montefalcone antonio
|
mercoledì 8 settembre 2021
|
la necessità di una difficile espiazione personale
|
|
|
|
Con la sua ultima pellicola, “The Card Counter”, Paul Schrader torna su temi che lo ossessionano da sempre e di cui ha infarcito le sue più belle e migliori sceneggiature, quei capolavori come “Taxi Driver” o “Toro scatenato”, ma anche i film da lui diretti come “American Gigolò” o “Affliction”, e stavolta non scava soltanto nell’anima nera o dannata dei suoi tormentati e insofferenti protagonisti, ma anche nelle pieghe ombrose e malate di una America macchiata da colpe imperdonabili (come le deprecabili torture durante la guerra in Iraq; le torture inflitte e subite nel carcere di Abu Ghraib).
[+]
Con la sua ultima pellicola, “The Card Counter”, Paul Schrader torna su temi che lo ossessionano da sempre e di cui ha infarcito le sue più belle e migliori sceneggiature, quei capolavori come “Taxi Driver” o “Toro scatenato”, ma anche i film da lui diretti come “American Gigolò” o “Affliction”, e stavolta non scava soltanto nell’anima nera o dannata dei suoi tormentati e insofferenti protagonisti, ma anche nelle pieghe ombrose e malate di una America macchiata da colpe imperdonabili (come le deprecabili torture durante la guerra in Iraq; le torture inflitte e subite nel carcere di Abu Ghraib).
In tutta la vicenda narrata aleggiano gli errori di una nazione, la violenza e le percosse ai più deboli.
L’interessante opera tratta tematiche complesse e profonde come colpa, espiazione e redenzione. I dilemmi morali affliggono l’anima di persone lacerate, il passato resta prepotente nel loro presente, e le esistenze rischiano di naufragare via per sempre.
Schrader mette in scena, con una regia soltanto in apparenza quieta, un noir disincantato, cupo, rarefatto, vigoroso, che coinvolge e spinge alla riflessione: alle luci al neon dei casinò si contrappone più forte e invisibile il buio tenebroso della psiche del protagonista (un bravissimo Oscar Isaac) sempre persistente e nascosto, ma anche sempre pronto a deflagrare da un momento all’altro, e la sceneggiatura è molto attenta a descrivere le zone oscure che si nascondono sotto ogni bella apparenza, sotto ogni levigata superficie che sia umana, sociale o metafisica.
Il peso delle responsabilità delle proprie decisioni e delle proprie azioni (sbagliate) ti segnano l’esistenza.
E allora qual’ è il limite (e come riconoscerlo) tra sanità e follia mentale, tra corruzione e affermazione morale? Potrà mai esserci veramente una via di salvezza, una possibilità di redenzione tutta personale?
Sono questi i più grandi interrogativi che ritornano più volte e che permeano tutto il film; un film, che tra pregi e difetti, dona solidità alla propria “sostanza”, sa muoversi tra i tanti dilemmi con la chiarezza e la precisone essenziale di una parabola, e sa descrivere fino in fondo il tortuoso percorso che porta dall’inferno al paradiso, tra vie ignote e impreviste…
Non basterà a farlo un capolavoro, ma gli infonde tanta dignità. Un cinema duro e personale, di cui se ne consiglia la visione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a montefalcone antonio »
[ - ] lascia un commento a montefalcone antonio »
|
|
d'accordo? |
|
loland10
|
martedì 7 settembre 2021
|
ceste e mele, ricordi e torture
|
|
|
|
“Il collezionista di carte” (The Card Counter, 2021) è il ventunesimo lungometraggio del regista-sceneggiatore del Michigan Paul Schrader.
‘Niente mele marce il problema è la cesta’.
‘Come mai tu e io insieme?’
‘Punta poco che perdi poco’.
Il ‘fuori-onda’ che ingombra e spiega, lima e scurisce, avvicina e scudo di un teatro tetro, asettico, inerme, sfocato, contorto e piattamente afono. Un film dove le voci appaiono distaccate e conclusive; dove ogni piccolo gesto rimane quadro di una ripresa ferma, decisa e sottrattiva.
[+]
“Il collezionista di carte” (The Card Counter, 2021) è il ventunesimo lungometraggio del regista-sceneggiatore del Michigan Paul Schrader.
