theophilus
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sabato 28 dicembre 2013
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un'altra ventata di aria fresca.
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ANGEL
Angel – La vita, il romanzo, recita nelle nostre sale il titolo della più recente fatica di François Ozon. Forse eccessivamente didascalico, ma azzeccato, anche perché si possono rimescolare quei termini a dare un differente senso compiuto - “il romanzo della vita” –, cosa del tutto lecita e alla quale, anzi, lo svolgimento del film spinge naturalmente. Una vita romanzata, quella di Angel Deverell, l’esistenza di una scrittrice inglese filtrata nel romanzo, rappresentata nel romanzo. Un processo identitario in cui sogno, mitomania e autobiografismo si avvinghiano e si confondono. La scrittrice Elisabeth Taylor (1912 – 1975) inventa il personaggio della scrittrice Angel Deverell, da lei situata agl’inizi del ‘900, pare ispirandosi alla figura realmente esistita della scrittrice Marie Corelli (1855 – 1924).
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ANGEL
Angel – La vita, il romanzo, recita nelle nostre sale il titolo della più recente fatica di François Ozon. Forse eccessivamente didascalico, ma azzeccato, anche perché si possono rimescolare quei termini a dare un differente senso compiuto - “il romanzo della vita” –, cosa del tutto lecita e alla quale, anzi, lo svolgimento del film spinge naturalmente. Una vita romanzata, quella di Angel Deverell, l’esistenza di una scrittrice inglese filtrata nel romanzo, rappresentata nel romanzo. Un processo identitario in cui sogno, mitomania e autobiografismo si avvinghiano e si confondono. La scrittrice Elisabeth Taylor (1912 – 1975) inventa il personaggio della scrittrice Angel Deverell, da lei situata agl’inizi del ‘900, pare ispirandosi alla figura realmente esistita della scrittrice Marie Corelli (1855 – 1924).
Siamo in piena temperie tardo-romantica e i dati anagrafici ora riportati suffragano la plausibilità che la Taylor si sia servita della Corelli come modello della sua eroina. I tempi del film e quelli del romanzo da cui esso trae le mosse sono, però, lievemente sfasati rispetto ai tempi della Storia e ciò favorirà l’esito negativo della vicenda della protagonista. Infatti, vediamo la Deverell, ragazzina petulante e studentessa priva di ogni interesse per la scuola, proiettata nei primi anni del secolo scorso. L’improvviso e rapido rovescio di fortuna che le consentirà di realizzare il suo sogno, quello di plasmare la sua vita tramite la scrittura, si scontrerà con i troppo prossimi rivolgimenti civili e culturali che bruceranno il suo vagare allucinato e inconsistente.
Abbiamo ritrovato in Angel, ancora una volta, la fresca inventiva di Ozon, che riesce quasi sempre a stupire per la varietà con cui sa porsi dietro alla cinepresa e dentro ai soggetti delle sue storie. Siamo stati piacevolmente spiazzati più dall’inizio del film che non dal suo epilogo, segnato ed inevitabile per le ragioni di cui sopra. È sorprendente l’emozione che sa trasmettere la protagonista, in cui esplode in maniera vivida la gioia della creatività. Angel è nata per scrivere e la sua esistenza viene declamata sui passi della sua scrittura. Poco importa che, con ogni probabilità, la sua non sia letteratura di prim’ordine. Non c’è uno status o un dramma attorno ai quali l’autrice scavi trincee o innalzi baluardi insuperabili. Al contrario, si tocca con mano il riversarsi all’esterno dell’esultanza di un sogno che, paradossalmente, isola e differenzia Angel dagli altri, i quali, però, rimangono abbagliati dalla sua felicità e ne restano avvinti.
Quando la scrittrice, al culmine della sua celebrità, incontra Esmé, pittore bohèmien, oscuro e già proiettato verso i dettami dell’Espressionismo, ha inizio la sua parabola discendente. La sua sfrontata gioia di vivere non regge a quell’impatto, così come la complessità esistenziale dell’uomo paga un conto amaro all’estraneità da cui è circondato.
Siamo anche negli anni della Grande guerra e abbiamo letto in questa vicenda un possibile valore allegorico sul trapasso da un' epoca storica ad un’altra.
Segnaliamo l’ottima prova di Romola Garai nella parte di Angel.
Enzo Vignoli
16 ottobre 2007.
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rita branca
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domenica 25 agosto 2013
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quando la finzione domina la vita
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Angel - la vita, il romanzo, film (2007) di François Ozon, ispirato all’opera di E.Taylor e alla figura della scrittrice e poetessa inglese Mary Mackay, in arte Marie Corelli, con Romola Garai, Lucy Russell, Sam Neill, Charlotte Rampling, Michael Fassbender.
Il film, caratterizzato da bella fotografia e buona recitazione presenta la vita di una popolare scrittrice di romanzi d’appendice che si afferma con grande determinazione superando gli ostacoli di origini oscure.
Angel è dotata di fervida immaginazione che la porta a vergognarsi dell’umile realtà in cui è vissuta e a trasformare per i lettori i suoi dati biografici esibendo melodrammaticamente un’immagine di sé che le sembra più adeguata al successo che riscuote.
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Angel - la vita, il romanzo, film (2007) di François Ozon, ispirato all’opera di E.Taylor e alla figura della scrittrice e poetessa inglese Mary Mackay, in arte Marie Corelli, con Romola Garai, Lucy Russell, Sam Neill, Charlotte Rampling, Michael Fassbender.
Il film, caratterizzato da bella fotografia e buona recitazione presenta la vita di una popolare scrittrice di romanzi d’appendice che si afferma con grande determinazione superando gli ostacoli di origini oscure.
