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martedì 16 febbraio 2021
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lunedì 15 febbraio 2021
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domenica 14 febbraio 2021
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capolavoro assoluto
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cinelady
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venerdì 10 luglio 2020
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film teatrale e antistorico
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Mary Stuart, italianizzata in Maria Stuarda, è passata alla storia come la grande rivale di Elisabetta I, e dal momento che sono molto appassionata dell’epoca elisabettiana, questo film mi ha subito incuriosita, anche dopo le varie critiche negative che lo paragonavano, in negativo, a La favorita. Inoltre, mi ha fatto nascere una vera e propria ossessione, tanto che mi sono letta tutta la pagina di Wikipedia sulla Sturda ed Elisabetta I e mi sono guardata due precedenti film, quello con Katharine Hepburn (1936) e quello con Vanessa Redgrave (1972).
Sicuramente rispetto ai suoi predecessori si fa guardare più volentieri, grazie al ritmo più sostenuto e alla cura dell’aspetto estetico.
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Mary Stuart, italianizzata in Maria Stuarda, è passata alla storia come la grande rivale di Elisabetta I, e dal momento che sono molto appassionata dell’epoca elisabettiana, questo film mi ha subito incuriosita, anche dopo le varie critiche negative che lo paragonavano, in negativo, a La favorita. Inoltre, mi ha fatto nascere una vera e propria ossessione, tanto che mi sono letta tutta la pagina di Wikipedia sulla Sturda ed Elisabetta I e mi sono guardata due precedenti film, quello con Katharine Hepburn (1936) e quello con Vanessa Redgrave (1972).
Sicuramente rispetto ai suoi predecessori si fa guardare più volentieri, grazie al ritmo più sostenuto e alla cura dell’aspetto estetico. Eppure, già qui sorge il primo problema, perché la fotografia, i costumi e le scenografie, per quanto belli e raffinati, ricordano più il Medioevo che il Cinquecento. Io in particolare ho trovato molte somiglianze con la messa in scena dell’ultima versione di Macbeth (2015). Insomma, dimenticate gli scenari colorati con cui di solito è rappresentata l’epoca elisabettiana.
Ma il vero problema è come gli autori hanno scelto di raccontare la Storia e i personaggi. Già dai primi minuti capiamo che l’intento è di utilizzare una prospettiva dichiaratamente femminista, in cui le due regine, seppur rivali per la rivendicazione del trono d’Inghilterra e non essendosi mai viste, si considerano “sorelle” nel destino che le ha rese monarche. E probabilmente andrebbero anche d’accordo, se non fosse per la diversa religione in cui si identificano. E qui sorge già la prima domanda: se Maria considera Elisabetta una sorella, perché combatterla, perché volerla usurpare dal trono? Non so, secondo me non ha molto senso, perché da una parte la rispetta per come governa, ma dall’altra pretende di esserle superiore per diritto di nascita. Inoltre, anche la caratterizzazione di Maria mi ha lasciata perplessa, soprattutto all’inizio del film. Perché, se è credibile che parli francesi, non dimentichiamoci che quando arriva in Scozia è diciottenne, quindi dovrebbe essere giovane e ingenua, anche perché in Francia non ha mai davvero avuto accesso al potere. Invece nel film sembra sempre molto sicura di sé. Infatti, prende le decisioni anche senza l’appoggio dei Lord. Dall’altra parte, la caratterizzazione di Elisabetta ha più senso: non odia Maria ma la deve trattare come nemica in favore della ragion di stato, ascolta i suoi consiglieri ed è costantemente in dubbio verso la politica da prendere nei confronti della Scozia. E infatti secondo me è l’unica che si salva in tutto questo, anche perché nella sua fragilità è una rappresentazione inedita e molto interessante della grande regina. Peccato solo che abbia poco spazio.
Non dimentichiamoci poi della rappresentazione multietnica e sessuale, che rende il tutto molto antistorico. E anche qui sorgono molte domande. Possibile che Maria si sia lasciata abbindolare così facilmente da Lord Darnley? E poi perché lui la corteggia se non ha alcun interesse verso di lei? Va bene che volesse puntare alla corona, ma vedendo quanto sia forte la volontà di Maria, non so perché l’abbia fatto. Tra l’altro la relazione tra lui e Davide Rizzio è stata già messa in scena nel film degli anni ’70, quindi non c’è niente di nuovo neanche qui. Solo che nelle precedenti rappresentazioni Rizzio viene rappresentato sia come musico che come consigliere, mentre qui solo come menestrello. Poi vabbè, dovrebbe essere italiano ma è impersonato da un attore chiaramente di origine latina. E poi dai, si capisce subito, da come si atteggia, che è queer, come fanno i Lord a sospettare che lui abbia una relazione con Maria? Non ha senso.