‘Niente mele marce il problema è la cesta’.
‘Come mai tu e io insieme?’
‘Punta poco che perdi poco’.
Il ‘fuori-onda’ che ingombra e spiega, lima e scurisce, avvicina e scudo di un teatro tetro, asettico, inerme, sfocato, contorto e piattamente afono. Un film dove le voci appaiono distaccate e conclusive; dove ogni piccolo gesto rimane quadro di una ripresa ferma, decisa e sottrattiva. Un luogo di tavoli e un luogo da dormire, coperto, da lenzuola bianche, puro, per una notte. Il movimento filmico non segue la stanza d’albergo (‘una camera per una notte’, ’56 dollari’, ‘pago subito’, ‘stanza 101’) ma ne prende lo spazio inclusivo per un tavolo d’ appunti scritti a mano, Non si vede un pc ma una penna stilografica e un quaderno a righe delimitato da linee verticali come chiuso, confinato, in una galera perenne, in uno statuario modo, con uno sguardo poco partecipe e con un grigiore intenso..
William Tell (mai nome corrosivo e indicativo) scrive a mano con una ‘dolce’ incrinatura verso destra. Appunti di ‘bordo-casinò’ di ‘vita salutare’, di ‘girovago’ di carte di numeri, di puntate e di bevute (i nomi alcolici li conosciamo tutti); in ogni lastrico gioco una puntata ultima e minima. Perdi poco e vai via. Vinci poco e vai via. Anche nel molto.
Cirk(con la ‘C’) domanda: ‘Tu vivi qui?’. Appena vede una delle sue stanze dormitorio in giro per gli States non crede ai propri occhi. Ma è lo sguardo interiore, il fuoco vivo che rende in bilico ogni loro discorso (uguale, semplice, normale per un programma ‘fuori di testa’). E perché mai si sono incontrati in piena notte? Per un resoconto finale. Una vendetta. Ciò che del passato non si dimentica. Ma Cirk non sa nulla di William. Proprio nulla. Un incontro fortuito e un ritrovo fortuito. Due camere d’albergo si incontrano. Cirk cerca vendetta, ha già un piano preciso. William cerca le ragioni ma vuole dissuaderlo: riesce a portarlo nel suo giro. Ma serpeggia sempre la monotonia e la noia.
‘Ti piace questa vita?’, ‘Sì. ma è sempre uguale’; non succede nulla, proprio nulla.
La noia, la piattezza, la finta calma, la nebbia visiva tra miriadi di colori, il tifo ad personam per men-Usa, sono paradigmi di un mondo senza nulla addosso, nudo, asettico, invernale, solitario e ameno. Ma dentro ogni viso, ogni camera, ogni incontro è ‘pieno’ di tutto. Esplosione continua. L’assenza fuori è presenza forte. Neanche un’impronta vuole lasciare il giocatore, neanche un segnale. Ma il trio ha qualcosa di inesplorato. Dalle vincite, ai drink, dalle puntate al rosso sangue.
Nel molto giocare, il girovago Tell incontra ‘La Linda’: si alza il tiro. Il gioco alza la posta e anche la vendetta alza il tiro del suo pensare.
Tell e Cirk uno per andare a letto con Linda e l’altro per andare a incontrare sua madre. Nel culmine di una partita a poker, il ‘collezionista’ lascia il tavolo (‘scusate’) e il video messaggio rivela l’intenzione del ragazzo. Il maggiore John Gordo, la sua casa e l’intervento della polizia: il sangue arriva. Tell ha l’incontro definitivo che non avrebbe voluto. Una telefonata e il carcere diventa la sua camera.
Nelle due dita (finali) appoggiate sul divisorio nella stanza delle visite, banalmente arriva il segno di una redenzione vana, di un affetto lontano e di una vita inespressa. Entrambi volevano volare in alto: nella posta in gioco e nella vendetta definitiva.
Il film dei vuoti a perdere dove ogni inquadratura e ogni minimo movimento di ripresa nasconde il fuori onda, i movimenti (f)utili e quel banale andirivieni di una vita dove ‘non succede nulla’.
