scavadentro65
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giovedì 4 maggio 2017
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un circle vizioso
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Chi ha la passione del cinema deve aspettarsi le gradite sorprese, ma anche le delusioni. In questo caso purtroppo un cast di buoni attori non ha emozionato né coinvolto lo spettatore a nessun livello. La trama è non solo banale, ma soprattutto desueta, già vista e funzionale ad un messaggio allarmista che non tiene conto della complessità della nostra società. E' inverosimile la dittatura di una azienda che mira a sostituire la democrazia con un sistema di controllo estremo, per di più messo in atto da due individui (Hanks e compare bassotto) che ricordano più il gatto e la volpe di Pinocchio che degli Steve Jobs con manie di grandezza.
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Chi ha la passione del cinema deve aspettarsi le gradite sorprese, ma anche le delusioni. In questo caso purtroppo un cast di buoni attori non ha emozionato né coinvolto lo spettatore a nessun livello. La trama è non solo banale, ma soprattutto desueta, già vista e funzionale ad un messaggio allarmista che non tiene conto della complessità della nostra società. E' inverosimile la dittatura di una azienda che mira a sostituire la democrazia con un sistema di controllo estremo, per di più messo in atto da due individui (Hanks e compare bassotto) che ricordano più il gatto e la volpe di Pinocchio che degli Steve Jobs con manie di grandezza. Sfugge anche il fine che perseguono i due guru nel creare una struttura college/campus/centro estivo che diviene luogo di raccolta per giovani entusiasti che divengono presto setta mistica, pseudo religione, famiglia allargata dotata di un habitat da paese dei balocchi dove si fa sempre festa, dove ci sono i cantanti famosi, dove ci si sbronza condividendo tutto e tutti. Ridicola la figura del terzo fondatore, ovviamente giovane e dallo sguardo limpido, il quale ripudia la propria creatura (è un puro?) aggirandosi nella struttura in anonimato (?) e confidando alla protagonista di aver realizzato il tutto con nobili scopi (?). Egli ormai non si riconosce più nel progetto a causa dell'arrivismo dei due ex compagni di merende, ma nulla fa per evitare la deriva sempre più estrema del controllo totale, slavo nello scontato finale dove con facilità mette alla berlina tutte le magagne dei cattivi , riassunte nella frase emblematica di Hanks rivolta al sodale "Siamo fottuti".... La Watson, ottima nel disneyano "La Bella e la Bestia", qui è impacciata nel ruolo di figlia di genitori in difficoltà tragica, che prima sedotta dal sistema si "sveglia" quando si accorge (che genio) che la violazione sistematica della privacy ha effetti letali personali (e chi ci rimette è il suo amico buon selvaggio....). Prodotto che non convince, con ritmi squilibrati e veramente una storia che fa acqua da tutte le parti.
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samanta
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venerdì 19 maggio 2017
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conoscere è bene conoscere tutto è meglio
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Premetto che non ho letto il libro però il film mi ha invogliato a comprarlo.Il film narra la storia di una ragazza Mae (Emma Watson) che ha un modesto impiego e vive con il padre malato di sclerosi e la madre, in non floride condizioni economiche. Tramite la carissima amica Annie (Karen Gillan) viene assunta in The Circle una multinazionale che assume molti giovani con interessanti prospettive economiche. The Circle è una società di comunicazioni: un insieme di Google, Apple e Facebook diventata una potenza economica mondiale. Nella sede che sembra un'isola circondata da canali lavorano con entusiasmo di adepti ad una setta moltissimi giovani che passano lì anche il tempo libero (ci sono feste eventi, negozi, palestre, teatri, centri di benessere e medici), al neo assunto fanno ingoiare un chip e mettereun braccialetto per essere localizzato ovunque.