Angel è dotata di fervida immaginazione che la porta a vergognarsi dell’umile realtà in cui è vissuta e a trasformare per i lettori i suoi dati biografici esibendo melodrammaticamente un’immagine di sé che le sembra più adeguata al successo che riscuote.
Le sue apparizioni in pubblico sono assai affettate e diventa vittima della finzione di cui intesse la sua esistenza. Amata dall’editore che si arricchisce con le sue pubblicazioni e dalla devota sorella di un piccolo pittore di cui si innamora pazzamente e che sposa, riesce ad acquistare Paradise, una vasta proprietà in cui va a risiedere, realizzando uno dei suoi sogni della fanciullezza, quando una sua zia vi lavorava come membro della servitù.
La sua fine è mesta, come avviene nella realtà che aveva accuratamente trasformato a beneficio del pubblico, così com’era stata la dolorosa scoperta del tradimento operato dal marito.
Rita Branca
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paride86
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lunedì 29 ottobre 2012
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brillante
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François Ozon realizza, con "Angel", una pellicola tra il melò e la commedia brillante, riuscendo nell'impresa di raccontare una protagonista originale e sopra le righe, interpretata da un'orrima Romola Garai e da un affascinante Michael Fassbender.
Non gli riesce però, nonostante le splendide ambientazioni e le trovate scenografiche, di dare al film un ritmo sufficiente a giustificarne la lunga durata e il triste finale.
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François Ozon realizza, con "Angel", una pellicola tra il melò e la commedia brillante, riuscendo nell'impresa di raccontare una protagonista originale e sopra le righe, interpretata da un'orrima Romola Garai e da un affascinante Michael Fassbender.
Non gli riesce però, nonostante le splendide ambientazioni e le trovate scenografiche, di dare al film un ritmo sufficiente a giustificarne la lunga durata e il triste finale.
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roberto
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lunedì 9 marzo 2009
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sconsigliatissimo
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è stato tutto tempo perso: il film è lento e banale! mi fidavo della Garai, ma mi ha deluso!!! Voto: 4
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matorres
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lunedì 16 febbraio 2009
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il passato che ritorna nel modo migliore !
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E' un film che ti offre la gioia di rivivere momenti del passato che credevi dimenticato per sempre.
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musa
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lunedì 9 giugno 2008
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bellissimo
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musa
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lunedì 9 giugno 2008
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clio
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domenica 8 giugno 2008
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angel. la vita, il romanzo
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Film di chiusura al 57esimo Festival di Berlino, il capolavoro di François Ozon è l’adattamento di un romanzo del 1957 della scrittrice Elizabeth Taylor, ispirato alla biografia di Marie Corelli, una delle prime donne letterate, contemporanea di Oscar Wilde.
Inghilterra, primo '900. Angel Deverell è una giovane scrittrice di successo, i cui romanzi d’evasione le consentono di trasformare la realtà a suo piacimento, mistificando persino il suicidio del marito. Angel non è interessata alla verità, bensì ai sogni e alla fantasia, dove ella stessa si cela per sfuggire al grigiore della sua vita.
Il regista ha saputo abilmente esplorare la complessità di questo personaggio, esplosiva miscela di romanticismo e passione, fragilità e fascino; una donna che nel periodo edoardiano è stata in grado di contare su se stessa e inseguire i propri sogni, caratteristiche che ne fanno una femminista ante litteram.
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Film di chiusura al 57esimo Festival di Berlino, il capolavoro di François Ozon è l’adattamento di un romanzo del 1957 della scrittrice Elizabeth Taylor, ispirato alla biografia di Marie Corelli, una delle prime donne letterate, contemporanea di Oscar Wilde.
Inghilterra, primo '900. Angel Deverell è una giovane scrittrice di successo, i cui romanzi d’evasione le consentono di trasformare la realtà a suo piacimento, mistificando persino il suicidio del marito. Angel non è interessata alla verità, bensì ai sogni e alla fantasia, dove ella stessa si cela per sfuggire al grigiore della sua vita.
Il regista ha saputo abilmente esplorare la complessità di questo personaggio, esplosiva miscela di romanticismo e passione, fragilità e fascino; una donna che nel periodo edoardiano è stata in grado di contare su se stessa e inseguire i propri sogni, caratteristiche che ne fanno una femminista ante litteram. Nell’adattamento, Ozon, ha saputo depurare la protagonista dall’ironia grottesca del romanzo e conferirle stravaganza e tristezza.
Il centro nevralgico della storia è racchiuso nel tema dell’arte. Angel e il marito Esmè sono entrambi completamente legati alla propria arte, ma se tra i romanzi rosa di lei e la cupa pittura di lui sembra esserci una differenza abissale, Ozon indica il punto di raccordo nel tempo: “L’arte può oltrepassare i secoli”.
Il primo film inglese di Ozon, è un evidente omaggio al gran melò holliwoodiano anni Queranta: amore incompreso, prima guerra mondiale, adulterio e morte; ma anche tecnicamente, inquadrature, esterni e fotografie riecheggiano il melodramma anni quaranta, genere popolare per antonomasia. Il regista francese ci ha regalato così un film che ha il fascino del passato riletto in chiave attuale.CLIO PEDONE
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elena
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venerdì 18 aprile 2008
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angel
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Esageriamo con le stelle! Se è "normale" dare 0 stelle perchè no 5?
Non posso rinunciare a tentare di capire la critica degli esperti e le critiche degli spettatori: esiste o proprio non esistono "criteri" espliciti o tutto ruota intorno al nostro umore??? Non è che siamo tutti un po' come Angel? Del tipo se non mi piace allora è una schifezza. Vabbè W Angel che ha tanti simili (ma in questo caso vale la regola degli opposti: chissà quindi perchè non piace Miss Deverell?!)
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