Un film che cammina sempre sul ciglio del burrone, ad un passo dalla morte, ad un incrocio senza segnali, ad un numero invisibile, ad un’auto senza corsa, ad una colpa nascosta, ad una redenzione continua. Un film dove sai e immagini ma hai paura per quello che potrebbe avvenire. Coprire il mobilio senza farlo vedere. Andare al bagno giusto per farlo. Fare un corridoio per bussare inutilmente. Girare in auto con luci fortissime. Guardare dall’alto le luci stridenti. Il racconto di un virtuale vissuto inutilmente.
Come in tutto il registro dello sceneggiatore Paul Schrader, l’invisibile rende spasmodicamente ansiosa la scena. Anche il bacio e il letto sono sinonimi di gara, di vuoto, di sentire, di puzza, di fetori, di afa, di pelle squarciata, di celle, di urina, di carte unte, di giochi sfiniti e di orgasmi mentali.
Un cinema altamente educativo nel rischio costante; nel gioco assurdo e senza ritorni del Blake jack, del poker e di ogni altro gioco. Il ‘fuori onda’ dei punti e dei numeri sono noiosamente il verso triste della vita.
La produzione, tra gli altri, di Martin Scorsese richiama temi già affrontati (da “Taxi driver” –con Schrader sceneggiatore- a “Casinò”) e la difficoltà nel finire il film indica una ‘diversità’ di linguaggio non sempre accettata e resa visibile. Alcune sequenze sono il contraltare del ‘glamour’ e della ‘leggerezza’: la corsa delle auto, i corridoi, le luci, il muoversi sono modi e temi ricorrenti nelle pellicole del regista. Le riprese dall’alto intimoriscono e manifestano la pelle d’oca degli ambienti: scorrono quasi virtualmente.
Musica di Robert Levon Beene Giancarlo Vulcano: incisiva, sintetica e appropriata; un allarme continuo.Fotografia di Alexander Dynan: notturna e nottambula, offuscata e chiusa, spettrale.
Oscar Isaac (William "Tell" Tillich): postura e recitazione univoci, corposamente fermi. Una prova sativa, integra e mai fluttuante; decisamente ad hoc.
Tiffany Haddish (La Linda): in ruolo di comprimaria, sguardo convincente e deciso.
Tye Sheridan (Cirk Beauford): dal virtuale sognante di ‘Red Player One’ (Spielberg, 2018) al realismo psicologico di Schrader; non si accontenta e prende al balzo occasioni non semplici. Birra e vendetta.
Willem Dafoe (maggiore John Gordo): attore di lungo corso e con poche scene può rubare la scena a chiunque; sempre ruoli complicati e certamente si ricordano.
Regia di Paul Schrader: come sempre rigidamente pieno ma essenziale, poco attraente ma semplicemente bravo e attento ai particolari.
Voto: **** (8/10) -cinema ansiogeno-
[-]
|
|
[+] lascia un commento a loland10 »
[ - ] lascia un commento a loland10 »
|
|
d'accordo? |
|
peer gynt
|
giovedì 2 settembre 2021
|
fra colpa e redenzione
|
|
|
|
Dramma lento e ossessivo dell’uomo schiacciato da una colpa non perdonabile e che dispera che per lui vi possa essere redenzione, “Il collezionista di carte” (titolo italiano incomprensibile: il protagonista non colleziona ma conta il valore delle carte del piatto, per controllare sempre il gioco) è l’ultimo film del regista Paul Schrader. Film sgradevole, che non vuole piacere, che tormenta lo spettatore. Film al quale non si può negare una coerenza assoluta con le altre opere dello stesso autore. Questo William Tell (sì, omonimo di quello della mela!) è un fratello del Travis Bickle di “Taxi Driver”, del Frank Pierce di “Al di là della vita” e di altri personaggi sceneggiati da Schrader (forse anche del Robert di “Cortesie per gli ospiti”).