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Premetto che non ho letto il libro però il film mi ha invogliato a comprarlo.Il film narra la storia di una ragazza Mae (Emma Watson) che ha un modesto impiego e vive con il padre malato di sclerosi e la madre, in non floride condizioni economiche. Tramite la carissima amica Annie (Karen Gillan) viene assunta in The Circle una multinazionale che assume molti giovani con interessanti prospettive economiche. The Circle è una società di comunicazioni: un insieme di Google, Apple e Facebook diventata una potenza economica mondiale. Nella sede che sembra un'isola circondata da canali lavorano con entusiasmo di adepti ad una setta moltissimi giovani che passano lì anche il tempo libero (ci sono feste eventi, negozi, palestre, teatri, centri di benessere e medici), al neo assunto fanno ingoiare un chip e mettereun braccialetto per essere localizzato ovunque. La società è guidata da Eamon (Tom Hanks) fondatore, tecnico e guru e dal socio Tom (Patton Oswalt). All'inizio riluttante Mae diventa entusiasta mentre l'amica Annie che ha raggiuntao un posto elevato, dall'entusiasmo passa alla delusione. Mae viene coinvolta in esperimenti che la mettono in comunicazione diretta e visiva (tramite dele microtelecamere) in tutto il mondo con decine di milioni di followers in ogni momento della sua vita. Mae diventerà delusa e atterrita quando scoprirà gli effetti negativi che coinvolgono anche persone care e il fatto che i due soci agiscano per acquisire potere e ricchezza, Il finale avrà l'inevitabile colpo di scena. Il film è interessante per il contenuto, la frase di Eamon "conoscere è bene, conoscere tutto è meglio" è raggelante e rivela che il controllo dell'umanità prefigurato da scrittori nel passato( Orwell con 1984, Huxley con Il mondo nuovo, Levin con Questo giorno perfetto, London con Il tallone di ferro) è diventato il presente.Si pensi tra le tante notizie che la CIA, tramite cellulari, computer e televisori dell'ultima generazione accesi, può ascoltare le conversazioni in una stanza, in realtà non esiste la privacy. Il film pone questo problema e anche quello della democrazia diretta con la prospettiva che i voti, obbligatori, saranno espressi tramite computer (ma come sarà formato il giudizio?). Questo è positivo e anche se non si può dare una risposta in uno spettacolo il porre il problema è importante. Quanto al film scorre abbastanza bene, con una fotografia e una colonna sonora buone, solo il finale è troppo conciso e sbrigativo, bastava un pò di tensione e allungare il film (che dura 1h e 3/4) di 10 minuti. La recitazione è di valore specie Tom Hanks: è così bravo che non ha bisogna di gigioneggiare come altri colleghi (vedi De Niro e Meryl Steep), una delusione Emma Watson che recita, forse non sentendo la vicenda, in modo inespressivo anche in momenti drammatici, (corre ad esempio il rischio di annegare), decisamente più brava Karen Gillan.
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silvanobersani
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martedì 2 maggio 2017
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superfluo
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E' inutile che ci giriamo attorno: questo film è decisamente irritante. Perchè se lo collochiamo nella nicchia "distopica" della sci_fi allora potremmo citare più e più titoli di ben maggiore dignità artistica. Qui non c'è neppure la spudoratezza di fingere di ammiccare alla citazione. E quando definitivamente ti abbandona il dubbio che di autoironia non ce n'è manco un sospetto un po' ti senti preso per i fondelli. Tom Hanks col girocollo dolcevita nero non ci prova neppure a togliere il dubbio che sta spudoratamente rifacendo la parodia a Steve Jobs. Peccato, se non altro per la paccata di soldi che ci ha messo di suo in questo minestrone.
