5 stelle forse sono troppe, ma da parecchio non provavo un certo effetto entusiasmante uscito dalla sala... per cui questa volta abbondiamo, mahssì.
Moderna rivisitazione di Mrs Frankestein, passando dalle icone mitiche di Prometeo a quella di Pinocchio, passando per Edward mani di forbice, etc.
Ma qui c'è di mezzo meno legno/ferro, e più carne, sotti i bisturi prima e tra le lenzuola dopo, per lo sviluppo del bambino che è in noi prima di nascere (condizionato). Non è un semplice apologo ma nemmeno una visione circostanziata di sé.
Emma Stone superba per un ruolo più sfaccettato di quello che sembra nella sua evoluzione. Due ore passano subito, pochi scambi sembrano superflui, e la storia cattura abbastanza bene senza colpi di scena ad effetto o pause pedanti. Forse si esagera con la sequela di domande ataviche nella progressione della protagonista, e magari si poteva far qualcosa in piu per gli altri personaggi che poco si sviluppano, tranne il padrino.
L'iter auto-didatta destabilizzante si snoda efficace tra scoperta di sincronia motoria, varietà lessicale, piacere sessuale, evasione egotista, gin, miseria, cinismo, società, frode, gelosia, socialismo saffico, dubbi accademici, affetti parentali e bastardaggine coniugale.
Tutto riuscito direi, specie nella fotografia e nel design concettuale per l'ambientaziona pseudo-storica delle scenografie, dalla Londra vittoriana steampunk in b/n, fino alla Parigi dei boudoir del lusso fetentone, passando per una Lisbona neo-barocca che sembra una fantadistorsione dei palazzi di Sintra... tanti strumenti grottesch da ammirare, tanto anatomie prive di senso da sviscerare. Con un budget fuori scala rispetto a (ottime) cose tipo Dogtooth, Lanthimos gira meno dietro il singolo concetto claustrofobico e dà aria alla narrazione. Se ne esce rinfrescati.
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