Il filo nascosto

La mania del controllo su tutto e tutti, e la ricerca della perfezione impossibile, sono le note più distintive della pellicola di Paul Thomas Anderson. Un film che ha tutto della sua poetica e del suo stile, artisticamente maturi e padroneggiati al meglio, definitivi e totali. Un'opera dall'elegante e geometrica messinscena, curata nella forma, affascinante visivamente e con un'interessante scrittura della sceneggiatura. Capolavoro coinvolgente e respingente al tempo stesso, amplificato dalle eccelse interpretazioni degli attori (Day-Lewis nell'ultimo ruolo in carriera), da atmosfere disturbanti e da un complesso studio psicologico ricco di ambiguità e sfumature. La vita pianificata di un uomo è stravolta dalla caparbia intelligenza della sua donna. Il filo nascosto in questa trasformazione esistenziale è allora l'efficace allegoria del rapporto di coppia che si afferma nel riconoscimento della sfera emozionale dell'altro. Esigendo compromessi, manipolazioni e reciproche dipendenze.