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E' inutile che ci giriamo attorno: questo film è decisamente irritante. Perchè se lo collochiamo nella nicchia "distopica" della sci_fi allora potremmo citare più e più titoli di ben maggiore dignità artistica. Qui non c'è neppure la spudoratezza di fingere di ammiccare alla citazione. E quando definitivamente ti abbandona il dubbio che di autoironia non ce n'è manco un sospetto un po' ti senti preso per i fondelli. Tom Hanks col girocollo dolcevita nero non ci prova neppure a togliere il dubbio che sta spudoratamente rifacendo la parodia a Steve Jobs. Peccato, se non altro per la paccata di soldi che ci ha messo di suo in questo minestrone. Le adunate di adepti osannanti più che ad una convention aziendale fanno pensare ad una riunione di Testimoni di Geova. E la furbata di fare finta che questo film stia parlando dei dubbi che tutti noi che abbiamo uno smartphone in tasca nutriamo sulla pervasisvità dell'era digitale è veramente un insulto. Bastava leggersi Negroponte venti anni fa.Bastava l'Orwell di settanta anni fa. Questo film non aggiunge una virgola.
Si regge solo sul bel faccino di Emma Watson, sempre in primo piano. Provate ad immaginare il medesimo film con un primo piano su una ciospa qualunque e vi convincerete che di tutta questa produzione ipertrofica rimarrà ben poco.
Ma è abbastanza il faccino di Ermione per giustificare il prezzo del biglietto?
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flaw54
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mercoledì 3 maggio 2017
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deludente
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L'argomento è interessante e di grande attualità, viste lenotizie uscite sul controllo possibile nei confronti di ognuno di noi, ma il film non decolla. Lento, monotono, noioso, talvolta anche involontariamente ridicolo nelle immagini della comunità di The circle non riesce ad appassionare lo spettatore. La fotografia è orrenda con colori giallo ocra che lo fanno assomigliare ad un film degli anni '70, Tom Hanks sembra un imbonitore di serie b che recita a contratto, mentre la Watson rappresenta l'unico elemento positivo, seppur anche lei talvolta sembra spiazzata dalla pochezza della sceneggiatura e delle recitazione degli altri attori.
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L'argomento è interessante e di grande attualità, viste lenotizie uscite sul controllo possibile nei confronti di ognuno di noi, ma il film non decolla. Lento, monotono, noioso, talvolta anche involontariamente ridicolo nelle immagini della comunità di The circle non riesce ad appassionare lo spettatore. La fotografia è orrenda con colori giallo ocra che lo fanno assomigliare ad un film degli anni '70, Tom Hanks sembra un imbonitore di serie b che recita a contratto, mentre la Watson rappresenta l'unico elemento positivo, seppur anche lei talvolta sembra spiazzata dalla pochezza della sceneggiatura e delle recitazione degli altri attori. La conclusiine poi può essere divertente, ma sicuramente incredibile e fuiri da ogni forma di realtà. Un'occasione persa!
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loland10
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lunedì 8 maggio 2017
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cerchio...senza centro
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“The circle” (id., 2016) è il quinto lungometraggio del regista della Georgia James Adam Ponsoldt.
Una storia deja-vu rispetto all’oggi che è già ieri, sembra tutto detto e risaputo. Forse già fuori tempo massimo (non tanto sull’argomento ma sulla novità dello stesso): da un libro dello scrittore David Eggers (pubblicato nel 2013).
Film sulla comunicazione e interazione (quasi) totale: tutto connesso, visibile, commentabile, interattivo. Ogni privato viene mene e anche l’agognato riposo e distacco da tutto (compreso il lavoro naturalmente) seguono come un segugio ogni istante compiacendosi l’uno dell’altro.
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“The circle” (id., 2016) è il quinto lungometraggio del regista della Georgia James Adam Ponsoldt.
Una storia deja-vu rispetto all’oggi che è già ieri, sembra tutto detto e risaputo. Forse già fuori tempo massimo (non tanto sull’argomento ma sulla novità dello stesso): da un libro dello scrittore David Eggers (pubblicato nel 2013).
Film sulla comunicazione e interazione (quasi) totale: tutto connesso, visibile, commentabile, interattivo. Ogni privato viene mene e anche l’agognato riposo e distacco da tutto (compreso il lavoro naturalmente) seguono come un segugio ogni istante compiacendosi l’uno dell’altro. La persona si sente viva quando è dentro al suo meccanismo (diabolico).
