi scoprire che è' di Almodovar...mi ha stupito. Ho sempre apprezzato questo regista,non adatto alle visioni in prima serata,ma spesso molto gradevole. Non sono contro temi "scabrosi", non pregiudico mai niente e nessuno. Ma questo sarebbe un film da DIMENTICARE O FAR PASSARE SOLO IN PIENA NOTTE SE NON È POSSIBILE BUTTARLO PER SEMPRE. POVERO ALMODOVARRRR !
Simona
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ultimoboyscout
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giovedì 23 luglio 2015
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l'aereo più pazzo di spagna.
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Una sciocca disattenzione causata dall'addetto Antonio Banderas (in cameo come Penelope Cruz e un'irresistibile Paz Vega) provoca un grave problema a uno dei carrelli delle ruote di un aereo diretto in Messico. Costretti a girare a vuoto sui cieli spagnoli in attesa di una pista libera sulla quale atterrare, passeggeri, VIP ed equipaggio iniziano una strana "interazione" tra scenate, isterismi, alcol, droga e sesso in un crescendo mostruoso di rivelazione osé, nervosismo e caos totale. Il film è una metafora a tinte rosa e azzurre acquarellate a seconda delle fantasie di Almodovar, per l'occasione più libertino e leggero del solito ma non di certo esente dal passare inesorabile degli anni. La sua ricerca dell'anarchia tipica degli anni '80 e dei suoi primordi cinematografici è vana, il regista non ha ben chiaro che sono passati ormai oltre 30 anni da allora e che anche lui stesso è cambiato.
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Una sciocca disattenzione causata dall'addetto Antonio Banderas (in cameo come Penelope Cruz e un'irresistibile Paz Vega) provoca un grave problema a uno dei carrelli delle ruote di un aereo diretto in Messico. Costretti a girare a vuoto sui cieli spagnoli in attesa di una pista libera sulla quale atterrare, passeggeri, VIP ed equipaggio iniziano una strana "interazione" tra scenate, isterismi, alcol, droga e sesso in un crescendo mostruoso di rivelazione osé, nervosismo e caos totale. Il film è una metafora a tinte rosa e azzurre acquarellate a seconda delle fantasie di Almodovar, per l'occasione più libertino e leggero del solito ma non di certo esente dal passare inesorabile degli anni. La sua ricerca dell'anarchia tipica degli anni '80 e dei suoi primordi cinematografici è vana, il regista non ha ben chiaro che sono passati ormai oltre 30 anni da allora e che anche lui stesso è cambiato. Gli intrecci si sommano ma non si legano e non creano una trama omogenea, con la storia dello sciupafemmine con due donne a terra, unica meritevole di essere sviluppata, che invece viene abbozzata come le altre. L'unica cosa che spicca realmente è la glorificazione del gayo tutto desideri, smancerie, vezzi, mossette e battute al vetriolo. Film che si svolge interamente in un ambiente chiuso e claustrofobico, con una situazione di pericolo incombente e tanta gente sull'orlo di una crisi di nervi, che mette in mostra una grande attenzione per i colori e per le musiche. Commedia sofisticata e gusto camp si mescolano, Almodovar torna a far ridere o almeno ci prova ma genera un film-sberleffo con tutti i limiti del caso. Si salvano le facce di Javier Camara e Cecilia Roth, nulla più.
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marco petrini
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martedì 11 novembre 2014
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delusione
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Aldomovar è uno dei miei registi preferiti: tutti i suoi film non mi hanno mai lasciato indifferente, regalandomi qualcosa. Evidente che, nella vita, una stecca ci può stare; mi è sembrato un compiacimento di Pedro ad una volgarità sempre gratuita, in tutte le parti del film. Peccato
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stuff
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venerdì 30 maggio 2014
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soldi sprecati
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odisseus
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lunedì 26 maggio 2014
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viaggio da non perdersi!aggrappatevi alle poltrone
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La Peninsula rincorre da ore la propria coda senza venirne a capo, come le storie inconcluse di tutti gli imprevedibili passeggeri che popolano la fusoliera.