[+]
Dramma lento e ossessivo dell’uomo schiacciato da una colpa non perdonabile e che dispera che per lui vi possa essere redenzione, “Il collezionista di carte” (titolo italiano incomprensibile: il protagonista non colleziona ma conta il valore delle carte del piatto, per controllare sempre il gioco) è l’ultimo film del regista Paul Schrader. Film sgradevole, che non vuole piacere, che tormenta lo spettatore. Film al quale non si può negare una coerenza assoluta con le altre opere dello stesso autore. Questo William Tell (sì, omonimo di quello della mela!) è un fratello del Travis Bickle di “Taxi Driver”, del Frank Pierce di “Al di là della vita” e di altri personaggi sceneggiati da Schrader (forse anche del Robert di “Cortesie per gli ospiti”). Schiacciato da una colpa irredimibile, Bill Tell deve stordirsi con una droga che ne ottunde la coscienza: per lui questa droga è la tensione del gioco d’azzardo. Ma deve fronteggiare anche la scomoda figura di un padre che lo ha generato nel male e che lui cerca di rimuovere (è il perfido maggiore John Gordo interpretato da Dafoe). Sarà compito del giovane Cirk ricordargli che quel padre esiste e che con lui Bill deve fare i conti. Certamente ben fatto, è però un film che pesa, cupo e oppressivo. Non credo che il pubblico lo apprezzerà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peer gynt »
[ - ] lascia un commento a peer gynt »
|
|
d'accordo? |
|
inesperto
|
mercoledì 8 settembre 2021
|
traumi
|
|
|
|
Un ex militare, condannato ad otto anni e mezzo di reclusione per gli scandali di Abu Grahib, scopre di esser tagliato per la vita carceraria, il suo ordine e la sua routine. Ivi fa letture alte ed impara a contar le carte; così, quando esce, si procura da vivere girando per i vari casinò e pernottando in modesti motel. Si accontenta di vincere poco al blackjack, in modo tale da non esser mai cacciato e continuare la sua vita sotto traccia.
Un ragazzo, il cui padre ha operato anch'egli in quell'inferno come soldato, uscendone traumatizzato ed arrivando al suicidio, entra nella sua vita esponendo il suo piano di vendetta verso il comune ufficiale superiore, che non è mai stato punito per quella vergogna.
[+]
Un ex militare, condannato ad otto anni e mezzo di reclusione per gli scandali di Abu Grahib, scopre di esser tagliato per la vita carceraria, il suo ordine e la sua routine. Ivi fa letture alte ed impara a contar le carte; così, quando esce, si procura da vivere girando per i vari casinò e pernottando in modesti motel. Si accontenta di vincere poco al blackjack, in modo tale da non esser mai cacciato e continuare la sua vita sotto traccia.
Un ragazzo, il cui padre ha operato anch'egli in quell'inferno come soldato, uscendone traumatizzato ed arrivando al suicidio, entra nella sua vita esponendo il suo piano di vendetta verso il comune ufficiale superiore, che non è mai stato punito per quella vergogna.
Il nostro protagonista lo prende in simpatia e cerca di aiutarlo a dimenticare i suoi cattivi pensieri coinvolgendolo nei suoi viaggi; ma senza successo purtroppo. Di conseguenza, il disastro che si cela nell'oscuro della mente umana, si manifesterà inevitabilmente.
Un film introspettivo e silenzioso. Un ottimo Oscar Isaac regge la trama per intero. Un peccato aver potuto vedere Willem Dafoe per così poco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a inesperto »
[ - ] lascia un commento a inesperto »
|
|
d'accordo? |
|
thomas crown
|
domenica 5 settembre 2021
|
william tell o il peso della colpa
|
|
|
|
Dramma della colpa, dell' autopunizione e della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per cui le colpe si pagano su questa terra, senza compromessi. Un fato beffardo dapprima gli concede la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte - come a un tavolo da poker - lasciandolo cosi' in pasto ai suoi demoni. Disperato come solo puo' essere il Tom Ripley di Wim Wenders, e al tempo stesso coerente almeno alla pari di Neal in Heat di Mann nel perseguire un proprio principio che trascende la legge degli uomini, Oscar Isaac, mai cosi' intenso, ci consegna una figura di uomo destinata a rimanere scolpita nel nostro immaginario.
[+]
Dramma della colpa, dell' autopunizione e della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per cui le colpe si pagano su questa terra, senza compromessi. Un fato beffardo dapprima gli concede la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte - come a un tavolo da poker - lasciandolo cosi' in pasto ai suoi demoni. Disperato come solo puo' essere il Tom Ripley di Wim Wenders, e al tempo stesso coerente almeno alla pari di Neal in Heat di Mann nel perseguire un proprio principio che trascende la legge degli uomini, Oscar Isaac, mai cosi' intenso, ci consegna una figura di uomo destinata a rimanere scolpita nel nostro immaginario. Un antieroe votato al martirio nel rispetto di un personale e rigoroso codice morale, come i giocatori di Melville, Kitano, Kim Ji-Woon.