La giovane Mae Holland (Emma Watson) cerca un lavoro oltre l’ordinario e il consueto: attraverso un amico riesce ad arrivare alla Societa denominata ‘The Circle’: un lavoro di comunicazione internet tramite piccole tele camerine che oramai sono posizionati nei luoghi e nei posti più disparati. Tutto viene ripreso e messo in rete: una ‘notizia’ continua. La società è gestita dal duo Eamon Bailey (Tom Hanks) e Tom Stenton (Patton Oswalt): non guardano a nulla se non ad ingrandire la loro forza societaria. Mae raggiunge posti elevati in ‘The Circle’: non tutto va per il meglio con lo scontro privato-pubblico ma lei non si ferma nonostante più di qualche remora da parte dei suoi genitori (tra l’altro con un padre malato).
Fino a quando il destino diventa difficile da controllare e quello lontano da ogni modernità ne diventa la vittima e Mercer (l’ex fidanzato di Mae) diventa luogo di scoperta, di investigazione e di gusto del privato. Mae non può farci nulla: vittima del suo stesso gioco: aprire le porte alla giustizia ma anche al sadico. Ma anche la morte produce un effetto devastante: tutto ha un perché in ‘The Circle’ fino alla fine. E’ un sadismo accattivante e di basso profilo ed ogni personale va in giro per tutti. E’ un giorno (anzi buongiorno) nuovo per tutti i collegati. Gli altri sono esclusi.
Un film abbastanza ‘piatto’ nel dire quello che vediamo e constatiamo: sembra non meravigliarci o quantomeno non darci nessun gusto. Il pathos è poco, il linguaggio rituale, l’escalation dimessa: Il ribrezzo è verso il fasullo, il dietro le quinte, la creatività digitale che abita anche l’interno umano (un ‘inside out’ delle analisi e dei battiti minimi). La pellicola non alza mai il minimo ‘previsto’ e ciò che pare forte non abita in nessun risvolto narrativo. Molte idee paiono espresse ma nessun gusto: molto arieggiato e poco calore oltre lo schermo.
Emma Watson (Mae) e Tom Hanks (Eamon) paiono spaiati e lontani. Hanks recita a soggetto personale (come dislocazione utile sul nulla davanti a se) per dimostrare che ogni cosa si può dire basta far finta che sia tutto vero senza l’entusiasmo dei giorni migliori. Invece la faccia (carina e gentile) della Watson sembra monocorde e non molto diversificata: ogni sguardo come ogni connessione pare tutto uguale (ed è questo che preoccupa nell’omologante ‘sapiens’ post-moderno).
Il ‘The Truman Show’ (1998 di Peter Weir) è lungo ogni finzione connessa e i messaggi che si digitalizzano sullo schermo sono asettici e privi di ‘spessore’ come il sorriso di Mae ad ogni buongiorno al mondo. Lo show resta minore e poco cinematografico: nel ‘Circle’ di Eamon non si guarda oltre. Il finale (o per meglio dire quello che si vede alla fine) resta monco: i due superpotenti del gioco vengono coinvolti in tutto il loro ‘privatissimo’ e le reazioni non eclatanti o da ricordare. Chi fa finta di starci e chi vorrebbe coprire il tutto. O forse è solo un’impressione?! Non c’è dramma per una storia che non va oltre l’aria fritta …
Film dedicato Bill (Paxton) per la sua prematura scomparsa (ultima sua pellicola).
Nota per le facezie distributive e di produzione: prima dell’inzio del film compaiono sei ‘case’ cine più due che consigliano: otto ‘aziende’ che si preoccupano di darci il ‘ben servito’ alla pellicola. Consigliato certamente ma poco incisivo e tantomeno accattivante (almeno per chi scrive).
Regia ordinaria e di routine (neanche un giro di manovella…).
Voto: 5,5/10.
