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Blonde |
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Un film di Andrew Dominik.
Con Ana de Armas, Julianne Nicholson, Bobby Cannavale, Adrien Brody.
continua»
Biografico,
durata 165 min.
- USA 2022.
MYMONETRO
Blonde   
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la protagonista è bravissima
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| martedì 13 dicembre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Si tratta di una biografia di Marilyn Monroe tratta dal romanzo di Joyce Carol Oates che segue le vicende della ragazza Norma Jeane poi diventata Marilyn riempiendo i buchi, tra un fatto reale e l’altro, con storie romanzate ( la vita della grande attrice come avrebbe potuto essere). Tutto il film ruota quasi del tutto attorno alla protagonista, interpretata dalla meravigliosa Ana de Amas che è diventata Marilyn in una maniera prodigiosa, più reale della vera; a parte la prima parte (troppo lunga) in cui si evidenzia la pazzia della povera Gladys, la madre della piccola Norma Jeane che vive un’infanzia terrificante, quasi un’anteprima di quello che succederà dopo. La storia comunque è nota, si tratta della parabola ascendente e discendente di una donna bellissima, intelligente e con grandi doti attoriali (mal sfruttate), con un grande desiderio di avere successo accompagnato dalla volontà di impegnarsi al massimo al punto tale da annullare quasi se stessa e a trasformarsi anche nella vita privata nella scintillante Marilyn degli schermi che tutti conosciamo. Questo suo fulgore abbagliante ammalia chi la circonda che in lei non vede più una ragazza, dolcissima e semplicissima tra l’altro, ma solo una diva da cui prendere qualcosa: i produttori soldi, tutti gli uomini piacere sessuale, i registi e colleghi attori fama e successo, i mariti una bambola da esibire e da cui trarre luce riflessa. Marilyn non si sa difendere e lascia che le prendano tutto fino a rimanere un guscio vuoto: emblematica la scena degli uomini che la circondano mentre lei cerca di entrare in un teatro o cinema per una prima e ad un certo punto le bocche acclamanti di tutti i maschi presenti si ingrandiscono e diventano innaturalmente enormi quasi volessero divorarla oppure le varie scene (ginecologiche tra il manuale di medicina, l’ecografia tridimensionale e il fumetto) delle interruzioni di gravidanza sia volontarie, che forzate che spontanee che evidenziano il suo svuotamento sia fisico che spirituale. Il filo conduttore, che guida le scelte stilistiche del regista, è il desiderio ossessivo che occupa la mente di Norma Jeane/Marilyn di conoscere il proprio padre e questo sarà una delle concause del suo presunto suicidio (secondo la tesi del regista o del romanzo da cui il film è tratto). A parte la bravura eccezionale di Ana de Amas, per il resto il film non mi è piaciuto: troppo lungo e didascalico specialmente nella parte descrittiva della sua infanzia, troppo indugiante e ripetitivo in certi particolari intimi, troppo fumettistico, troppo psicadelico, troppo nero, troppo triste...un film che ti tiene inchiodato alla sedia ma che non vedi l’ora che finisca. Un film a senso unico, un film greve e pesante.
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