onufrio
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lunedì 6 febbraio 2017
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l'amaro in bocca
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Ficarra e Picone continuano a far ridere al cinema, ma stavolta aggiungono un qualcosa in più, un'analisi amara ma purtroppo veritiera sul malcostume generale italiano e sul rispetto delle regole. Siamo a Pietrammare, il Comune si appresta ad eleggere il nuovo Sindaco, e i cittadini stanchi delle promesse non mantenute dal sindaco in carica Patanè, decide di cambiare aria e di affidarsi ad un nuovo sindaco, cognato di Ficarra e Picone. L'entusiasmo iniziale dei cittadini viene sin da subito smorzato, il Sindaco Natoli impone, o meglio, rispetta e fa rispettare le regole, rimette i vigili in strada, applica la raccolta differenziata e aumenta le tasse, il malcontento generale cresce e coinvolge anche Ficarra e Picone; il finale lascia l'amaro in bocca e smuove una critica ed una riflessione profonda.
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Ficarra e Picone continuano a far ridere al cinema, ma stavolta aggiungono un qualcosa in più, un'analisi amara ma purtroppo veritiera sul malcostume generale italiano e sul rispetto delle regole. Siamo a Pietrammare, il Comune si appresta ad eleggere il nuovo Sindaco, e i cittadini stanchi delle promesse non mantenute dal sindaco in carica Patanè, decide di cambiare aria e di affidarsi ad un nuovo sindaco, cognato di Ficarra e Picone. L'entusiasmo iniziale dei cittadini viene sin da subito smorzato, il Sindaco Natoli impone, o meglio, rispetta e fa rispettare le regole, rimette i vigili in strada, applica la raccolta differenziata e aumenta le tasse, il malcontento generale cresce e coinvolge anche Ficarra e Picone; il finale lascia l'amaro in bocca e smuove una critica ed una riflessione profonda.
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alfiosquillaci
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sabato 28 gennaio 2017
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ficarra & picone fanno centro
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I siciliani sono degli italiani esagerati. Portano alle estreme conseguenze, con risvolti tragico-farseschi, i vizi del carattere nazionale. Ficarra & Picone nel film “L’ora legale” mostrano questa piccola verità in un apologhetto amaro e drammatico, che fa morir dal ridere, mettendo in scena un esperimento mentale: vediamo cosa succede in un piccolo inferno cittadino quando si applica davvero il principio di “Legge&Ordine”. Non do il punto di approdo narrativo della parabola.
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I siciliani sono degli italiani esagerati. Portano alle estreme conseguenze, con risvolti tragico-farseschi, i vizi del carattere nazionale. Ficarra & Picone nel film “L’ora legale” mostrano questa piccola verità in un apologhetto amaro e drammatico, che fa morir dal ridere, mettendo in scena un esperimento mentale: vediamo cosa succede in un piccolo inferno cittadino quando si applica davvero il principio di “Legge&Ordine”. Non do il punto di approdo narrativo della parabola. Posso solo dire che i due comici, con la loro mimica stralunata alla “Giufà” (maschera siciliana), saranno ricordati negli annali della coscienza collettiva isolana come i profeti di una sperata riscossa civile, forse. O almeno due che ci hanno provato, con i mezzi popolareschi della farsa, a esortare tutti gli isolani a provarci. Per intanto cominciando ad affermare ad alta voce che non sono i rappresentanti politici che hanno determinato il grave stato di disordine morale, sociale, legale, civile in cui si dibatte l’Isola, quanto i rappresentati che quei politici hanno mandato a gestire la cosa pubblica. E’ nella specularità, già segnalata da Salvemini, tra Paese legale e Paese reale che s’è consumata la tragedia collettiva. E’ pertanto verso i cittadini, verso i loro visi di “sporchi, brutti e cattivi” che i due comici girano la telecamera puntando l'occhio indagatore e solo per questa opera di verità meriterebbero una lapide, uno di quei pezzi di marmo dove scriviamo di solito quello che non siamo o quello che non vogliamo, ma che magnifichiamo solo a parole. La scomoda verità lapidea sarà forse questa: vuoi vedere che il colpevole della nostra tragedia collettiva è la gggente, nient’altro che la gggente?
