gabriella
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domenica 12 febbraio 2023
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viandante su un mare di nebbia
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Sicuramente il linguaggio relazionale è molto cambiato negli ultimi anni, tutto scorre più in fretta, si comunica attraverso smartphone e sofisticati software, anche il cinema si adegua all’uso smodato di questi strumenti, più difficile è farne un uso intelligente, come nel suddetto caso. Decision to leave del regista coreano Park Chan-Wook è un film non facile, richiede attenzione e immedesimazione, e non sempre è sufficente, ogni tanto si rischia di rimanere invischiati nella nebbia di domande senza risposte. La nebbia, elemento centrale del film, un caso da risolvere per il detective Hae-joon apparentemente un incidente, un suicidio, un uomo caduto dalla vetta di una montagna,che ben presto condurrà a sospettare della giovane moglie, Seo-rae, tanto affascinante quanto sfuggente.
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Sicuramente il linguaggio relazionale è molto cambiato negli ultimi anni, tutto scorre più in fretta, si comunica attraverso smartphone e sofisticati software, anche il cinema si adegua all’uso smodato di questi strumenti, più difficile è farne un uso intelligente, come nel suddetto caso. Decision to leave del regista coreano Park Chan-Wook è un film non facile, richiede attenzione e immedesimazione, e non sempre è sufficente, ogni tanto si rischia di rimanere invischiati nella nebbia di domande senza risposte. La nebbia, elemento centrale del film, un caso da risolvere per il detective Hae-joon apparentemente un incidente, un suicidio, un uomo caduto dalla vetta di una montagna,che ben presto condurrà a sospettare della giovane moglie, Seo-rae, tanto affascinante quanto sfuggente. Tra il detective e la donna, si stabilisce da subito un’attrazione che si sovrappone, distanzia, si ricompone in un’architettura d’immagini eleganti e immateriali, s’insinua l’ossessione , il desiderio, la negazione della realtà. Seo-rae è la donna del mistero, una figura ermetica, indecifrabile, quasi astratta, non come la moglie di lui che lo annusa per indagare se ha fumato, il regista cattura le inquadrature in interni, crea spazi nei quali abitare, la camera compie percorsi vertiginosi, sfiora altezze in diagonale, la musica accompagna la sensualità del non detto, la fotografia con i suoi colori freddi, crea simmetrie e asimmetrie in perfetta e disarticolata armonia.I riferimenti a Hitchoch, Vertigo,, La finestra sul cortile, Il caso Paradine sono evidenti, ma a me è venuto in mente il capolavoro di Wong Kar -Way “ In the mood for love”, proprio per questo amore inespresso, sospeso che culmina in un finale potente che sembra di essere nella tela più famosa di Caspar David Friedrick “ Viandante sul mare di nebbia” , una coltre sconfinata , indistinta, crepuscolare, Il desiderio di una risposta all’eterno interrogativo sull’amore.
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ludovico morandi
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giovedì 23 febbraio 2023
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visivamente elaborato come il dramma di cui narra
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Decision To Leave è un film del 2022 scritto e diretto da Park-Chan Wook che racconta la storia di un giovane investigatore alle prese con un suicidio di cui la moglie del defunto è la principale sospettata, ma le sue indagini saranno condizionate dalla nascita di un sentimento nei suoi confronti.
Il film aleggia su un aria surreale nonostante sia pieno di riferimenti alla modernità, il telefono ad esempio è di uso centrale e viene sfruttato per una moltitudine di situazioni, oltre alle sue consuete funzioni di raccoglitore di dati viene infatti usato anche per i dialoghi tra i due protagonisti o per gli sviluppi di trama ed è oggetto di gioco per i cambi di inquadratura fatti dal regista, che in questa sua ultima opera si innova registicamente con guizzi sperimentali che affascinano gli occhi dello spettatore.
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Decision To Leave è un film del 2022 scritto e diretto da Park-Chan Wook che racconta la storia di un giovane investigatore alle prese con un suicidio di cui la moglie del defunto è la principale sospettata, ma le sue indagini saranno condizionate dalla nascita di un sentimento nei suoi confronti.