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lorenzoferraro
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domenica 30 aprile 2017
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che peccato
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Che peccato davvero. Siamo andati al cinema con forse troppe aspettative. The Circle è un film, il cui merito è quello di affrontare un tema di grandissima attualità, su quanto i social network possono entrare nella nostra vita e su quanto siamo disposti a rinunciare alla nostra privacy. Quindi le premesse erano buonissime. Ne esce però un film noioso (il primo tempo sarebbe stato da uscire di sala), spreciso, talvolta eccessivo (le presentazioni di Tom Hanks in primis). Dialoghi assurdi. La figura appunto, di Tom Hanks, è sacrificata: fa un ruolo troppo marginale nel film, anche se reso molto bene. Insomma per concludere, peccato. Poteva essere un grandissimo film. Poteva
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vandamme84
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domenica 30 aprile 2017
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film carino che fa riflettere ma...
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il film è carino e fa riflettere perchè non è tanto lontano dalla realtà.
mi ha un pò deluso il finale che è abbastanza banale e sembra quasi sbrigativo
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flynetz
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lunedì 1 maggio 2017
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fa riflettere? si. e' un bel film? insomma....
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Qual'è l'esatto problema di questo film? La interpretazione degli attori principali (Tom hanks Emma Watson) mi è piaciuta. Impalpabile (quasi inutile) la presenza di Boyega che comunque a me piace e mi ricorda molto Denzel W. Il messaggio è chiaro, arriva forte e sicuramente lascia una sensazione strana che porta comunque a riflettere.
Credo che il problema di questo film sia la sceneggiatura. Il Film parte lento, si sofferma su particolari un po' inutili, forza un po' i rapporti Nel trailer viene presentato quasi come un thriller ma in realtà non c'è alcun colpo di scena ne accellerazione,
Insomma alla fine sembra una buona puntata di "BLACK MIRROR" estesa a 2 ore.
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Qual'è l'esatto problema di questo film? La interpretazione degli attori principali (Tom hanks Emma Watson) mi è piaciuta. Impalpabile (quasi inutile) la presenza di Boyega che comunque a me piace e mi ricorda molto Denzel W. Il messaggio è chiaro, arriva forte e sicuramente lascia una sensazione strana che porta comunque a riflettere.
Credo che il problema di questo film sia la sceneggiatura. Il Film parte lento, si sofferma su particolari un po' inutili, forza un po' i rapporti Nel trailer viene presentato quasi come un thriller ma in realtà non c'è alcun colpo di scena ne accellerazione,
Insomma alla fine sembra una buona puntata di "BLACK MIRROR" estesa a 2 ore..
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ennio
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giovedì 20 settembre 2018
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ben riprodotto, a parte il finale
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E' sempre difficile commentare con obiettività un film tratto da un romanzo, specie se il 90% dei critici vedono il film e basta, giudicando quindi una sceneggiatura più o meno artefatta e adattata alla storia originale.
Nel caso del "Cerchio", il film ha il pregio di essere abbastanza fedele al romanzo, eliminando alcune zone superflue ma anche, ahimè alcuni spunti a mio avviso importanti per s-banalizzare un pò le storie dei principali protagonisti.
Per il resto, a parte un buon Tom Hanks, nessun attore brilla in modo particolare, e la recitazione segue fin troppo i clichè hollywoodiani recenti. A questo proposito, mi viene da pensare che il vero "Cerchio" sia un'istituzione secolarizzata come Hollywood, una sorta di "grande fratello cinematografico" in cui ogni faccia, ogni corpo, ogni mossa, ogni espressione ed ogni battuta sono, devono essere sempre le stesse in ogni film.
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E' sempre difficile commentare con obiettività un film tratto da un romanzo, specie se il 90% dei critici vedono il film e basta, giudicando quindi una sceneggiatura più o meno artefatta e adattata alla storia originale.