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flyanto
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martedì 24 gennaio 2017
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un cambiamento radicale non troppo voluto
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Il duo comico composto da Ficarra e Picone ritorna nelle sale cinematografiche con la l'ultima loro pellicola "L'Ora Legale". La storia è ambientata in un paese della Sicilia dove si stanno avvicinando le elezioni per il nuovo sindaco: la popolazione è divisa tra coloro che preferirebbero eleggere il solito, in quanto da lui sanno di poter ottenere dei favori, e tra coloro che, invece, sono stanchi di continuare a sopportare una situazione fatta di compromessi ed un sistema generale di corruzione sempre più dilagante che si riflette direttamente sulla cattiva gestione del centro abitato stesso. I due protagonisti, interpretati da Ficarra e Picone, possiedono tra loro legami di parentela in quanto cognati ma caratterialmente essi sono assai diversi: mentre uno, infatti, tende ad agire per lo più in maniera disonesta e, comunque, cercando di trovare sempre la soluzione più facile nelle varie situazioni, essendo anche disposto ad accettare dei favori, l'altro è, invece, è un uomo onesto e che preferisce comportarsi cercando sempre di seguire le regole ed il buon senso.
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Il duo comico composto da Ficarra e Picone ritorna nelle sale cinematografiche con la l'ultima loro pellicola "L'Ora Legale". La storia è ambientata in un paese della Sicilia dove si stanno avvicinando le elezioni per il nuovo sindaco: la popolazione è divisa tra coloro che preferirebbero eleggere il solito, in quanto da lui sanno di poter ottenere dei favori, e tra coloro che, invece, sono stanchi di continuare a sopportare una situazione fatta di compromessi ed un sistema generale di corruzione sempre più dilagante che si riflette direttamente sulla cattiva gestione del centro abitato stesso. I due protagonisti, interpretati da Ficarra e Picone, possiedono tra loro legami di parentela in quanto cognati ma caratterialmente essi sono assai diversi: mentre uno, infatti, tende ad agire per lo più in maniera disonesta e, comunque, cercando di trovare sempre la soluzione più facile nelle varie situazioni, essendo anche disposto ad accettare dei favori, l'altro è, invece, è un uomo onesto e che preferisce comportarsi cercando sempre di seguire le regole ed il buon senso. A seguito dell'arresto del sindaco uscente a causa di vari imbrogli, viene eletto un professore candidato che è il cognato dei due protagonisti: un uomo retto e che vuole introdurre dei cambiamenti seguendo però strettamente le leggi costituzionali. Così, dopo la sua elezione e molteplici provvedimenti presi in base ovviamente alle leggi vigenti, tutti rivolti verso un netto miglioramento della situazione generale del centro abitato, inizia a sorgere tra la popolazione un malcontento complessivo che, dopo svariati avvenimenti, indurrà il sindaco in questione addirittura a dimettersi ed a far sì che venga rieletto quello precedente, senza alcun dubbio più "accomodante", ed a far sì che l'intero paese ritorni nella condizione di corruzione e di mala gestione precedente e con il beneplacito di tutti i cittadini.
"L'Ora Legale" è una pellicola comica, divertente e leggera che, nello stesso tempo, però presenta piuttosto bene la situazione socio-politica del nostro paese. Il fatto che la vicenda sia ambientata in un paese immaginario della Sicilia non ha affatto importanza in quanto la situazione grave, per non dire disperata, di mal governo e di corruzione può essere estesa benissimo a qualsiasi centro abitato e di qualsiasi regione italiana (fatta, forse, eccezione per qualcuna). Quello che in forma comica e, a tratti, in maniera paradossale ed esagerata, i comici Ficarra e Picone rappresentano è, purtroppo, la realtà più o meno vigente in Italia e pure tra molti tra la popolazione stessa che, sebbene non contenti o del tutto soddisfatti di una certo status quo, lo preferiscono però di gran lunga ad un cambiamento radicale più severo e rispettante maggiormente le norme legislative. La conclusione a cui giunge il duo comico, pertanto, non è affatto positiva ed incoraggiante ma, espressa in una forma non greve ed altamente ironica induce lo spettatore a riflettervi ed a condividerla pienamente con i due autori-protagonisti del film ed a trascorrere sicuramente almeno circa novanta minuti in maniera spensierata.