Il film aleggia su un aria surreale nonostante sia pieno di riferimenti alla modernità, il telefono ad esempio è di uso centrale e viene sfruttato per una moltitudine di situazioni, oltre alle sue consuete funzioni di raccoglitore di dati viene infatti usato anche per i dialoghi tra i due protagonisti o per gli sviluppi di trama ed è oggetto di gioco per i cambi di inquadratura fatti dal regista, che in questa sua ultima opera si innova registicamente con guizzi sperimentali che affascinano gli occhi dello spettatore. Ci sono alcune scene che visivamente sembrano ispirate all’animazione giapponese e si nota un uso frequente dei riflessi veramente ben sfruttati come l’uso degli zoom e delle carrellate che insieme agli altri movimenti di macchina si concatenano alla perfezione.
Anche il montaggio è molto sperimentale e a volte rischia di confondere la visione giocando su un cambio repentino dei luoghi e dei personaggi ma nel progredire del film si riesce ad entrare in quell’ottica e riesce a farci scivolare nella confusa mente dell’investigatore. Penso infatti che questo suo uso caotico (sia di regia che di montaggio) serva a calarci nella mente del protagonista, che sofferente di insonnia, a volte perde la sua visione lineare e perdendosi nei suoi pensieri viaggia con essi da una parte all’altra.
Per via di questo stile però, gli spettatori meno abituati a sperimentazioni del genere potrebbero non riuscire a tenere il filo della trama (per quanto basterebbe qualche dose di attenzione in più) e potrebbero trovarsi disorientati.
La cosa che secondo me ha più funzionato è il lato estetico che fa un uso egregio della fotografia giocando costantemente con i contrasti tra colori caldi e freddi, colori che spesso si legano nello spazio a quelli dei personaggi, creando cosi stacco o unione tra di loro, uno per esaltare le differenze, l’altro per accomunarli; il tutto in determinate situazioni. Anche le luci sono funzionali ai principi citati prima e contribuiscono alla creazione di questo scenario in constante equilibrio tra sogno e cruda realtà. Il risultato è una messa in scena praticamente perfetta.
Nelle sue dure ore e un quarto di durata vuole farci riflettere sulla soddisfazione e la realizzazione nel lavoro messo a confronto con un’amore appagato, perché entrambi ci danno uno stile di vita a seconda di come siamo fatti e ci dice che tra i due, qualcosa da l’uno o l’altro, bisogna lasciare.
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[+] indagine nel cuore indecifrabile dell''uomo
(di antonio montefalcone)
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ludovico morandi
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giovedì 23 febbraio 2023
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visivamente elaborato come il dramma di cui narra
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Decision To Leave è un film del 2022 scritto e diretto da Park-Chan Wook che racconta la storia di un giovane investigatore alle prese con un suicidio di cui la moglie del defunto è la principale sospettata, ma le sue indagini saranno condizionate dalla nascita di un sentimento nei suoi confronti.
Il film aleggia su un aria surreale nonostante sia pieno di riferimenti alla modernità, il telefono ad esempio è di uso centrale e viene sfruttato per una moltitudine di situazioni, oltre alle sue consuete funzioni di raccoglitore di dati viene infatti usato anche per i dialoghi tra i due protagonisti o per gli sviluppi di trama ed è oggetto di gioco per i cambi di inquadratura fatti dal regista, che in questa sua ultima opera si innova registicamente con guizzi sperimentali che affascinano gli occhi dello spettatore.
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Decision To Leave è un film del 2022 scritto e diretto da Park-Chan Wook che racconta la storia di un giovane investigatore alle prese con un suicidio di cui la moglie del defunto è la principale sospettata, ma le sue indagini saranno condizionate dalla nascita di un sentimento nei suoi confronti.
