Non dirò dove si annida il Triangolo della Tristezza, lo scoprirete quasi subito guardando le prime scene.. A spoilerare ci ha già pensato Marianna Cappi con la sua recensione, purtroppo, laddove da questo bel film di Ostlund è invece meglio lasciarsi trasportare, stupire e divertire, senza sapere sin dall'inizio "come andrà a finire",
Una delle protagoniste di questa storia un po' bunueliana, l'anoressica modella/attrice Charibi Dean, nella realtà è andata a finire malissimo, poco dopo l'uscita del film, stroncata all'età di 32 anni da un' "improvvisa malattia". Cose che succedono spesso in quell'ambiente del resto. Il regista esplora senza filtri le vicende di persone appartenenti a classi sociali distanti fra di loro anni luce e si diverte a scompigliare le carte. Ben meritata la Palma d'Oro a Cannes (azzeccato il titolo francese del film, Sans Filtre). Il film scorre leggero senza annoiare, grazie anche ad una sceneggiatura brillante e divertente che non può non far pensare alla pesante leggerezza che ha portato Bunuel a descrivere splendori e miserie di una borghesia dal fascino discreto. Qualcuno mi accuserà di eresia ma Ostlund ha appreso e metabolizzato l'insegnamento bunueliano, aggiornando una storia che parla di conflitti di classe facendola giocare a personaggi ben più orrendi ed inquietanti di quelli rappresentati da Bunuel. Un film che può anche far riflettere ma che a mio parere non ha questa velleità. Bunuel era uno spettatore pessimista ma conservava dentro di sé la speranza di una reazione, Ostlund appare invece rassegnato e si limita a constatare la morte dell'ideologia, assassinata a furor di un popolo povero che ha deificato influener, stilisti, oligarchi e qualsiasi altra "cosa" abbia la puzza del denaro.
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andreas
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venerdì 28 ottobre 2022
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finalmente!
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Finalmente una critica non supponente. Forse non un capolavoro, ma certamente una delle migliori cose che ho visto negli ultimi mesi (o anni). Divertente, destabilizzante, ironico e cinico. Stupendo il capitano ubriaco che nella sua cabina ascolta l''Internazionale; magico il gioco a carte tra il capitano e il russo, come pure la gara di citazioni tra i due; perfetta la scena nella quale il "venditore di merda", pur nella situazione critica in cui si trova, non resiste all''impulso di recuperare i gioielli dal corpo della moglie morta; grandioso il personaggio di Abigail, che ci ricorda (dato che ce lo siamo abbonamento scordato), che chi detiene il potere economico detiene il potere politico.
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Finalmente una critica non supponente. Forse non un capolavoro, ma certamente una delle migliori cose che ho visto negli ultimi mesi (o anni). Divertente, destabilizzante, ironico e cinico. Stupendo il capitano ubriaco che nella sua cabina ascolta l''Internazionale; magico il gioco a carte tra il capitano e il russo, come pure la gara di citazioni tra i due; perfetta la scena nella quale il "venditore di merda", pur nella situazione critica in cui si trova, non resiste all''impulso di recuperare i gioielli dal corpo della moglie morta; grandioso il personaggio di Abigail, che ci ricorda (dato che ce lo siamo abbonamento scordato), che chi detiene il potere economico detiene il potere politico. E lasciate pure che ci sia chi ha esaltato storielle prive di significato, che non cito per pudore, magari solo per la fotografia. Se vi piace l''estetica, rivedetevi Visconti: tutto il resto è noia.
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