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roberto
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giovedì 9 febbraio 2017
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la noia legale
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Il film è semplicemente noioso, l'ennesimo tentativo da parte di comici italiani di coniugare la comicità da palcoscenico ad una pellicola cinematrografica ad ampio respiro. Le battute sciocche cozzano terribilmente con il contesto serio in cui vengono calate, non riesce nemmeno ad essere assurdo con eleganza, è davvero molto difficile riuscire a sospendere l'incredulità in un film che pretende di essere impegnato attirando allo stesso tempo il pubblico per il nome dei suoi protagonisti. Il Film vuole essere comico ma vuole far riflettere, Ficarra e Picone fanno principalmente i personaggi comici, peccato che la trama e gli altri personaggi principali siano più da tragedia che da commedia. Il risultato è un completo disastro, perchè fallisce in entrambi i campi: quello della comicità e quello dell'impegno.
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Il film è semplicemente noioso, l'ennesimo tentativo da parte di comici italiani di coniugare la comicità da palcoscenico ad una pellicola cinematrografica ad ampio respiro. Le battute sciocche cozzano terribilmente con il contesto serio in cui vengono calate, non riesce nemmeno ad essere assurdo con eleganza, è davvero molto difficile riuscire a sospendere l'incredulità in un film che pretende di essere impegnato attirando allo stesso tempo il pubblico per il nome dei suoi protagonisti. Il Film vuole essere comico ma vuole far riflettere, Ficarra e Picone fanno principalmente i personaggi comici, peccato che la trama e gli altri personaggi principali siano più da tragedia che da commedia. Il risultato è un completo disastro, perchè fallisce in entrambi i campi: quello della comicità e quello dell'impegno. Da una parte abbiamo comicità che non fa ridere, perchè semplicemente non riesce ad amalgamarsi con i fatti narrati, dall'altra parte le pretese di mandare un messaggio impegnato sono totalmente fallite. Il film vuole rinviare all'alternativa binaria tra due valori, quello tra legalità\sacrificio e illegalità\mancanza di responsabilità: non solo questa è una visione semplificata della questione, ma radicalizza così tanto questi elementi da presentarli in modo totalmente superficiale. Dopo aver visto il film, mettendosi a riflettere un attimo, sembra quasi che il messaggio a favore della legalità irraggiungibile (perchè nessuno disposto al sacrificio) possa essere ribaltato: la legalità mostrata è a tutti gli effetti guidata dall'etica delle convinzioni e non da quella della responsabilità, sul finire del film potremmo chiederci davvero se il tradimento finale dell'onesto sindaco non sia una legittima rivolta contro la dittatura dei codici e delle burocrazie, in cui cura è peggiore della malattia, in cui la legge è più importante di avere un tessuto sociale, in cui una strada pulita ma vuota è meglio di una sporca ma vivace negli scambi e negli affetti.
Unico elemento di valore del film: Il vecchio divertito sul balcone, a voi l'interpretazione di chi sia (molti spettatori siciliani l'avranno capito) e di cosa rappresenti. Questo personaggio acquisisce maggior valore a mio avviso se si esce dalla logica di semplificata con cui è stato ideato il film.
Se la stessa trama fosse stata utilizzata per un film non così palesemente bastardizzato dalla presenza comica (sempre inserita in modo inopporturno), sarebbe stato un film con grande potenziale e sicuramente anche più divertente. Il tema impegnato serve per nobilitare il film e dargli un senso di esistere, il nome di Ficarra e Picone per attirare gli spettatori, probabilmente senza questa ibridazione (malfatta) nessuno sarebbe andato a vederlo, ma poichè fallisce anche nel dare esposizione della questione legale, non si salva nemmeno per quello.
Verdetto: disastro totale.
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toty bottalla
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mercoledì 15 febbraio 2017
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l'ora legale come metafora lungimirante!