Cinema sporco, di vecchia scuola, come si faceva una volta, non consolatorio......o forse si. Anche due dita separate da un vetro ci possono urlare che "Si puo' scendere all' Inferno, ma chiedere lo stesso perdono".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a thomas crown »
[ - ] lascia un commento a thomas crown »
|
|
d'accordo? |
|
thomas crown
|
domenica 5 settembre 2021
|
william tell o il peso della colpa
|
|
|
|
Dramma della colpa, dell' autopunizione, della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per il quale siamo condannati a pagare le nostre colpe su questa terra, senza compromessi. Tuttavia, un fato beffardo lo illude, dapprima concedendogli la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte, come a un tavolo da poker, lasciandolo nudo in pasto ai suoi demoni. Disperato, come forse solo puo' essere il Tom Ripley di Dennis Hopper de "L' amico americano" di Wenders, ma al tempo stesso determinato almeno alla pari di Neal (De Niro) in Heat di Mann nel perseguire un proprio principio che trascende la legge degli uomini, Oscar Isaac - mai così intenso - ci consegna una figura destinata a rimanere scolpita nel nostro immaginario.
[+]
Dramma della colpa, dell' autopunizione, della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per il quale siamo condannati a pagare le nostre colpe su questa terra, senza compromessi. Tuttavia, un fato beffardo lo illude, dapprima concedendogli la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte, come a un tavolo da poker, lasciandolo nudo in pasto ai suoi demoni. Disperato, come forse solo puo' essere il Tom Ripley di Dennis Hopper de "L' amico americano" di Wenders, ma al tempo stesso determinato almeno alla pari di Neal (De Niro) in Heat di Mann nel perseguire un proprio principio che trascende la legge degli uomini, Oscar Isaac - mai così intenso - ci consegna una figura destinata a rimanere scolpita nel nostro immaginario. Un antieroe votato al martirio nel rispetto di un personale e rigoroso codice morale, come i giocatori di Melville, Kitano, Kim Ji-Woon. Cinema sporco, di vecchia scuola, come si faceva una volta, assolutamente non consolatorio......o forse sì. Perche' in fondo, anche due dita separate da un vetro ci possono urlare che "Si puo' scendere all' Inferno, ma chiedere lo stesso perdono".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a thomas crown »
[ - ] lascia un commento a thomas crown »
|
|
d'accordo? |
|
thomas crown
|
domenica 5 settembre 2021
|
william tell o il peso della colpa
|
|
|
|
Dramma della colpa, dell' autopunizione, della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per il quale siamo condannati a pagare le nostre colpe su questa terra, senza compromessi. Tuttavia, un fato beffardo lo illude, dapprima concedendogli la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte, come a un tavolo da poker, lasciandolo nudo in pasto ai suoi demoni. Disperato, come forse solo puo' essere il Tom Ripley di Dennis Hopper de "L' amico americano" di Wenders, ma al tempo stesso determinato almeno alla pari di Neal (De Niro) in Heat di Mann nel perseguire un proprio principio che trascende la legge degli uomini, Oscar Isaac - mai così intenso - ci consegna una figura destinata a rimanere scolpita nel nostro immaginario.
[+]
Dramma della colpa, dell' autopunizione, della vendetta. Il protagonista, William Tell, segue coerentemente il principio per il quale siamo condannati a pagare le nostre colpe su questa terra, senza compromessi. Tuttavia, un fato beffardo lo illude, dapprima concedendogli la possibilità di redimersi, per poi rimischiare beffardamente le carte, come a un tavolo da poker, lasciandolo nudo in pasto ai suoi demoni. Disperato, come forse solo puo' essere il Tom Ripley di Dennis Hopper de "L' amico americano" di Wenders, ma al tempo stesso determinato almeno alla pari di Neal (De Niro) in Heat di Mann nel perseguire un proprio principio che trascende la legge degli uomini, Oscar Isaac - mai così intenso - ci consegna una figura destinata a rimanere scolpita nel nostro immaginario. Un antieroe votato al martirio nel rispetto di un personale e rigoroso codice morale, come i giocatori di Melville, Kitano, Kim Ji-Woon. Cinema sporco, di vecchia scuola, come si faceva una volta, assolutamente non consolatorio......o forse sì. Perche' in fondo, anche due dita separate da un vetro ci possono urlare che "Si puo' scendere all' Inferno, ma chiedere lo stesso perdono".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a thomas crown »
[ - ] lascia un commento a thomas crown »
|
|
d'accordo? |
|
abramo rizzardo
|
mercoledì 27 ottobre 2021
|
la violenza dell''esistenzialismo criminale.
