Triangle of Sadness |
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Un film di Ruben Östlund.
Con Harris Dickinson, Charlbi Dean Kriek, Woody Harrelson, Vicki Berlin.
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Titolo originale Triangle of Sadness.
Satirico,
durata 149 min.
- Svezia 2022.
- Teodora Film
uscita giovedì 27 ottobre 2022.
MYMONETRO
Triangle of Sadness ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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tragicommedia in yacht
di cinziaFeedback: 1137 | altri commenti e recensioni di cinzia |
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martedì 13 dicembre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il triangolo della tristezza non sono altro che le rughe parallele che partono dalle ali del naso e scendono fino agli angoli della bocca (dette anche rughe nasolabiali) formando appunto un triangolo. Sono le rughe d’espressione, le rughe del sorriso, un difetto che Carl, il protagonista, un modello, che dopo qualche anno di grande successo fatica a trovare un ingaggio, si sente rinfacciare dai selezionatori. Siamo nel mondo platinato e rutilante della moda e del successo, un mondo ipocrita che ricerca la bellezza, la giovinezza, la perfezione, la ricchezza, ma che spande a piene mani messaggi politicamente corretti di antirazzismo, antiperfezione, di uguaglianza sociale e di genere: insomma si predica bene e si razzola male. Più fortunata Yaya, la fidanzata di Carl, bellissima ragazza che con il suo “mestiere” di influencer è riuscita ad ottenere per sé e Carl, una fantastica vacanza extra lusso su uno yacht da crociera da qualche parte in qualche oceano nel sole e nell’azzurro. Sono i più giovani e i più belli, Carl e Yaya circondati da cariatidi che compensano la loro rozzezza e la giovinezza oramai trascorsa, con tanti tantissimi soldi (e tanta chirurgia plastica). Tutti sono accuditi in una maniera che rasenta il ridicolo da una squadra enorme di cuochi/e, camerieri/e, steward/hostess, manutentori, operai, governanti, dallo stesso comandante e dai suoi ufficiali: sono sorridenti, disponibili, sono addestrati a non dire mai di no e a lavorare senza dare nell’occhio e senza disturbare. E’ un noir, in certi momenti un horror splatter, ma sempre molto divertente, il film del regista svedese, che evidenzia con grande sarcasmo e enorme ilarità per noi spettatori le contraddizioni e le ipocrisie del mondo attuale. Le giornate lunghe e un pochino noiose sullo yacht tra sole, piscina, tuffi, capricci infantili degli ospiti si capovolgono quando interviene un fatto esplosivo (non solo in senso metaforico) che scombina le carte in tavola: si precipita in un mondo primitivo, dove chi ha potere non è più chi possiede soldi o bellezza, ma chi sa fare le cose. Cambia qualcosa? Solo i ruoli; le modalità, i comportamenti, le malizie, la ricerca del potere, le malvagità, rimangono identiche. Ecco, magari più dirette, meno velate, meno mascherate, più primitive, appunto. Ve lo consiglio, perché è veramente divertente, poi sta a voi se volete rifletterci sopra o prendere solo il lato comico, che innerva e sorregge benissimo l’intero film, senza bisogno di morali che pur vi salteranno agli occhi anche se non le ricercate.
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