L'altro volto della speranza

Kaurismaki ritrova la leggerezza del dramma

Nelle fiabe surreali di Aki Kaurismaki non c'è bisogno di belle, bastano gli umili, gli stravaganti, gli spaesati alle prese con la bestia che è la brutta aria del nostro tempo ipocrita. L'Europa dei profughi, dei muri, dei pregiudizi, del diverso pericoloso a ogni costo non ha neppure la necessità di camuffarsi in un reame così vicino e così quotidiano, ma è sufficiente che si rifletta, per esempio, nello specchio modello della Finlandia, dove una decisione ministeriale può tranquillamente sentenziare come una città martoriata dalla guerra come Aleppo non sia poi tanto pericolosa da concedere ospitalità a un rifugiato clandestino. [...]

di Natalino Bruzzone, articolo completo (4107 caratteri spazi inclusi) su Il Secolo XIX 3 aprile 2017