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In un paesino siciliano la gente ha voglia di cambiamento politico e viene accontentata...Ficarra e Picone ancora una volta ispirati dall'attualità sociale, mettono in scena una commedia ingenua ma divertente e senza ipocrisia che sembra richiamare nell'avvento del sindaco Natoli i sibili di una nuova ondata politica che forse gli abitanti di "Pietrammare" un giorno riusciranno ad accettare, le gag risultano confezionate ma Salvo Ficarra appare come sempre più spontaneo ed efficace, lo slogan "Yes Weekend" ed altri suoi interventi hanno ricordato il grande Franco Franchi, un film dunque leggero con bella fotografia e luoghi suggestivi da vedere rilassati! Saluti.
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In un paesino siciliano la gente ha voglia di cambiamento politico e viene accontentata...Ficarra e Picone ancora una volta ispirati dall'attualità sociale, mettono in scena una commedia ingenua ma divertente e senza ipocrisia che sembra richiamare nell'avvento del sindaco Natoli i sibili di una nuova ondata politica che forse gli abitanti di "Pietrammare" un giorno riusciranno ad accettare, le gag risultano confezionate ma Salvo Ficarra appare come sempre più spontaneo ed efficace, lo slogan "Yes Weekend" ed altri suoi interventi hanno ricordato il grande Franco Franchi, un film dunque leggero con bella fotografia e luoghi suggestivi da vedere rilassati! Saluti.
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nedevil
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mercoledì 3 gennaio 2018
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ogni cosa al giusto posto
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Ritengo di dover dare 5 stelle in quanto un film, andrebbe giudicato nella propria categoria, sempre (così come si fa nelle premiazioni, anche prestigiose). Se un prodotto deve essere qualificato in base al suo rapporto qualità/prezzo e alla categoria di appartenenza, anche un'opera dell'ingenio umano deve essere collocata nella sua giusta posizione, anche se i confini strabordano verso altri generi. D'altronde il genere "commedia" o comico (proprio della commedia, perché sin dall'antica Grecia, fa ridere), spesso sconfina nella farsa, nel parossismo o nella tragedia (annunciata). Qui, il tragicomico la fa da padrone. Ci si rende presto conto che all'Italia, non servono nuovi politici, ma nuovi italiani.
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Ritengo di dover dare 5 stelle in quanto un film, andrebbe giudicato nella propria categoria, sempre (così come si fa nelle premiazioni, anche prestigiose). Se un prodotto deve essere qualificato in base al suo rapporto qualità/prezzo e alla categoria di appartenenza, anche un'opera dell'ingenio umano deve essere collocata nella sua giusta posizione, anche se i confini strabordano verso altri generi. D'altronde il genere "commedia" o comico (proprio della commedia, perché sin dall'antica Grecia, fa ridere), spesso sconfina nella farsa, nel parossismo o nella tragedia (annunciata). Qui, il tragicomico la fa da padrone. Ci si rende presto conto che all'Italia, non servono nuovi politici, ma nuovi italiani. Si conferma che l' "olezzo'' viene dal basso e appesta anche i piani altissimi. S'intende, fin da subito, che il meridionalismo non andrebbe studiato, ma rieducato e che meridionale non è una questione, ma una condizione (ormai esportata un po' ovunque, in modo eterogeneo). Si conferma che i poteri centralisti sono sempre gli stessi e galleggiano, su ogni tipo di marea, indossando abiti talari e giacche eleganti, indifferenti alle correnti. Dulcis in fundo: la voce fuori dal coro viene sempre zittita, soppressa, annichilita. Ho riso, ma soprattutto ho molto sorriso...amaramente.
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loland10
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sabato 28 gennaio 2017
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orario...estivo
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“L'ora legale” (2017) è il quinto lungometraggio del duo Salvatore Ficarra e Valentino Picone: attori, sceneggiatori e registi palermitani.
Film semplificato, ordinariamente mite, da bere come un sorso d'acqua quando la calura non è eccessiva ( o forse un tè caldo neo tempi più freddi). Una storia alimentare senza grosse pretese, dove le battute consentono di sorridere e ridere; una volgarità annullata (rispetto ad altre pellicole da 'commedia') e un modo di porsi abbastanza accattivante. Un film, insomma, di puro intrattenimento pomeridiano dove il gioco della coppia ora funziona bene, ora pare appiattirsi su repliche di ciò che è stato già detto.
