crisalidea
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mercoledì 29 novembre 2017
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di forme e confini. ovvero intorno alla democrazia
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Nel 2017 escono nelle sale due film che hanno diverse cose in comune di cui una mi ha colpito particolarmente: il titolo è il nome di una figura geometrica.
Un cerchio e un quadrato.
Anzi il cerchio e il quadrato.
SUL CERCHIO
Nel primo film in ordine cronologico, aldilà delle banalità che la affossano, l'idea del cerchio rimanda alla forma della struttura in cui i personaggi lavorano, una forma che si rivela totalizzante, ma anche alla forma della minuscola telecamera che come la pupilla di un occhio onnipresente, tutto vede, registra e soprattutto condivide.
All'interno di questa forma centralizzante, che è al tempo stesso fisica, psicologica e culturale, si disfano quindi i confini astratti tra pubblico e privato, tra ciò che può e non può essere condiviso e si disfano i confini materiali: non esistono più mura domestiche che possano proteggere l'intimità familiare o personale, non esiste più la pelle a nascondere ciò che accade dentro il corpo.
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Nel 2017 escono nelle sale due film che hanno diverse cose in comune di cui una mi ha colpito particolarmente: il titolo è il nome di una figura geometrica.
Un cerchio e un quadrato.
Anzi il cerchio e il quadrato.
SUL CERCHIO
Nel primo film in ordine cronologico, aldilà delle banalità che la affossano, l'idea del cerchio rimanda alla forma della struttura in cui i personaggi lavorano, una forma che si rivela totalizzante, ma anche alla forma della minuscola telecamera che come la pupilla di un occhio onnipresente, tutto vede, registra e soprattutto condivide.
All'interno di questa forma centralizzante, che è al tempo stesso fisica, psicologica e culturale, si disfano quindi i confini astratti tra pubblico e privato, tra ciò che può e non può essere condiviso e si disfano i confini materiali: non esistono più mura domestiche che possano proteggere l'intimità familiare o personale, non esiste più la pelle a nascondere ciò che accade dentro il corpo. Tutto viene socializzato, trasmesso, diffuso.
Solo il confine del cerchio permane e si rafforza nel suo ruolo di controllore e in qualche modo di conduttore di ciò che avviene al suo interno. Del resto non possiamo sorvolare sul come le forme influenzino fortemente i contenuti.
Un'idea forte, forse non tanto originale ma resa molto attuale dai richiami a realtà influenti del nostro tempo, che viene però sviluppata in modo piuttosto mediocre, con personaggi che non hanno spessore e si conclude con un finale dal sapore buonista e semplificante: il potere di controllare e socializzare tutto viene usato contro la stessa struttura che viene inglobata nel processo, per renderla a sua volta trasparente.
Invece di ristabilire i confini degli spazi vitali si cerca di distruggere l'ultimo, il fautore stesso del disfacimento, ma restano delle domande che il film non affronta fino in fondo: davvero la forma di democrazia di cui abbiamo bisogno può essere basata sull'estremizzazione dell'uso di tecnologie pervasive che socializzano il privato proiettando l'esistenza in un mondo virtuale? E' possibile che l'estremizzazione di una forma fino ad utilizzarla per annientare se stessa sia un cambiamento? Ossia è possibile cambiare davvero le cose conservandone la forma? Inglobandola all'interno dei suoi stessi confini si costruisce un altro confine che conserva quella forma, ma ad un altro livello, o la si distrugge?
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volpetek92
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venerdì 28 aprile 2017
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buona solo l'idea di partenza
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buona la tematica, in linea con il momento e sull'onda di black mirror ovvero quella della paura del condividere e dell'essere troppo social con relative conseguenze. realizzato in modo banale ed approssimativo. per nulla lontano dalla realtà. la riflessione è interessante ma sviluppata malissimo. oltretutto il finale non da spazio ad interpretazioni o morali del caso facendoti restare incollato alla sedia a cercare una qualche spiegazione nei titoli di coda.
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domenica 30 aprile 2017
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fedele al libro
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Ho letto il libro tempo fa e ciò che ho aprezzato particolarmente è stata l'ambiguità di fondo, la possibilità di considerare che davvero la condivisione e l'uso corretto delle tecnologie descritte potesse essere un bene per la società. Mano a mano che procede la vicenda e che la protagonista è sempre più inserita nel meccanismo mi sono scoperta a distaccarmi lentamente e progressivamente con l'immedesimazione nel suo punto di vista. Il film,esattamente come il libro, nell'ambiguità del punto di vista porta inevitabilmente alla riflessione personale. Leggendo chi ha sostenuto che fosse un operazione holliwodiana furbetta perchè non prende una posizione netta mi è venuto da pensare che si tratti di gente che ha bisogno di veder confermata una sua pregressa idea sull'argomento.