Per definizione, un viaggio porta da un punto A ad un punto B. Questo viaggio, però non porterà i passeggeri in un punto B, ma li riporterà al punto A... il loro viaggio sarà "interiore"(per quanto possa sembrare fuoriluogo questo aggettvo in un film così): evolveranno da personaggi A a personaggi B.
Un viaggio senza meta, che anzi finisce laddove era iniziato(o quasi). Senza moralismi nè prevedibili evoluzioni, i personaggi mostrano se stessi non perchè decidano di mettere da parte i loro freni inibitori ma solo perchè sotto effetto della Mescalina, gelosamente conservata nel retto di uno dei passeggeri.
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La Peninsula rincorre da ore la propria coda senza venirne a capo, come le storie inconcluse di tutti gli imprevedibili passeggeri che popolano la fusoliera.
Per definizione, un viaggio porta da un punto A ad un punto B. Questo viaggio, però non porterà i passeggeri in un punto B, ma li riporterà al punto A... il loro viaggio sarà "interiore"(per quanto possa sembrare fuoriluogo questo aggettvo in un film così): evolveranno da personaggi A a personaggi B.
Un viaggio senza meta, che anzi finisce laddove era iniziato(o quasi). Senza moralismi nè prevedibili evoluzioni, i personaggi mostrano se stessi non perchè decidano di mettere da parte i loro freni inibitori ma solo perchè sotto effetto della Mescalina, gelosamente conservata nel retto di uno dei passeggeri. E così che Almodovar ci mostra senza censure quanto poco conosciamo di noi stessi e quanto potremmo vivere meglio solo dando più spazio alle nostre pulsioni più recondite... Ingranaggio che permette ai protagonisti di venire fuori per ciò che li muove dentro è una droga, la Mescalina, dacchè a terra siamo tutti narcotizzati dai moralismi e dai secondi fini... La sensitiva preannuncia che "in questo viaggio succederà qualcosa di molto grosso, che ci toccherà tutti": e così si susseguono una "rabdomante" che perde la sua verginità con un passeggero narcotizzato; un pilota si scopre gay dopo anni di matrimonio; l' altro pilota scopre che la moglie(inaspettatamente) lesbica era a conoscenza della sua relazione con uno degli steward; un uomo di affari conosce Norma, escort sadomaso per cui lavora sua figlia(in arte dominatrix), scomparsa da anni; Norma s' innamora del suo sicario che deciderà di risparmiarle la vita... tante altre curiose vicende animano un volo che toccherà terra ma con passeggeri nuovi, con nuovi equilibri,privi di condizionamenti... vivi ed ardenti, come il sangue che appare più volte nel film,come il vestito di Rudy.
Un film leggerissimo, divertente che naturalizza tutto ciò che desterebbe imbarazzo su di un"comune"volo. Un divertissement all' opposto del senso Pascaliano, perchè con la leggerezza tipica delle nuvole tra cui il film è girato, ci dà da riflettere su quanto di inutilmente falso ed estremamente raziocinante facciamo nella vita, quanto ci condizioni... Occorrerebbe un po' di "mescalina" forse per vivere più d' impulso ciò che vorremo ed ottenerlo con felicità, senza giudicare per preservare ciò che dentro è vivo, invece di soffocarlo con la mente.
Fantastico il balletto! xD Bella la colonna sonora, bella Blanca Suarez che a tratti ci fa dimenticare i tratti scuri di Penelope.
Bravo Almodovar, che ritorna ai copioni coloriti dei primi anni, esuberanti e frizzanti, si concede una "pausa" da film più seriosi e cult come La pelle che abito, La mala educacion (ecc) con un tono scherzoso. Chi ne critica la leggera superficialità secondo me non ha capito na mazza Bisogna prendersi in giro e riderci su, di tanto in tanto. Ecco, chi critica questo film, non si sarebbe goduto il viaggio sul volo 2549 della Peninsula!
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sergio maina
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venerdì 23 maggio 2014
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aldomovar deludente
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Almovar deludente!!!!!!!!!!!!!!Volgari scene e riferimanti all'omosessualita,assolutamente di cattivo gusto:godibile il balletto degli inservienti,perspicaci i riferimenti politici ed alle situazioni di vita attuale in Spagna.Per il resto, tutto da dimenticare.
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