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“L'ora legale” (2017) è il quinto lungometraggio del duo Salvatore Ficarra e Valentino Picone: attori, sceneggiatori e registi palermitani.
Film semplificato, ordinariamente mite, da bere come un sorso d'acqua quando la calura non è eccessiva ( o forse un tè caldo neo tempi più freddi). Una storia alimentare senza grosse pretese, dove le battute consentono di sorridere e ridere; una volgarità annullata (rispetto ad altre pellicole da 'commedia') e un modo di porsi abbastanza accattivante. Un film, insomma, di puro intrattenimento pomeridiano dove il gioco della coppia ora funziona bene, ora pare appiattirsi su repliche di ciò che è stato già detto. Forse la ripetizione di schemi e di voci, come sicurezza di piacere e di piacersi limitano un po' la storia così essa risulta fine non propriamente incisiva al massimo. Ecco un film che tende alla minima esposizione e non va oltre il tragitto di un (quasi) macchiettismo con siparietti e sketch di assecondata furberia come un buon bicchiere di vino da tavola.
Film onesto e concentrico, solare e distensivo, linguacciuto e scorrevole, lamentoso e (ir)regolare. Ecco che ciò che sembra un pregio diventa l’onda di un difetto generale: la creanza di supporre che il Paese micro e il Paese macro coincidono (o meglio si affratellano) in tutto. Certo, è vero che il sogno di cambiare per non cambiare nulla ruota attorno ad un’Italia ancora da costruire (e chi sa quando dovremo aspettare) ma lo stratagemma di ribaltare la convenzione di essere tutti dalla stessa parte (come un’assemblea virtuale e anche reale) o meglio di essere dalla parte dei sempre furbi in ogni caso (e comunque) coinvolgendo tutti anche il laconico sindaco (cosiddetto) intransigente dopo le dimissioni forzate è misura di sano piatto dileguante e saporosamente commestibile per un pubblico benpensante (tra un pop-corn e una sana risata) ma non riempie (o almeno crede di farlo) la contro-misura di uno spettatore cinematografico che ha (avrebbe) voglia di vedere un film non troppo soporifero e incisivamente refrattario al facile consumo (post-sala-di-proiezione). Ecco che la sensazione (e anche oltre? Di assistere ad una pellicola allineata al deja-vu condensato in un pomeriggio silente e alquanto vuoto di cazzeggio (dopo un caffè con latte e un buon pasticcino siciliano).
A Pietrammare ci sono le elezioni per il sindaco (subito si pensa al ‘grande’ duo Franco e Ciccio) e i residenti vogliono ‘scardinare’ la corruzione (subito il gioco doppio fa pensare alla ‘sicilianità’ classica e gattopardesca). Tutto sembra prevedibile e facile per i due cognati Salvo e Valentino (cognati del nuovo sindaco Pierpaolo Natoli) anche se al carro dei vincitori c’è posto per tutti (parenti compresi). Il gioco non piace più quando le ‘regole’ devono essere rispettate e il p(P)aese è in subbuglio ad iniziare dal parroco Don Raffaele. Le dimissioni (forzate e plebiscitarie) del sindaco eletto riportano il vecchio sindaco (Gaetano Partanè) corrotto a rimettere tutto in (dis)ordine.
Ecco la commedia di antico respiro (italiana) si alza e viene fuori dagli armadi perché ciò che rimette tutto in sesto viene giocato come una pochade semplice e anche elementarmente televisiva (veda-si regia).
Film di piccolo linciaggio o meglio di una commedia di uso corretto ma che non va oltre il ‘piccolo gioco’ privato di una coppia simpaticamente vedibile Certo le situazioni sono anche piacevoli ma il pre-finale (in massa) e il finale (non ci sono limitazioni tra parcheggio, traffico e ciclabile) aspetta il trambusto politico di un ‘consiglio’ inesistente (forse è meglio rivedersi ‘L’ingorgo’ di Luigi Comencini per capire dove il post-moderno ci ha portato -oggi- ma in questo siamo in altra direzione e in ben altro film dove il canto del cigno della ‘Commedia’ era al massimo seppure dormiente).