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Ho letto il libro tempo fa e ciò che ho aprezzato particolarmente è stata l'ambiguità di fondo, la possibilità di considerare che davvero la condivisione e l'uso corretto delle tecnologie descritte potesse essere un bene per la società. Mano a mano che procede la vicenda e che la protagonista è sempre più inserita nel meccanismo mi sono scoperta a distaccarmi lentamente e progressivamente con l'immedesimazione nel suo punto di vista. Il film,esattamente come il libro, nell'ambiguità del punto di vista porta inevitabilmente alla riflessione personale. Leggendo chi ha sostenuto che fosse un operazione holliwodiana furbetta perchè non prende una posizione netta mi è venuto da pensare che si tratti di gente che ha bisogno di veder confermata una sua pregressa idea sull'argomento...piuttosto che semplici spettatori che si lasciano tirare dentro il meccanismo narrativo del film.
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elpiezo
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lunedì 1 maggio 2017
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un meditativo ritratto sul futuro!!!
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Accorto e riflessivo, The Circle affronta nel dettaglio le tematiche attuali legate alla visibilità ed alla condivisone di noi stessi, una conoscenza che supera di gran lunga i limiti del proprio intimo al fine di un venturo bene collettivo. Un thriller psicologico che evidenzia il fascino dispotico di una presunta società radicata sul principio di trasparenza e condivisione, un cinico ritratto del mondo contemporaneo che dinanzi ad una micro telecamera rinuncia alle più congenite regole della socializzazione.
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marionitti
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domenica 2 luglio 2017
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non così male, ma il ritmo non c'è
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Una ragazza entra nel mondo dorato di The Circle, l’industria multimiliardaria che controlla i maggiori social di Internet. Trasparenza, Verità, Conoscenza, sono alcune delle parole d’ordine. Ma la trasparenza come si concilia con la privacy? Ormai è una domanda con cui conviviamo da tempo e qui il non si aggiunge molto. Il film, manco a dirlo, non è all’altezza del libro, che segue in modo più efficace l’evoluzione dell’atteggiamento della protagonista, il suo percepire l'urgenza di essere coinvolti, ma non è neppure così male. Il regista non riesce ad imprimere al racconto ritmo e l’evolversi della narrazione non fa crescere il patos.
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Una ragazza entra nel mondo dorato di The Circle, l’industria multimiliardaria che controlla i maggiori social di Internet. Trasparenza, Verità, Conoscenza, sono alcune delle parole d’ordine. Ma la trasparenza come si concilia con la privacy? Ormai è una domanda con cui conviviamo da tempo e qui il non si aggiunge molto. Il film, manco a dirlo, non è all’altezza del libro, che segue in modo più efficace l’evoluzione dell’atteggiamento della protagonista, il suo percepire l'urgenza di essere coinvolti, ma non è neppure così male. Il regista non riesce ad imprimere al racconto ritmo e l’evolversi della narrazione non fa crescere il patos. La domanda finale è se la trasparenza totale non è ormai un nostro destino o se c’è speranza per il privato resta senza risposta.
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inesperto
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sabato 3 novembre 2018
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eccesso di trasparenza
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Trattasi di una distopia ambientata in un ipotetico presente, non di fantascienza; tutte le tecnologie presenti nel film esistono realmente, non sono di là da venire. La bella Watson interpreta una ragazza che viene inghiottita da una valanga di novità non appena viene assunta dalla grande multinazionale informatica The Circle. Fatica a star dietro a tutto ed a tutti in principio; in seguito, quando riesce a mettersi in linea, spicca per intelligenza e capacità d'iniziativa; nella parte finale, si rende conto del pericolo ad agisce al fine di arginarlo. Ecco, dalla presa d'atto della situazione al successo dell'intervento risolutore, si è fatto tutto con troppa fretta e facilità.
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Trattasi di una distopia ambientata in un ipotetico presente, non di fantascienza; tutte le tecnologie presenti nel film esistono realmente, non sono di là da venire. La bella Watson interpreta una ragazza che viene inghiottita da una valanga di novità non appena viene assunta dalla grande multinazionale informatica The Circle. Fatica a star dietro a tutto ed a tutti in principio; in seguito, quando riesce a mettersi in linea, spicca per intelligenza e capacità d'iniziativa; nella parte finale, si rende conto del pericolo ad agisce al fine di arginarlo. Ecco, dalla presa d'atto della situazione al successo dell'intervento risolutore, si è fatto tutto con troppa fretta e facilità. Per arrivare, poi, ad un finale che non tranquillizza affatto, nonostante i malintenzionati siano stati smascherati. Nel complesso, non si può dire che si tratti di un cattivo prodotto cinematografico.