Il film aleggia su un aria surreale nonostante sia pieno di riferimenti alla modernità, il telefono ad esempio è di uso centrale e viene sfruttato per una moltitudine di situazioni, oltre alle sue consuete funzioni di raccoglitore di dati viene infatti usato anche per i dialoghi tra i due protagonisti o per gli sviluppi di trama ed è oggetto di gioco per i cambi di inquadratura fatti dal regista, che in questa sua ultima opera si innova registicamente con guizzi sperimentali che affascinano gli occhi dello spettatore. Ci sono alcune scene che visivamente sembrano ispirate all’animazione giapponese e si nota un uso frequente dei riflessi veramente ben sfruttati come l’uso degli zoom e delle carrellate che insieme agli altri movimenti di macchina si concatenano alla perfezione.
Anche il montaggio è molto sperimentale e a volte rischia di confondere la visione giocando su un cambio repentino dei luoghi e dei personaggi ma nel progredire del film si riesce ad entrare in quell’ottica e riesce a farci scivolare nella confusa mente dell’investigatore. Penso infatti che questo suo uso caotico (sia di regia che di montaggio) serva a calarci nella mente del protagonista, che sofferente di insonnia, a volte perde la sua visione lineare e perdendosi nei suoi pensieri viaggia con essi da una parte all’altra.
Per via di questo stile però, gli spettatori meno abituati a sperimentazioni del genere potrebbero non riuscire a tenere il filo della trama (per quanto basterebbe qualche dose di attenzione in più) e potrebbero trovarsi disorientati.
La cosa che secondo me ha più funzionato è il lato estetico che fa un uso egregio della fotografia giocando costantemente con i contrasti tra colori caldi e freddi, colori che spesso si legano nello spazio a quelli dei personaggi, creando cosi stacco o unione tra di loro, uno per esaltare le differenze, l’altro per accomunarli; il tutto in determinate situazioni. Anche le luci sono funzionali ai principi citati prima e contribuiscono alla creazione di questo scenario in constante equilibrio tra sogno e cruda realtà. Il risultato è una messa in scena praticamente perfetta.
Nelle sue dure ore e un quarto di durata vuole farci riflettere sulla soddisfazione e la realizzazione nel lavoro messo a confronto con un’amore appagato, perché entrambi ci danno uno stile di vita a seconda di come siamo fatti e ci dice che tra i due, qualcosa da l’uno o l’altro, bisogna lasciare.
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maramaldo
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giovedì 23 marzo 2023
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il neo-coreano, impariamolo
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Serve? Pregevole il lavoro di questo Park, l'altra metà del popolo si chiama Kim. Ma questo si sapeva, la novità è che mi ha disorientato, stranito. Addio, cara vecchia Corea che tanto ci somigliava tranne che negli occhietti a mandorla e nelle bacchette per mangiare. Le Coreanine, vezzose e gentili, a nessuno importava ce ne fossero enogmatiche e cattivelle. La solita storia torva, direte, ripresa dallo scostumato Occidente e ricopiata in bella scrittura, la calligrafia di un orientale. E' vero, ma stavolta non ho ricosciuto i caratteri dell'espressione. Non tanto l'invadenza e della tecnologia (ci siamo rassegnati. i nostri ragazzi diverranno talpe e pelati, non può bastarel'esercizio fisico di qualche tafferuglio o pestaggio), ma è l'aria.