Il cast non è il massimo in tutti i ruoli; Vincenzo Amato (Pierpaolo Natoli) recita in sottomisura e già da perdente, Tony Sperandeo (Gaetano Patanè) si ricuce l’ennesimo personaggio con il solito cliché e lo stereotipo del ‘capo-corrotto’, Leo Gullotta (Don Raffaelle) alimenta lo sguardo con pupille rotatorie come ammiccare alla scaltrezza di un attore consumato (veda-si l’effetto alla massa osannante le dimissioni del sindaco), Francesco Benigno (Paride) alleggerisce la vena ricordando altri film migliori, Eleonora De Luca (Betti Natoli) annuisce alle battute con tono un po’ soporifero. Alla fine la loro (bella) figura è dei vigili (lo schieramento in avanzata confluisce nel fanta-western) e soprattutto del caratterista Antonio Catania (Michele) che aspetta ruoli a destra a manca senza considerare un suolo centrale in qualche lavoro al più presto. Ficarra e Picone fanno loro stessi dalla tv al cinema. Resta la loro simpatia al (salvataggio del) film (come la testa del pescespada).
Regia ordinariamente di livello non eccelso. Piatto (come) senza cibo (commestibile).
Voto: 6-/10.
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eugenio
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venerdì 3 febbraio 2017
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viaggio nell'italia di oggi
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Tematiche leggere sono trattate nell’Ora Legale, ultimo film di Ficarra e Picone come registi e interpreti, rappresentanti per certi versi di uno spaccato della società di questi ultimi tempi fatta di furbetti, disonesti, pronti a trovare sempre scuse per trovare una scappatoia “poco legale” che consenta di salvare il proprio patrimonio e poco importa se l’altro ci rimette.
Nel film, la figura del retto la fa un sindaco onesto, professore di liceo, candidato dai cittadini, dopo che il precedente “collega” viene interdetto dall’operato per corruzione e concussione.
Dopo l’iniziale euforia, i cittadini di Pietrammare ( altro nome per Termini Imerese) si rendono presto conto di aver eletto “un mostro” di legalità: il sindaco infatti, è deciso a mantenere tutto il programma fatto in campagna di elezione, dal rispetto della selezione del conferimento corretto dei rifiuti alla battaglia contro l'abusivismo edilizio fino al progetto di realizzazione di una pista ciclabile.
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Tematiche leggere sono trattate nell’Ora Legale, ultimo film di Ficarra e Picone come registi e interpreti, rappresentanti per certi versi di uno spaccato della società di questi ultimi tempi fatta di furbetti, disonesti, pronti a trovare sempre scuse per trovare una scappatoia “poco legale” che consenta di salvare il proprio patrimonio e poco importa se l’altro ci rimette.
Nel film, la figura del retto la fa un sindaco onesto, professore di liceo, candidato dai cittadini, dopo che il precedente “collega” viene interdetto dall’operato per corruzione e concussione.
Dopo l’iniziale euforia, i cittadini di Pietrammare ( altro nome per Termini Imerese) si rendono presto conto di aver eletto “un mostro” di legalità: il sindaco infatti, è deciso a mantenere tutto il programma fatto in campagna di elezione, dal rispetto della selezione del conferimento corretto dei rifiuti alla battaglia contro l'abusivismo edilizio fino al progetto di realizzazione di una pista ciclabile. E chiunque sgarra nella raccolta differenziata, sarà punito senza pietà da quegli stessi vigili che mai hanno staccato una multa per evitare di far torto all’amico.
Urge quindi cercare di far soprassedere il sindaco da parte dei due cognati, Ficarra e Picone in un contesto ironico che raggiunge i limiti del grottesco con un retrogusto intelligente utile a far riflettere tutti quanti noi, con maggiore sensibilita' introspettiva, ad un esame di coscienza accurato: Un film leggero, nel senso del termine in cui si sorride dietro a qualche gag simpatica, ma lo si fa a purtroppo a denti stretti in una realta' penalizzante, imbarazzante, al limite della credibilità e serietà: quando davvero basterebbe poco (da ognuno di noi), per non farci ridere dietro e per vivere senz'altro in modo migliore nel rispetto altrui.