|
|
|
|
Un film che ricalca nella maniera più assoluta il tipico modus operandi di Schrader ( che lo ricordiamo per aver iniziato la carriera cinematografia come sceneggiatore, ed aver scritto capolavori quali Taxi Driver, Toro scatenato etc... ): dunque cosa otteniamo? Voice-over, personaggi in piena crisi esistenziale, che fanno lavori labili, in piena astinenza sessuale ( topos che sviscera molto il regista-sceneggiatore ), e che vagano di notte nella propria macchina, che siano conducenti o passeggeri, non ha molta importanza, l'importante è che siano alla perpetua ricerca di equilibrio, come un uomo tornato dal Vietnam che ammazza il tempo facendo il tassista, o come uno spacciatore in cerca di salvezza, mentre in questo caso, un abilissimo giocatore di poker con una terribile vicenda alle spalle che lo spinge a vivere nell'ombra della sua stessa vita; è dunque la storia di William Tell, misterioso uomo che si guadagna da vivere giocando a carte: il suo intreccio con Cirk, un ragazzotto che ha un comune nemico con l'esperto Guglielmo Tell lo porterà finalmente, forse, alla redenzione e al riscatto.
[+]
Un film che ricalca nella maniera più assoluta il tipico modus operandi di Schrader ( che lo ricordiamo per aver iniziato la carriera cinematografia come sceneggiatore, ed aver scritto capolavori quali Taxi Driver, Toro scatenato etc... ): dunque cosa otteniamo? Voice-over, personaggi in piena crisi esistenziale, che fanno lavori labili, in piena astinenza sessuale ( topos che sviscera molto il regista-sceneggiatore ), e che vagano di notte nella propria macchina, che siano conducenti o passeggeri, non ha molta importanza, l'importante è che siano alla perpetua ricerca di equilibrio, come un uomo tornato dal Vietnam che ammazza il tempo facendo il tassista, o come uno spacciatore in cerca di salvezza, mentre in questo caso, un abilissimo giocatore di poker con una terribile vicenda alle spalle che lo spinge a vivere nell'ombra della sua stessa vita; è dunque la storia di William Tell, misterioso uomo che si guadagna da vivere giocando a carte: il suo intreccio con Cirk, un ragazzotto che ha un comune nemico con l'esperto Guglielmo Tell lo porterà finalmente, forse, alla redenzione e al riscatto.
Sarà dunque il loro viaggio all'interno della follia umana, della vendetta e del riscatto, che farà conoscere allo spettatore con mano il vero orrore della solitudine, della pazzia e della violenza, proprio come una malattia genetica, che viene tramandata da generazione a generazione, come nel caso di Cirk, il cui padre si suicidò per essersi macchiato di terribili crimini, e il figlio, quasi ereditando il gene dell'eredità criminale, sogna vendetta, e ci racconta, attraverso le sue cruente parole di lucida follia, ciò che desidererebbe fare al nemico comune, delineato da un magnifico quanto morboso Willem Dafoe, perlopiù storpiato dalle lenti fish-eye, che rendono il tutto ancora più allucinato e visionario.
Regia che riesce perfettamente a ricreare con crudo realismo la realtà che circonda il protagonista: tutte le luci, sebbene risultino a primo impatto calde, vengono avvertite terribilmente fredde dallo spettatore; la coerenza impeccabile la riscontriamo pure nelle musiche: come fossero antitetiche con la storia, ci accarezzano dolcemente, e mentre in sottofondo la voce di Robert Levon Been ci sussurra una storia d'amore tra il protagonista e una donna, le lenti grandangolari ci sbattono in faccia la violenza inaudita come uno schiaffo, dalle sfumature fisiche ma anche psicologiche.