E poi c’è la relazione tra Maria e Bothwell. Nei film precedenti Bothwell era il capo della guardia e Maria aveva una chiara infatuazione verso di lui. Qui invece hanno voluto renderlo la sua guardia personale (ha giurato di proteggerla) e ha un certo punto dice chiaramente che le sue azioni sono guidate dal senso del dovere e non dall’ambizione. E va bene, ma allora non ha senso che quando gli propongano di sposare egli stesso Maria lo faccia subito e la stupri. Cioè, fino a un attimo prima l’avrebbe protetta a costo della vita e ora non la rispetta neanche più? In effetti, lo stupro è più in linea con i fatti storici, ma allora perché non lasciarlo come capo della guardia e renderlo invece la sua guardia del corpo? Così non ha senso.
Infine, un’altra cosa che mi dispiace, e che raccontano poco nei film, è la lunga prigionia di Maria. Infatti, ella è rimasta prigioniera in vari castelli per quasi vent’anni, e ne aveva quarantaquattro quando è stata giustiziata, mentre nel film sembra ancora molto giovane e dà un’idea sbagliata di ciò che è successo.
Ora, sono cosciente che un film storico non deve essere corretto al cento per cento, e che si tratta pur sempre di fiction, e non di un documentario. Ma secondo me non ha senso reinterpretare la Storia per veicolare dei messaggi contemporanei, e quindi raccontare di eventi realmente accaduti con una prospettiva altamente antistorica. Va bene rimaneggiare i fatti, ma fino a un certo punto. Quindi, in conclusione, per me Maria Regina di Scozia è un film troppo teatrale nella messa in scena e incoerente nelle relazioni tra i personaggi.
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felicity
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giovedì 23 gennaio 2020
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racconto appagante e non banale
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Il film, malgrado il taglio inedito dato a una storia raccontata tante volte e le libertà prese rispetto alla realtà dei fatti, resta però tradizionale nella costruzione, drammaticamente troppo ancorato a una struttura polarizzata e dimostrativa che il montaggio sottolinea in modo vistoso.
La regia di Josie Rourke, più che ad articolare uno sguardo personale, appare attenta a valorizzare le interpretazioni delle due attrici protagoniste e l'apporto della fotografia di penombre e luci naturali che dipinge un mondo di esterni e interni ripartito tra la fosca rocciosità scozzese e le ambigue dorature lignee della corte inglese.
Chi ha voglia di immergersi in un romanzo d’epoca troverà in Maria regina di Scozia un racconto appagante, non banale, e un dispositivo scenico avvolgente.
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Il film, malgrado il taglio inedito dato a una storia raccontata tante volte e le libertà prese rispetto alla realtà dei fatti, resta però tradizionale nella costruzione, drammaticamente troppo ancorato a una struttura polarizzata e dimostrativa che il montaggio sottolinea in modo vistoso.
La regia di Josie Rourke, più che ad articolare uno sguardo personale, appare attenta a valorizzare le interpretazioni delle due attrici protagoniste e l'apporto della fotografia di penombre e luci naturali che dipinge un mondo di esterni e interni ripartito tra la fosca rocciosità scozzese e le ambigue dorature lignee della corte inglese.
Chi ha voglia di immergersi in un romanzo d’epoca troverà in Maria regina di Scozia un racconto appagante, non banale, e un dispositivo scenico avvolgente.
Regali anche le attrici: Saoirse Ronan mette soggezione, Margot Robbie è un concentrato di fragilità.
La Storia non offre lieto fine, il film la imbelletta e ne cava una morale.
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giulio60
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mercoledì 20 febbraio 2019
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storia completamente lacunosa
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Il film è ben recitato ma mancano parti fondamentali della storia, innanzi tutto non c'è mai stato un incontro tra Elisabetta e Maria (Leggere il libro "L'Altra Regina di Philippa Gregory), con dialoghi a dir poco imbarazzanti "Sei figlia di Enrico VIII che ha ucciso tua madre", e la scena surreale di Elisabetta che sembra succube di Maria. In realtà non si parla mai di Sir Robert Cecil e della rete di spie di Francis Walsingham, dal film sembra che la regina Elisabetta faccia condannare a morte Maria per invidia e superbia, niente di più errato, Maria negli anni di comoda detenzione nel castello di Bolton e poi di Tutbury, dove Maria da un lato chiedeva notizie ad Elisabetta di poter tornare in Scozia da Regina, dall'altra con il complotto Ridolfi e Babington cercò sia di far assassinare Elisabetta sia di fomentare il Papa e la Spagna ad attaccare l'inghilterra.