Uno dei tanti film che rispecchiano in parte la realtà in cui viviamo. La cosa più assurda? Quella che in Italia si riesca a fare dell'umorismo di successo toccando argomenti molto gravi. E poi non diciamo che all’estero ci etichettano come spaghetti e mandolini, mafia e camorra…
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nedevil
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mercoledì 3 gennaio 2018
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ogni cosa al giusto posto
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Ritengo di dover dare 5 stelle in quanto un film, andrebbe giudicato nella propria categoria, sempre (così come si fa nelle premiazioni, anche prestigiose). Se un prodotto deve essere qualificato in base al suo rapporto qualità/prezzo e alla categoria di appartenenza, anche un'opera dell'ingenio umano deve essere collocata nella sua giusta posizione, anche se i confini strabordano verso altri generi. D'altronde il genere "commedia" o comico (proprio della commedia, perché sin dall'antica Grecia, fa ridere), spesso sconfina nella farsa, nel parossismo o nella tragedia (annunciata). Qui, il tragicomico la fa da padrone. Ci si rende presto conto che all'Italia, non servono nuovi politici, ma nuovi italiani.
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Ritengo di dover dare 5 stelle in quanto un film, andrebbe giudicato nella propria categoria, sempre (così come si fa nelle premiazioni, anche prestigiose). Se un prodotto deve essere qualificato in base al suo rapporto qualità/prezzo e alla categoria di appartenenza, anche un'opera dell'ingenio umano deve essere collocata nella sua giusta posizione, anche se i confini strabordano verso altri generi. D'altronde il genere "commedia" o comico (proprio della commedia, perché sin dall'antica Grecia, fa ridere), spesso sconfina nella farsa, nel parossismo o nella tragedia (annunciata). Qui, il tragicomico la fa da padrone. Ci si rende presto conto che all'Italia, non servono nuovi politici, ma nuovi italiani. Si conferma che l' "olezzo'' viene dal basso e appesta anche i piani altissimi. S'intende, fin da subito, che il meridionalismo non andrebbe studiato, ma rieducato e che meridionale non è una questione, ma una condizione (ormai esportata un po' ovunque, in modo eterogeneo). Si conferma che i poteri centralisti sono sempre gli stessi e galleggiano, su ogni tipo di marea, indossando abiti talari e giacche eleganti, indifferenti alle correnti. Dulcis in fundo: la voce fuori dal coro viene sempre zittita, soppressa, annichilita. Ho riso, ma soprattutto ho molto sorriso...amaramente.
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mario nitti
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domenica 22 gennaio 2017
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bene quando i due comici fanno il loro lavoro
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Ficarra e Picone scendono in campo con un film che esce dal registro puramente comico e affronta con molto sarcasmo i vizi di un’Italia in cui tutti invocano un cambiamento, che nessuno vuole davvero. Così intorno al sindaco onesto di un paesino siciliano ben presto viene fatta terra bruciata. Il film funziona soprattutto nella parte comica, con scene memorabili, come quella della partenza della colonna delle guardie forestali per il lavoro che sembrano grottesche, ma che sono tragicamente realistiche (a Solarino, 9000 abitanti, i forestali sono 437: in Liguria 407). Bravi a creare la matassa Ficarra e Picone sono però molto meno abili a sbrogliarla e la seconda parte del film rallenta e sbocca in un finale che, con il suo tono di impietosa e spietata denuncia, stona con il tono ironico di tutta la narrazione.
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Ficarra e Picone scendono in campo con un film che esce dal registro puramente comico e affronta con molto sarcasmo i vizi di un’Italia in cui tutti invocano un cambiamento, che nessuno vuole davvero. Così intorno al sindaco onesto di un paesino siciliano ben presto viene fatta terra bruciata. Il film funziona soprattutto nella parte comica, con scene memorabili, come quella della partenza della colonna delle guardie forestali per il lavoro che sembrano grottesche, ma che sono tragicamente realistiche (a Solarino, 9000 abitanti, i forestali sono 437: in Liguria 407). Bravi a creare la matassa Ficarra e Picone sono però molto meno abili a sbrogliarla e la seconda parte del film rallenta e sbocca in un finale che, con il suo tono di impietosa e spietata denuncia, stona con il tono ironico di tutta la narrazione. I due comici dorvebbero probabilmente concentrarsi su quello che gli riesce meglio.
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