Perfetti gli attori: l'inespressività di Oscar Isaac dona grazia e profondità ad un uomo che ha perso il senso della lucidità, e che vive sul filo di un rasoio; un altrettanto notevole Tye Sheridan gli va dietro, ma Willem Dafoe come sempre ruba lo spettacolo: in pochi minuti ci fa temere ciò che vediamo, dipingendo con pochi sguardi e poche battute, un uomo dilaniato irreversibilmente dalla violenza più ingiustificata, animale, primordiale e brutale.
Fotografia molto buona, pulita e a tratti sensazionale.
Ottima riflessione sul bene e sul male, e su come anche la persona più buona, con ottime intenzioni, alla fine possa rivelarsi il vero male.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a abramo rizzardo »
[ - ] lascia un commento a abramo rizzardo »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
sabato 22 gennaio 2022
|
...... e non bisogna mica essere eroi
|
|
|
|
William Tell ha un passato oscuro fatto di sevizie praticate nel carcere di Abu Ghraib. Sevizie per le quali ha scontato otto anni di carcere impiegati per apprendere l’arte di contare le carte, una tecnica che gli è tornata utile nel momento in cui, una volta uscito intraprenderà la carriera di giocatore professionista di poker. La vita di William trascorre fra un torneo e il successivo fino a quando, nel corso di un convegno di polizia, riconosce il suo vecchio superiore John Gordo che al contrario di lui non ha mai pagato per i reati commessi. Sarà solo l’incontro con Cirk, figlio di un suo commilitone, che farà variare le abitudini e le convinzioni del meticoloso e inosservato giocatore d’azzardo.
[+]
William Tell ha un passato oscuro fatto di sevizie praticate nel carcere di Abu Ghraib. Sevizie per le quali ha scontato otto anni di carcere impiegati per apprendere l’arte di contare le carte, una tecnica che gli è tornata utile nel momento in cui, una volta uscito intraprenderà la carriera di giocatore professionista di poker. La vita di William trascorre fra un torneo e il successivo fino a quando, nel corso di un convegno di polizia, riconosce il suo vecchio superiore John Gordo che al contrario di lui non ha mai pagato per i reati commessi. Sarà solo l’incontro con Cirk, figlio di un suo commilitone, che farà variare le abitudini e le convinzioni del meticoloso e inosservato giocatore d’azzardo.
Paul Schrader, sempre nel solco del suo cinema di denuncia, fatto di antieroi e gente comune che vive ai limiti della legalità, dona al personaggio principale della sua ultima pellicola il nome di un patriota svizzero, William Tell, per spiegarci quasi per contrappasso come gli USA non desiderino “eroi” sanguinari, capaci di macchiarsi di reati abietti, ma preferiscano che la cenere rimanga celata sotto un tappeto. Il William Tell di Isaac è un personaggio ai margini che dopo una vita trascorsa al servizio dell’esercito americano a servire e reprimere i nemici della propria nazione, si è trovato abbandonato nelle fredde aule di un tribunale per aver portato a termine ordini disumani per i quali ha pagato un tributo molto caro ma che ha accettato senza recriminare. La pellicola è un perfetto road-movie di passaggio da un casino al seguente, da una partita alla successiva, di un uomo che ha avuto la capacità di sfruttare gli anni di detenzione per affinare una tecnica complessa, necessaria sia a mantenerlo ma anche a fargli dimenticare da dove proviene. Un contatore di carte meticoloso, in grado di fermarsi un attimo prima di venire scoperto dagli uomini della sicurezza dei vari casino, nel perenne tentativo di rimanere inosservato e ai margini sia della vita, sia delle partite. Partite in cui un sottobosco di scommettitori molto meno accorti di William fa da sfondo a un percorso di redenzione, ma sarebbe più opportuno definirlo di cambiamento, di un ex - militare che per un evento inatteso si troverà nuovamente catapultato in un passato che credeva dimenticato.
Al fianco di Isaac si muovono altri eccellenti comprimari come il giovane Tye Sheridan, nel ruolo di un figlio in cerca di vendetta. La comica, ma qui non si direbbe, Tiffany Haddish in quello di un’agente alla ricerca di talenti del mondo del Poker. E infine Willem Dafoe, nella difficile parte dell’ex - maggiore John Gordo. Da vedere come pellicola catartica e come viatico al recupero di tutta la produzione di Schrader.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
|