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Al confronto Checco Zalone è da statuetta Valutazione 1 stelle su cinque

di Giampituo


Feedback: 2133 | altri commenti e recensioni di Giampituo
lunedì 23 gennaio 2017

 
Capisco la voglia di fare della satira. E non riuscirci. Capisco il tentativo di dover far ridere a tutti i costi. E non riuscirci. Capisco le esigenze di budget di un film. Capisco tutto quello che volete. Ma il cinema italiano non può essere caduto così in basso. Eppure segnali di ripresa c’erano stati. Il tentativo di fare un cinema italiano diverso nelle ultime due- tre stagioni c’era stato. Ma Ficarra e Picone e il loro gruppo di registi e sceneggiatori questa volta hanno toccato il fondo. Non si può immaginare una Italia e in particolare una Sicilia con i loro abitanti rappresentati così come in questo film. Il nostro paese vive un momento socio-economico terribile  (così come non accadeva da anni) e invece in questo lavoro viene rappresentato un paesino siciliano abitato esclusivamente da cittadini privi di un minimo senso civico o peggio, pronti a disertare il lavoro pubblico per stare nei bar, a insudiciare la città, a dedicarsi alla corruzione più volgare come proprio principio di vita. Dove sono, in questo spaccato, quegli italiani che si alzano presto al mattino per racimolare tra mille sofferenze i soldi per campare i  propri figli? O pensionati o la gente per strada o quelli strangolati dalla criminalità? Niente di tuto ció. Solo luoghi comuni. Da prima pagina di quotidiani populisti. I politici sono tutti i ladri. Per cui aspettiamo un Salvatore. E così, di conseguenza, il ragionamento: gli italiani solo a chiacchiere vogliono la legalità. Sono pronti a votare per chi si professa onesto. Ma poi se davvero qualcuno applica l’onestà al proprio modo di governare andando a scalfire l’orticello del singolo elettore, allora molto meglio preferire il ritorno al passato,  all’intrallazzo e basta. Semplicistica e aberrante tesi quella di Ficarra e Picone. Oltretutto non riescono nemmeno a far ridere, non dico a sorridere… Troppo intelligente. Inutile far riferimenti e confronti con il cinema del passato , quello di Sordi, Manfredi, Tognazzi , Vitti o di chi vi pare. E, intendiamoci, nemmeno  lontanamente immaginavo di vedere Woody Allen a Parigi sotto la pioggia. Ma giusto per capirci, al confronto,  Checco Zalone è da statuetta.

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autocrator lunedì 23 gennaio 2017
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Mi spiace parlare da uomo del Nord,tuttavia il Suo commento al film pare palesemente viziato e condizionatoda una sorta di vana difesa delle brutte abitudini del Meridione.Guardi che, durante le mie vacanze in Sicilia, Campania, Lazio, Puglia...,ho visto esemplificato tutto il malcostume che questa pellicola mostra:parcheggi e parcheggiatori abusivi, ristoratori che non rilasciano mai uno scontrinofiscale, persone che senza casco occupano motorini in gruppo...Lei, offeso, giudica negativamente, forse perché, per primo, non vuole cambiarela situazione.Infine, l'espressione "campare i propri figli" non è in lingua italiana.

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lanfreak martedì 24 gennaio 2017
onestà e disonestà sono in ciascuno di noi..
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Dove sono in questo film, Lei si chiede, "quegli italiani che si alzano presto al mattino per lavorare", i pensionati, le vittime della criminalità, insomma le persone per bene? Ci sono eccome, nel film! E sono ben rappresentate dalla figura del nuovo sindaco, di sua figlia e dei giovani che non rinunciano a sperare in un mondo migliore. In questa lotta fra il bene e il male, Ficarra e Picone hanno gioco facile nel concludere che non tutte le realtà sono ancora pronte per un cambiamento vero. E che, soprattutto, questo cambiamento deve partire prima di tutto dall'interno di ciascuno di noi.

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