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Il film è ben recitato ma mancano parti fondamentali della storia, innanzi tutto non c'è mai stato un incontro tra Elisabetta e Maria (Leggere il libro "L'Altra Regina di Philippa Gregory), con dialoghi a dir poco imbarazzanti "Sei figlia di Enrico VIII che ha ucciso tua madre", e la scena surreale di Elisabetta che sembra succube di Maria. In realtà non si parla mai di Sir Robert Cecil e della rete di spie di Francis Walsingham, dal film sembra che la regina Elisabetta faccia condannare a morte Maria per invidia e superbia, niente di più errato, Maria negli anni di comoda detenzione nel castello di Bolton e poi di Tutbury, dove Maria da un lato chiedeva notizie ad Elisabetta di poter tornare in Scozia da Regina, dall'altra con il complotto Ridolfi e Babington cercò sia di far assassinare Elisabetta sia di fomentare il Papa e la Spagna ad attaccare l'inghilterra. Furono Cecil e Walshingham a intercettare i messaggi e quindi a far condannare Maria.
Nel film di questo non si parla proprio ed è una clamorosa lacuna, oltre ai pianti patetici e a dei dialoghi veramente squallidi.
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annina22
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giovedì 24 gennaio 2019
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meglio le fiction della rai, a questo punto...
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Ricostruzione di usi e costumi totalmente mancata... film lungo, lento, noioso, sembrava un mini-budget. Solita storia di intrighi e violenze sessuali gratuite, poco plausibili. Trucco e parrucco patetico. Persino gli orecchini sembravano comprati da un negozio di cinesi. Non ho gradito.
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ruger357mgm
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martedì 22 gennaio 2019
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volubili regine di cuori ....
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...buone al massimo per una fiction Rai, ma non certo per due soporifere ore davanti al grande schermo.Sforzo produttivo ingente,primedonne reclutate per l'occasione,ghiotta ma sprecata.Gli scenari delle highlands buttati via come cartoline, cupi toni degli interni appassiti da luci fioche, che vorrebbero essere caravaggesche ma fanno tanto luna park di periferia.Sceneggiatura che cerca di spiegare ma la narrazione,priva di ogni aderenza storica,tranne la decapitazione di Mary,non decolla.Costumi e trucco curati, fotografia migliorabile.Emozioni,empatia, coinvolgimento algido e distanti come la recitazione di Saoirse.Un perfidissimo Guy Pearce ,che da Lawless in poi, sta primeggiando nella categoria "carogne".
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...buone al massimo per una fiction Rai, ma non certo per due soporifere ore davanti al grande schermo.Sforzo produttivo ingente,primedonne reclutate per l'occasione,ghiotta ma sprecata.Gli scenari delle highlands buttati via come cartoline, cupi toni degli interni appassiti da luci fioche, che vorrebbero essere caravaggesche ma fanno tanto luna park di periferia.Sceneggiatura che cerca di spiegare ma la narrazione,priva di ogni aderenza storica,tranne la decapitazione di Mary,non decolla.Costumi e trucco curati, fotografia migliorabile.Emozioni,empatia, coinvolgimento algido e distanti come la recitazione di Saoirse.Un perfidissimo Guy Pearce ,che da Lawless in poi, sta primeggiando nella categoria "carogne".Poco altro da aggiungere tranne che la mano femminile della regista,in qualche modo, si percepisce e lascia ben sperare per il futuro. Deludente.
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loland10
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lunedì 21 gennaio 2019
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scacchi e regine
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“Maria, regina di Scozia” (Mary Queen of Scots, 2018) è il primo lungometraggio della regista inglese Josie Rourke.
Film glassato, intasato, soporifero e scandito. Film implosivo, piaciuto, denso e attonito.
Tra religioni e politiche, Roma papista e Protestantesimo, cattolicesimo e anticlericalismo, dispute e sangue, corone e consigli, i popoli scozzesi e inglesi hanno molto da dire e da battagliare.
Matrimoni ingannevoli, nozze guidate, figli da volere e un erede che vale una nazione, bellezza e verginità, volti scomposti e sterilità. Da Enrico VIII…il lungo filo che unisce la diatriba vera e sanguinosa di due regine.
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“Maria, regina di Scozia” (Mary Queen of Scots, 2018) è il primo lungometraggio della regista inglese Josie Rourke.
Film glassato, intasato, soporifero e scandito. Film implosivo, piaciuto, denso e attonito.
Tra religioni e politiche, Roma papista e Protestantesimo, cattolicesimo e anticlericalismo, dispute e sangue, corone e consigli, i popoli scozzesi e inglesi hanno molto da dire e da battagliare.
Matrimoni ingannevoli, nozze guidate, figli da volere e un erede che vale una nazione, bellezza e verginità, volti scomposti e sterilità. Da Enrico VIII…il lungo filo che unisce la diatriba vera e sanguinosa di due regine. La divisione delle terre e i confini, inglesi, scozzesi e gallesi....antichi dilemmi e antiche storie che spaventano e scaraventano la vita oltre una morte che nessuno avrebbe voluto. Il tornaconto, le rivolte, i giochi doppi, il voltarsi dall’altra parte in alto loco portano ad una fine di una ‘Regina’ che non si discosta da un suo credo e non rinnega certe magnificenze.