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Serve? Pregevole il lavoro di questo Park, l'altra metà del popolo si chiama Kim. Ma questo si sapeva, la novità è che mi ha disorientato, stranito. Addio, cara vecchia Corea che tanto ci somigliava tranne che negli occhietti a mandorla e nelle bacchette per mangiare. Le Coreanine, vezzose e gentili, a nessuno importava ce ne fossero enogmatiche e cattivelle. La solita storia torva, direte, ripresa dallo scostumato Occidente e ricopiata in bella scrittura, la calligrafia di un orientale. E' vero, ma stavolta non ho ricosciuto i caratteri dell'espressione. Non tanto l'invadenza e della tecnologia (ci siamo rassegnati. i nostri ragazzi diverranno talpe e pelati, non può bastarel'esercizio fisico di qualche tafferuglio o pestaggio), ma è l'aria. Un'atmosfera che appare estranea, "de-umanizzata", gelida, con riflessi bluastri come in Avatar. Pronta per qualsiasi delirio. pure per qualche balordaggine. Quella grande buca scavata con il solo secchiello senza l'ausilio della paletta. Chiunque ha costruito un castello sulla spiaggia, sa che scavando nella battigia si trova acqua. Tutto ciò perchè una delinquentella ha voluto giustamente togliersi dai piedi, però facendosi annullare dalla possanza fragorosa di un oceano. Una bella pretesa questa Song, Wei Tang, cinese anche nella vita, son fatti così. Eppure ciò ha dato luogo al passaggio più suggestivo, potente, significativo del film. Non ho potuto fare a meno di pensare all'Onda di Hokusai. Ci siamo anche noi in quella barca? fuscello in balia del Tempo e della Natura.
E' nel finale che mi sono impensierito di più. Continuando ad armeggiare con i dispositivi telematici, dovessi finire anch'io così?
Allacciate le scarpe, Jang (Hae-il Park, tanto per cambiare) saltella tra i flutti che avanzano, invoca disperato la sciagurata frugando con una fioca luce nelle ombre crescenti di un crepuscolo tragico.
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felicity
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domenica 13 agosto 2023
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film hitchcockiano
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Decision To Leave è fatto di un misto di elementi da detective story in cui però i personaggi stringono relazioni fatte di sentimenti fortissimi che sono i veri protagonisti e tuttavia tutto è raccontato in forma di commedia, ridendo tantissimo del ridicolo in cui sì infila questo serio detective innamorato della moglie del morto su cui indaga
Quello che rende Decision to Leave speciale è il twist narrativo che avviene a metà film: le maschere cadono e i ruoli si invertono, gli oggetti vengono scambiati e i sentimenti si ribaltano in un gioco amoroso ancora fallace e alienante. Inizia così un altro film, un’altra prospettiva, che confluisce insieme alla prima in un finale indimenticabile.
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Decision To Leave è fatto di un misto di elementi da detective story in cui però i personaggi stringono relazioni fatte di sentimenti fortissimi che sono i veri protagonisti e tuttavia tutto è raccontato in forma di commedia, ridendo tantissimo del ridicolo in cui sì infila questo serio detective innamorato della moglie del morto su cui indaga
Quello che rende Decision to Leave speciale è il twist narrativo che avviene a metà film: le maschere cadono e i ruoli si invertono, gli oggetti vengono scambiati e i sentimenti si ribaltano in un gioco amoroso ancora fallace e alienante. Inizia così un altro film, un’altra prospettiva, che confluisce insieme alla prima in un finale indimenticabile.
In tutto questo delirio molto chiaro e ordinato quello che emerge è quanto un amore vero possa esistere solo al di fuori della tranquillità matrimoniale. Il parere più impopolare di tutti al cinema, cioè che la cura e la gentilezza di una moglie non stimolano amore, ma semmai è l’indifferenza e la trascuratezza di una donna desiderata a scatenare quella tensione che, nei rari momenti in cui è sanata, dà origine a quello che definiamo un attimo di felicità sentimentale. Questo povero detective flagellato dall’insonnia, ridicolo a suo modo ma umanissimo, avrà delle scene in cui brevemente otterrà quel che vuole anche se solo per qualche minuto, e in quei momenti c’è uno dei molti segreti degli esseri umani e della breve felicità che è concesso di raggiungere.
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cinephilo
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martedì 9 luglio 2024
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capolavoro del cinema contemporaneo
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Un film che non mi stancherò mai di elogiare. Come prendere Hitchcock e inserirlo in un'ambientazione contemporanea con tutto ciò che ne consegue e che ne fa parte. Un giallo poliziesco che parla anche di amore, di parole non dette, di immigrazione, di lealtà e senso del dovere. Film perfetto
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