Nel caso del "Cerchio", il film ha il pregio di essere abbastanza fedele al romanzo, eliminando alcune zone superflue ma anche, ahimè alcuni spunti a mio avviso importanti per s-banalizzare un pò le storie dei principali protagonisti.
Per il resto, a parte un buon Tom Hanks, nessun attore brilla in modo particolare, e la recitazione segue fin troppo i clichè hollywoodiani recenti. A questo proposito, mi viene da pensare che il vero "Cerchio" sia un'istituzione secolarizzata come Hollywood, una sorta di "grande fratello cinematografico" in cui ogni faccia, ogni corpo, ogni mossa, ogni espressione ed ogni battuta sono, devono essere sempre le stesse in ogni film. Poi per forza che uno pensa male degli americani.
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lallerola
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martedì 4 luglio 2017
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mae: inglobata dal circuito o eroe del social?
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Mae è una ragazza senza un briciolo di senso critico che si fa inglobare dal circuito (e dalla quale, fino all'ultimo, ci si aspetta un exploit risolutore che spezzi la ruota)... o è l'eroe globale, inneggiato, seguito, adorato e "trasparente" perchè protagonista attivo del circolo vizioso in cui tutti sono già passivamente coinvolti?
A mio giudizio, Mae non vuole rappresentare nè il ruolo di chi cavalca con entusiasmo l'onda dei social, nè chi li utilizza con riserva. La giudico una figura volutamente senza posizione dall'inizio alla fine del girato: un'adepta che segue la corrente, dapprima senza saper nuotare e abbattuta dalla forza delle onde, poi più caparbia nello "stare a galla" dal momento in cui conosce e impara ad utilizzare gli strumenti per la navigazione.
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Mae è una ragazza senza un briciolo di senso critico che si fa inglobare dal circuito (e dalla quale, fino all'ultimo, ci si aspetta un exploit risolutore che spezzi la ruota)... o è l'eroe globale, inneggiato, seguito, adorato e "trasparente" perchè protagonista attivo del circolo vizioso in cui tutti sono già passivamente coinvolti?
A mio giudizio, Mae non vuole rappresentare nè il ruolo di chi cavalca con entusiasmo l'onda dei social, nè chi li utilizza con riserva. La giudico una figura volutamente senza posizione dall'inizio alla fine del girato: un'adepta che segue la corrente, dapprima senza saper nuotare e abbattuta dalla forza delle onde, poi più caparbia nello "stare a galla" dal momento in cui conosce e impara ad utilizzare gli strumenti per la navigazione. Se l'intento del film è quello di toccare la coscienza del pubblico mostrandone l'incapacità di schierarsi, allora la Watson ha interpretato il ruolo perfettamente, mostrandosi passiva nei confronti delle vicissitudini reali, entusiasta e partecipe di quelle virtuali, fra personaggi che la tirano un po' di qui e un po' di là per portarla nella propria trincea:i genitori che riconoscono la necessità di privacy, i capi che la spronano a mettere in mostra la propria intera vita (ben attenti a non mostrare la loro), l'amica che viene stritolata dal circuito e lo rifugge, Mercer che lo rifiuta e scappa rimanendo schiacciato.
Ma cosa sceglie Mae?
Non si sottrae, usa il suo kayak e naviga questo mare sorridendo ai droni.
Quante volte abbiamo pensato di cancellare i nostri account? ..."Però ce l'hanno tutti. E poi i miei contatti... E quella persona che non riuscirei più a sentire... "
Le acque sono proprio quelle del film. Ognuno, però, deve fare i conti col ruolo che lo rispecchia meglio all'interno del film.
Quante Mae si possono contare in giro? Quanti Mercer? Quante Annie? Quanti genitori?
Non è importante l'uovo o la gallina: meglio capire, oggi come oggi, se vuoi razzolare o se preferisci il guscio. (se, come Mae, riesci a trovare un modo per razzolare con un "guscio" adeguato, tanto meglio).
Buon film, sottile, da rivedere un paio di volte per coglierlo a pieno.
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