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lunedì 1 maggio 2017
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approvato!
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Dopo aver letto il libro e critiche varie, sono entrato in sala con poche aspettative, non aspettandomi niente di che e tutto quanto ma poi sono uscito dal cinema abbastanza soddisfatto. Alcuni personaggi sarebbero potuti essere usati meglio, soprattutto Ty ed Annie ed il finale è cio' che stona di più, soprattutto, penso, per chi, come me, ha letto il libro. Il finale del libro, se usato nel film, avrebbe dato tutto un altro tono all'intero film, secondo me. Critiche a parte, il film, per me, è scorrevole, lineare e ben fatto. Emma Watson e Tom Hanks hanno un'ottima chimica insieme. Tom Hanks è Tom Hanks e, anche in un ruolo come questo, "facile" per lui, ci mostra sempre che grande attore sia mentre per Emma Watson è stata una delle sue interpretazioni migliori fin'ora nella sua carriera, insieme a Noi Siamo Infinito e The Bling Ring.
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Dopo aver letto il libro e critiche varie, sono entrato in sala con poche aspettative, non aspettandomi niente di che e tutto quanto ma poi sono uscito dal cinema abbastanza soddisfatto. Alcuni personaggi sarebbero potuti essere usati meglio, soprattutto Ty ed Annie ed il finale è cio' che stona di più, soprattutto, penso, per chi, come me, ha letto il libro. Il finale del libro, se usato nel film, avrebbe dato tutto un altro tono all'intero film, secondo me. Critiche a parte, il film, per me, è scorrevole, lineare e ben fatto. Emma Watson e Tom Hanks hanno un'ottima chimica insieme. Tom Hanks è Tom Hanks e, anche in un ruolo come questo, "facile" per lui, ci mostra sempre che grande attore sia mentre per Emma Watson è stata una delle sue interpretazioni migliori fin'ora nella sua carriera, insieme a Noi Siamo Infinito e The Bling Ring. Tutto il film è sulle sue spalle e praticamente il film è portato avanti solo da lei quindi il suo lavoro va ulteriormente apprezzato e analizzato in modo differente dalle sue precedenti interpretazioni. Anche se in Colonia o ne La Bella e La Bestia interpretava sempre la protagonista, non ha svolto tutto il lavoro che è stato fatto in questo film. Ha dimostrato di saper portare avanti e sulle proprie spalle un intero film (e anche molto bene, traparentesi) e, ormai, di saper interpretare ruoli maturi. In conclusione, il film non sarà un capolavoro e poteva essere sfruttato meglio ma è definitivamente promosso. Cinque stelline per bilanciare a tutte le critiche che, ingiustamente, secondo me sono state fatte al film!
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flyanto
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giovedì 4 maggio 2017
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quanto la tecnologia possa diventare pericolosa
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"The Circle" , ovvero il film sul diritto o meno alla privacy, racconta la storia di una ragazza che, grazie ad un'amica, ottiene un impiego presso una grande società, denominata appunto "The Circle" , la quale per ottimizzare la vita in generale del genere umano controlla la sua attività insieme a quelle dell'intero pianeta attraverso delle telecamere nascoste e dei droni. Remunerata con un considerevole stipendio, all'inizio alla protagonista appare tutto fantastico ed ottimale ma, man mano che il tempo passa, il suo entusiasmo comincia a scemare in quanto ella avverte quanto la Società interferisca eccessivamente sulle esistenze dei singoli e quanta poca libertà sia così rimasta agli individui.
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"The Circle" , ovvero il film sul diritto o meno alla privacy, racconta la storia di una ragazza che, grazie ad un'amica, ottiene un impiego presso una grande società, denominata appunto "The Circle" , la quale per ottimizzare la vita in generale del genere umano controlla la sua attività insieme a quelle dell'intero pianeta attraverso delle telecamere nascoste e dei droni. Remunerata con un considerevole stipendio, all'inizio alla protagonista appare tutto fantastico ed ottimale ma, man mano che il tempo passa, il suo entusiasmo comincia a scemare in quanto ella avverte quanto la Società interferisca eccessivamente sulle esistenze dei singoli e quanta poca libertà sia così rimasta agli individui. Un tragico episodio in cui sarà coinvolto un suo caro amico indurrà la giovane a 'reagire' a tutto il sistema ed ai suoi capi ....