Dove trovi il potere, l’arguzia, l’intelligenza e la bramosia insieme ecco che la verginità può diventare sinonimo di leggerezza e alquanto blasfema per creare discendenza senza compiacereste troppo. Accordi senza troppo gloria e un figlio erede che s’abbatte sopra ogni mesta lealtà.
La storia di Maria Stuarda (1542-1587) da regina di Scozia a regina di Francia, giovanissima, fino a tornare nella sua terra combattendo ‘ferocemente’ contro l’altro potere della corona di Elisabetta I (sua cugina). Una ‘guerra’ di religioni e di territori che porterà alla fine tragica della ‘bellezza’ giovane di una donna ‘forte’ e ‘misteriosa’ allo stesso tempo.
La grande diatriba tra Elisabetta I Regina dì Inghilterra e la cugina Maria (Stuarda) Regina di Scozia sfodera nel racconto filmico una forza e un vigore mai leggeri. Un gioco sopra le righe con una recitazione ‘pomposa’, ‘teatrale’, ‘spettrale’ e, soprattutto, piena di ‘eco’ con riferimenti a ieri e all’oggi superato dal post-modernismo con un laicismo quasi opprimente per chi (ri)guarda il film sotto l’algida fonte sacra tra papisti e protestanti. Riforma e Controriforma. Un mondo di morali e moralismi, di vite e di morti, di chiuse e aperte fedi. Le ribellioni anti-litteram di un mondo ‘anglosassone’ già contro il Continente. Il ‘Nuovo Mondo’ è lì davanti all’Oceano.
Una vita di congiure; il potere divide le terre e le situazioni regnanti. E tra i tanti l’erede è da attendere verso una regina sterile e poco attraente mentre l’altra bellissima e consona a procreare. In attesa appunto di un principe e di un futuro re di Inghilterra. Maria è ferma fino alla morte mentre Elisabetta resta (dis)armata per un potere derivato dal padre Enrico VIII (da ‘Difensor fidei’ a fondatore della ‘Chiesa anglicana’).
Film che riesce a farsi ricordare tra ambientazioni vergini, paesaggi crudi, riprese di dirupi e sentieri, piccoli dettagli, oscurità spettrali. rincorse e trombe di guerra, incontri e signorotti vari con vocioni roboanti che hanno il gusto di una ‘recitazione’ mai amena (quasi il riconoscimento di un’epoca ‘teatrante’ fortemente ‘shakespeariana’).
La regista è al suo primo film, dopo una carriera di direzioni teatrali, non ci mette molto a gettare la sua ‘passione’ nella storia da raccontare: il potere, i confronti, le regine, le divisioni, i paesi, le leggi e soprattutto le bugie, le diffamazioni e le verità nascoste.
La postura attoriale è sontuosa e energica. Certo la compiacenza e il gusto possono prendere il sopravvento, come la facile allusione al mondo odierno e i ‘risvolti’ sul mondo femminile.
Le due protagoniste Saoirse Ronan (Maria Stuart) e Margot Robbie (Elisabetta I) si ricordano e bucano lo schermo. Prove e modi che ammantano e cuciono ogni scena e i suoi accordi.
Da ricordare l’efficace fotografia di John Mathieson e le musiche ‘avvolgenti’ di Max Richter.
Regia che scandisce il passo della recita continua.
Voto: 7½/10 (***½). (ps. difetti e storie, ma il grande schermo rende cinema)
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jack v. il barista
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lunedì 21 gennaio 2019
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la storia sacrificata sull'altare del pubblico
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MARIA REGINA DI SCOZIA può essere preso a modello di come provare a fare un film partendo da argomenti complicati e sicuramente non cinematograficamente coinvolgenti. A tentare di portare sullo schermo un capitolo importante nella storia della Gran Bretagna, ha pensato la regista Josie Rourke riuscendovi a metà. Malgrado le superbe prove di Saoirse Ronan e di Margot Robbie nei panni delle due regine di Scozia ed Inghilterra, del folto cast di comprimari che riescono a ritagliarsi piccoli "spazi di manovra", senza essere eccessivamente schiacciati dalle due protagoniste (da notare le prove di David Tennant nei panni del presbiteriano John Knox, e di Guy Pearce in quelli di William Cecil) e salvando, naturalmente, la fotografia e i bellissimi luoghi delle riprese, la vicenda sembra prendersi eccessive libertà dal punto di vista storico, lasciando spazio ad eccessi di lirismo, struggimento e politicamente corretto che, a tratti, risultano stucchevoli e poco aderenti ad una realtà storica che, dati i tempi, doveva apparire molto probabilmente, assai diversa.
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