La tematica e la 'lezione' del film sono fin troppo chiare e neppure così originali in quanto già affrontate in precedenti pellicole e romanzi (si pensi a "1984" di George Orwell, per citare uno dei primi esempi), pertanto, sia pure in una chiave più moderna e quanto mai attuale, complessivamente "The Circle" non presenta nulla di nuovo, ma per come è stato girato e per come la storia è stata in generale ideata e costruita, esso risulta ben fatto e soprattutto avvincente. Come futura utopia la pellicola, forse, risulta un poco esagerata e poco realistica, ma il concetto del diritto alla propria privacy e quanto possa essere pericoloso oltrepassare alcuni limiti, è fin troppo chiaro e già scontato sin dall'inizio del film ma, ovviamente, necessario come 'lezione morale'. Tom Hanks, nella parte del boss della Società e come personaggio ambiguo e falsamente accomodante e simpatico, ed Emma Watson in quella della ragazza inizialmente ingenua e poi più intraprendente, risultano quanto mai credibili nei loro ruoli e costituiscono un valore aggiunto al tutto.
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gaiart
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lunedì 24 luglio 2017
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cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno?
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“Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi”. Marcel Proust, Dalla parte di Swann, 1913
Cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno? Manicomio? Crisi di nervi? Ego gratificato? O fareste gli interessi di qualcuno nel farvi spiare?
THE CIRCLE
“Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi”.
Marcel Proust, Dalla parte di Swann, 1913
“Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto”. George Orwell, 1984
Cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno? Manicomio? Crisi di nervi? Ego gratificato? O accettereste di fare gli interessi di qualcuno nell’essere spiati?
Il quesito posto già da Eric Arthur Blair, alias George Orwell, in tempi non sospetti, poi rivisto vent’anni fa nell’originalissimo film di Peter Weir, Truman show, raggiunge qui il suo acme, anche tecnologico, prima nel romanzo The circle di Dave Eggers e poi nell’omonimo film diretto da James Ponsoldt, interpretato da un ottimo Tom Hanks e da una inespressiva e un po’ ibernata Emma Watson.
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“Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi”. Marcel Proust, Dalla parte di Swann, 1913
Cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno? Manicomio? Crisi di nervi? Ego gratificato? O fareste gli interessi di qualcuno nel farvi spiare?
THE CIRCLE
“Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi”.
Marcel Proust, Dalla parte di Swann, 1913
“Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto”. George Orwell, 1984
Cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno? Manicomio? Crisi di nervi? Ego gratificato? O accettereste di fare gli interessi di qualcuno nell’essere spiati?
Il quesito posto già da Eric Arthur Blair, alias George Orwell, in tempi non sospetti, poi rivisto vent’anni fa nell’originalissimo film di Peter Weir, Truman show, raggiunge qui il suo acme, anche tecnologico, prima nel romanzo The circle di Dave Eggers e poi nell’omonimo film diretto da James Ponsoldt, interpretato da un ottimo Tom Hanks e da una inespressiva e un po’ ibernata Emma Watson.
La storia è quella di Mae Holland, giovane e sveglia ragazzina, assunta in una multinazionale cibernetica, che si presta, per diventare ancora più celebre, ad avere addosso una telecamera perenne, causando così oltre a milioni di followers, anche insalubri violazioni di privacy ai genitori, danni al migliore amico, etc.
L’attività del Cerchio, l’azienda dai fatturati milionari che l’ha assunta, si basa sulla gestione totale del rapporto degli utenti con la rete, tramite un social network dal nome TruYou, il quale racchiude tutti i profili di ciascun utente, dalle tasse al voto, dalla patente alle carte di credito e conti bancari in un unico file.
A questo punto viene utile citare grandi studiosi del sociale; così come intelligentemente disse Umberto Eco, Orwell ha intuito che nel futuro-presente di cui egli parla si dispiega il potere dei grandi sistemi sovranazionali, e che la logica del potere non è più, come al tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché bisogna pur avere un oggetto d'amore. Basta che sia un'immagine televisiva.
Anche qui, partendo dallo stesso assunto, la commistione citata da Orwell di sovra poteri, politica, spionaggio, sistemi tecnologici, aziende e social media, viene messa al centro delle tematiche del film che risulta interessante per aumentare la consapevolezza di ciascuno su quanto siamo controllati oggi e sull’andamento futuro dei media.
Unico neo in un assetto che ha un ritmo buono, ha suspense, ha idee e copre un’attualità inquietante e proiettata verso il futuro è l’interpretazione un po’ scialba della Watson, (e forse della sceneggiatura), ben arginata però dal bravo e barbuto Hanks che, come citazione all’inventore di Apple: Steve Jobs ci monitora su come siamo sempre più pilotati, ahimè spesso senza nemmeno accorgercene.
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fooludo
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domenica 30 aprile 2017
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terribile ma carino
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Terribile. Le idee sono interessanti ma nulla di nuovo.effetti speciali predominanti sono quelli dei "messaggini che fluttuano" per farli leggere allo spettatore (già visto). Tagli terribili, recitazione pure. Da vedere se non si sa cosa fare ma non pensate vi cambi la vita!
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